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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 20°parte

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

21° parte

 

……………

Esattamente la situazione che stiamo vivendo in questi anni, già vissuta altre volte, ma non in maniera tanto acuta.

Dopo il raddoppio del tasso di sconto, passato dal 2 al 4% nei primi anni dell’euro, e lo scoppio della crisi nel 2007/2008, il sistema bancario ha chiuso il rubinetto del credito.
Nonostante il costo del denaro nei paesi dell’euro sia sceso ai minimi storici, l’economia non riparte per la mancanza dei mezzi di scambio. La deflazione continua più forte che mai perché le banche continuano a non prestare soldi.

Sono in grossa difficoltà anche loro. Piuttosto che investire nel mondo del lavoro, hanno preferito dirottare grosse quantità di denaro in attività speculative ad alto rischio subendo considerevoli perdite.

Nonostante gli interventi dei vari governi che preferiscono finanziare e salvare le banche piuttosto che le popolazioni, confermando qualora ce ne fosse bisogno la complicità con il grande capitale internazionale, la crisi continua e pare ora inarrestabile. I grandi fondi di investimento e gli speculatori internazionali che dispongono di ingenti capitali, stanno scommettendo sul fallimento degli stati europei che hanno adottato l’euro. Sanno bene che questi paesi, privati della loro sovranità monetaria ceduta alla Bce, non possono stampare moneta a costo zero in nome del popolo. Debbono indebitarsi sempre più per avere denaro, innescando quel meccanismo del debito infinito dal quale non riusciranno più a liberarsi e che li porterà all’insolvenza.

I politici complici e gli “esperti” in economia, le televisioni dei padroni e la stampa “indipendente” raccontano al popolo che la colpa è del debito pubblico, che dovrà essere abbassato con l’aumento del prelievo fiscale e tagli alla spesa. Più tasse e meno servizi per noi. Abbassamento degli stipendi, precarietà diffusa, disoccupazione.
La grande menzogna.

Nessuno, nel mondo virtuale di stampa e televisione mainstream, ci spiega che noi, il popolo sovrano, potremmo stampare la nostra moneta a costo zero, senza indebitarci con nessuno, favorendo un benessere diffuso con la piena occupazione e un reddito sicuro per ogni cittadino.

Saremo ancora noi a pagare. Saranno grossi sacrifici per tutti e miseria dilagante. Disperazione e delinquenza. L’aumento degli assalti con violenza a stazioni di servizio o attività commerciali per portare via pochi spiccioli, ne sono già un chiaro sintomo. Se poi, tralasciando i ricorrenti suicidi per insolvenza, trapelano notizie di padri di famiglia disperati che per poter dar da mangiare ai figli mettono in vendita organi del loro corpo, la rabbia e la vergogna per una situazione che non ha motivo d’essere si fanno insopportabili.

Non ci credete?

Digitate “si vendono organi umani” o “traffico di organi” in google, rimarrete spiacevolmente sorpresi.
Le banche immobilizzano grandi quantità di denaro sottraendole al mercato produttivo del lavoro, preferendo dirottarle in borsa e nel molto più redditizio mercato speculativo finanziario.
È risaputo ormai che oltre il 95% della massa monetaria venga impiegata nel mercato finanziario e meno del 5% nel mondo del lavoro per produzione e consumo.

Le banche non concedono prestiti.

La società non riesce a consumare ciò che produce non a causa di una sovrapproduzione, ma di un sottoconsumo, che è altra cosa.
Per l’impossibilità di pagare la rata del mutuo della casa o del locale commerciale, saltiamo una scadenza e veniamo subito schedati come pagatori inaffidabili.

La banca ci blocca il conto, invitandoci a rientrare.

Mettiamo in vendita la casa o un locale ad un prezzo di occasione, ma rimane invenduta perché tutti sono nelle stesse condizioni: non hanno né contanti né credito dal banchiere.

Siamo quasi al capolinea, la fine del ciclo di recessione creato dal sistema bancario, che a questo punto “deve” (preferirebbe avere denari) iniziare a pignorare immobili.

Inizia uno “shopping” in grande stile a prezzi di occasione.
Case, terreni, palazzi, industrie. I banchieri possono impossessarsi di tutto semplicemente togliendo denaro dalla circolazione.
Sono i più grandi proprietari e agenti immobiliari esistenti.

Le proprietà messe assieme con il lavoro di una vita o di più generazioni familiari, perdute senza possibilità di opporre resistenza ed ignorando la grande truffa della quale siamo vittime.
A chi pensate appartengano tutti i migliori edifici e palazzi nei centri storici di qualsiasi città del mondo?
Alle banche.

Una volta soddisfatti del bottino raccolto, i banchieri decidono che è giunto il momento di cambiare rotta. Scende il costo del denaro, si riaprono i rubinetti del credito, privati ed imprenditori si riavvicinano a chiedere soldi in prestito, riappaiono in circolazione i mezzi di scambio misteriosamente scomparsi.

Ripartono consumi, produzione e commercio, il mercato immobiliare si risveglia, si impenna l’erogazione di nuovi mutui: la nuova fase di espansione è servita.
Sino a quando i banchieri, con tanta gente indebitata e troppi crediti a rischio in circolazione, decideranno di invertire nuovamente la rotta.

Contrariamente a ciò che ci ripetono sino alla nausea banchieri e politici nei loro giornali e nelle loro televisioni, la stabilità monetaria e la lotta all’inflazione non interessano.
È dalla instabilità che traggono i massimi profitti.

L’alternanza dei cicli economici provocata ad arte.

Collegato al fenomeno di inflazione e deflazione è il meccanismo della tassazione diretta ed indiretta, e la riscossione dell’Iva in particolare.

Abbiamo detto che il 95/96% del valore monetario circolante è denaro scritturale che esiste solo all’interno delle registrazioni contabili di computer e conti bancari. La continua produzione di questo credito è necessaria per poter permettere ai debitori di restituire i prestiti e mantenere in vita il sistema. Marco Saba, autore di “Bankenstein” e “O la banca o la vita”, dice in un video in internet che l’aumento di massa monetaria (nel nostro paese) procede ultimamente ad un ritmo di circa 15/20 % all’anno. Una cifra di molto superiore alla crescita del prodotto interno lordo nazionale, che in teoria non dovrebbe superare. I banchieri continuano a rubarci potere d’acquisto inflazionando di denaro il mercato rispetto alle merci.

Ciononostante la liquidità in circolazione è sempre insufficiente.
Come mai?

In primo luogo perché quella massa monetaria non arriva a circolare tra i cittadini, ma viene dirottata verso il mercato finanziario. Poi perché il perverso meccanismo di questo sistema monetario continuamente perfezionato da Usurai e politici a loro esclusivo vantaggio, provvede con uno spropositato prelievo fiscale a rastrellare continuamente grandi quantità di denaro dalle nostre tasche.

Relativamente al prelievo fiscale, il caso dell’Iva è clamoroso: proprio quando si crea appunto “valore aggiunto” e c’è più bisogno di mezzi di scambio per consentire il consumo dei nuovi beni prodotti, si procede a ritirare sistematicamente, a scadenze fisse, grandi somme di denaro dalla società, impedendo così, di proposito, il normale sviluppo del processo economico ed il raggiungimento di un minimo di benessere.

“Così ad esempio l’imposta di valore aggiunto (I.V.A.) realizza un prelievo di denaro senza corrispettivo (a ben guardare anche il furto è prelievo senza corrispettivo), proprio nel momento in cui sarebbe giustificato un incremento di emissione monetaria.

Come è noto, infatti, il prelievo qui avviene nel momento in cui il prodotto è immesso sul mercato, sicchè si verifica contestualmente l’incremento dei beni reali ed il prosciugamento della liquidità monetaria.

In tal modo tutto il sistema fiscale è stravolto e deformato. Mentre il tributo tradizionale era il corrispettivo delle funzioni e dei servizi resi dallo Stato, ora lo scopo del prelievo fiscale è diventato il prosciugamento monetario del mercato senza altro corrispettivo che quello di “prosciugarlo”, col pretesto di combattere spinte inflazionistiche. Sicchè ogni aumento di produzione accelera il contestuale prelievo di moneta, realizzando una dinamica deflazionistica che predispone al fallimento le aziende produttrici di beni reali e rende sempre più florida quella dell’usura.

I gruppi di potere che strumentalizzano il sistema bancario possono acquisire il controllo dei valori monetari esistenti sul mercato senza sottrarre ai cittadini la proprietà del denaro. A loro è, infatti, sufficiente che il denaro sia sottratto temporaneamente dalla circolazione a cicli annuali che annualmente si rinnovano – come appunto avviene con l’IVA – per il semplice fatto che:

a) la residua moneta rimasta sul mercato aumenta automaticamente di valore, cioè di un potere d’acquisto esattamente proporzionale alla arbitraria rarefazione di moneta causata dall’imposta;

b) il sistema bancario è sempre nella condizione di sostituire al costo tipografico altrettanta moneta in luogo di quella prelevata, conseguendo così non solo un arricchimento equivalente a quello di tutta la moneta tolta dalla circolazione, ma altresì l’ulteriore lucro dei relativi interessi bancari.

Il denaro prelevato da questa imposta, essendo già nelle tasche dell’operatore economico, è anche quello che egli potrebbe utilizzare senza pagare quegli interessi bancari che invece dovrà pagare quando avrà bisogno di denaro.

Lo scopo vero dell’Imposta di Valore Aggiunto è dunque quello di consentire al Sistema bancario di dare in prestito agli operatori economici il loro denaro ad usura dopo averlo prelevato gratuitamente.

Per rendersi conto della gravità degli inconvenienti dell’attuale sistema basti considerare l’enormità dei poteri consentiti ai gruppi che strumentalizzano il sistema delle banche centrali. Mentre l’emissione monetaria è effettuata dal sistema bancario senza altro costo che quello del simbolo, il pagamento fatto dal contribuente ha un costo reale, perché quel denaro è stato da lui conseguito come corrispettivo di un’attività lavorativa. Ecco perché, avendo quel denaro un valore sostanziale corrispondente a quello da lui legittimamente prodotto, quando il fisco lo preleva senza corrispettivo, realizza un indebito impoverimento del contribuente.

Come se ciò non bastasse, le società strumentalizzanti i vari sistemi politici e bancari, avendo il potere di conoscere esattamente, per la denuncia resa dal contribuente negli usuali formulari, i margini di profitto, i costi e gli investimenti, sono anche in grado di dosare l’entità del tributo, in modo da ottenere il massimo lucro e stabilire arbitrariamente quanto lasciare all’operatore economico come margine di profitto. A ciò si aggiunga il grave inconveniente dei costi indotti di questo sistema fiscale per cui, ricadendo sul contribuente la responsabilità delle registrazioni contabili, si vengono a sterilizzare quantitativi enormi di ore lavorative, destinate a mere attività ragionieristiche.

Se poi si pensa che l’ imposta di valore aggiunto varia non solo da prodotto a prodotto, ma anche fra i vari mercati, il sistema è in grado a proprio insindacabile arbitrio di causare sviluppo o recessione economica dove e quando vuole, perché è in grado di alterare i margini di profitto consentiti.

È sin troppo evidente che questi gravissimi inconvenienti del sistema potranno essere eliminati solo a patto che i prelievi fiscali siano effettuati al solo fine di coprire i costi delle funzioni e dei servizi resi dallo stato alla collettività.”

Come potremo mai ringraziare il professor Auriti? Ancora una volta le sue parole fanno luce su punti oscuri del sistema, mettendone in rilievo i perversi meccanismi che in modo così subdolo ci sottraggono il frutto del nostro lavoro, causando tanta sofferenza nella collettività.

 

Capitolo XV

 

RISERVA FRAZIONARIA

 

Ricordate quando gli orafi, considerando che solo una persona su dieci veniva a riconvertire la ricevuta cartacea in oro, iniziarono ad emettere ricevute che eccedevano in valore la riserva aurea depositata?

Erano le origini del cosiddetto sistema a riserva frazionaria.

Gli orafi agivano in modo disonesto, emettendo ricevute false.
Erano dei falsari, e continuarono ad esserlo sino a quando Guglielmo d’Orange, nel 1694, rese legale la truffa, permettendo ai banchieri la emissione di valore monetario non coperto e garantito da una riserva, non prodotto da un lavoro o da un bene preesistente.
“Out of thin air” dicono negli Stati Uniti, fatto di aria fina, cioè … dal nulla.

Oggi la creazione di denaro dal nulla con conseguente esproprio della ricchezza prodotta dalla popolazione, è la principale attività delle banche, il compimento del maggior furto di tutti i tempi.

La banca è un istituto che in qualche modo ha a che fare con lo Stato, dotato di una spessa e superprotetta cassaforte nella quale affluiscono soldi dei risparmiatori per essere custoditi.
Certo, non abbiamo mai visto con i nostri occhi questa famosa cassaforte, ma chissà quante volte al cinema, soprattutto nei film americani.
Tutti un po’ datati per la verità, ma quella è l’immagine che ci è rimasta impressa nella retina.
Potenza del cinema di Hollywood!

Completamente sotto il controllo della Cia dal 1953 (proprio così! Cercate in internet: Usia, Us information agency) e di società di pochi magnati multimilionari, che controllano allo stesso tempo le società di distribuzione, le sale cinematografiche ed anche le banche che finanziano l’industria cinematografica. Quale tipo di film produrre e mandare nelle sale sono decisioni che devono avere l’approvazione loro e della Cia. Con la conseguenza di un enorme influenza e condizionamento della cultura e dello stile di vita della società dei quali non siamo assolutamente consapevoli.

Pensiamo alla grande produzione statunitense di film di guerra, dove la nobiltà dei buoni (loro) che combattono i cattivi (tutti gli altri) in tante guerre in giro per il pianeta costituisce il filo conduttore: gli americani sono gli unici che continuano a produrre questo genere di cinematografia che somiglia molto ad un grande spot pubblicitario e per trovare ragazzi da arruolare e per pubblicizzare le ultime sofisticate armi da guerra, carri armati e nuovi aerei invisibili ai radar e senza equipaggio: non sarà perchè gli stessi onnipotenti magnati Usurai (l’establishment) controllano pure le grandi multinazionali degli armamenti?

Torniamo alla definizione di banca.

Riconoscendo un interesse quanto più basso possibile a chi deposita denaro, e pretendendone uno molto più alto a chi chiede un prestito, gli istituti di credito traggono il loro guadagno dalle differenze tra i tassi d’interesse dati e richiesti.

La banca presta a me ad un tasso dell’otto per cento annuo i soldi depositati da qualcun altro che riceve uno 0,5 per cento di interesse.
È l’idea che noi dobbiamo avere della banca nel mondo virtuale, anche se neanche in questo modo l’attività bancaria potrebbe essere giudicata etica.

L’Usura (prestito ad interesse) è immorale, devastante.

È la rovina della società, la causa di tanta sofferenza umana.

Ma allora, cos’è e come funziona una banca?

Leggo da un dizionario della lingua italiana: istituto di credito che, con debite garanzie, presta capitali avuti in prestito.
La descrizione è perfetta, sembra pubblicità a pagamento, non mi meraviglierebbe che lo fosse.
Certamente risente del condizionamento del grande capitale sull’editoria.

Ma siamo comunque molto lontani dalla realtà; perché se tutti sapessimo la verità, molti di coloro che hanno soldi depositati, correrebbero in banca a prelevarli.
Con poche possibilità di riuscirci.

Vi farò leggere la descrizione che dà Sandro Pascucci nel suo sito, www.signoraggio.com., della riserva frazionaria. Un po’ cruda, come spesso è la realtà occultata:

“La riserva frazionaria è legale, come era legale possedere schiavi alcuni anni or sono. La riserva frazionaria permette di prestare 5.000 quando hai solo 100 e di quei 100, nessuno è tuo. Un po’ come Gesù Cristo che da 5 pani e 2 pesci ha sfamato una moltitudine …

Il sistema della “riserva frazionaria” è una truffa. Certo si tratta di una truffa legale, come quasi tutte le truffe economiche e monetarie. Vediamo come funziona concretamente: quando depositiamo 100 euro in una banca commerciale, questa apre un conto corrente a nostro nome e si impegna a custodire la nostra banconota (vedi “signoraggio”) nel suo caveau, al sicuro dai ladri.

Il banchiere a questo punto usa una statistica ormai centenaria che gli dice una cosa molto semplice: solo una parte del deposito appena creato verrà usata (“movimentata”) dal cliente.

Quindi il banchiere sa che “quasi sicuramente” la maggior parte dei nostri soldi, dati in sua custodia, saranno immobili nel conto (nella cassaforte) per mesi, per anni. Ricordiamo che il banchiere non è proprietario della nostra moneta, dei nostri soldi, ma ne è solo custode. Ciò nonostante il banchiere considera uno spreco questa immobilità e decide di prestare quanto c’è sul nostro c/c. Oltre alla nostra “comoda disattenzione” il banchiere ha bisogno del politico corrotto che legalizzi questa truffa con una legge creata appositamente.

Si chiama “Misure dell’accantonamento alla riserva obbligatoria” o più semplicemente “riserva frazionaria” ed è smerciata alla pubblica opinione in modo tale che appaia come una forma di tutela per il correntista.

Ormai l’arroganza del binomio banchiere-politico è tale che oltre al danno si aggiunge la beffa: palesando questa legge come un limite al potere del banchiere di creare denaro da prestare, il politico si presenta come tutore dei nostri interessi ma, per fare un esempio, è come se lo stesso politico decretasse “il numero massimo di frustate da somministrare ad uno schiavo” e nel far questo volesse il plauso pubblico per essere stato un paladino dei diritti dell’uomo.

Ma espressamente, cosa dice questa legge? Semplicemente mette un limite alla quantità minima di denaro che i banchieri devono tenere in cassa.

Questo cosa comporta per noi?

Per noi cambia poco, anzi nulla. Se 100 persone versano 100 euro sarebbe legittimo aspettarsi che in qualsiasi momento TUTTI i 100 neocorrentisti possano ritirare i propri 100 euro, no?

Nella realtà, il banchiere, come detto all’inizio, considera uno spreco tutto quel denaro fermo nei suoi caveau, e dal momento che conosce (statisticamente) quanto denaro viene ritirato in media dai correntisti, presta il resto, come fosse denaro suo. Se statisticamente solo il 10% viene “movimentato” (ritirato, speso, versato, spostato, ecc..) vuol dire che la banca ha 100 c/c con 100 euro ognuno, quindi 10.000 euro e di questi 10.000 euro solo 1.000 euro servono in contanti (in cassa) per le operazioni quotidiane (il 10% che dice la famosa statistica, ricordate?).

Quindi 9.000 euro si possono prendere e usare (prestare) anche se non sono proprietà della banca!
Non dimenticate mai questo concetto. Ve lo immaginate il custode del parcheggio dove lasciate l’automobile mentre siete al lavoro che prende la vostra auto, va in giro a caricarci della merce (anche illecita) senza dirvi nulla e corrispondervi nulla? Sì, è vero, la banca dà un “interesse”, se “interesse” si può chiamare lo 0,0005 % che dà oggi!

Cosa cambia per il banchiere?

Per il banchiere cambia molto perché più è bassa la percentuale da tenere in contanti più egli può prestare. Nel 1957 le banche erano tenute a tenere in riserva il 25 % del deposito, nel 1970 erano scese al (circa) 15% e oggi solo il 2% (e in alcuni casi lo 0%). Quindi oggi la banca può ricevere 10.000 euro e prestarne 9.800 (non suoi!) e questo grazie alla legge sulla “riserva obbligatoria e frazionaria”.

Ma la truffa non finisce qui.

Quei 9.800 euro prestati andranno prima o poi versati in un altro conto (magari della stessa banca o di altre banche, ma poco cambia dato che il sistema bancario è un “cartello”, come quello della droga). Nel nuovo c/c basterà tenere contanti per 196 euro (9.800 x 2%) e si potranno prestare i restanti 9.604 euro (9.800 – 196) e il ciclo continuerà sul nuovo conto corrente. Alla fine della fiera, partendo da 10.000 euro, la banca potrà creare e prestare 500.000 euro, ossia 50 volte di più e incamerare i relativi interessi. Tutto senza avere altro che i 10.000 reali iniziali (e che andavano solo custoditi!).

Ora si capisce la potenza delle banche commerciali che possono creare denaro dal nulla (o meglio: moltiplicare quello dei correntisti) con la complicità dei politici corrotti, che danno legalità alla truffa. Voi pensate che per scoprire il trucco basterà andare in 100 allo sportello per riprendersi i 100 euro, giusto? Sbagliato.

Matematicamente basterebbe che i primi 3 clienti pretendessero indietro i propri soldi per far cadere il sistema, poiché con la riserva al 2% solo i primi due (del gruppo dei cento iniziali) troverebbero ancora qualcosina .. il terzo rimarrebbe con un pugno di mosche. E così il quarto e tutti gli altri .. purtroppo il sistema accorrerebbe in soccorso della banca in difficoltà e scenderebbe in campo la Banca Centrale in persona a stampare ciò che non è mai esistito (come accade in questi giorni alla Northern Rock Bank).

Un giorno un tale sfamò un mucchio di persone con 5 pani e 2 pesci e in occasione di un pranzo di nozze dissetò tutti gli invitati mescendo vino da un otre semivuoto, ma questa è la vecchia religione.

La nuova religione del Dio Denaro prevede una nuova figura. Il banchiere di Caanan, che crea e moltiplica all’infinito denaro. E debito per noi popolino.”

Quindi, ricapitolando: in seguito ad un nostro versamento di 10.000 euro, il sistema bancario può prestarne, successivamente, 500.000.

Se uno di voi versa 1 milione, 50 possono essere ceduti in prestito, tutti “coperti” dal vostro.

Un miracolo?
No, perché quantunque anch’essi difficilmente spiegabili, i miracoli pare siano fenomeni rari, fuori dall’ordinario.

Questa magia della creazione di capitali è ordinaria amministrazione per il sistema bancario, si ripete tutti i giorni.

Come è possibile che 50 persone possano avere un milione se ne esiste solo uno?
Infatti non è possibile, è un inganno, una illusione.

Il denaro è si una creazione umana e si basa sulla fiducia, ma, più che sulla fiducia, i banchieri puntano tutto sulla nostra ignoranza.
Se sapessimo, la fiducia non tarderebbe a svanire.

Se uno di voi depositasse un milione in contanti e la banca prestasse quel milione ad un imprenditore che ne facesse richiesta, tutto rientrerebbe nella normalità di una corretta prassi bancaria. Ma il banchiere tiene il milione depositato come “riserva”, e apre un credito di 50 inesistenti milioni alla società.

Le banche non prestano soldi veri, fanno aperture di credito in conto corrente.

Digitano una cifra nel computer.

Danno un libretto di assegni, “promesse” di essere trasformati in soldi autentici.

Promesse che non possono essere, nè verranno, mantenute.

Infatti, l’assegno non avrà bisogno di adempiere alla promessa perché ritorna in banca senza essere stato trasformato in denaro vero.
Rimane una promessa, incompiuta.
Ecco perché gli assegni sono tutti non trasferibili ormai.

In modo che rimangano promesse e tornino immediatamente nel sistema bancario, che così non sarà obbligato a mantenere la promessa e trasformarli in denaro, mettendo allo scoperto il fatto che 49 di quei 50 milioni non esistono

Altro che assegni non trasferibili per la lotta al riciclaggio!

Riciclaggio di che?

Soldi provenienti dalla droga?

Volete sapere chi manovra la droga nel mondo?

Digitate in google “droga e Cia”, “Bush sr., droga e Cia”, “Soros, droga e Cia”, oppure “Soros, svalutazione lira, droga e Cia”.

continua…..

 

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Paolo MALEDDU