TESTATA PRESIDENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prot. N° 15/PR/16                                                                          Cagliari, 07 aprile 2016

 

OGGETTO: ROTTURA TRATTATO DI COOPERAZIONE E MUTUO SOSTEGNO CON IL MLNV

Il 12 marzo 2014 il Presidente del Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto (MLNV) Sergio Bortotto informava i Carabinieri del fatto che un gruppo di patrioti veneti preparava un’operazione mirata al raggiungimento dell’indipendenza della Nazione veneta dall’occupazione straniera italiana. Nella stessa sede offriva ragguagli specificando che gli stessi avrebbero fatto uso di mezzi blindati e che all’operazione avrebbero partecipato varie persone (vedi allegato).

Tali dichiarazioni portarono poi all’operazione del 02 aprile 2014 in cui le forze dell’ordine italiane arrestarono i suddetti patrioti.

Avendo riscontrato la veridicità dei suddetti avvenimenti, riscontrato il fatto che il Presidente del MLNV spalleggia ed  intrattiene rapporti amichevoli con mistificatori, verosimilmente collaboratori – come risulta essere lo stesso Bortotto – delle forze dell’ordine straniere italiane, che tentano di screditare il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) ed il suo Presidente fondatore Sergio Pes ed in considerazione del fatto che è venuta a mancare la fiducia nella persona di Sergio Bortotto che dirige il MLNV:

 il MLNS considera rotto il TRATTATO DI COOPERAZIONE E MUTUO SOSTEGNO stipulato in data 23 gennaio 2014 con il MLNV, almeno fino a quando questo sarà diretto dal Bortotto il quale si è rivelato un personaggio immorale ed incline al tradimento. 

Il MLNS resta comunque aperto ad un’intesa pulita e leale con un’eventuale nuova gestione del MLNV.   

001

2016.04.07 – ROTTURA TRATTATO CON MLNV

 

6

 

 

 

 

Nulla di interessante può accadere a Panama senza il benestare del governo degli Stati Uniti.Non puoi fare nulla senza che gli Stati Uniti lo vengano a sapere. Figuriamoci se Putin è così sciocco da mettere tutti i suoi soldi nelle mani dei suoi nemici.

È evidente che l’obiettivo è quello di mettere sotto accusa Putin e la Russia

 

Pubblicazione1

 

“L’obiettivo è Putin”. Ne è convinto Giulietto Chiesa, che vede nell’inchiesta “Panama Papers” una manovra tutta americana. E a IntelligoNews, il giornalista spiega: “Mi fa sorridere che si racconti di un’inchiesta che ha visto al lavoro 300 giornalisti investigativi. Da dove vengono?”.

 

La convince l’inchiesta sui conti offshore dei vip del mondo?

 

«Partiamo dal punto di partenza: il centro da cui sono partite le inchieste è un ente finanziato da varie fondazioni: Rockfeller, Carnegie, Open Society etc. Sono le stesse che finanziano le ong americane che agiscono contro la Russia. È evidente che l’obiettivo è quello di mettere sotto accusa Putin e la Russia». 

 

Ci stanno riuscendo?

 

 

«Sì, direi che l’operazione è riuscita. Il presidente russo, adesso, rimarrà sulle prime pagine di tutti i giornali come il grande riciclatore di denaro sporco. Ovviamente tutto quello che è emerso era stra-noto e arci-noto. Tutti sanno che i grandi uomini politici si comportano così. Ora tutti i coinvolti metteranno in campo studi legali importantissimi e nessuno, alla fine, sarà colpito. E sul banco degli imputati resterà solo Putin».

 

Lei non crede alla colpevolezza di Putin?

 

«Io dico solo che il “malvagio dittatore” Putin non dovrebbe essere così sciocco da mettere tutti i suoi soldi nelle mani dei suoi nemici. Per mettere i soldi nei paradisi fiscali bisogna passare per le banche occidentali. Putin è molto più intelligente di così». 

 

L’idea dell’operazione a guida americana è però contraddetta dal fatto che i politici toccati sembrano trasversali alle posizioni politiche pro o anti-Usa…

 

«“Sembrano trasversali”, appunto. Non sono mica sciocchi, quelli che organizzano queste cose. Non potevano fare una cosa troppo plateale. È fatto in modo che lei, ora, mi ponga questa obiezione. Ma se va a vedere non è vero che colpisce tutti…».

 

Insomma, l’operazione giornalistica non la convince per niente…

 

«A me fa sorridere che si racconti di un’inchiesta che ha visto al lavoro 300 giornalisti investigativi. Ma da dove vengono? La stampa occidentale non sa più fare vere indagini, non sa neanche leggere i comunicati. La verità è che questi 300 giornalisti sono pagati profumatamente dalle fondazioni americane che hanno commissionato l’inchiesta».

di Adriano Scianca

tratto da: (clicca qui)