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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 10°parte                           La Grande Truffa – 11°parte

La Grande Truffa – 12°parte                                            La Grande Truffa – 13°parte

La Grande Truffa – 14°parte                                            La Grande Truffa – 15°parte

La Grande Truffa – 16°parte                                            La Grande Truffa – 17°parte

La Grande Truffa – 18°parte                                            La Grande Truffa – 19°parte

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

20° parte

 

…………….

Come posso mettere a passivo in bilancio un valore che non ho mai posseduto?

Nei fatti, Bankitalia apposta al passivo 100 milioni come se quella “semplice merce” fosse già “moneta” di sua proprietà.
Considerandosi proprietaria, si sente autorizzata a chiedere un interesse sul valore che presta allo stato.

In pratica vuole trasmettere questo messaggio equivoco: vi presto ad interesse parte dell’oro che tengo in cassaforte, consegnandovi però le banconote che lo rappresentano. Dal momento che possono essere cambiate in oro in qualsiasi momento, questi biglietti rappresentano un mio debito nei vostri confronti.
Ecco perché vengono contabilizzati come passivo.

Li considera un debito, però si fa pagare gli interessi.

Come può pretendere di riscuotere interessi su un debito?

Gli interessi si riscuotono sui crediti, non sui debiti!

Vi è mai capitato di ricevere, invece di pagare, interessi sui vostri debiti bancari?
Certamente no.

Queste cose sono permesse solo ai Grandi Usurai, che scrivono e riscrivono le regole a loro piacimento, come solo agli autentici dittatori è permesso.

“Mentre, quindi, nei casi normali, il creditore percepisce gli interessi dalla moneta che presta, ed è il debitore che paga quegli interessi, nel caso in esame le posizioni appaiono stranamente invertite, con un debitore che, anziché pagare, incassa gli utili.”
Bruno Tarquini, già Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello dell’Aquila, nel suo “La banca, la moneta e l’usura. La Costituzione tradita”
Non è finita.

Le stesse “autorità monetarie” riescono (vedi brano in appendice) a definire “la moneta inconvertibile di corso legale” un “debito inesigibile”.

Per confonderci meglio le idee viene coniata la definizione di . . . debito inesigibile!
Caos completo.

“Una cosa è dire che “il credito” è inesigibile perché il debitore non può pagare, altra cosa è invece dire che esso è inesigibile perché il debitore (la Banca Centrale) per legge ha la garanzia di non dover pagare.”
Bruno Tarquini

Considerandosi in modo del tutto arbitrario “proprietaria” del valore monetario, la banca centrale pone al passivo la moneta per tutta la durata della circolazione.
Può dichiarare debito e mettere al passivo l’intero ammontare dell’emissione monetaria per incassarlo come “nero” e non pagare tasse. Allo stesso tempo riscuotere interessi su un debito che non dovrà mai restituire perché dichiarato, da rappresentanti delle istituzioni, inesigibile!

Inaudito.
La legalizzazione di una evidente anomalia con possibile evasione fiscale.

Con quale autorità morale possono i nostri politici continuare a chiedere sacrifici alla popolazione, bollare come evasori intere classi di imprenditori ed artigiani, pretendere il pagamento di imposte spropositate, vessarci con disposizioni sempre più onerose e impossibili da osservare?

E cosa impedisce al popolo di ribellarsi a tanta ingiustizia?
L’assoluta mancanza di cultura monetaria, l’inconsapevolezza dell’inganno.

In conseguenza di questo poco credibile pareggio di bilancio, viene a mancare alla società civile anche l’intero ammontare del prelievo fiscale dovuto per l’enorme guadagno derivante dal signoraggio monetario.

Noi sappiamo bene che al momento della emissione i simboli vuoti, i biglietti appena stampati, sono solo una merce di scarso valore, carta stampata.
La stessa Banca d’Italia lo ha confermato.

Quindi il conteggio corretto sarebbe : + 100 milioni di attivo in entrata (i Bot), e, diciamo, – 30 mila euro (il costo della carta stampata) in uscita.
Per un ricavo totale di 99 milioni e 970 mila euro di imponibile sul quale calcolare la percentuale di imposte da pagare.

Con l’accredito elettronico via computer, ormai in quasi la totalità dei casi, il costo è praticamente uguale a zero, ed il signoraggio corrisponde all’intera cifra: 100 milioni.

Prelievo fiscale totalmente evaso dalla banca centrale, con ulteriore danno e beffa per i cittadini perseguitati invece da un fisco spietato.
Tutto ciò nel più vergognoso silenzio di politici, Guardia di Finanza e Magistratura che non parlano, non vedono, non sentono.

Per quale motivo gli organi preposti si accaniscono contro un piccolo artigiano costretto a fare dei lavoretti in nero per sopravvivere e non intervengono all’origine nella più grande delle evasioni fiscali?

Una spiegazione plausibile potrebbe essere che solo pochissimi leader politici ed una esigua minoranza dei vertici di Magistratura e Guardia di Finanza capiscono a fondo la truffa monetaria.

E, naturalmente, tacciono.
Tutti gli altri componenti di tali organismi di sorveglianza agiscono da utili idioti nell’adempimento del proprio dovere.

La Banca d’Italia non avrebbe nessuna difficoltà a pagare qualsiasi ammontare di tasse dal momento che può emettere a costo zero tutto il denaro necessario, il problema sarebbe piuttosto che tale quantità di valore monetario dovrebbe essere fatto rientrare nei (falsi) bilanci dello Stato, e quindi nella disponibilità della classe politica.
Come mai non è stata mai ufficialmente smentita la notizia data dall’ingegner Argo Fedrigo qualche anno fa nel corso di una trasmissione televisiva, secondo la quale sono stati rinvenuti alle Isole Cayman, noto paradiso fiscale, due conti correnti bancari intestati alla Banca d’Italia?

Perché sicuramente i conti esistono, ma non certo per occultare redditi da signoraggio.
Una banca emittente non dovrebbe avere necessità di occultare denaro, dal momento che ha la possibilità di crearlo dal nulla in qualsiasi momento..

La notizia, come sempre in questi casi, viene ignorata per spegnersi lentamente. Nonostante l’ingegnere abbia esortato la magistratura ad indagare e si sia messo a disposizione per essere interrogato, nessuno si è fatto avanti per far luce sull’argomento.

Questa passività in bilancio serve piuttosto a controllare (diminuire) la quantità di denaro spettante allo Stato per reddito da signoraggio, dal momento che, è bene precisare sempre e comunque, la gran parte di tale reddito torna allo Stato in varie maniere. È la successiva gestione di questo denaro da parte della classe politica che lascia perplessi.

Il nodo centrale del problema rimane la moneta presa a prestito dai Grandi Usurai in sostituzione dell’unica, autentica moneta possibile: quella stampata a titolo originario dallo Stato (tutti noi) e gestita a beneficio dei popoli.

Il governo Prodi ha costretto, dal 1 ottobre 2006, tutti i possessori di partita Iva ad aprire un conto in banca, motivandolo, come sempre, con ragioni d’urgenza in materia di evasione fiscale e riciclaggio.

Ora che conosciamo il quantomeno equivoco comportamento dell’altisonante Banca d’Italia, riusciamo a vedere l’inganno in tali provvedimenti?

L’evasore è il calzolaio, quei pochi che sono riusciti a sopravvivere, che per continuare a lavorare deve obbligatoriamente aprire un conto corrente in un istituto bancario e sottomettersi a tutte le vessazioni che ciò comporta, comprare un bel computer e pagare gli F24 online.
Colpo di grazia per l’ennesima categoria di artigiani, loro sì evasori, che nel dopoguerra riuscivano a mantenere dignitosamente una famiglia con il loro lavoro, ma che le misure adottate da politici “camerieri dei banchieri”, hanno costretto a chiudere.

È la sistematica distruzione di una piccola classe media imprenditrice che prosegue a ritmo crescente, con regole e costi di lavoro troppo onerosi per poter essere rispettati, e le banche che rifiutano credito ai piccoli imprenditori, creando nel tessuto commerciale della società un vuoto che viene riempito dalla grande distribuzione in mano alle multinazionali del grande capitale internazionale.

In favore di chi agiva il presidente del consiglio Prodi, già consulente della poderosa Goldman Sachs, dei cittadini o dei banchieri?

Ci vogliamo rendere finalmente conto che questo rapporto obbligatorio con le banche non è altro che una forma di controllo e costante prelievo su noi tutti, con conseguente soffocamento delle attività produttive?

È così difficile intravedere nei continui provvedimenti adottati, carte di credito e rintracciabilità di ogni singola operazione, un avvicinamento verso la realizzazione di una società senza contante totalmente controllata?

Quando oggi avete qualche problema con la carta di credito, il denaro contante risolve la situazione.
Ma non lascia tracce. Al Vero Potere che ci controlla piace sapere dove, quando, a che ora e per cosa avete usato la carta. Rintracciabilità completa, altro che privacy, menzogna virtuale.

Già oggi molte catene di hotel internazionali appartenenti, partecipate, o semplicemente indebitate e quindi condizionate dal potere bancario, vi rifiutano l’alloggio se non disponete di una carta di credito. Domani inizieranno catene di negozi hi-fi o ristoranti, fornitori di telefonia o energia.

Molte polizze assicurative si possono pagare esclusivamente con assegno.
Lo Stato si è già allineato, dal momento che i detentori di partita Iva devono obbligatoriamente pagare per via telematica. È uno di quei molti casi nei quali lo stato non si identifica con il popolo, ma piuttosto con le decisioni prese da banchieri che ricoprono incarichi di governo, come visto nei capitoli precedenti.

Se già da oggi voi avete qualche problema con un istituto bancario (come è possibile non averne con tutto ciò che stiamo subendo?), questo potrà mettervi fuori dalla società civile semplicemente ritirandovi la carta di credito e chiudendovi il conto corrente.

Vi ritroverete emarginato e nell’impossibilità di intraprendere una qualsiasi attività solamente per essere stato schedato come “cattivo pagatore” (chi non lo è con l’attuale situazione economica?) o non esservi allineato alle sempre più severe norme bancarie, pur senza aver mai infranto una legge dello stato.

Tutto ciò non può non portarci alla conclusione che non si tratta di disposizioni contingenti adottate con il pretesto di una ridicola lotta al riciclaggio (da parte di chi? del popolo ridotto in miseria?), ma piuttosto la normale attuazione di un progetto sapientemente preparato nei minimi dettagli.

A cosa mira questo progetto?

Ad espropriarci dei frutti del nostro lavoro attraverso il sistema monetario e tenerci sotto controllo. Impoverirci.

Questo per la semplice ragione che un popolo schiavo e sottomesso è, per ovvi motivi, molto più facile da governare di uno libero e benestante.

Ci vuole un esercito bene armato e ben pagato per tenere in piedi una dittatura.
Nei paesi occidentali la dittatura dei banchieri internazionali, opportunamente occultata dietro una democrazia virtuale, si sta attuando a nostra insaputa con il controllo dell’emissione monetaria.
Già nel 1934 Gertrude Coogan scriveva nel suo “I creatori di moneta”:

“Oggi, il nostro sistema monetario non funziona come mezzo per lo scambio dei beni. È un mezzo di controllo: un controllo esercitato sugli esseri umani, molto più disumano di quello a cui furono sottoposti, in ogni epoca della storia mondiale, gli schiavi utilizzati sulle navi”.

La moneta è lo strumento usato per sottometterci, il debito è la catena che ci tiene prigionieri.
Gli Usurai internazionali sono in guerra contro di noi da secoli. Noi non ci stiamo difendendo perché non sappiamo di essere in guerra, dal momento che non ci è mai stata dichiarata, a conferma del comportamento meschino e vile sempre tenuto dai nostri nemici.

Sarebbe bene che iniziassimo a prendere coscienza della realtà dei fatti per poter quindi recuperare quello status di uomini liberi, prima che sia troppo tardi.
Prendiamo coscienza della gravità della situazione. Non lasciamoci fuorviare da tesi di fantasiosi complotti, ma cerchiamo conferme nelle situazioni di perenne disagio economico e finanziario che siamo costretti a vivere a causa delle regole restrittive dettate da banche private.

Leggetevi in internet “Il più grande crimine” di Paolo Barnard. Capirete quanto meticolosamente e con quanti capitali investiti l’elite dominante ha ripreso il controllo totale del pianeta imponendoci neoliberismo e globalizzazione selvaggia.

Ripetiamolo ancora una volta: non ci può essere penuria di mezzi di scambio.
La scarsità è ciò che fa aumentare il valore del denaro. Pertanto viene mantenuta dai banchieri ed usata come un’ arma.

Solo una pesante manipolazione del sistema monetario può causare inflazione e deflazione, fenomeni facilmente controllabili quando, raramente ed in forma lieve, avvengono per motivi di mercato.
La scarsità è creata ad arte per impoverirci, limitando così i nostri diritti di liberi cittadini.

Assumete un atteggiamento critico nei confronti di qualsiasi informazione, non prendete per buone le “verità” di giornali e televisioni, diffidate pure delle mie parole e di ciò che avete letto sino ad ora in questo libro.
Il mio obiettivo è solo quello di insinuare in voi un qualche ragionevole dubbio, sperando di esserci riuscito.

Ma, per favore, entrate in internet, cercate conferme, continuate ad informarvi.

Digitate sul vostro motore di ricerca preferito parole come signoraggio, sovranità monetaria, riserva frazionaria, emissione monetaria, etc., tutto un nuovo mondo vi si aprirà davanti.
Un mondo sino ad ora sconosciuto ai più: il mondo reale.

 

Capitolo XIV

 

“Se il popolo americano permetterà mai che banche
private controllino l’emissione della valuta, le banche
e le società che proliferano intorno ad esse, prima
tramite l’inflazione e poi tramite la deflazione,
priveranno il popolo di tutte le sue proprietà fino
al momento in cui i figli si ritroveranno senza
tetto nel continente conquistato dai padri”

Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti

 

INFLAZIONE E DEFLAZIONE

 

Ci siamo ripetutamente imbattuti nell’inflazione nei capitoli precedenti.

Per completarne la definizione in maniera semplice, torniamo volentieri nella nostra bella isola di Maldiventre.

Ammettiamo che vivano sull’isola dieci persone, ognuna delle quali esercita un proprio mestiere. Uno fa il muratore e costruisce case, un pescatore fornisce il pesce, un terzo ha aperto una mescita di vino prodotto nel suo vigneto, un allevatore distribuisce latte e formaggi, e così via.

Ciascun abitante dell’isola possiede 100 euro in contanti.
A Maldiventre circolano quindi 1.000 euro, che equivalgono al valore delle ricchezze dell’isola.
Cioè, la somma dei valori delle case, della barca del pescatore, del vigneto, del bestiame e degli altri beni presenti sull’isola è ciò che il denaro circolante può comprare.

Un bel giorno … chiedo scusa, un tristissimo giorno per il futuro degli abitanti di Maldiventre, una banca inizia l’attività sull’isola.
Dopo aver studiato un po’ la situazione economica sull’isola, il banchiere immette in circolazione altri 1.000 euro.

Cosa succede?
Si sta creando inflazione.

Sono raddoppiati i mezzi di scambio a disposizione, senza che siano aumentati contemporaneamente i beni commerciabili.

Il valore dei beni è ora quantificabile in 2.000 euro.

Il banchiere può potenzialmente impossessarsi di oltre la metà dei beni presenti sull’isola.

Con la stampa dei 1.000 euro ha praticamente rubato dalle tasche di ciascun abitante il 50 % del potere d’acquisto.
La moneta si è svalutata.

Se il pescatore poteva in precedenza con i suoi 100 euro acquistare un decimo dei beni presenti sull’isola (1.000), nella nuova situazione creatasi (2.000 euro in circolazione) può acquisirne solo un ventesimo.

Ma non basta dire che la moneta si è svalutata, è ingannevole, sembra che le perdite siano equamente distribuite.
Non è così.

Chi spende i propri soldi all’inizio del ciclo inflattivo acquisterà a prezzi normali. Mano a mano che l’inflazione sarà più palese ed i prezzi aumenteranno, ci vorranno sempre più mezzi di scambio per accaparrarsi lo stesso quantitativo di merci.

I pensionati, i percettori di reddito fisso e coloro che hanno tenuto i soldi fermi in banca o nel cassetto, saranno i più svantaggiati, subiranno la maggior perdita di potere d’acquisto.
Sino a quando pensioni e stipendi verranno rimessi in linea con i nuovi prezzi.

Chi ha il privilegio di emettere denaro è il gran beneficiato.

Il sistema bancario, trasformando carta in denaro o creando denaro scritturale con il credito, si impossessa del valore monetario prodotto dalla popolazione e dei suoi beni (case, terreni, locali commerciali, aziende, servizi pubblici, etc.) senza aver apportato un lavoro o introdotto merci nella società.

Sottrae a tutti noi potere d’acquisto e il frutto del nostro lavoro, distribuendo biglietti di carta o impulsi elettronici del computer dal costo nullo, sotto forma di credito, promesse di pagamento.

È un valore creato dal nulla sul momento, anche con il miracolo della riserva frazionaria che vedremo tra poco. Diverso sarebbe se le banche prestassero moneta precedentemente guadagnata e depositata da un lavoratore.

I mezzi di scambio che non hanno avuto origine da un lavoro, sono falsi crediti vantati nei confronti di coloro che hanno invece già dato alla società.
False richieste di un servizio non dovuto.

I banchieri che mettono in circolazione tali ricevute, come i falsari, rubano alla società.

I falsari, loro concorrenti e per tale motivo da essi stessi perseguiti, rischiano in proprio.

Gli Usurai internazionali sono legittimati a creare denaro dal nulla da una serie di norme emanate da loro stessi con la complicità di politici prezzolati, e perciò non rischiano nessuna condanna.

L’inflazione non è esattamente, come si suol dire, una tassa occulta.
La tassa è un corrispettivo pagato per un servizio reso dallo Stato ai cittadini.

Quale sarebbe il servizio reso in cambio della perdita di una parte del nostro potere d’acquisto?
L’inflazione non è altro che un continuo travaso, non dovuto, di ricchezza dalle tasche del popolo inconsapevole alle casse dei banchieri.
Un furto.

Per introdurre la deflazione, terribile arma in mano ai Grandi Usurai, ripartiamo dalla definizione iniziale di denaro: misura del valore, mezzo di scambio, contenitore di potere d’acquisto, deposito di ricchezza.

I banchieri, grazie al monopolio che detengono ed all’interesse ingiustamente preteso, trasformano il denaro in una merce soggetta alla legge della domanda e dell’offerta.
Trattenendo contanti e non concedendo crediti, fanno aumentare il valore della moneta che rimane in circolazione.

Se l’inflazione è l’aumento della massa monetaria circolante in rapporto alle merci, la deflazione è il suo contrario: pochi mezzi di scambio per acquistare troppe merci.

I soldi circolanti non riescono ad acquistare tutte le merci prodotte.
Riusciamo a produrre, grazie alla spettacolare tecnologia della quale siamo in possesso una miriade di beni che però non possiamo acquistare.

Perche´?
C’è la crisi, “non ci sono soldi”.

I giornali e le televisioni dei padroni addebitano alla crisi ogni colpa, e noi non riusciamo ad intravedere i veri colpevoli: i banchieri, il sistema monetario esistente, la grande finanza internazionale.

Il sistema bancario non immette in circolazione i mezzi di scambio necessari al funzionamento dell’economia. Crea di proposito una deflazione, unica causa della crisi.

La differenza tra un periodo di “boom” economico e uno di crisi risiede unicamente nel numero di mezzi di scambio in circolazione.

Se ci sono dieci persone e dieci banconote, tutte hanno accesso al cibo; se le banconote sono solo due, otto persone sono in grande difficoltà.
C

’è forse qualcosa di complicato nella stampa dei biglietti di carta?

La stabilità della moneta e la lotta all’inflazione, obiettivi sbandierati dalle banche centrali, sono facilmente raggiungibili mettendo in circolazione un numero di mezzi di scambio adeguato alle merci da scambiare.

Ma la verità è che gli Usurai non vogliono la stabilità monetaria, preferiscono l’inflazione e soprattutto la deflazione.

I banchieri mantengono ad arte in circolazione una insufficiente quantità dei mezzi di scambio.
Una merce molto richiesta della quale c’è poca offerta disponibile, avrà un prezzo altissimo.

Conoscete alcuna merce più richiesta della moneta?
Vi viene in mente qualcosa di cui tutti siamo più a corto?

Come mai?
Chi controlla una merce che tutti vogliono ha in mano un potere enorme.

In una pubblicazione del 1994, Modern Money Mechanichs, la Federal Reserve Bank di Chicago, ammette spudoratamente che il valore del denaro deriva dalla sua scarsità, dando ad intendere di conseguenza che, affinché possa mantenere un certo valore è necessario che ce ne sia in circolazione una quantità inferiore alle esigenze.

I banchieri si sono fatti consegnare dai rappresentanti del popolo il monopolio dell’emissione monetaria, e per accrescere il loro potere sulle popolazioni mondiali, fanno scarseggiare i mezzi di scambio.

Imponendoci il sistema da essi voluto, impediscono ad una parte sempre più rilevante della popolazione mondiale di nutrirsi e dissetarsi senza un biglietto che loro si rifiutano di mettere in circolazione in quantità adeguate.

C’è una bellissima rappresentazione in teatro, ma la sala non si riempie perché non sono stati messi in circolazione sufficienti biglietti d’ingresso.

L’emissione monetaria è l’arma più potente a disposizione degli Usurai per ridurre in schiavitù un essere umano ridotto a massa insignificante.

Per controllare il flusso della moneta circolante, la banca modifica il costo del denaro e manovra il rubinetto del credito.

Se vuole aumentare la massa monetaria in circolazione ed innescare una espansione economica o un vero e proprio “boom”, riduce in maniera consistente l’interesse sui prestiti, concede crediti e sempre più persone accorreranno in banca a chiedere denaro.

Se al contrario vuole farci soffrire perché magari non gradisce le scelte politiche dei governi, la Grande Usura internazionale alza il tasso di interesse, chiude il rubinetto del credito, e fa diminuire la massa monetaria circolante.

Chi è indebitato (chi non lo è?) inizia a soffrire per l’aumento delle rate dei mutui, degli interessi sugli scoperti in conto corrente e per le sempre maggiori difficoltà a reperire denaro.

Il valore della moneta viene fatto arbitrariamente oscillare dagli Usurai, facendo lievitare l’ammontare del denaro che dobbiamo restituir loro.
Il contrario di quanto ingannevolmente sbandierato come obiettivo da tutte le banche centrali: la stabilità della moneta.

Produttori e commercianti vedono ridotti o annullati i loro margini di guadagno. Le vendite calano perché le gente deve dedicare più soldi a ripianare debiti e meno allo shopping.

Il numero delle banconote in circolazione diminuisce rapidamente. Le merci rimangono invendute sugli scaffali dei negozi, la produzione si ferma, le industrie licenziano, la disoccupazione aumenta, sempre meno gente ha soldi per comprare e consumare, in un susseguirsi di causa ed effetto che porta la società alla paralisi.

continua…..

 

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Paolo MALEDDU