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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 10°parte                        La Grande Truffa – 11°parte

La Grande Truffa – 12°parte                                         La Grande Truffa – 13°parte

La Grande Truffa – 14°parte

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

15° parte

 

 

………………

Capitolo IX

 

LA BANCA CENTRALE EUROPEA

 

La moneta appartiene al popolo che le dà valore accettandola e facendola circolare.
La Banca d’Italia è una banca privata.
Fa parte del SEBC, il sistema formato dalla Banca Centrale Europea e dalle banche centrali dei paesi membri.

Il Sistema Europeo delle Banche Centrali ha il monopolio dell’emissione dell’euro nell’unione monetaria.

Apriamo bene gli occhi: l’autorizzazione all’emissione dei nostri soldi viene dall’estero, dalla Banca Centrale Europea con la quale noi non abbiamo rapporti se non attraverso la privatissima Banca d’Italia, sulla quale non abbiamo nessun potere di controllo.
Non si presenta bene.

Questa situazione è stata creata ad arte per allontanare il potere reale dal controllo del popolo, costretto a seguire norme imposte non si sa da chi e per quali motivi.
Stiamo parlando della linfa vitale dell’economia, i soldi che così pesantemente condizionano le nostre vite.

Dove sta la Banca Centrale Europea? Come è organizzata? Che rapporti la legano all’Unione Europea?

Chi sono i banchieri che la guidano? Chi li ha scelti e da dove vengono?

Prima che scoppiasse in pieno questa grande crisi, le informazioni su euro e Bce erano piuttosto scarne.
Poche notizie dai media ufficiali, le televisioni fanno entertainment, ci intrattengono tenendoci lontani dai centri di potere che perciò possono indisturbati continuare a dare tagli netti ai nostri diritti e restringere i nostri spazi di libertà.

Saltuariamente ci arrivava qualche telegrafico comunicato dal governatore, eternamente “preoccupato” per l’inflazione, e perciò costretto, a parer suo, a tenere alto il costo del denaro.
Poi di lui non si sapeva più niente per qualche mese.

O per sempre, come accaduto con Duisemberg, il precedente governatore: trovato morto nella sua piscina, ma non per annegamento. Un infarto, forse all’interno della casa, nel salotto. Nessuna notizia certa, morte sospetta, i media si guardarono bene dal dare risalto alla notizia.
Come con il sistema monetario, tutto viene avvolto in un alone di mistero.

La Banca Centrale Europea è un ente sovranazionale del quale fanno parte le banche centrali dei paesi membri dell’Unione Monetaria, e non solo.

Ecco l’elenco dei suoi soci con le attuali quote (2009), aggiornate ogni quattro anni a seconda di variazioni di Pil, popolazione e ingresso di nuovi paesi:

 

Banca Nazionale del Belgio 2,83 %
Banca Centrale del Lussemburgo 0,17 %
Banca Nazionale della Danimarca 1,72 %
Banca d’Olanda 4,43 %
Banca Nazionale della Germania 23,40 %
Banca Nazionale Austriaca 2,30 %
Banca di Grecia 2,16 %
Banca del Portogallo 2,01 %
Banca di Spagna 8,78 %
Suomen Pankki 1,43 %
Banca di Francia 16,52 %
Banca Centrale di Svezia 2,66 %
Banca Centrale d’Irlanda 1,03 %
Banca d’Inghilterra 15,98 %
Banca d’Italia 14,57 %

 

Le Banche d’Inghilterra, di Svezia e di Danimarca, sebbene non siano entrate nell’unione monetaria, posseggono stranamente una quota della Bce e partecipano alla spartizione dei profitti derivanti dall’emissione dell’euro.

Mantengono così il controllo sulla loro moneta nazionale e, nella percentuale corrispondente alla loro quota nella Bce, beneficiano pure del signoraggio sull’euro. A conferma che l’emissione monetaria è un “business”, piuttosto che un diritto/dovere di ciascun singolo paese, ed un privilegio del quale unico beneficiario dovrebbe essere il popolo.

Curiosamente, i tre paesi sono monarchici.
Avranno ancora i moderni monarchi, così come i loro predecessori che concessero a privati il privilegio di emettere moneta, sostanziose partecipazioni nei pacchetti azionari delle banche?

La Banca Centrale Europea è stata istituita con il trattato di Maastricht che ha dato vita all’Unione Europea.

I nostri rappresentanti per la firma dell’accordo erano il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ancora l’ex-governatore di Bankitalia Guido Carli in qualità di Ministro del Tesoro, con De Michelis Ministro degli Esteri e Giulio Andreotti Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il governatore in carica della Banca d’Italia era Ciampi.

Come già ricordato, queste stesse persone firmarono il 7 febbraio 1992 la legge N. 82 sul tasso di sconto che sanciva il definitivo distacco del potere bancario da quello politico rappresentante il popolo. La consacrazione, nero su bianco, della consegna della sovranità in materia monetaria dal cittadino all’anonimo banchiere.

La BCE ha la sua sede fisica a Francoforte, in Germania, ma gode di una sorta di extraterritorialità, in quanto non risponde a nessuna legge nazionale o europea.

Detto così suona come qualcosa di astratto, che non riguarda noi, extraterritoriale ed extraterrestre, appunto. Un ente giuridico che, a differenza di noi comuni mortali imbambolati e sottomessi, non paga tasse.

È stata istituita con il trattato di Maastricht, ma è sovranazionale e non risponde alle leggi comunitarie. I suoi membri, nell’espletamento delle loro funzioni, non sono perseguibili da nessuna legge, immuni da ogni responsabilità.

Un modo di organizzare la società degli uomini che ha come fine principale quello di togliere contenuto umano identificabile alle azioni di queste entità giuridiche.
Rendendole impersonali, i loro controllori mantengono i privilegi, allontanando però le responsabilità.

I vantaggi sono personali, le responsabilità sono difficilmente individuabili, si perdono nei labirinti della giurisprudenza.

Non c’è presidente del consiglio, presidente della repubblica o monarca, ad avere il potere, la durata nell’incarico, l’insindacabilità di un presidente o alto dirigente della Banca Centrale Europea.

La Bce dà ai governi indicazioni che sono piuttosto ordini, parametri a cui attenersi, ma non permette che nessun potere politico interferisca con le proprie decisioni.
L’art. 107 dello statuto della Bce dice :

“Né la BCE, né una Banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi degli stati membri, né da qualsiasi altro organismo”.

All’articolo 4 del Trattato di Maastricht la Banca Centrale Europea non è elencata tra le istituzioni che assicurano “L’esecuzione dei compiti affidati alla Comunità”.
In altre parole, il Trattato dice che emissione e gestione dell’euro non sono competenza della Comunità.

Ma allora, a chi appartiene l’euro?

“Pertanto, al momento dell’emissione le banconote in euro appartengono all’Eurosistema, mentre le monete sono proprietà degli Stati membri”.

Questa è la recentissima (Agosto 2011) risposta di Olli Rehn, Commissario europeo per gli Affari economici e monetari che parlava in nome della Commissione Europea, ad una interrogazione dell’eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio.

La banconota in euro appartiene quindi ai banchieri privati proprietari della Banca d’Italia in società con i banchieri delle banche centrali degli altri stati membri dell’Unione Monetaria.
La moneta scritturale, il credito, alle banche ordinarie private degli stessi banchieri. Gli spiccioli, le monetine, agli italiani …

Tutto chiaro, no?

La Bce non paga tasse.

Chi le ha dato tale privilegio esentandola dal dovuto contributo alla società in mezzo alla quale opera e così pesantemente condiziona?
I grandi Usurai se lo sono presi da soli, perché, come appena detto, la Bce gode di uno status di extraterritorialità, si è collocata al di sopra dei paesi membri della Unione Europea, autoproclamandosi potere sovrano non rispondendo a nessuna legge nazionale e/o comunitaria.

Come è possibile che noi abbiamo concesso tanto potere ad una banca, ad una società anonima? Non glielo abbiamo concesso noi, il popolo sovrano, glielo hanno regalato i nostri politici accettando con il trattato di Maastricht le proposte/imposizioni dei banchieri internazionali.

Senza chiedere il nostro parere?
Proprio così.

Solo a danesi e francesi è stato chiesto di ratificare il Trattato di Maastricht con un referendum. Le risposte: no in Danimarca, ni in Francia (una maggioranza talmente risicata che spense gli entusiasmi e si evitarono ulteriori consultazioni popolari).

Quando di nuovo in Francia e in Olanda sono stati indetti referendum per l’approvazione della costituzione europea, la risposta è stata la stessa: NO!

Ecco perché i burocrati europei burattini della grande Usura evitano accuratamente di sentire il nostro parere. Per meglio ingannare i sonnolenti sudditi europei, la costituzione è stata resa praticamente illeggibile con numerosi richiami ad altre leggi e disposizioni, e rinominata Trattato di Lisbona.

Come un qualsiasi trattato internazionale, non ha avuto bisogno di essere sottoposta a referendum popolare.

Il nostro massimo rappresentante, Napolitano, da sempre uomo di riferimento della grande finanza internazionale e di conseguenza pienamente consapevole dei suoi vergognosi obbiettivi, non ha perso occasione di sponsorizzare la ratifica del Trattato di Lisbona, schierandosi con i Parassiti e contro gli interessi del popolo che lo paga profumatamente.

Grazie, signor presidente.

E quella storia della democrazia secondo la quale è il popolo che decide?
È una storia, appunto, come tante altre. Una illusione. Un mito. Un’utopia. Una favola per ingenui.
La democrazia non esiste.

Vi lascio con alcuni stralci di “Euroschiavi” sulla Banca Centrale Europea:

“… mentre i dibattiti e le sedute della Camera dei deputati e del Senato sono aperte al pubblico e le sentenze delle Corti di Giustizia devono essere dettagliatamente motivate e pubblicate, dall’altra parte – dalla parte del vero potere – le riunioni del consiglio direttivo della BCE sono assolutamente secretate; ed è lo stesso consiglio che, di volta in volta, decide se pubblicare le proprie deliberazioni, se pubblicarne solo alcune parti o non pubblicarle affatto. Oltre tutto questo, i dirigenti della BCE godono di una sostanziale immunità: non sono infatti previste, all’interno della BCE, sanzioni per comportamenti impropri dei dirigenti. Il Trattato di Maastricht ha fatto di loro membri intoccabili di una società segreta che condiziona gli Stati e i popoli. E non stiamo esagerando: le norme sono esplicite”.

Ancora sulla segretezza delle assemblee:

“Le riunioni hanno carattere di riservatezza. Il Consiglio direttivo può decidere di rendere pubblico il risultato delle proprie deliberazioni”.

Questi banchieri senza volto che hanno potere di vita o morte su di noi, non hanno neanche l’obbligo di riferirci le decisioni adottate che così tanto influiscono sulle nostre vite.

È incredibile ed umiliante: tramano contro di noi, ma le regole scritte da essi stessi ci impediscono di sapere cosa stanno tramando. Noi continuiamo immersi in un sonno profondo, con l’aiuto determinante di politici, stampa indipendente e l’anestesia di ciò che rimane del nostro cervello, somministrataci dai programmi televisivi e dagli effetti speciali del mondo del cinema.

Dal protocollo sul SEBC (sistema europeo banche centrali), all’art. 7 che ricalca l’art. 107 del trattato:

“Indipendenza – Conformemente all’art. 107 del trattato, nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e doveri loro attribuiti dal trattato e dal presente statuto, né la BCE, né una Banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri, né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari, nonché i Governi degli Stati membri, si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti.”

Chiaro, no?

Istituzioni comunitarie e governi degli stati membri non possono interferire nelle decisioni da adottare: Bce e Banche Centrali nazionali sono completamente indipendenti da noi.

Ma se non dai popoli, da qualcuno dovranno pur dipendere: chi le gestisce e per conto di chi?
Nel compimento della loro insindacabile missione, nientemeno che la gestione della nostra moneta, gli interessi di chi salvaguardano?

Se questa non è una dittatura dei banchieri . . .

“L’art. 12 del Protocollo, che si intitola “Responsabilità degli organi decisionali”, in realtà non prevede alcuna responsabilità. Congiunto all’immunità dalle indagini giudiziarie per i dirigenti della BCE, questo articolo sancisce la sovranità dei banchieri centrali sugli Stati che si sono a essi sottoposti.
L’art. 16 del Protocollo sancisce la perdita di sovranità monetaria degli Stati in favore dei banchieri centrali europei:
“Conformemente all’art. 105 A, paragrafo 1 del trattato, il consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.”

Credo che queste ultime righe non ammettano più dubbi sul fatto che una banda di Usurai si sia impossessata del mezzo di scambio concepito dalla nostra mente, al quale noi diamo valore accettandolo e facendolo circolare, ce lo abbia sottratto e ce lo rivenda a carissimo prezzo con la complicità dei nostri politici.

“Risultato? Molte tasse e debiti da pagare, poco denaro disponibile: ossia, Stato, imprenditori e cittadini in ginocchio davanti al potere delle banche. E queste hanno buon gioco a rilevare per pochi soldi le imprese in difficoltà finanziando le società da loro controllate in modo che si accaparrino i beni e le imprese dei clienti in crisi o falliti. Lo Stato, nel permettere questa pratica e nel prestare i suoi tribunali alla sua attuazione, si riconferma strumento e burattino della finanza privata”.

Lo Stato… strumento e burattino della finanza privata.

La moneta del popolo italiano e degli altri popoli europei emessa e gestita da una entità sopranazionale a noi completamente estranea.

Tutto ciò ha senso solo se si inizia a riconoscere nell’euro uno strumento di dominio su masse sottomesse.
Non si può pretendere che popolazioni tenute appositamente ignoranti in materia si rendano conto della portata di questi cambiamenti.
Gli stessi architetti dell’inganno si meravigliano delle mancate reazioni popolari.

Scrive Guido Carli, ex-governatore della Banca d’Italia e firmatario in qualità di ministro del Tesoro, sia della definitiva cessione della sovranità monetaria alla Banca d’Italia, sia del trattato di Maastricht che l’avrebbe trasferita alla Banca Centrale Europea, nel suo libro “Cinquant’anni di vita italiana”.

“È stupefacente constatare l’indifferenza con la quale in Italia è stata accolta la ratifica del Trattato di Maastricht… per l’Italia il Trattato rappresenta un mutamento sostanziale, profondo, direi “costituzionale”. L’Unione Europea implica la concezione dello “Stato minimo”… l’abbandono della programmazione economica … una redistribuzione della responsabilità che restringa il potere delle assemblee parlamentari ed aumenti quelle dei governi… il ripudio del principio di gratuità diffusa… la riduzione della presenza dello Stato nel sistema del credito e nell’industria… l’abolizione delle normative che stabiliscono prezzi amministrati e tariffe… Ebbene, un cambiamento giuridico di questa portata, con queste conseguenze, è passato pressoché sotto silenzio, senza conquistare le prime pagine dei giornali”.

Ed ancora:

“Gli Stati Uniti hanno esercitato lungamente un diritto di “signoraggio” monetario sul resto del mondo. Dico questo perché deve essere presente alla coscienza degli Europei cosa il Trattato di Maastricht rappresenta veramente. Io non vedo in Europa tracce di questa coscienza. Lo vedo invece negli Stati Uniti, dove, infatti, come un sol uomo, gli economisti sono scesi in campo per difendere gli interessi della comunità finanziaria americana nel tentativo di delegittimare il progetto di Unione Europea dal punto di vista teorico. La realizzazione del Trattato di Maastricht significherebbe la sottrazione agli Stati Uniti di quasi metà del potere di signoraggio di cui dispongono.”

Chi meglio dei banchieri ci può spiegare ciò che succede nel loro mondo?

Uno dei principali responsabili della consegna alla Banca d’Italia prima e alla Banca Centrale Europea poi del diritto di fissare il tasso di sconto, il prezzo che paghiamo per il denaro, ci dice che “…negli Stati Uniti… come un sol uomo, gli economisti sono scesi in campo per difendere gli interessi della comunità finanziaria americana…“.

Se lo stesso Carli, da Ministro del Tesoro profumatamente pagato da tutti gli italiani, invece di fare i nostri interessi agisce in favore dei banchieri, per di più meravigliandosi della assoluta mancanza della minima opposizione, chi mai difenderà i popoli inconsapevoli?

Nessuno.

I politici assecondano, e le regole vengono stravolte a nostro svantaggio, “…senza conquistare le prime pagine dei giornali”.

Affrettiamoci ad uscire dalla gabbia virtuale nella quale siamo rinchiusi, prima che sia troppo tardi.

continua….

 

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Paolo MALEDDU