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L’importanza di leggere

Tratto da : http://www.interruzioni.com/temaleggere.htm

 

Leggere produce  ricchezza e progresso. E questo dato non deve stupire. Nella società tardo-moderna, dove l’informazione e la comunicazione rivestono un ruolo strategico, in cui l’obsolescenza delle conoscenze richiede un aggiornamento continuo, in cui i raggiungimenti della scienza e della tecnica rivoluzionano di continuo le nostre esistenze e le nostre abitudini, leggere ed aggiornarsi diventa quasi una necessità vitale, un’attività dettata dall’istinto di sopravvivenza.

Di più. I cambiamenti della nostra società non sono soltanto di carattere tecnico-scientifico, ma spesso anche di carattere organizzativo e culturale. I flussi migratori, i cambiamenti legati ai ruoli sessuali, la trasformazione dell’economia, passata dall’egemonia della fabbrica a quella dei servizi, richiedono ai cittadini e ai lavoratori nuove competenze di carattere sia culturale che relazionale. Per avere successo nel lavoro, in un’economia concorrenziale, non servono soltanto conoscenze tecniche, ma competenze legate alla sfera psicologica: motivazione, capacità di introspezione, empatia, autostima, capacità di lavorare in gruppo nel rispetto degli altri, capacità di trasmettere le proprie conoscenze e il proprio entusiasmo, competere ma anche saper collaborare. Quelle qualità che lo psicologo Daniel Goleman definisce complessivamente col termine di intelligenza emotiva. Qualità che magari si possono acquisire attraverso un training specifico, ma che soprattutto vanno coltivate e sviluppate attraverso una formazione basata sulla lettura personale di molti libri, non solo attinenti alla psicologia. Quale miglior strumento per approfondire la conoscenza di sé e degli altri, per conoscere la sfera emotiva ed affettiva, è migliore, per esempio, della letteratura, della poesia e della narrativa?

La lettura ci serve soprattutto per vivere. Leggere con attenzione e passione ci rende più liberi, nutre lo spirito, perfeziona l’essere umano che siamo, ci consola nei momenti di sconforto, ci libera dagli eventuali affanni della solitudine. Ci rende più coscienti e consapevoli, più creativi, meno soggetti a pregiudizi e condizionamenti. Facendoci muovere nel tempo e nello spazio la lettura arricchisce le nostre esistenze.

La lettura è anche un piacere, fisico e psichico. Saper godere di una bella frase, della perfetta eloquenza di uno scrittore, dell’architettura ben progettata di un romanzo, è un piacere intellettuale e sensuale. La lettura stimola i sensi, la memoria, il ricordo. Ci fa vivere al 100%. Leggere ci permette, come sapevano bene Machiavelli, Cartesio e Ruskin di dialogare con i massimi geni che l’umanità abbia prodotto, di interrogarli senza fretta, per tutto il tempo che vogliamo, sulle questioni che ci stanno più a cuore.

Ci sono ottime persone, tutti ne abbiamo fatto esperienza, sensibili ed umane che non sono lettori. Tuttavia è opinione di molti eminenti studiosi che chi legge buoni libri, chi si forma sulla grande letteratura, ha una struttura mentale più ricca, flessibile e raffinata di qualsiasi non-lettore.

Nel mondo contemporaneo, che privilegia l’azione e l’estroversione, leggere è considerata un’occupazione passiva, poco attraente, adatta, non a caso, al genere più oppresso, quello femminile. Non è così. Leggere è un’attività faticosa, che richiede attenzione, partecipazione e capacità di riflessione.