Gli elementi che costituiscono necessariamente uno Stato, qualsiasi sia la sua forma giuridica:
A) Il popolo;
B) Il territorio;
C) Potestà d’imperio (ovvero la sovranità).
La definizione di Stato comporta la giuridica INCONDIZIONABILITA’ della potestà d’imperio, ergo l’INDIPENDENZA e la SOVRANITA’ sul proprio territorio. Se si subiscono decisioni che hanno effetti interni ad opera di organismi stranieri, non possiamo più parlare di Stato, sic et simpliciter. I Padri Costituenti, quando parlavano di limitazioni di sovranità, si riferivano esclusivamente agli effetti del potere d’imperio italiano FUORI dai nostri confini, effetti che potevano creare una contrapposizione d’interessi che avrebbe potuto minacciare la ritrovata PACE. Ecco il senso costituzionale delle “limitazioni” che non possono travalicare, fino a compromettere, l’attribuzione della sovranità al suo proprietario che resta il POPOLO ITALIANO ex art. 1 Cost.

 

Pubblicazione1

 

di Marco Mori

 

E se il Tribunale di Genova spazzasse via l’Europa?

All’udienza di oggi il Giudice, Dott.ssa Calcagno, dopo la discussione delle parti, ha trattenuto la causa a riserva in merito al fondamentale tema della sovranità nazionale. Il Tribunale emetterà dunque a breve, senza nessuna ulteriore udienza intermedia, un provvedimento che finalmente ci dirà se leggi di ratifica dei trattati europei possano o meno essere considerate in contrasto con la Costituzione, in quanto cessioni illegittime della nostra sovranità.

In caso di risposta affermativa, proprio mentre monta la propaganda di regime in favore degli Stati Uniti d’Europa, la Corte Costituzionale si troverebbe costretta a discutere del progetto europeo, per sentenziare se esso sia conforme o meno ai principi fondamentali dell’ordinamento ed ai diritti inalienabili dell’uomo, e davvero non si vede come si potrebbe argomentare, se il giudizio sarà indipendente, una risposta positiva al quesito.

Riepiloghiamo in poche parole il ragionamento giuridico a monte della questione. Per dibattere di sovranità dobbiamo definire ed individuare gli elementi che costituiscono necessariamente uno Stato, qualsiasi sia la sua forma giuridica:

A) Il popolo;
B) Il territorio;
C) Potestà d’imperio (ovvero la sovranità).

Senza la simultanea presenza di questi tre elementi non si può utilizzare il termine “Stato” in maniera propria.

I concetti di popolo e di territorio non necessitano di particolari spiegazioni, sono ovvi. Meno immediata è la fondamentale comprensione della definizione della potestà d’imperio. La potestà d’imperio è il potere supremo che spetta allo Stato sul proprio territorio. Trattasi del potere giuridicamente indipendente, incondizionato ed incondizionabile di imporre la sua volontà sui propri cittadini. La potestà d’imperio comprende dunque la capacità giuridica di impartire, anche coattivamente, ordini obbligatori per chi vive all’interno di predetto spazio territoriale. La potestà d’imperio è naturalmente originaria, sorge esattamente nel momento in cui lo Stato nasce, poiché è proprio essa che ne consente di identificarne l’esistenza. La natura incondizionata di questo potere implica che lo Stato, nel suo territorio, può fare letteralmente “ciò che vuole”, senza alcun limite giuridico, non essendovi materia in cui non possa liberamente intervenire disciplinandola con le sue leggi.

 
Vi è poi un’ovvia differenza tra uno Stato democratico ed una dittatura, ed essa si evince semplicemente dal fatto che in una democrazia la sovranità appartiene al popolo complessivamente inteso. Precisamente, in una democrazia rappresentativa come quella italiana, il popolo elegge i suoi rappresentanti, così delegando momentaneamente l’esercizio della sovranità agli eletti.

Conformemente alla Costituzione dunque se il voto si esercita in maniera libera, eguale, diretta e personale la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione stessa.

L’art. 1 Cost. qualifica la nostra forma di Stato:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” .

Ed ecco il punto nodale: che succede se quote di sovranità vengono cedute? Semplicemente accade che i rappresentanti del popolo non possono più decidere in determinate materie, benché investiti della delega sovrana a farlo. Conseguentemente si perde completamente l’indipendenza e l’incondizionabilità della potestà d’imperio.

Se la sovranità è esercitata in via indipendente dal popolo e dal territorio, che vengono costretti a subire la potestà d’imperio di un terzo, non si può più parlare di Stato sovrano. Viene infatti meno uno dei suoi imprescindibili elementi fondanti.

Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, i Padri Costituenti avevano compreso che tuttavia la sovranità di uno Stato, necessariamente incondizionata sotto il profilo interno, dovesse incontrare limiti in materia di politica estera, e ciò per non scontrarsi nuovamente con gli analoghi poteri sovrani di altri Paesi. Non si voleva arrivare a ripetere i tragici errori del passato.

La collaborazione internazionale, ed una diffusione dei valori solidaristici accolti nella nostra Carta, erano correttamente individuati come l’unica via per la pace. La fusione tra Stati e la cancellazione dell’Italia come nazione sovrana ed indipendente non furono invece mai contemplati nella Costituzione che scelse la via, diametralmente opposta, della definitività della forma repubblicana, e ciò benché vi fossero correnti federaliste in seno all’Assemblea Costituente che parlavano apertamente anche di Stati Uniti d’Europa. L’approvazione dell’art. 139 Cost., ed il dibattito che ne determino la genesi, sono eloquenti sul punto.

L’articolo 11 Cost. recita testualmente:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Pertanto la sovranità può essere limitata unicamente se ciò avviene allo scopo di evitare i conflitti tra nazioni, in una necessaria condizione di reciprocità tra le stesse. La norma era palesemente pensata per l’O.N.U. e non certo per quel mostro giuridico che è oggi l’Unione Europea. Orbene, ai profani del diritto, resta difficile distinguere tra cessione e limitazione di sovranità, ma ritengo che la differenza sia davvero semplice. Proprio su questa differenza, deve urgentemente pronunciarsi la Corte Costituzionale.

Limitare la sovranità significa contenere la propria potestà d’impero (la sovranità appunto), ovvero non esercitarla in determinate materie omettendo di legiferare. Oppure semplicemente conformare la propria legislazione alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute, qualora esse siano però compatibili con i principi fondamentali ed i diritti inalienabili dell’uomo (art. 10 Cost.). Tuttavia con ciò non si vuole affatto rinunciare al potere di imporre la propria volontà in qualsiasi momento su una materia disciplinata da un organismo internazionale, anche contravvenendo ad esso. Cedere la sovranità invece significa consegnare definitivamente un proprio potere ad un terzo soggetto esterno al Paese che lo eserciterà al posto nostro.

Una sovranità limitata è dunque contenuta nella sua esecuzione, ma resta comunque nella totale disponibilità del popolo che può sempre revocare ogni decisione in tale senso. Al contrario una sovranità ceduta è persa a titolo definitivo. La limitazione di sovranità finalizzata alla pace ha poi un preciso riferimento a quelle azioni di potestà d’imperio che hanno effetti specifici al di fuori del nostro ordinamento e del nostro territorio, e che dunque possono essere limitate per evitare conflitti.

Con l’Europa siamo andati molto oltre prevedendo addirittura meccanismi sanzionatori effettivi per chi non rispetta alcuni dei vincoli esterni (di natura economica oltretutto). In questo caso non c’è alcun dubbio che si debba parlare di cessione di sovranità, poiché addirittura si è dotato un terzo di un potere di coercizione effettivo sul popolo e sul territorio italiano.
Purtroppo l’attribuzione a terzi di poteri sovrani sul nostro territorio, terzi dotati addirittura di autonomi poteri di coercizione, rende palese che lo Stato italiano non esiste più, non si può più parlare di forma Repubblica con violazione degli artt. 1, 11 e 139 Cost.

Riepilogando possiamo affermare:
la definizione di Stato comporta la giuridica INCONDIZIONABILITA’ della potestà d’imperio, ergo l’INDIPENDENZA e la SOVRANITA’ sul proprio territorio. Se si subiscono decisioni che hanno effetti interni ad opera di organismi stranieri, non possiamo più parlare di Stato, sic et simpliciter. I Padri Costituenti, quando parlavano di limitazioni di sovranità, si riferivano esclusivamente agli effetti del potere d’imperio italiano FUORI dai nostri confini, effetti che potevano creare una contrapposizione d’interessi che avrebbe potuto minacciare la ritrovata PACE. Ecco il senso costituzionale delle “limitazioni” che non possono travalicare, fino a compromettere, l’attribuzione della sovranità al suo proprietario che resta il POPOLO ITALIANO ex art. 1 Cost.

Sul fondamentale tema della sovranità e del secco “no” agli Stati Uniti d’Europa, vi invito a leggere il bel post apparso oggi sul blog di Claudio Messora byoblu.com dal titolo “La Boldrini firma per gli Stati Uniti d’Europa” – clicca qui

tratto da: (clicca qui)

2015.09.16 – Putin ha di nuovo sorpreso i nostri stolidi ottusi dittatori

Posted by Presidenza on 16 Settembre 2015
Posted in articoli 

Di colpo, Israele scopre che Mosca è “la più forte presenza militare” alla porta di casa sua, nell’area dove credeva di poter fare tutto.

 

 

 

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di Maurizio Blondet

 

Anzitutto vorrei mostrare come la vera dittatura totale e stolida, sotto cui soffochiamo, sia l’Ottusità.
Cominciamo con la Cancelliera.
L’ultima notizia: “Berlino minaccia di tagliare i fondi UE ai paesi che si oppongono alle quote di rifugiati”.
Ora, se questa frase vi sembra sensata, significa che anche voi siete sotto il tallone della peggiore dittatura: quella dell’idiozia.

Prima osservazione: come mai “Berlino” (nel caso, il ministro tedesco dell’Interno Thomas de Maizère) si arroga il potere di disporre dei fondi europei? Tali fondi, detti “strutturali”, non sono pagati dai contribuenti tedeschi, ma da tutti gli europei. “Berlino” ha il diritto di negarli, in modo unilaterale e senza consultare gli altri stati-contribuenti? E’ questo unilateralismo coerente con i famosi principii e i famosi valori europei, per non dire gli statuti e i trattati?

Se non fossimo sotto il tallone brutale della stupidità, le altre capitali dovrebbero protestare e dare sulla voce al ministro. Se tacciono, significa che Berlino si prenderà anche questa prerogativa di decisione arbitraria e unilaterale, mettendo le manacce sui “nostri” fondi, come ha già fatto per salvare le sue banche (devastando la Grecia), e impossessandosi della direzione politica della Bce (e non parliamo delle lezioni sui compiti a casa che ci impartisce da anni, e i cambi di governo che ha imposto all’Italia, poi alla Grecia: ingerenze continue ).

Vorrei fosse chiaro che questo che si va’ rivelando con gli atti tedeschi non è più “europeismo” di nessun genere; non è più nemmeno l’annoso “deficit di democrazia”. Il nome di questa forma di governo è “Dispotismo”. Arbitrio di tipo che una volta si definiva “orientale”.

Ricapitoliamo gli ultimi atti del Dèspota. E’ stata la Merkel a creare il disastro, con il suo pubblico invito a tutti i milioni di sfollati siriani, convincendoli che li avrebbe ricevuti a 500-800 mila l’anno; dopo 63 mila, la Cancelliera presa dal panico (e probabilmente da male parole dei suoi alleati bavaresi e dai sondaggi che consulta nevroticamente in tempo reale), ha “sospeso Schengen” : ancora una volta in modo unilaterale, totalitario.

Cioè: ha chiuso i suoi confini. Ma dando come scusa per questo atto d’arbitrio quale argomento? Che l’Ungheria ha chiuso i suoi confini, e per questo andava punita lasciandole sul collo i profughi che non era riuscita ad escludere. In pratica, Merkel ha fatto ciò che incolpa il governo ungherese di fare. Berlino si sente abbastanza forte da far pagare a ungheresi, cechi, slovacchi e polacchi il costo della sua immane bestialità, e imporre che siano loro a rimediare alla sua kazzata dettata da impulsiva superficialità (o cos’altro?).

Senza considerare il piccolo particolare seguente: uno dei motivi per cui questi paesi non possono accogliere, è perché non ne hanno i mezzi. Che il paese più ricco dell’Europa, strapieno di surplus, voglia tagliare i fondi a nazioni così povere, è una forma insopportabile non solo di ingerenza, ma di debilità mentale. I fondi, dovrebbero invece darli a questi paesi che stanno difendendo i confini europoidi. In Ungheria, i pensionati ricevono 10-15 euro al giorno dopo 45 anni di lavoro; la UE pretende che gli immigrati vengano trattati “adeguatamente”, anche se illegali. Il che significa che ogni migrante costa al contribuente magiaro 20 euro al giorno, “senza contare i danni e le spese generate dalla loro turbolenza (caos del traffico, blocco di quello ferroviario, superlavoro della polizia, per non parlare dei saccheggi e furti); l’Ungheria non è il Lussemburgo”, protesta il columnist ungherese Adam Topolansky, su Hungary Today. Protesta vana: il governante del paradiso fiscale straricco Lussemburgo, quello Juncker messo lì da Berlino, impone il trattameno “adeguato” – che il paese non può permettersi di dare ai suoi pensionati, né (se è per questo) ai suoi lavoratori, che prendono di media sui 480 euro mensili. Zaltrimenti, invece di fornirgli i fondi necessari per far fronte al costo eccezionale che i piccoli paesi sopportano, gli toglie anche i fondi strutturali – necessari per superare il divario economico di cui questi paesi, usciti dal comunismo, soffrono rispetto ai ricchi occidentali.

Naturalmente, questi paesi vengono demonizzati perché si dicono disposti ad accogliere profughi sì, ma cristiani. La Stupidità Totalitaria si orrifica, sostenuta da quella mediatica: Orrore, orrore! Le radici cristiane dell’Europa!

Devono beccarsi e tenersi i profughi che arrivano, senza sceglierli (la Germania invece li sceglie: quelli produttivi sì, gli altri no, sono “emigrati economici” a cui si riserva di negare l’asilo – probabilmente con l’idea di ricacciarli in Ungheria, la sua nuova discarica umana).

Poi, in che cosa si traducono queste “quote” così fortemente volute dal Despota Idiota? Mettiamo: una quota di eritrei, ivoriani, somali o siriani registrati in Italia dovranno restare in Italia. Potranno andare in Germania o Svezia, dove vogliono e dove hanno magari dei familiari? Se no, vuol dire che questi sono messi a domicilio coatto. Dall’Europa. Dove finisce la celebrata “libera circolazione” di uomoi proclamata dalla Ue nonché dal globalismo di cui la Commissione è suddita? Spero di aver capito male, altrimenti è un altro affossamento dei principii stessi dell’Europa, la libertà personale.

E tuttavia – bisogna riconoscerlo- in Europa almeno albeggia l’idea che la soluzione starebbe nel far cessare la guerra in Siria. Ossia nel cessare di voler cacciare ed uccidere Assad, rinunciare al cambio di regime e mediare un negoziato fra le parti per stabilizzare lo sciagurato paese. Non è l’Europa faccia nulla in proposito – anzi mantiene di suo le sanzioni contro Assad, che nuocciono al popolo siriano che si è messo dalla sua parte – ma almeno se ne parla. Già, bisognerebbe dirlo a Washington. Allora sentite questa:

Obama il doppio, prigioniero del groupthink .

“..In privato, mi dicono, il presidente Obama ha accettato – e forse ha anche incoraggiato – l’accresciuto sostegno di Putin al regime di Assad, avendo capito che è la sola speranza di scongiurare una vittoria degli estremisti sunniti. Ma in pubblico, Obama sente che non può far propria questa posizione razionale”.

La stupefacente asserzione qui sopra è una citazione di Robert Parry, uno dei più grandi giornalisti investigativi americani, con ottime entrature nel sistema di potere americano, specie oggi nella Casa Bianca democratica. Non si sta inventando ciò che Obama pensa “in privato”. Dunque il presidente pensa questo, che Putin ha ragione, che Assad è meglio che resti…ma il comandante in capo, per giunta uscente, della ultima Superpotenza rimasta “non se la sente” di adottare la politica più ragionevole. E perché? Lo spiega Parry: “sente che deve placare Israele e l’Arabia Saudita”, le due lobbies che lui ha già tanto offeso “con il suo negoziato con l’Iran per restringere il suo programma nucleare, mentre i capi israeliani e i neocon americani erano per una campagna di bomb-bomb-bombardamento”.

Per placare le due lobbies, Obama mostra sostegno al “desiderio israelo-saudita di regime change in Siria e tolleranza per l’invasione saudita dello Yemen…Così Obama, molto esercitato a parlare con differenti lati della bocca, si è unito ai linciatori della Russia, sulle posizioni dei soliti noti…”. Minacciando tramite Kerry la Russia di guerra.

https://consortiumnews.com/2015/09/13/whos-to-blame-for-syria-mess-putin/

Se del caso, rileggete la frase di Parry di cui sopra: per capire cosa s’intende come “dittatura dell’ottusità”, e quanto sia onnipotente il suo conformismo idiota, e forti siano le sue catene. Persino il presidente Usa ne è prigioniero, e si astiene dal proporre una misura razionale. Ha probabilmente mandato segnali d’approvazione a Mosca sull’intervenire in Siria, per poi attaccarla sui media, con una doppiezza pari solo alla bassezza e nullità morale del personaggio.

In America (noblesse oblige) questa dittatura del cretinismo ha un nome, si chiama “groupthinking”: pensare nel gregge, tenersi dentro il gruppone. Ovviamente, per non spiacere ai veri padroni – non si tratta più di “teoria del complotto”, perché Parry dichiara che questa dipendenza è aperta e vistosa. Ma di più, c’è l’ottusità, il grouphtinking che ha assunto la forma di dittatura. Di spessa coltre sulle menti e sui cuori, di callo delle personalità di governo.

2patologia del groupthink

Lo ha notato Varoufakis durante le trattative sul debito greco. Trattative? “Proponevo soluzioni, e nemmeno ti ascoltavano”. E’ una cosa che ha notato recentemente Lavrov, lamentando che i leader europei hanno perso l’abitudine a pensare in modo indipendente: uno per uno, i politici europidi in privato ti danno magari ragione, ma in pubblico si attengono al groupthinking (ossia all’assenza di pensiero). Qualcosa del genere ha detto Orban, ricalcando Varoufakis: proponi soluzioni, e nemmeno ti ascoltano. Sono come robot – ma robot di vecchia generazione, prima dell’intelligenza artificiale – che si premuniscono da ogni cambiamento, diventando sordi. Groupthinkg: procedono sul binario dettato dai loro referenti magari decenni fa. E a forza di groupthinking hanno creato questo totalitarismo dell’idiota collettivo, a modo suo ferocissimo.

Putin, niente groupthinking

Essendosi resi sordi i servi, Putin si è rivolto ai padroni. Se è vero quel che afferma DEBKA File, qualche giorno fa Putin ha fatto a Netanyahu, in telefonate confidenziali, un’offerta sensazionale:

http://www.debka.com/article/24885/Putin%E2%80%99s-offer-to-shield-develop-Israel%E2%80%99s-gas-fields-predated-Russia%E2%80%99s-military-buildup-in-Syria

una partecipazione congiunta russo-israeliana dell’immenso giacimento marino Leviathan che si trova nelle acque territoriali del Libano e della Siria (uno dei motivi per cui “Assad must go”). Con il coinvolgimento di Gazprom per 7 miliardi di dollari d’investimento, Mosca ha offerto anche la sicurezza e la protezione dagli attacchi di Hezbollah e dei palestinesi. Netanyahu non ha risposto, “in considerazione delle complicazioni estreme che questo voltafaccia israeliano creerebbe con gli americani” (anche Netanyaho è prigioniero della dittatura dell’idiozia) . Adesso però “la situazione ha preso tutt’altro aspetto”, dice DEBKA – ed è la valutazione di un sito “vicino” ad ex dirigenti del Mossad, spesso critici del regime israeliano attuale, e costretti per professione ad essere, se non meno fanatici, più razionali di “Bibi”.

“Il paesaggio strategico è cambiato radicalmente per Israele”, ammette questo gruppo di professionisti dell’intelligence. E val la pena di riferire come la vedono loro.

1) Con il rafforzamento potente e rapido della base di Tartous, “la forza aerea e la flotta russa è diventata la più forte presenza militare nel Mediterraneo orientale. Gli Usa non dispiegano nulla di paragonabile”. Asserzione sorprendente. Ma i professionisti del Mossad dicono il vero. Delle portaerei americane, i loro mezzi di proiezione globale della forza, cinque sono in riparazione in Usa, due nell’Atlantico, due nel Pacifico, una nel Golfo Persico i cui aerei decollano per “colpire Daesh” (o far finta). Fatto sta che nessuna portaerei è nel Mediterraneo, nessuna riserva è disponibile, e Israele si sente d’improvviso un pochino nuda. Tanto più che le forze russe continuano a fluire aLatakia, e “Mosca ha dichiarato l’area di Tartous, dalla Siria fino a Cipro, chiusa alla navigazione e al traffico aereo dal 15 settembre al 7 ottobre “in vista di esercitazioni militari che includeranno il lancio di missili guidati dalle navi russe”. Vicini in modo inquietante al sacro suolo di Sion, per stare tranquilli.
2) Questa forza russa toglie al governo israeliano la speranza di una rapida dipartita di Assad – speranza del resto smentita da quattro anni di conflitto; tanto più che la forza russa è affiancata dal sostegno sostanziale della Guardie della Rivoluzione iraniana:

http://www.debka.com/article/24883/First-Iranian-marines-land-in-Syria-link-up-with-newly-arrived-Russian-troops

3) insieme, troppa potenza, e troppo vicino a Israele…”da qui l’opinione, sentita nell’ultimo paio di giorni da altisisimi gradi della sicurezza israeliana, che lasciare Assad al potere può essere l’opzione migliore, dopotutto…” Lo dice DEBKA, non vedo perché non credergli.

4) “Data la prevalenza della presenza militare russa nel Mediterraneo orientale – aggiunge DEBKA – è difficile che si faccia vedere qualunque investitore estero buttare miliardi di dollari nel” giacimento Leviathan. A questo punto, la generosa offerta della Gazprom come consocio, diventa molto apprezzabile. E l’opposizione a un negoziato per la pacificazione della Siria diventa controproducente.

Non so se davvero la mossa di Putin che qui si descrive avrà successo. Ma vale la pena di confrontare la brutale, stolida ottusità della Idio-Dittatura euro-americana con l’agilità, l’immaginazione e l’audacia delle mosse russe per rovesciare la situazione, e sbloccarla.

Si noteranno, con godimento estetico:

– La mostra dei muscoli militari nella quantità necessaria, ma anche sufficiente, per portare a miti consigli gli avversari e indurli a negoziare; al contrario di Washington che non fa’ che radicalizzare, impedire compromessi (come Minsk), rovinare possibilità di pacificazione esibendo una forza militare mostruosa – ma che però, al momento giusto, è sul teatro sbagliato, o in riparazione.

– La “sorpresa”, atto sopraffino di audacia militare: per giorni e giorni, nessuno ha avuto una sensazione precisa di quanto fosse forte il dispiegamento russo in Siria, gli americani esprimevano “inquietudine” e minacce, ma non sapevano veramente la dimensione dell’afflusso di mezzi e uomini. Gli Usa hanno ingiutno a Greciam, Bulgaria, Irak di vietare agli aerei russi il loro spazio aereo; e alla fine sono rimasti con un palmo di naso. Di colpo, Israele scopre che Mosca è “la più forte presenza militare” alla porta di casa sua, nell’area dove credeva di poter fare tutto. E benché disponga di 200 o 400 testate atomiche, non ha alcuna voglia (al contrario di Washington e dei suoi cagnetti, Hollande e Cameron) di provare cos’è un conflitto bellico con la Russia.

– L’accortezza e civiltà della mano tesa a Sion, sullo sfruttamento congiunto, è un’altra cosa a cui la Superpotenza Idiota ci aveva disabituato: lo scopo della potenza militare è di “fare politica con altri mezzi”, ossia per sedersi ad un tavolo di pace, dove anche l’avversario possa trovare il suo tornaconto – laddove per l’Americano il nemico è un criminale da annichilire, umiliare e distruggere da capo a fondo.

Personalmente non sono ottimista sull’esito. La coltre della Idiozia occidentale è troppo spessa. Ma non si può negare che Putin, unico, ha provato a perforarla, a richiamare alla ragione i robotici europei e i loro padroni, americani ed ebraici. Lo scopo è di mantenere il regime di Assad in una Siria ricostruita, dove i siriani possano rientrare.
Non voglio esagerare in ammirazione. Ma non posso trattenermi dal dir questo, come cristiano: è stato un premio, se non in questo nell’altro mondo, per i costruttori di pace. “Beati i costruttori di pace”. Con (malvagio) godimento estetico, contemplo la dannazione che aspetta i distruttori di pace, questa ostinata genia di ottusi stolidi idioti che ci opprime.

tratto da: (clicca qui)

 

 

Gli Stati Uniti hanno iniziato il processo di destabilizzazione della Russia fomentando conflitti ai suoi confini e creando motivi di dissapore in Europa. Per la Cina è stato elaborato un piano diverso

 

Pubblicazione1

 

di Yurasumy

 

 

 

“Washington ha nettamente perso la corsa alla leadership mondiale, contro avversari vecchi e nuovi”

Solo i più pigri non stanno commentando gli evnti che si svolgono nei “centri scommesse” mondiali. Dal momento che tali eventi sono stati preparati ad arte con anticipo e non mancheranno di avere conseguenze di lungo raggio, io non starò certo da parte. Certamente però non li affronterò dalla prospettiva consueta, ma piuttosto attraverso la lente del confronto globale che oppone USA e l’allenza di Russia e Cina.

Lunedì scorso il mondo intero seguiva gli eventi sulle borse mondiali. Asiatici, Europei e poi Americani, tutti a scommettere sul collasso della borsa Cinese. Non varrebbe nemmeno la pena di parlarne se non fosse per un forte sentore di artificalità attorno alla faccenda.

Cosa mi ha messo in guardia

La bolla del mercato borsistico Cinese non avrebbe affatto avuto un tale impatto globale se fosse stata solo una bolla delle borse Cinesi.
Per prima cosa, il collasso della borsa Cinese è avvenuto a fine Giugno, a Luglio il mercato navigava già più saldamente nella tempesta. Ma la leadership Cinese ha reagito puntualmente come un orologio. L’enorme somma di tremila miliardi di Yuan (circa 483 milioni di $) è stata allocata per prevenire vendite dettate dal panico. Molti possessori, come uniti in team, annunciano che stanno cercando di stabilizzare il mercato e quasi tutto si calma.
Nonostante il crollo del 30% della borsa di Shangai, i mercati globali hannor risposto in maniera lenta e riluttante. L’impressione è stata che il Governo Cinese abbia fatto esplodere in maniera programmata una bolla che li preoccupava sin dalla fine del 2014.
Per comprendere l’essenza del problema è necessario rivedere la storia recente. La crisi attuale iniziata nel 2007 arrivò in Cina in maniera molto più smorzata che non in Russia, Europa, Stati Uniti. Comportò un rallentamento del tasso di crescita Cinese, e questo è tutto. Nemmeno il collasso del 2009 causò una recessione. Il Governo Cinese reindirizzò rapidamente l’economia verso il mercato interno, stimolandola attraverso il rialzo dei salari. Tra il 2007 ed il 2015 il salario minimo della nazione è salito di quasi due volte e mezzo, a un tasso di aumento tra l’11 ed il 15% annui. Considerando l’industria nel suo complesso i salari sono aumentati di quasi tre volte. Infatti, la crisi globale, iniziata dagli USA nel 2007 non ha avuto effetti sulla Cina. Al contrario, l’ha resa più forte nei confronti dei suoi competitors. Il punto è che era tempo di reagire a questo.
Non c’è dubbio che il potenziale bellico Russo sia cresciuto negli ultimi anni. Insieme, l’economia Cinese e le forze armate Russe hanno iniziato a rappresentare la Minaccia Numero Uno per Washington che ha palesemente perso la corsa alla leadership mondiale sia con i vecchi che con i nuovi competitors.
Il fatto che gli USA non facciano altro che peggiorare la situazione deliberatamente in qualunque punto del mondo intervengano non significa automaticamente che possano permettersi impunemente di farlo. Ci dice soltanto che non possono permettersi di giocare in maniera attendistica. Il momento è vicino in cui Cina e Russia non chiederanno agli USA di farsi da parte sul trono, ma bensì innalzeranno un nuovo trono proprio a fianco.
Gli Stati Uniti hanno iniziato il processo di destabilizzazione della Russia fomentando conflitti ai suoi confini e creando motivi di dissapore in Europa.
Per la Cina è stato elaborato un piano diverso. Una bolla della borsa ha iniziato a gonfiarsi dal nulla verso fine estate del 2014, ci fu un potente “attacco informativo” da parte della stampa che consigliava come investire con profitto sul mercato Cinese, risolvendo al cliente (gli USA) un difficile compito: il trasferimento degli investimenti dal settore dei consumi reali nel paese al mercato borsistico virtuale. Così è stato ottenuto un successo multiplo: la decelerazione dell’economia Cinese e il gonfiamento di una bolla che ne ha messo a repentaglio la stabilità.
Non c’è bisogno di essere uno scienziato balistico per predirre la conseguenza che l’economia prima o poi rallenterà, e sarà seguita da un potente attacco informativo che causerà una tempesta globale e spazzerà via tutti i competitors rimanenti.
In Dicembre era chiaro che gli USA fossero in grado di accendere una reazione a catena di gonfiamento delle borse Cinesi. Era solo questione di tempo prima che pensassero che fosse il momento giusto per scatenare tempesta. La Cina pare abbia avuto la saggezza di non attendere e ha preso l’iniziativa mentre Washington non era pronta, così la tempesta non si è scatenata a Luglio. E questo ci dice che Washington non ha parte nel collasso di Luglio dei mercati borsistici Cinesi. E’stato un passo falso che ha messo a repentaglio l’intera strategia di Washington. La leadership Cinese, applicando la stretegia pro-attiva di sgonfiare la bolla ha infatti riportato la situazione sulla sua traiettoria originaria. I soldi sono tornati a spingere l’economia reale, risolvendo il problema della crescita. Gli USA non potevano permettersi di attendere.
E poi, in Agosto, un calo minore della borsa di Shangai ha provocato uno tsunami finanziario globale.
Il 18 Agosto i mercati USA hanno iniziato a scendere (anche i Cinesi in questo stadio, ma non in maniera febbrile e critica, ma piuttosto seguendo naturalmente il trend senza strappi). Il 20 Agosto ha seguito e per il 24 Agosto il “panico” ha invaso i mercati mondiali.
Ma prima di tutto ciò, sin da Luglio, la Cina ha accusato l’Occidente e gli USA in particolare di tentare di destabilizzare l’economia Cinese ed ha iniziato una vendita di buoni del tesoro USA senza precedenti; 106 miliardi d i$ in due settimane, e 140 miliardi nei soli mesi di Luglio-Agosto. In aggiunta, ha svalutato lo Yuan del 4% circa.
Fine del preludio. Al presente siamo alla normalità: gli USA attaccano e la Cina si difende, e con successo.
Adesso che ho presentato questa visione degli eventi potremmo applicare la stessa logica ad altri eventi dello scorso anno, cercando di capire cosa sia successo.
Come sappiamo, la sfida è tra gli USA e Russia e Cina insieme. Nel 2013 il colpo principale è stato servito alla Russia. La fase più acuta della crisi per Mosca è stata Febbraio-Marzo 2014. Dalla metà di Giugno è diventato piuttosto chiaro come gli obiettivi principali USA in Ucraina non sono stati velocemente raggiunti e resteranno lì irrisolti per un bel pò di tempo a venire. La Russia si è nettamente ostinata a non entrare in un confronto diretto in Donbass ed ha evitato ad ogni modo il rischio di un confronto diretto coi paesi Europei. Al contrario, ha cercato di raccogliere l’iniziativa acconsentendo agli accordi formato Normandia di Minsk, il 6 Giugno 2015. Questo ha portato gli Stati Uniti a perdere il ritmo dell’escalation e possibilmente l’intero gioco.
Dalla loro prospettiva, la strategia di distruggere gli avversari era necessaria. In linea con questo gli USA stanno mantenendo lo stato di guerra in Ucraina, tentando di seminare problemi a tutti i confini della Russia e nel contempo conducendo guerra economica alla Cina. L’economia mondiale ha raggiunto un nuovo stadio di crisi acuta e i mercati delle materie prime sono in caduta libera seguendo il trend Cinese. Gli “alleati” sono rimasti privi di un solido piede a terra, nella forma di solide economie e solide finanze. Luglio ed Agosto sono già costate alla Cina il 20% delle sue riserve estere. Inoltre, la crisi in Russia e Cina cresce, scatenando problemi politici interni.
Il momento più opportuno per un nuovo colpo sarebbe Ottobre-Novembre 2015. A quanto sembra una nuova acuta crisi economica sia pianificata. Come nel 2008.
Ed alla fine assistiamo ad un leggero capovolgimento della situazione in favore degli Stati Uniti, che simultaneamente, con la disfatta di uno dei maggiori avversari, resterebbe l’unico posto sicuro (in termini finanziari) sullo sfondo di una supercrisi in Eurasia.
Questo è come le cose erano state previste. Ma la Cina ha preso l’iniziativa e adesso dovremmo guardare alle sue mosse. Ha certo perdite, ma sono tollerabili. Un fatto concreto pare che accelleri il ritiro “dei pezzi di carta USA” ancor più di quanto la Cina non stia già facendo.

La scia del petrolio

A buttare benzina sul fuoco c’ha pensato il mercato petrolifero. Bisognava garantirsi il collasso di Arabia Saudita e Iran al momento giusto….uno secondo piano, e il secondo sotto il giogo delle circostanze. A Giugno 2014 gli Stati Uniti e l’Europa annunciano di sollevare le sanzioni contro la Repubblica Islamica dell’Iran. La decisione chiaramente non apre automaticamente il mercato petrolifero Iraniano, ma consente ai governi Occidentali di fungere da “valvola” che ad ogni momento potrebbe aprirsi e, inondando i mercati di nuovo petrolio, spingere i prezzi ad un ulteriore ribasso sui mercati delle materie prime. Il 2015 è stato un anno di scarsa crescita per il mercato Iraniani dell’export energetico, ed il principale attacco ai “competitors” è previsto al 1 Gennaio 2016, ovvero la data in cui il petrolio Iraniano potrà legalmente essere esportato verso l’UE.
Recentemente l’Arabia Saudita ha creato un surplus di petrolio sul mercato, ignorando qualsiasi richiesta dei colleghi dell’OPEC sul consenso a un programma di riduzione della produzione. Adesso, tutti questi segni (la guerra in Ucraina, l’inibizione artificiale della Cina, consentire all’Iran l’accesso ai mercati internazionali di petrolio e gas, la frenetica ed apparentemente irragionevole corsa Saudita al petrolio) trovano posto senza difficoltà come diversi livelli di scontro nel quadro della guerra ibrida USA per l’egemonia mondiale.

Conseguenze

E quali sarebbero le consequenze? A mio parere non sta accadendo nulla di inatteso. C’è una guerra globale in forma ibrida in corso. I contendenti si scambiano reciprocamente colpi, cercando di capire le altrui debolezze e si difendono dai contrattacchi nemici.
Russia: Mi sembra chiaro che se gli eventi si sviluppano secondo le linee delineate assisteremo a un tentativo di destabilizzazione della Russia questo autunno (abbondano i segni di simili preparazioni). Probabilmente avverrà senza successo (perchè mi pare che anche le contromisure non siano scarse), ma questo non deve in ogni caso comportare alla Russia di distogliere l’attenzione da quello che accade appena fuori dai suoi confini: Ucraina, Kazakistan, Medio Oriente etc

Con la parola destabilizzare, intendo attacchi terroristici sistematici nel tentativo di giocare la carta della discordia interna.

USA: per Washington c’è semplicemente tutto in gioco. Niente è cambiato dal loro punto di vista. Stanno cercando di difendere il loro diritto all’egemonia mondiale e alla rapina del mondo intero. Considerato questo, non possiamo fidarci molto degli accordi esistenti, li rispetteranno solo quando gli conviene. Nessuno si fa illusioni su questo punto. Le maschere sono cadute e le pistole (ibride) sono cariche. Le azioni degli USA saranno certamente influenzate dalle elezioni, che si svolgeranno solo a un anno di distanza.
Il problema principale degli Stati Uniti in questo momento, sono d’accordo con Brzezinski e Kissinger e che i tempi della pianificazione si spostano rapidamente. Tutte le operazioni politiche della casa bianca sono prodotte in un tempo incluso tra 4 e 8 anni e non più. Questo spiegà già la sconfitta in Cina (Cina ha già decisamente scelto a favore di un’alleanza con la Russia) e se supponiamo che la Germania possa a un certo punto decidere di entrare nell’alleanza, a quel punto ogni guadagno sul breve termine che questa strategia potrebbe aver portato sarebbe del tutto annullato dalle perdite sul lungo termine.

Europa: L’Europa subirà un altro salasso nella forma di declino economico continuato. La recessione economica vera e propria, ci stiamo sulla soglia, è praticamente una conclusione ovvia delle condizioni generali. Quanto è profonda sarà dipende dalle vicessitudini sui campi di battaglia principali. Se l’Europa “non ubbidisce” verrà destabilizzata dall’interno, su tutto, questo è del tutto garantito.

Cina: Pechino, come abile alleato ha giocato la tattica dell’attesa e ha raccolto le sue forze mentre gli Stati Uniti colpivano la Russia. Non è certo colpa sua se il primo colpo è stato sferrato alla Russia, ma nel frattempo la Cina ha fatto di tutto per riceverne il massimo dei benefici. Adesso il fronte economico Cinese, unito alla minaccia di destabilizzazione dei suoi confini sta piano piano aumentando il livello di coinvolgimento degli alleati nella guerra globale. Si può decisamente ammirare il modo in cui la Cina ha risolto il problema delle borse: prontamente, con chiarezza e scrupolosamente. Questo non significa che la Cina sia al sicuro contro tutti i problemi, ma certamente che, se non altro, sa come gestirne gli effetti ed alleggerirli.

Ucraina: Capisco il vostro sorriso (E’acqua stagnante e veramente poco dipende dall’Ucraina in sè per sè). Ma è la mia patria e non posso evitare di considerarla in modo speciale. Il fronte Ucraino contro la Russia è stato il maggiore fronte degli Stati Uniti nel 2013 e per la prima parte del 2014. Dalla fine dell’anno scorso in poi, non è che uno di molti fronti aperti. Se si verificherà una destabilizzazione globale il fronte Ucraino svanirà del tutto dalla lista dei problemi degli Stati Uniti, con tutte le conseguenze che inevitabilmente ne seguiranno per i problemi del paese.

tratto da: (clicca qui)

2015.09.12 – La Grande Truffa – 8° parte

Posted by Presidenza on 12 Settembre 2015
Posted in articoli 

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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – 1° parte                                         La Grande Truffa – 2° parte

La Grande Truffa – 3° parte                                         La Grande Truffa – 4° parte

La Grande Truffa – 5° parte                                         La Grande Truffa – 6° parte

La Grande Truffa – 7° parte

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

8° parte

 

 

……………

L’obiettivo è distruggere le economie e le classi medie dei paesi europei e nordamericani, chiudendo fabbriche e lasciando milioni di persone disperate, coi debiti ma senza lavoro, spostato in lontani paesi ed eseguito ora da lavoratori non ancora consapevoli dei loro diritti, costretti a lavorare e sopravvivere con stipendi di cento dollari al mese.

Cina ed India da sole assicurano per chissà quanti anni a venire, un mercato di oltre due miliardi e trecento milioni di nuovi lavoratori e consumatori, con l’Africa come serbatoio di riserva.
Altro che liberal, con ideali di sinistra, venduti e diffusi dai media, di libertà, uguaglianza e fratellanza dei popoli, apertura a nuove esperienze sessuali, familiari, religiose, di facile presa sulle ingenue nuove generazioni, da contrapporre ad altrettanto preconfezionati ideali conservatori di destra: nazionalismo, militarismo, guerra, Dio, patria e onore, tutti buoni a fabbricare debito e odio al momento opportuno.

Divide et impera.
Destra e sinistra, capitalismo e comunismo, terribili strumenti di divisione e contrapposizione dei popoli, ma facenti parte di un unico progetto globale architettato e controllato dall’ invisibile Potere del Denaro.

Confusi ideali sui quali convogliare e scaricare lo stress quotidiano.
Cervelli anestetizzati, pance vuote e debiti inestinguibili.

Il semplicissimo processo economico, produzione, distribuzione e consumo, che ha come unico obiettivo quello di fornire adeguati mezzi di sostentamento alle popolazioni, stravolto dal mondo virtuale.

E guai a coloro che non si allineano al verbo ufficiale: l’unione europea delle banche dei grandi Usurai internazionali è in agguato, pronta a dare una dimostrazione di efficienza nell’attività preminente, quella repressiva, con attenti controlli portati avanti da apparati burocratici, messi in piedi naturalmente con i nostri soldi, e salate sanzioni comunitarie.

Così proprio coloro che da oltre un secolo ormai non fanno che magnificarci l’efficienza del libero mercato che tutto aggiusta con la sua famosa mano invisibile, ci costringono a seguire rigidi limiti produttivi ed una infinità di regole che servono solo a limitare le nostre libertà personali e fare i loro interessi.
Ottenendo contemporaneamente il doppio obiettivo di rendere schiavi sia i lavoratori dei nuovi paesi produttori, costretti ad orari di lavoro estenuanti per stipendi da fame, sia quelli dei vecchi grandi paesi occidentali, ridotti ad accettare lavori precari retribuiti con salari che non permettono loro allo stesso tempo di nutrirsi ed impedire la confisca per mancato pagamento delle proprietà precedentemente acquisite.

Mettono in atto l’opposto di ciò che predicano, avvantaggiandosi del fatto che i distratti sudditi europei non comprendono e subiscono passivamente ogni decisione presa da oscuri burocrati in anonimi uffici di chissà quali palazzi.
Ma guai ad opporsi alla “liberalizzazione”, si viene tacciati di essere conservatori, non al passo coi tempi, veri zoticoni, privi di una autentica apertura mentale moderna: liberal, appunto.

“Ai liberali (che non sono tutti usurai) chiediamo: perchè tutti gli usurai sono liberali?”

Grandissimo Ezra Pound, che già negli anni trenta del secolo scorso riusciva a distinguere chiaramente i meccanismi segreti del mondo reale dietro la cortina fumogena virtuale.

Totale stravolgimento del naturale processo economico.

Lo scopo dell’economia, distribuire le scarse risorse per soddisfare esigenze individuali e collettive, sostituito da un obiettivo diametralmente opposto: impedire, attraverso una insufficiente presenza di mezzi di scambio, il consumo dei beni prodotti.
Una sana economia si può mettere in atto solo se chi governa ha intenzione di servire i membri della società, perseguendo esclusivamente gli interessi della collettività.

“Merita di governare un popolo solo chi lo ama, perché solo chi ama è disposto a servire. (…)
Solo chi non ama è disposto a servirsi anziché servire”.
Giacinto Auriti in “Il valore del diritto”

I grandi usurai che governano il mondo non ci amano.
Amano solo il denaro ed il potere che ne consegue.

Ci sarebbe da congratularsi con loro per l’abilità con la quale manovrano la società umana, se la situazione non fosse tanto drammatica per i popoli coinvolti.
Cosa avrebbe a che fare tutto ciò con la semplice definizione iniziale di economia ?
Vogliamo andare a rileggerla?
Meglio lasciar perdere, ci sentiremmo a disagio per l’ingenuità con la quale ci facciamo ingannare dalle chiacchiere di politici, economisti e del “grande fratello” televisivo.
Con la regia della grande Usura.

 

Capitolo IV

SCOPO DEL DENARO, CREDITO E MANIPOLAZIONE DEI BANCHIERI

“I disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisiremo nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro.”
Ezra Pound

Il poeta americano attribuiva grande importanza alla precisione nell’uso dei termini per esprimere chiaramente concetti e finalità:

“Se ignorate lo scopo del denaro, ve ne servirete in modo confusionario; soprattutto un Governo che ignora lo scopo del denaro farà una politica monetaria confusionaria.
Dal punto di vista statale, cioè dal punto di vista di un individuo o di un partito desideroso di governare con giustizia, un pezzo di denaro è un biglietto, tutto il denaro circolante nel paese è un mucchio di biglietti, che serve per assicurare l’equa ripartizione degli alimenti e degli altri beni esistenti nel paese.
(…)
Bisogna rendersi conto dello scopo del denaro.
Se pensate che è una trappola per acchiappare i gonzi, o un mezzo per sfruttare il pubblico, sarete ammiratori del sistema bancario operato dai Rothschild e dai banchieri di Wall Street. Se pensate che è un mezzo per estrarre profitti dal sudore del popolo, sarete ammiratori della borsa.
Infine, per mettere un po’ d’ordine nelle vostre idee, avrete bisogno di alcuni principi come punti di riferimento.
Scopo di un sistema economico razionale e decente è quello di sistemare le cose in modo tale che la gente possa nutrirsi, vestirsi, ed essere alloggiata, nei limiti concessi dalla massa dei beni disponibili nel paese”.

Ci auguriamo di aver fatto un po’ di chiarezza, nei capitoli precedenti, su concetti importanti quali il denaro e l’economia, e quali siano gli scopi che si prefiggono.

Una chiara visione dei principi fondamentali ci aiuteranno a non farci ingannare più tanto facilmente dai prestatori di denaro e dai loro fasulli mezzi di comunicazione, stampa e tv.
Come aveva già scritto Ezra Pound 70 anni orsono, chi voglia parlare di moneta non deve inventare niente di nuovo, ma solamente attenersi a cose già dette 20 o 2000 anni prima.

Non ci sono più segreti attorno alla materia monetaria.

Nonostante ciò, la nostra ignoranza è totale: constatare che siamo stati educati per rimanere dei perfetti analfabeti è sconcertante. Rendersi conto di come coloro che hanno il monopolio culturale della materia siano riusciti così bene a conseguire tale risultato, è inquietante.

Lo scopo del denaro, secondo Ezra Pound, è quindi “.. che la gente possa nutrirsi, vestirsi, ed essere alloggiata . .”.

Le aspettative e lo stile di vita odierno dei paesi più sviluppati immersi nella società dei consumi, il giocattolo regalatoci dagli usurai per anestetizzarci, sono sicuramente più ambiziose.
Ma pur riferendoci solamente a quelle che sono le necessità basilari, possiamo affermare che tutti i sette miliardi di abitanti del pianeta dispongano di un alloggio dignitoso e possano nutrirsi e vestirsi ?

Si può affermare che il denaro abbia raggiunto il suo scopo?

Cosa è il “credito”?

Riprendiamo in mano alcuni dizionari della lingua italiana:
(lat. credere). Il credere; l’essere creduto; considerazione; stima; il diritto ad avere una somma di denaro; prestito concesso da una banca; etc. etc.

Possiamo riassumere che il credito è la fiducia che riponiamo in qualcuno che, pensiamo, manterrà fede agli impegni presi, sarà capace di rispondere alle aspettative.

Chiediamo aiuto a Joaquìn Bochaca, il quale a sua volta lo aveva forse trovato in autori precedenti:

“La parola credito, deriva dal latino “credere”.

In poche parole: il credito di qualcosa o qualcuno non è altro che la fiducia che ispira – se si tratta di una persona – od il credere nella sua capacità di fare ciò che da essa ci si aspetta – trattandosi di una cosa. Il credito di una comunità è, quindi, il credere razionalmente nella sua capacità di produrre, distribuire e consumare le merci ed i servizi di cui hanno necessità i propri membri. È chiaro che la capacità di fare queste cose dipende esclusivamente da realtà come il talento dei membri della comunità e la loro capacità lavorativa, così come dalle risorse del suolo e del sottosuolo di detta comunità. Non dipende, nella maniera più assoluta, dal numero di biglietti di banca che questa comunità decida di stampare, né dalla quantità di oro che quel paese custodisca nei depositi della banca centrale.
Dovrebbe essere chiarissimo per qualsiasi cervello indipendente che, in qualsiasi comunità che non fosse un ricovero psichiatrico o il presente mondo capitalista-comunista, il denaro si deve basare sulla cifra che rappresenta il credito reale di tale comunità. Allora, e solo allora, la definizione di credito finanziario non sarebbe più una denominazione non appropriata. Al contrario, sarebbe l’unico nome che si dovrebbe dare al denaro, dal momento che il credito finanziario sarebbe, in tal caso, il riflesso, in biglietti, del credito reale. In una parola, le cifre rifletterebbero, esattamente, i fatti”.

Il credito di una nazione risiede nelle proprietà e laboriosità del suo popolo, non nei banchieri e nella carta che producono.

Ricordate le parole di Napoleone pronunciate oltre 200 anni orsono?
“ . . il credito è della Nazione, non dei banchieri . .”.

Ora, riguardo al credito, tutto è molto più chiaro: se prima i prestatori di denaro potevano ingannarci dicendo “l’oro è nostro e lo prestiamo a chi vogliamo a tale prezzo”, oggi anche questo mito è crollato.

Da quando, il 15 agosto 1971, il presidente americano Nixon fu costretto a dichiarare al mondo che il dollaro non era più convertibile in oro, il valore convenzionale della moneta è venuto alla luce in tutta la sua evidenza.
Siamo noi cittadini che diamo valore di denaro alle banconote accettandole come tale e facendole circolare, non esiste nessuna riserva aurea che dia valore al denaro.

È il cosiddetto “fiat money”, denaro convenzionale creato dal nulla senza riserva.

Il popolo è l’autentico ed unico proprietario del valore monetario, ed è quindi lo stato, in sua rappresentanza, che ha il diritto/dovere di stampare la moneta nazionale, spenderla e prestarla ai cittadini senza far loro pagare nessun interesse.

Invece succede che le banche emettono credito basato sulla nostra laboriosità e sulle nostre proprietà, e dobbiamo pagar loro pure un interesse.
Che c’entrano i banchieri usurai con il credito del popolo, ovvero la nostra capacità di produrre ricchezza?

I banchieri hanno facoltà di chiudere il rubinetto del credito in qualsiasi momento, e pretendere indietro soldi veri per le loro fasulle promesse di pagamento.
Dal momento che non vengono erogati ulteriori prestiti e con un opprimente prelievo fiscale continua ad essere ritirato dalla circolazione altro denaro, noi ci troveremo nell’impossibilità di ripagare i debiti, ed i banchieri, con l’autorità delle leggi che hanno fatto passare da politici sottomessi, si impossesseranno delle nostre proprietà immobiliari, messe insieme in anni di duro lavoro.
È la manipolazione del denaro del popolo attraverso il credito, reso possibile dal fatto che è stato alterato completamente lo scopo del denaro, che da strumento di distribuzione di lavoro e di benessere, è stato trasformato in strumento di sfruttamento e di schiavitù.

Il denaro è il mezzo inventato dalla mente umana per agevolare gli scambi di beni e servizi.

L’economia è l’equa ripartizione tra i membri della società delle risorse comuni disponibili.
La moneta funge da strumento di misura e di valore per distribuire, attraverso il lavoro, la ricchezza prodotta.

Il governo è l’ente preposto a far sì che una giusta ripartizione dei beni avvenga attraverso un corretto funzionamento del sistema monetario.

Lo stato è titolare della sovranità monetaria, il diritto/dovere di stampare moneta nella quantità idonea a permettere che tutti i cittadini abbiano accesso alle merci disponibili.

Questi sono in sintesi i presupposti necessari a raggiungere quel miglioramento generale della qualità della vita, motivo per il quale noi tutti abbiamo deciso di vivere in società. Per avere più benefici dal lavoro comune e meno problemi da affrontare singolarmente.
Possiamo oggi dire che la qualità della nostra vita sia adeguata a quella che potremmo avere se tutti questi presupposti venissero messi in atto?

Se già nelle ricche società occidentali una infinità di ingiustizie, disparità sociali ed il fenomeno della “miseria in mezzo all’abbondanza” sono un chiaro segnale di fallimento, la situazione di disagio di una buona metà della popolazione planetaria, con più di un miliardo di persone che è costretta a sopravvivere con uno o due dollari al giorno, penso siano sufficienti a toglierci qualsiasi dubbio in proposito.

Come siamo potuti arrivare ad una simile disastrosa situazione, se madre natura è capace di darci tutto ciò che ci serve per vivere, e la nostra tecnologia non pone limiti alla stampa del mezzo monetario necessario a distribuire il lavoro e far giungere a tutti la loro parte di beni?

L’organizzazione sociale è stata manipolata per cambiarne i meccanismi e dirottare gran parte delle ricchezze prodotte dal lavoro della popolazione mondiale verso le voraci casse del sistema bancario mondiale e la finanza internazionale. La Grande Usura.

Poche migliaia di grandi Usurai e i loro clan familiari vivono nel mondo sfruttando sette miliardi di persone che, caricate dell’onere di fare il lavoro per tutti ma private della giusta quantità di denaro a loro spettante, soffrono e patiscono la fame.
Come hanno potuto e possono continuare a farlo?

Grazie al controllo dello strumento monetario ed al potere che da esso ne deriva di poter manipolare gli altri elementi di controllo sociale: la comunicazione mediatica necessaria a indottrinare la popolazione planetaria, la classe politica per dettare le regole di comportamento, e la forza militare per tenerci a bada.

Dopo aver facilmente avuto ragione dei pochi uomini onesti che, riuscendo ad intravedere la realtà dei fatti dietro le apparenze virtuali, gli si sono opposti nel corso della storia, i Grandi Usurai manovrano a loro piacimento l’emissione monetaria.

Producono prima il mezzo di scambio nella quantità che vogliono, per poi farlo mancare ed ostacolare un normale sviluppo del sistema economico, produzione, distribuzione e consumo, impedendoci l’accesso alla ricchezza prodotta con il nostro lavoro.

Un esempio illuminante di come può avvenire questo condizionamento, si rinviene nelle parole di quel autentico maestro che risponde al nome di Giacinto Auriti, quando ci spiega che la moneta è come il sangue, la sua quantità deve essere proporzionale alle dimensioni dell’organismo da irrorare:

“ …se sul mercato vi sono dieci penne e dieci lire, si potranno mediamente vendere le penne al prezzo unitario di una lira; ma se si devono produrre altre dieci penne, si dovrà mettere sul mercato altre dieci lire, che altrimenti si potranno vendere le penne solo al prezzo di mezza lira. E se la penna costa ad esempio sessanta centesimi, è ovvio che il procedimento produttivo, in mancanza di incremento di liquidità monetaria, si arresta. Questo significa che, ogni libertà decisionale sullo sviluppo o la recessione economica dei mercati, non sta nelle mani dei produttori reali, ma in quelle del sistema bancario . .”

I banchieri, avendo sottratto il privilegio di emettere moneta al popolo sovrano grazie alla complicità di una classe politica venduta, lasciano di proposito in circolazione una quantità insufficiente di moneta, manipolando così a piacimento l’andamento dell’economia.

Decidono arbitrariamente quando farla espandere, incoraggiando un cosiddetto “boom” economico, o quando, privandola del sangue necessario, causare una recessione.
I famosi cicli economici non avvengono per chissà quali misteriosi motivi che solo gli “economisti” riescono ad interpretare, ma sono creati ad arte dagli Usurai.

Se le banche non stampano denaro o concedono credito, con quali soldi potremo noi avere accesso alle merci o saldare i nostri debiti?

Il costo del denaro in Europa è sceso in questi ultimi tempi ad un minimo storico, 1%, ma ciò non basta a risolvere la crisi. Il costo del denaro potrebbe anche scendere ulteriormente, ma se non ne viene messo in circolazione, come possiamo noi mantenere in vita le imprese, comprare il cibo o salvare le proprietà dal pignoramento?
Non potremo.

Lo sanno bene gli Usurai, perché è ciò che da sempre fanno: privarci dello strumento monetario per impedirci di pagare i debiti, farci vivere da precari al limite della sopravvivenza, sequestrarci le proprietà immobiliari.

Subito dopo la Guerra Civile americana, i banchieri fecero assassinare Abraham Lincoln, colpevole di aver stampato banconote in nome del popolo, rifiutandosi di prenderle in prestito da loro ad un interesse altissimo, tra il 24 ed il 36%. Vollero creare una grave recessione per mettere in ginocchio la popolazione e renderla disponibile ad accettare con rassegnazione qualsiasi decisione in materia monetaria.

“Nel 1866 vi erano 1,8 miliardi di dollari in circolazione negli Stati Uniti, circa 50 dollari e 46 centesimi pro capite. Solamente nel 1867 fu tolto dalla circolazione mezzo miliardo di dollari; dieci anni dopo, nel 1876, l’offerta monetaria era stata ridotta a soli seicento milioni di dollari, vale a dire che i due terzi del denaro degli Stati Uniti erano stati ritirati dai banchieri. Rimanevano in circolazione solamente 14 dollari e 60 centesimi pro capite. Dieci anni più tardi, l’offerta monetaria era stata ridotta a 400 milioni di dollari anche se c’era stata una forte crescita della popolazione. Questo significava che solo 6 dollari e 67 centesimi pro capite rimanevano in circolazione, una perdita del potere d’acquisto del 760% in 20 anni.
Oggi gli economisti cercano di spacciare il concetto che le recessioni e le depressioni siano una parte naturale di un qualcosa che essi chiamano il “ciclo economico”. La verità è che oggi la nostra offerta monetaria è manipolata com’è avvenuto prima e dopo la Guerra Civile. Come è potuto accadere tutto questo? Come ha fatto il denaro a diventare così scarso? Semplice: i prestiti delle banche furono ritirati e non ne furono concessi di nuovi”.

Questo brano è tratto da “The money masters”, un video documentario prodotto da Patrick Carmack e Bill Still, che potrete facilmente trovare in internet, con sottotitoli in italiano.

Ancora dalla stessa fonte:

“ . . i banchieri ricominciarono ad erogare prestiti e la depressione che seguì la Guerra Civile finalmente terminò.
Tre anni più tardi, il popolo americano elesse il repubblicano James Garfield come presidente. Garfield sapeva in che modo l’economia venisse manipolata. Come membro del Congresso, egli era stato Presidente della Commissione sulle Appropriazioni ed era un membro della Commissione sul Sistema Bancario e la Valuta. Dopo il suo insediamento, nel 1881 Garfield accusò pubblicamente i cambiavalute:
“Chiunque controlli la massa monetaria in qualsiasi paese è il padrone assoluto dell’intera industria e del commercio . . e quando vi rendete conto che l’intero sistema è controllato molto semplicemente, in un modo o nell’altro, da pochi uomini al vertice, non ho bisogno di spiegarvi come nascono i periodi di inflazione e di depressione”. James Garfield
Purtroppo, poche settimane dopo aver pronunciato queste parole, il 2 luglio 1881 il presidente Garfield fu assassinato.
(…)

I cambiavalute stavano rapidamente riguadagnando forza e iniziarono un ciclo di periodiche “tosature delle pecore”, così le chiamavano, in cui venivano creati boom economici seguiti da depressioni in modo da poter acquisire abitazioni e fattorie per pochi spiccioli. Nel 1891, i cambiavalute si preparavano ad abbattere ancora l’economia americana e i loro metodi e le loro motivazioni furono spiegati con una chiarezza sconcertante in una nota di servizio inviata dall’Associazione dei Banchieri Americani (ABA), una organizzazione in cui si ritrovano molti banchieri. Osservare come in questa nota venga richiesto ai banchieri di creare una depressione in una data prestabilita di lì a tre anni.

Eccone una parte estrapolata dai verbali del Congresso:
“Il primo settembre 1894 non rinnoveremo più i nostri prestiti per alcun motivo. Il primo settembre esigeremo il denaro, pignoreremo e diventeremo creditori ipotecari. Potremo acquisire i due terzi delle fattorie ad ovest del Mississipi, ed anche di altre migliaia ad est del Mississipi, al nostro prezzo . . Quindi gli agricoltori diventeranno degli affittuari come in Inghilterra . . “ – Associazione dei Banchieri Americani nel 1891, tratto dai verbali del Congresso del 29 aprile 1913”.

Niente di più convincente che le parole degli stessi prestatori di denaro. Tutte le depressioni, compresa quella storica del 1929, sono state create ad arte dai banchieri con il sistema di cui abbiamo appena letto.

“Effettivamente, la rovina calcolata della gente da parte dei poteri bancari mondiali fu scatenata dalla pianificata e improvvisa scarsità di denaro a brevissima scadenza nel mercato valutario di New York”.
Curtis Dall, genero di Franklin Delano Roosvelt ed agente di cambio della Lehman Brothers, presente nella sala di borsa di New York il giorno del crollo nell’Ottobre del 1929, nel suo libro del 1970, “FDR: my exploited father-in-law”.

Una ulteriore conferma dalle parole di Milton Friedman, premio Nobel per l’Economia (e principale responsabile delle immense sofferenze causate nel mondo dal neoliberismo), pronunciate nel 1996 in una intervista radiofonica:

“La Federal Reserve causò sicuramente la Grande Depressione poiché tra il 1929 e il 1933 contrasse di un terzo la quantità di moneta circolante”.

Piccola parentesi: il premio Nobel per l’Economia è un classico prodotto di promozione del mondo virtuale: a differenza degli altri assegnati dalla fondazione Nobel, viene assegnato dai banchieri svedesi. Potranno mai premiare un economista non allineato che riveli i meccanismi della truffa monetaria?

continua…..

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Paolo MALEDDU

La crisi scatenata dalle guerre, dalla destabilizzazione degli Stati e dalla supremazia dell’economia finanziaria globale, come rivela “candidamente” il Pentagono, è stata programmata per durare un ventennio.

 

 

di Eugenio Orso

 

Siano maledetti per l’eternità i vertici politici e militari degli Stati Uniti d’America, a partire da Obama e dal Pentagono, con tutti i capi degli Stati-canaglia coinvolti in questo Risiko mondiale, giocato sulla pelle di milioni di innocenti a esclusivo vantaggio delle aristocrazie del denaro e della finanza. La crisi scatenata dalle guerre, dalla destabilizzazione degli Stati e dalla supremazia dell’economia finanziaria globale, come rivela “candidamente” il Pentagono, è stata programmata per durare un ventennio. Estratto dall’articolo di “Repubblica”, “Migranti, il Pentagono: una crisi che durerà almeno 20 anni”: «“Dobbiamo affrontare sia unilateralmente che con i nostri partner questa questione come un problema generazionale, e organizzarci e preparare le risorse ad un livello sostenibile per gestire (questa crisi dei migranti) per (i prossimi) 20 anni”. Lo ha dichiarato alla Abc il capo degli Stati maggiori riuniti degli Stati Uniti (il più alto ufficiale in grado), il generale Martin Dempsey, che ha anche auspicato che la drammatica fotografia di Aylan “abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l’intervento della Nato in Bosnia”».

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Il generale Martin Dempsey

 

 

Son cazzi amari, come si direbbe senza troppi complimenti nei bar di periferia… Il richiamo a Sarajevo fa tremare i polsi, preoccupa un Pentagono che scalpita e la Nato che si mette “in marcia”. Contro chi? Non è che, per caso, si agirà militarmente contro Assad, in Siria, e il cielo non voglia, contro Putin in Europa? Fra l’altro, l’esternante generale d’alto rango Martin Dempsey, ha partecipato al “fiasco” statunitense in Iraq, durante la seconda guerra americana del Golfo che, guarda caso, ha “dato i natali” all’organizzazione criminale dello stato islamico, anche se allora non si chiamava così. In ogni caso, saranno venti lunghi anni di guerre, di ondate di profughi, di stermini di massa e di crisi economica indotta. Vent’anni con la disoccupazione galoppante in casa e lo Stato islamosunnita alle porte, se non scoppia prima un conflitto nucleare con la Russia, tanto desiderato dagli americani e dalle loro comparse masochiste nell’est europeo, come l’Ucraina euronazista e i baltici anti-russi.
Vent’anni di annegamenti in massa nel mare e colonne di disperati che cercheranno di raggiungere, attraverso il sud dell’Europa e i Balcani, la spocchiosa Germania arricchitasi grazie all’euro, ai trattati e al saccheggio dell’Europa meridionale. Vent’anni di stragi di innocenti, di distruzione delle infrastrutture e del patrimonio storico in Medio Oriente e in Africa settentrionale, per opera degli assassini islamosunniti molto utili al Pentagono, molto efficienti nel seminare morte e distruzione, molto abili nel generare nuove ondate di profughi. Sono certo che fin dai prossimi mesi potremo osservare il “fronte del conflitto” che si avvicinerà pericolosamente a noi, a causa di un’avanzata islamista che non si arresta, dalla Siria alla Libia. Tunisia e Algeria saranno a rischio… e l’Italia meridionale e insulare? E’ proprio quello che vogliono i signori del denaro e della finanza, che controllano anche il Pentagono, ed è proprio per questo che la “coalizione internazionale” a guida americana non interviene con decisione contro i macellai della sunnah. Qualche bomba su edifici vuoti e qualche drone bastano e avanzano.
L’Europa deve esser messa alle strette per cedere definitivamente sovranità e risorse a loro beneficio. I vertici dell’alleanza atlantica e il Pentagono, in situazioni di guerra, la faranno da padroni. A quel punto, tutto sarà chiaro, e persino i Renzi, gli Hollande e gli Tsipras non serviranno più, a Lor Signori, perché saranno le armi, e chi le controlla (cioè loro stessi), a dettar legge ai popoli. Se scoppierà un conflitto nucleare con la Federazione Russa, dopo tutte le provocazioni orchestrate per arrivare a questo limite, loro s’illuderanno di vincerlo per il controllo dell’intero continente europeo – o di ciò che ne rimarrà in piedi – fino al ventiduesimo secolo. Destabilizzeranno nei prossimi mesi anche un importante Stato-canaglia, la Turchia islamista di Erdogan, che non ha più governo stabile e se ne va verso le elezioni d’autunno, fra attentati e attacchi ai curdi?

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La drammatica foto dell’annegamento del piccolo Aylan

 

E’ possibile che lo sacrificheranno cinicamente, per calcolo strategico, generando altre, spaventose ondate di profughi che avranno come unica e sola meta l’Europa. Inoltre, se non hanno mostrato scrupoli a scatenare il satanismo sunnita contro le popolazioni di Siria, Iraq e Libia, causando centinaia di migliaia di morti e più di dieci milioni di profughi, avranno qualche remora a spalancare davanti a noi le porte dell’inferno, per poi “salvarci” e dominarci a piacimento? Chiedetevelo, anche se non potete far nulla e vi sentite impotenti davanti a una dura realtà, perché questa crisi durerà venti anni. Lo dice il Pentagono, che se ne intende…

tratto da: (clicca qui)

2015.09.07 – La Grande Truffa – 7° parte

Posted by Presidenza on 7 Settembre 2015
Posted in articoli 

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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – 1° parte                                    La Grande Truffa – 2° parte

La Grande Truffa – 3° parte                                    La Grande Truffa – 4° parte

La Grande Truffa – 5° parte                                    La Grande Truffa – 6° parte

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

7° parte

 

…………..

“1. Quando il necessario esiste, bisogna trovare i mezzi per distribuirlo alla gente che ne ha bisogno.

2. È compito della nazione fare in modo che i suoi propri cittadini abbiano quanto loro spetta, prima di occuparsi del resto del mondo. ( Sennò, qual è il senso di essere “uniti” o organizzati in stato? Qual è il significato di “cittadino”?)

3. Quando la produzione potenziale (la produzione possibile) di qualcosa è sufficiente a soddisfare i bisogni di ognuno, è compito del governo fare in modo che produzione e distribuzione siano realizzate”.

Sono parole di Ezra Pound, il poeta economista, scritte nel 1933.
Ciò che l’establishment non riuscì mai a sopportare di lui è che scrivesse soprattutto di economia, difendendo i popoli e schierandosi apertamente contro ciò che lui in generale chiamava Usura.

Come tutti i poeti, Ezra Pound aveva il dono della sintesi: anche per aver espresso concetti estremamente chiari e semplici come questi venne dichiarato pazzo senza processo, letteralmente chiuso in una gabbia a Pisa e quindi internato in un manicomio criminale negli Stati Uniti per dodici lunghi anni.
Gli Usurai internazionali non amano scherzare con chi si schiera contro di loro ed a favore delle popolazioni, portando alla luce la grande truffa dell’emissione del denaro.

La distribuzione dei beni avviene attraverso la moneta, il mezzo di scambio di merci e servizi, la linfa vitale, il sangue dell’organismo economico della società.
Se, continuiamo a ripetere, l’obiettivo dello stato fosse quello di attuare una sana ed onesta economia, perseguire cioè il benessere dei cittadini, la quantità di denaro in circolazione verrebbe continuamente adeguata alla quantità di merci prodotta, per permettere al popolo di consumare la ricchezza che egli stesso produce.

Ma purtroppo questa è solo una dichiarazione di intenti ipocritamente sbandierata da politici e banchieri a nostro uso e consumo nel mondo virtuale, quello delle parole, degli inganni e delle false apparenze. Nella ben più cruda realtà del mondo la scarsità di denaro è mantenuta ad arte attraverso una quantità di regole restrittive, facilmente identificabili in un perverso sistema monetario, ed un mostruoso, sia nella forma che nella quantità, prelievo fiscale.

La combinazione tra questi due strumenti di esproprio, permette il raggiungimento dell’obiettivo prefissato: la sottrazione al popolo dei sudatissimi certificati del lavoro svolto conquistati, rendendo impossibile il normale svolgimento del processo economico. Il consumo viene ostacolato dall’abnorme accumulo di quelle risorse da parte di una ristretta elite di finanzieri internazionali.

La provocata penuria dei mezzi di scambio è l’arma principale in mano ai banchieri.

La mancanza di denaro impedisce a tutti noi di portare avanti una vita serena, godendo del benessere diffuso che la natura ci mette continuamente a disposizione.

Ci imbattiamo, a questo punto, in un’altra verità fondamentale che riguarda l’economia: tutto ciò che noi possediamo ci viene regalato da una Natura generosa. L’uomo, dal giorno della sua comparsa sulla terra, coglie e trasforma le ricchezze disponibili sul pianeta.

L’uomo, nel corso della sua storia, non ha fatto altro che monetizzare le ricchezze naturali.

Da dove vengono l’acqua che ci disseta, i cibi che ci nutrono, l’energia solare, il petrolio, i minerali e tutti i prodotti che trasformiamo ed usiamo per rendere più facile e godibile la nostra esistenza?

Se, invece di subire passivamente le regole imposte dai potenti, riuscissimo a vedere noi stessi come parte di un universo da condividere armonicamente con tutti gli esseri viventi, mondo animale e mondo vegetale, non troveremmo per niente giusto, e ci ribelleremmo, che un esiguo numero di individui e multinazionali guadagnino ed accumulino enormi ricchezze sfruttando risorse che appartengono a tutti.

Perché permettiamo che i politici eletti da noi regalino la proprietà della nostra acqua a delle multinazionali per far loro guadagnare un sacco di soldi rivendendocela?

Per quale motivo il popolo iracheno, seduto su un mare di petrolio, non può beneficiare di tanta ricchezza, ma vive piuttosto di stenti, vedendo radere al suolo il proprio paese, mentre il petrolio gli viene sottratto da poche multimiliardarie multinazionali occidentali per mezzo della forza militare dei paesi civili e democratici in “missioni di pace”?

Questi mostri giuridici stanno distruggendo il fragile equilibrio naturale formatosi in milioni di anni, la vita stessa, sottraendola alle generazioni future, per accumulare una quantità tale di ricchezze che non potranno mai essere consumate.
Il fatto che le popolazioni della terra possano solamente assistere impotenti a tanto sfacelo, è una chiara dimostrazione del controllo totale che la classe dominante esercita su di noi.
Siamo costretti ad assistere all’arroganza dell’imperialismo, ai continui massacri di civili innocenti spacciati per terroristi, senza poter far niente per evitarlo, confusi ed indottrinati dal pensiero unico dominante.
La menzogna globale imposta con la forza delle armi.

Fermiamoci un attimo a trarre delle semplici considerazioni facendoci guidare dal buon senso comune: come è possibile che ancora oggi l’essere umano, organizzato in una società sempre più sofisticata, con tanta ricchezza accumulata e un progresso tecnologico strabiliante, abbia difficoltà a mantenersi in vita o per lo meno a condurre una esistenza che non sia carente dei mezzi indispensabili per vivere dignitosamente?

“La scienza moderna è riuscita a moltiplicare la possibilità della ricchezza; la scienza, controllata e pungolata dalla volontà dello Stato, deve risolvere l’altro problema: il problema della distribuzione della ricchezza in modo che non si verifichi più l’evento illogico, paradossale ed al tempo stesso crudele, della miseria in mezzo all’abbondanza.”
Mussolini citato da Ezra Pound in “Jefferson e/o Mussolini.

Come è ancora possibile questo fenomeno della miseria in mezzo a tanta abbondanza?
Perché, in presenza di tale abbondanza, i mezzi basilari di sostentamento non arrivano a tutti coloro che ne hanno bisogno?
È un problema di equa ripartizione del benessere esistente: c’è abbondanza di beni ma qualcosa si inceppa nella fase distributiva.

Quale è il mezzo di distribuzione dei beni nella nostra società?
Il denaro.

È quindi la perenne penuria di denaro circolante e la sua ingiusta ripartizione che impedisce alle merci di arrivare a chi più ne ha necessità.
Abbiamo forse qualche difficoltà nella produzione del simbolo cartaceo del denaro?
Assolutamente no.

Il problema quindi non sussiste, viene solo creato ad arte dai banchieri, che vogliono usare il denaro come mezzo di controllo, accumularlo essi stessi, metterne una quantità insufficiente in circolazione, ritirarne una grande quantità con le imposte e non distribuirlo equamente tra la popolazione.

È importante capire quanto sia importante questa programmata scarsità monetaria.

Il valore commerciale di qualsiasi merce dipende dalla sua utilità e disponibilità: un elemento indispensabile come l’aria che respiriamo ha grandissima utilità, ma nessun valore commerciale perchè, essendo abbondante e disponibile in natura, chiunque ne può usufruire gratuitamente.
La moneta, per adempiere alla sua funzione distributiva, dovrebbe essere tanto abbondante quanto le merci presenti sul mercato.
Gli Usurai detentori del monopolio hanno però deciso di limitarne la disponibilità e mantenerne alto il valore.

Una società giusta, con la quantità di denaro adeguata a monetizzare le risorse della natura, sarebbe ricca e non dovrebbe pagare nessun interesse per l’uso del denaro.

Così come l’aria che respiriamo, la natura ci offre gratuitamente tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere.

Con un oculato consumo sostenibile, nessun individuo resterebbe privo dei mezzi di sostentamento.
Ma gli Usurai mirano a controllare in regime di monopolio le merci più importanti: cibo, acqua, minerali, petrolio e gas, che quantunque abbondanti, vengono vendute a prezzi elevati. Nel caso del petrolio, acquistabile in dollari, obbligano gli acquirenti a munirsi prima della moneta americana, alimentandone la richiesta per mantenere alta sia la quotazione della merce, sia quella dello strumento.
Anch’esso ridotto a ciò che mai dovrebbe diventare, una merce.

Dopo aver affermato che non ci sono problemi di produzione, ma soltanto di ripartizione dei beni prodotti, ed individuato nello strumento distributore della ricchezza, la moneta, il vero problema, la disfunzione della fase conclusiva del processo economico (il consumo) è di facile interpretazione.

La maggior parte della popolazione mondiale non può consumare il minimo necessario per mancanza del mezzo di scambio.
L’ingiusta ripartizione del denaro fa sì che i poveri continuino a vivere tra disagi e sofferenza.

La ricca società occidentale consuma in eccesso, il terzo mondo patisce la fame.

“Lo scopo di produrre alimenti è dar da mangiare alle persone. Lo scopo di tessere vestiti è vestirle. La funzione del sistema monetario è di portare i beni dal luogo in cui si trovano alle persone che ne hanno bisogno.”
Ezra Pound in “Social credit: an impact”

Avete notato come sono chiari i messaggi di chi vuole parlare al popolo senza niente nascondere, in contrasto con le comunicazioni criptate ed incomprensibili di economisti e politici?

Dall’esposizione sin qui fatta, ci pare che l’economia sia una materia per niente complicata. Come già accennato, ciò ci induce a pensare che: o gli “economisti” sparsi per il mondo sono dei perfetti imbecilli che non riescono ad indicare ai politici le soluzioni adeguate per una normale ripartizione delle ricchezze esistenti, o sono in perfetta malafede, assoldati dai grandi Usurai internazionali per ingannare con fiumi di menzogne le ingenue popolazioni mondiali.

“LE BASI DELL’ECONOMIA sono così semplici da rendere l’argomento quasi del tutto ininteressante”, Ezra Pound in “Abc dell’economia”.

È il momento di introdurre un altro concetto di fondamentale importanza per il futuro planetario.

Margrit Kennedy, un architetto tedesco che scrive di economia, ci spiega nel suo “La moneta libera da inflazione e da interesse” scritto nel 1987, che siamo portati a credere dalla nostra esperienza di vita, che esista un solo tipo di crescita, quello naturale che noi stessi sperimentiamo.
In verità i tipi di crescita sono almeno tre.
Uno naturale, quello di piante ed animali:

“Noi cresciamo abbastanza velocemente nei primi anni di vita, poi in gioventù il nostro sistema fisico rallenta e di solito si ferma intorno ai 21 anni. Questo fatto però non ci impedisce di crescere ancora, “qualitativamente” invece che “quantitativamente”.

Negli assi cartesiani questa crescita viene rappresentata da una curva quasi verticale all’inizio, ma parallela all’asse orizzontale poi.

Il secondo tipo, quello lineare o meccanico, appartiene alle macchine che hanno una crescita o produzione costante, sino a quando continuano ad essere alimentate. La sua rappresentazione è una linea diritta che divide esattamente in due angoli di 45 gradi l’angolo retto.

Il terzo tipo di crescita è quella esponenziale, l’opposto di quella naturale, perché ha un inizio molto lento per poi crescere sempre più velocemente raggiungendo un andamento di una curva quasi verticale negli assi cartesiani.

Prosegue l’autrice:
“Nel corpo umano questo tipo di crescita normalmente indica una malattia; il cancro, ad esempio, segue una curva di crescita esponenziale: prima cresce lentamente, anche se aumentando costantemente, e quando viene scoperto spesso è già entrato in una fase in cui non si può far più niente. Di solito, nel mondo fisico la crescita esponenziale si conclude con la morte del cancro e dell’organismo nel cui corpo quest’ultimo si era radicato.
Anche la moneta cresce come il cancro: basato sull’interesse semplice e quello composto, il nostro denaro, infatti, raddoppia ad intervalli regolari, seguendo un andamento esponenziale. Questo spiega perché noi attualmente abbiamo un problema che riguarda il nostro sistema monetario: l’interesse, che agisce nella nostra società come un cancro”.

L’interesse è mortale, distrugge l’organismo nel quale si annida.
Basti pensare per un attimo ai paesi del terzo mondo che, stretti nella morsa di debiti inestinguibili, vivono in uno stato di perenne agonia. O alle nostre situazioni aziendali, coloro che le hanno vissute lo sanno bene, quando gli interessi di indebitamenti eccessivi galoppano troppo velocemente per poter essere ripagati.

Affermava Margrit Kennedy nel 1987 che con un interesse del 12% bastano 6 anni perché il valore dei soldi investiti raddoppi, con un 6% ci vogliono 12 anni, con un 3% si arriva ad un raddoppio in 24 anni.

Chi prende in prestito si trova raddoppiato il valore del debito, mentre coloro che prestano, raddoppiano il valore del capitale senza dover lavorare.

Il denaro quindi non è più semplicemente il mezzo di scambio, diviene piuttosto un arma per indebitare singole persone o interi popoli, e, grazie all’interesse, arricchirsi con il lavoro altrui.
I banchieri, prestatori di denaro di professione, sottraggono ai debitori gran parte dei loro guadagni, vivono di rendita, da parassiti, sfruttando il lavoro eseguito da altri.

Ecco perché da tempi immemorabili il prestito ad interesse è considerato immorale e condannato, almeno a parole ma non nei fatti, da tutti i popoli e da tutte le religioni.
Tutte meno una che lascia uno spiraglio aperto, come vedremo.

“Anche all’1% di interesse abbiamo una curva di crescita esponenziale, con un tempo di 72 anni necessario al nostro denaro per raddoppiare di valore”, prosegue l’architetto economista. Ed ancora:
“ . . un centesimo investito al tempo della nascita di Cristo, ad un tasso di interesse annuale del 4% nel 1750 avrebbe guadagnato interessi pari ad una sfera d’oro del peso della terra; nel 1990 avrebbe potuto comprare 8.190 sfere d’oro. Al 5% di interesse, il centesimo investito avrebbe guadagnato interessi pari ad una sfera d’oro del peso della Terra già nel 1446, e nel 1990 avrebbe potuto comprare 2,200 bilioni di sfere d’oro!”.

L’incredibile sviluppo dell’interesse semplice e composto (anatocismo, l’interesse maturato che diventa capitale produttore di nuovi interessi) ci porta alla seguente conclusione: una economia imperniata sullo sfruttamento delle risorse a crescita naturale che il nostro pianeta ci ha messo a disposizione, è assolutamente incompatibile con un sistema monetario basato su un interesse a crescita esponenziale. Per cercare di pagare gli interessi esponenziali sul denaro preso a prestito, i popoli debbono monetizzare sempre più velocemente le risorse naturali, ma ciò non può andare avanti a lungo in un mondo limitato. Prima o poi, ma sembriamo ormai molto vicini a quel momento, avremo o una crisi ecologica o una economica.

“Chiunque creda che la crescita esponenziale possa andare avanti per sempre in un mondo di risorse limitate, o è un pazzo o un economista”.
Kenneth Boulding, economista

Per finire, andiamo a conoscere il concetto di economia espresso da Napoleone Bonaparte oltre 200 anni orsono, per introdurre un altro argomento molto importante:

“L’Economia è Produzione, non Commercio, si basa in origine sull’Agricoltura; in un secondo tempo nell’Industria, e solo alla fine nel Commercio Estero”.

Napoleone Bonaparte, capo di stato ed Imperatore, prese decisioni importanti in materia economica che lo resero nemico mortale dell’alta finanza internazionale. Fece una guerra aperta ai finanzieri internazionali, che infatti appoggiarono con i loro soldi tutti i suoi nemici, sino a quando riuscirono a sconfiggerlo.
Si fece nominare Presidente della banca di Francia per poter emettere denaro del popolo senza debito nei confronti dei banchieri e proibì la pratica dell’usura.

Quando infine fu sconfitto dai capitali della grande finanza della City di Londra, l’usura come sistema economico dei popoli fu restaurata.
Pronunciò frasi come “ il credito è della Nazione, non dei banchieri”, e “ il denaro non ha Patria: i finanzieri non hanno patriottismo né decenza, il loro unico obiettivo è il lucro”.

Mise freno alle attività dei banchieri, ed ordinò che non si facesse ricorso al credito per spese militari e civili, consapevole che “quando un Governo dipende dalla banca il vero governo sono i banchieri, dal momento che la mano che dà sta sempre al di sopra di quella che riceve”.

Cosa significano le parole di Napoleone “L’Economia è Produzione, non Commercio”?

Abbiamo letto nella descrizione tratta da alcuni dizionari che l’economia è l’utilizzo delle risorse disponibili per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi, risparmio, insieme delle risorse di una regione.
In nessun momento si parla di commercio, tanto meno di commercio estero.

Un popolo autosufficiente è economicamente indipendente e libero.

Ma questo si scontra con gli interessi della finanza internazionale, che invece vuole paesi e popoli che dipendano dal loro denaro. Perciò, specialmente in questi ultimi decenni, ha dato una spinta decisiva alla globalizzazione del commercio mondiale, dove sono le multinazionali, non i produttori, a fissare prezzi e destinazioni delle merci.
Totale controllo del mercato.

Per poter anche solo inoltrare la richiesta di un prestito alla “Banca Mondiale” ed al “Fondo Monetario Internazionale”, strumenti devastanti in mano alla grande finanza usati per indebitare i popoli, i paesi del terzo mondo devono prima accettare tutta una serie di disposizioni da rispettare.

Con questi “aggiustamenti strutturali” da seguire, praticamente si smantellano e condizionano pesantemente, rendendole dipendenti dal commercio estero, le economie locali che, sfruttando le poche risorse disponibili, riuscivano comunque da secoli ad alimentare intere popolazioni.

Ecco infatti che entrano in azione le multinazionali di proprietà dell’Usura internazionale, che si impossessano per pochi spiccioli, grazie al ricatto della concessione del credito, delle risorse principali di questi paesi, siano esse petrolio o minerali, tabacco o frutta, servizi fondamentali come l’assistenza sanitaria, la distribuzione ed il controllo dell’acqua potabile, l’intero sistema bancario, la telefonia, i media.

Volete saperne di più? Leggetevi la storia scritta da uno che per professione, banchiere-economista, veniva mandato in giro per il mondo ad indebitare i paesi sottosviluppati ben oltre le loro possibilità di restituzione del credito ricevuto, per renderli per sempre schiavi del capitale: John Perkins.
L’autore ci racconta nei particolari, nel suo libro “Confessioni di un sicario dell’economia”, come sono state appunto depredate delle loro principali risorse e distrutte le economie di numerosi paesi del terzo mondo, usando come arma principale il prestito di denaro ad interesse, per poi passare, ove necessario, agli assassini dei capi di stato meno corruttibili con l’intervento della Cia americana o a veri e propri interventi militari, come in Iraq.

Ritorniamo a Napoleone Bonaparte, più simpatico nelle sue vesti di economista in difesa dei diritti dei popoli piuttosto che in quelle di condottiero di eserciti, ed alla sua descrizione di economia riportata dal suo fedele Las Cases nel “Memoriale di Sant’Elena”:

“L’Agricoltura è l’anima, la base dell’Impero; l’Industria procura la comodità e la felicità materiale del Popolo: il Commercio Estero è la sovrabbondanza, e permette il libero scambio del prodotto in eccesso dell’Agricoltura e dell’Industria”.

Ancora una volta, il messaggio è chiaro.

Nell’ordine naturale di un sano processo economico, è l’agricoltura la base, quella che riempie le pance delle persone, rendendole autosufficienti dal punto di vista alimentare.
Un paese che garantisce il sostentamento del proprio popolo, acquisisce una grande indipendenza economica.

Tutto ciò non piace per niente ai grandi Usurai internazionali, che vogliono popoli schiavi del loro capitale, per poter, da parassiti, vivere del lavoro altrui.
Gli agricoltori e gli allevatori, per il loro contatto millenario con la natura, sono gente semplice e frugale. Profondi conoscitori dei lenti ritmi della crescita naturale e poco inclini a rischi, sono restii ad avere troppi contatti con il mondo delle banche, un mondo così diverso e lontano dal loro.

I banchieri, a loro volta, non concedono grandi crediti all’agricoltura, troppo condizionata da fattori ambientali incontrollabili come la meteorologia, e non per niente trasformata nel parente povero dell’economia, né amano contadini e allevatori, parsimoniosi e diffidenti.

I parassiti della finanza amano le grandi città ricche di scambi, consumi e traffici di ogni genere dove poter mettere a frutto l’inganno monetario, finanziando tutte le attività che in esse si sviluppano ed avvolgendo in una rete di debiti inestinguibili i suoi abitanti.

È il loro ambiente naturale, dove si sono fatti così arrogantemente potenti.

Attraverso la “Organizzazione mondiale del commercio” (Wto), altra arma devastante in mano all’Usura internazionale, è stata imposta una globalizzazione selvaggia, spacciata naturalmente nel mondo virtuale per opportunità di crescita e benessere per tutti i popoli.

Quando mai la Grande Usura farebbe qualcosa contro i nostri interessi?

Con l’abbattimento di tutte le barriere doganali per merci e capitali, onde evitare le fastidiose intromissioni di ciò che resta dell’autorità dei singoli stati sovrani, e ritagliandosi per sé uno status di autorità sovranazionale ed extraterritoriale che le consente pure di sfuggire al pagamento di tasse sui profitti, l’Usura internazionale esercita il suo dominio sul pianeta.

Con la complicità dei politici camerieri ci impone assurde restrizioni alla produzione di prodotti essenziali come latte, vino, carne, grano, etc., per obbligare gli italiani ad importarli dalla Germania, i tedeschi dalla Francia, i francesi dalla Gran Bretagna e così via, per rendere agricoltori ed allevatori di tutti questi paesi, potenzialmente capaci di una completa autosufficienza, dipendenti dal commercio estero, usato in questo caso come strumento per spostare lavoro, lavoratori e ricchezza da un paese all’altro a proprio piacimento, secondo convenienza.

Gli Usurai, con campagne propagandistiche ben orchestrate che mettono in risalto illusori vantaggi per i consumatori, ci hanno spinto verso una completa apertura dei mercati delle merci e del lavoro, per scardinare in questo modo le forti economie dei paesi occidentali, ormai ex potenze economiche, e togliere potere ai leader politici nazionali e, quindi, ai popoli rappresentati.

La globalizzazione è puro imperialismo capitalistico.

Spacciandosi per liberali, gli usurai spingono per l’abbattimento delle barriere commerciali, dei confini nazionali, per una “grande Europa unita in un abbraccio fraterno”. Un unico mondo futuro omologato ai loro piedi, con un governo unico ed una sola moneta, naturalmente controllata da loro.

Si scrive globalizzazione, si legge imperialismo.

continua…..

 

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Paolo MALEDDU