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venerdì 22 novembre 2013

ATENE – Continua ad impennarsi il livello di allarme nella polizia greca per il timore di nuovi attacchi terroristici. Come riferisce oggi l’edizione online del quotidiano Kathimerini, dal quartier generale di Atene è stata diramata una circolare a tutti i dipartimenti del Paese in cui si ordina ai responsabili di adottare più rigide misure di sicurezza all’esterno e all’interno dei commissariati ed ai poliziotti di comportarsi con maggiore cautela. La circolare – che è stata diffusa pochi giorni dopo che un nuovo gruppo terroristico di estrema sinistra ha minacciato attacchi contro le forze dell’ordine – dispone inoltre che i capi dei commissariati mettano “osservatori” a guardia degli edifici della polizia e che gli stessi agenti riferiscano immediatamente ai superiori della presenza di individui sospetti all’interno o all’esterno dei posti di polizia.

I timori di altri attacchi contro le forze dell’ordine sono aumentati dopo la scoperta, giorni fa alla periferia della capitale, di un arsenale di armi e munizioni che si ritiene dovessero servire per compiere un imminente attentato contro la polizia. Il ritrovamento (quattro mitragliatori Kalashnikov Ak-47, 10 bombe a mano e 750 proiettili di vario calibro) ha riportato alla mente il più sanguinoso attacco sferrato contro la polizia dalla guerriglia urbana anarco-insurrezionalista il 27 ottobre del 2009, quando un commando di 5-6 uomini armati di Kalashnikov a bordo di moto sparò oltre 100 colpi contro un gruppo di agenti davanti al commissariato del quartiere di Aghia Paraskevì ferendo sei poliziotti.

Per gli inquirenti, la guerriglia urbana sta organizzando altri attacchi, come minacciato nella rivendicazione dell’omicidio dei due militanti del partito filo-nazista Chrysi Avghì (Alba Dorata) avvenuto ad Atene il primo novembre. Nella rivendicazione, le sinora sconosciute “Squadre rivoluzionarie popolari combattenti” minacciavano i poliziotti (definiti “i cani del padronato”) di imminenti rappresaglie.(ANSA)

 

 

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20.11.2013

Fonte: Alerta Digital

Traduzione di Luciano Lago

Una delle principali lobby di pressione nei paesi dell’eurozona è costituita dal CJE (“European Jewish Congress”). Come esempio di influenza nell’adottare le decisioni, con una azione senza precedenti, questo organismo ha chiesto ultimamente alla UE di  realizzare delle  ”Unità Speciali di vigilanza” per sorvegliare i cittadini che possano essere considerati “intolleranti” in uno qualsiasi dei 27 Stati membri.

l risultato di questa richiesta è stato  la creazione dell’organismo  “ European Council on Tolerance and Reconciliation”, assieme alla Commissione delle libertà civili del Parlamento Europeo.  Questo Consiglio prenderà il controllo e si farà carico delle “unità speciali di vigilanza” nei differenti governi, incaricandosi della supervisione e rielaborazione dei dati dei “sospetti” ed opererà preferibilmente all’interno del  Ministero della Giustizia di ogni Stato membro.

Per fare un esempio, a partire dall’anno che viene, si  abiliteranno in Spagna più di 50 procure (“fiscalias”)contro i “delitti di odio”, ciò significa che ci saranno più giudici che si dedicheranno a perseguire, a reprimere  e sanzionare quei cittadini spagnoli che abbiano opinioni politicamente non corrette che non i giudici che si dedichino a perseguire la corruzione istituzionale e/o politica.

Fra queste  opinioni “politicamente non corrette”, si potranno perseguire  legalmente coloro che abbiano opinioni contrarie al femminismo , al multiculturalismo, alla omosessualità,  all’egualitarismo, al separatismo o all’immigrazione massiccia. Anche  coloro che volessero denunciare il razzismo anti spagnolo, l’attacco alla tradizione, alla famiglia, alla endofobia istituzionale, la discriminazione positiva (negativa per gli spagnoli), ecc.. Di fatto queste leggi che si suppongono anti-discriminatorie ed anti -intolleranti sono elaborate in maniera tale che  si potrebbero anche perseguire coloro i quali abbiano opinioni contrarie (basta che siano opinioni) al globalismo-mondialismo-sionismo.

Il principio ispiratore di queste misure, secondo quanto afferma lo stesso Moshe Cantor (presidente del CJE), è che “non c’è  necessità di offrire tolleranza all’intollerante”. Rimane chiaro che con questa impostazione la principale vittima sarà la libertà di espressione che si vedrà ampiamente limitata visto  che qualsiasi espressione pubblica sarà filtrata da una correzione politica.

La richiesta del Congresso Ebraico Europeo risulta diversa  rispetto ai reati che si prevedevano nell”’Osservatorio Europeo per la Dignità “(OED), organismo che ha la sua sede a Bruxelles ed esamina la violazione dei diritti civili nell’Unione Europea. L’OED ha avvisato che l’EJC pretende di imporre un controllo governativo sui comportamenti sociali ed economici dei cittadini intolleranti nel senso più ampio possibile. Si osserva inoltre ed appare chiaro che questa posizione potrebbe dare luogo a situazioni nelle quali si potrebbero lanciare accuse poco chiare o ingiustificate contro persone o gruppi.

Le conseguenze dell’assunzione di questo requisito dalla  UE potrebbero essere molto serie e dolorose. Secondo l’OED: “Se si stabilisce questa come politica della UE, si potrebbe avere l’effetto di stabilire unilateralmente delle categorie di reati senza nessuna base legale. Il risultato sarà una drastica riduzione ( e possibile estinzione) della libertà fondamentale di espressione e che gli individui o i gruppi si auto censurino per paura di essere processati per esprimere i propri punti di vista morali o personali.

L’Osservatorio Europeo per la dignità conclude realizzando una critica molto chiara alle misure suggerite dal Congresso Ebraico Europeo: “qualsiasi approvazione di questo statuto a livello nazionale da parte degli Stati nazionali europei non solo sarebbe un gran passo indietro ma questo implicherebbe una supervisione sopranazionale, un qualcosa che supporrebbe un giorno nero per la democrazia europea”.

Questa medesima linea del Congresso Ebraico Europeo (i cui interessi non sono né le libertà né la tolleranza ma piuttosto seguire gli interessi del sionismo per creare un meccanismo di controllo e supervisione sopranazionale su ogni cittadino al di sopra dei propri stati) ha spinto ugualmente i rispettivi governi a far votare il progetto di legge antirazzista in Grecia, in Ungheria ed in altri paesi, quello descritto  in questo articolo, che è un progetto che essenzialmente consiste  nella privazione del diritto di parola e di espressione dei cittadini con la finalità di adempiere a direttive internazionali e subordinando gli interessi delle singole nazioni.

http://www.alertadigital.com/2013/11/16/el-congreso-judio-europeo-cje-pide-a-la-union-europea-que-vigile-y-persiga-a-los-ciudadanos-intolerantes/