2015.11.20 – PARIS – Il vero Dio si chiama Denaro

Posted by Presidenza on 20 Novembre 2015
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per quelli che ancora non sanno cosa realmente ci sia dietro a questa guerra…..

 

 

 

2015.11.19 – La Grande Truffa – 18° parte

Posted by Presidenza on 19 Novembre 2015
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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

La Grande Truffa – dalla 1° alla 10°parte                             La Grande Truffa – 11°parte

La Grande Truffa – 12°parte                                              La Grande Truffa – 13°parte

La Grande Truffa – 14°parte                                              La Grande Truffa – 15°parte

La Grande Truffa – 16°parte                                              La Grande Truffa – 17°parte

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

18° parte

 

 

………………..

Ecco perché siamo sempre a corto di soldi. Non bastano mai. Una volta un artigiano riusciva a mantenere una intera famiglia dignitosamente, oggi due stipendi in famiglia bastano a malapena a sopravvivere.

La moneta è un debito.

Si fa un gran parlare di interesse, sentiamo continuamente pronunciare questa parola in televisione, ne parliamo tra di noi, la leggiamo sui giornali, ma come al solito nessuno ci spiega mai le terribili conseguenze che genera. Meglio tenerci nell’ignoranza.
Intanto abbiamo già visto come l’interesse trasforma un prestito in debito inestinguibile e quale sia la potenza devastante dell’interesse nell’esempio del centesimo investito al tempo di Cristo che si trasforma in miliardi di globi d’oro delle dimensioni della terra.
Poi, deve essere chiaro che l’interesse non è solo quello che paghiamo sul prestito di denaro, ma si insinua dappertutto.

L’interesse è presente in qualsiasi merce o servizio che paghiamo.

Nel prezzo di un prodotto finito ci sono i costi del materiale usato, il lavoro, il guadagno e gli interessi pagati da tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione.
Pensiamo a quante persone od imprese hanno contribuito a far arrivare a casa nostra il tavolo di legno che sta in soggiorno: l’impresa che taglia alberi in Brasile o nell’Europa del nord, quella di autotrasporti che consegna i tronchi alla industria di trasformazione, lo stesso mobilificio, un altro autotrasportatore sino al negozio di mobili. Per far viaggiare le merci da un punto all’altro del pianeta ci vogliono navi, camion, energia.

Dal momento che la moneta esce dalle banche come debito, nei costi di queste imprese sono compresi gli interessi versati per ottenere i finanziamenti, che sommati, si scaricano tutti sul consumatore finale.

Margrit Kennedy nel suo già citato “La moneta libera da inflazione e da interesse”, in uno studio realizzato negli anni ’80 in Germania, dice che nei prezzi di ogni bene o servizio che acquistiamo, una media del 50% è da addebitare ad interessi.

Riporto qui di seguito alcuni estratti di sue considerazioni e conclusioni da leggere attentamente:

“Quindi, se noi potessimo abolire l’interesse e sostituirlo con un altro meccanismo per mantenere la moneta in circolazione, la maggior parte di noi potrebbe raddoppiare la propria ricchezza o lavorare la metà, mantenendo lo stesso stile di vita”.

“Un terzo malinteso che riguarda il nostro sistema monetario è questo: visto che tutti noi dobbiamo pagare gli interessi quando prendiamo denaro in prestito oppure quando compriamo beni e servizi, allora ci troviamo tutti nelle stesse condizioni.
Non è vero. In realtà in questo sistema ci sono enormi differenze tra coloro che traggono profitto e coloro che invece devono pagare.… tra le uscite e le entrate derivanti da interessi … l’80% della popolazione paga di interessi più di quanto riceve; il 10% riceve un po’ più di quanto paga; il restante 10% riceve quasi il doppio rispetto a quanto paga, cioè riceve quello che tutti gli altri ci rimettono come interessi. Quindi questo grafico spiega, in maniera semplice e diretta, come mai i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”.

“In altre parole, nel nostro sistema monetario noi consentiamo che un meccanismo occulto di redistribuzione trasferisca costantemente la ricchezza in modo iniquo da quelli che devono lavorare per vivere a quelli che invece vivono di rendita…”

Aggiungiamo noi, che lo stesso perverso meccanismo dell’interesse semplice e composto permette che il divario tra paesi poveri e paesi ricchi cresca sempre più, a causa principalmente dell’indebitamento dei primi verso le banche occidentali. Indebitamento inestinguibile, come ormai sappiamo.

Il mondo occidentale in generale si è potuto permettere sino ad ora (le cose stanno drammaticamente cambiando) uno stile di vita estremamente dispendioso, sfruttando risorse e lavoro a basso costo delle popolazioni dei paesi del terzo mondo.
L’interesse è un arma devastante. Gavino nell’isola di Maldiventre, dopo aver restituito 100 euro in 10 anni, aveva ancora tutto il capitale, 100, da restituire.
Lo stesso semplicissimo meccanismo del debito infinito viene usato con i paesi costretti ad indebitarsi.

Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, strumenti della Finanza Usuraia, indebitano ad arte i paesi del terzo mondo ben oltre le loro possibilità di restituzione del credito, per poterli dissanguare con la sola arma degli interessi: delle loro riserve monetarie prima, e delle loro risorse più preziose poi. Siano esse materie prime come minerali, petrolio, legnami, acqua; coltivazioni come tabacco, caffè, cacao, banane; o servizi fondamentali che privatizzati e ceduti a multinazionali occidentali diventano estremamente redditizi.
Parliamo del sistema sanitario, la distribuzione dell’acqua potabile, il sistema bancario, l’istruzione pubblica, la telefonia, l’energia, tv e giornali.

È la costruzione dell’impero americano e della grande Usura internazionale attraverso il debito.

John Perkins, un economista pentito che per conto di multinazionali americane è andato per tanti anni in numerosi paesi del terzo mondo, ci racconta mirabilmente nei suoi due libri “Confessioni di un sicario dell’economia” e “La storia segreta dell’impero americano” come riusciva nel proprio intento di indebitare oltremisura, con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, dittatori e governi di tali paesi.

Come, quando i “sicari dell’economia” come lui fallivano per l’opposizione di governi che non si facevano corrompere, intervenisse la Cia americana, cercando di organizzare dei disordini popolari per rovesciarli (in Iran nel 1953 o in Cile nel 1973), oppure procedendo ad eliminare con attentati leader politici scomodi o riluttanti che non volevano indebitarsi o cedere le loro risorse.

Provate a digitare in un motore di ricerca ognuno di questi nomi abbinati alla Cia americana. Per esempio: Mossadecq e Cia, Torrijos e Cia, Arbenz, Allende, Roldòs, Noriega.
Quando poi neanche la Cia riesce ad eseguire l’incarico, interviene l’esercito, come recentemente in Afghanistan ed Iraq.

“Ci sono due modi di conquistare e rendere schiava una nazione. Uno è con la spada. L’altro è con il debito.”

John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti

 

Capitolo XII

IL MOMENTO MAGICO: LA CARTA SI TRASFORMA IN DENARO

 

Noi, lo Stato, abbiamo bisogno di soldi per costruire un nuovo ospedale, 100 milioni di euro.
Dal momento che ci è stato sottratto il diritto sovrano di stampare la nostra valuta, e che gli introiti del prelievo fiscale non coprono l’ordinaria amministrazione perché una fetta importante serve a ripagare gli interessi sul debito pubblico, li dobbiamo chiedere in prestito.
Ci dobbiamo indebitare emettendo Titoli di Stato, così come spiegato nel capitolo sull’emissione monetaria.

Come tutto ciò che riguarda la moneta, il percorso compiuto dai nostri soldi per venire alla luce non può essere semplice, trasparente; meglio una gimcana tortuosa, un labirinto in cui perdersi.
Invece di essere spiegato chiaramente a tutti i cittadini nei maggiori quotidiani o nelle televisioni pubbliche, tutto viene complicato nel tentativo di confonderci e allontanare i curiosi.
L’esatto contrario della trasparenza democratica.
Se non ci fosse niente da nascondere, tutto si svolgerebbe alla luce del sole, in maniera limpida.

“La popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse credo che prima di domani ci sarebbe una rivoluzione.”
Ricordiamo le parole di Ford.

Quando le banconote appena stampate sono ancora nel luogo di produzione, sostanzialmente una tipografia, sono ancora una merce qualsiasi, carta. Un simbolo senza valore.

Quale è il momento magico della trasformazione?

In quale preciso istante la carta diventa denaro?

Senza di noi, il popolo, quel momento non arriverebbe mai.
Siamo noi che diamo valore al denaro accettandolo e facendolo circolare.

Ricordate il governatore che stampa banconote sull’isola?

È solo carta straccia. In assenza di qualcuno che lo accetti, riconoscendole un valore e dando qualcosa in cambio, quel simbolo è destinato a rimanere un involucro vuoto.

La carta diventa denaro nel preciso momento in cui viene depositata nelle nostre mani.

Prestiamo quindi attenzione a questo passaggio: sino a quando rimane in possesso di Bankitalia è solo carta stampata; prende valore di moneta solo dopo aver lasciato le mani dei banchieri per venire depositata in quelle dello Stato, cioè nelle nostre mani.

Noi le diamo valore con la nostra accettazione, induciamo in essa il potere d’acquisto, la riconosciamo come moneta.
Tanto è vero, che se restasse nella tipografia continuerebbe ad essere semplice carta immagazzinata negli scaffali.

Quindi alla Banca d’Italia dovrebbe essere riconosciuto solo un compenso per la stampa eseguita, come per una qualsiasi tipografia, poche migliaia di euro. Il compenso invece è di 100 milioni di valore in titoli di stato più una certa somma di interessi.

Si parla molto poco dell’emissione del denaro, e perlopiù in termini equivoci, inframmezzati da ingannevoli accenni all’oro, per farci credere che il metallo giallo sia ancora abbondante nelle casseforti delle banche centrali a garanzia del valore monetario.
Una grande e confusa menzogna mediatica.

“ … le Banche Centrali . . . inducono le collettività nel falso convincimento che il valore esista già nelle mani dell’emittente prima dell’accettazione. Così le banche centrali hanno inculcato nelle collettività nazionali il falso convincimento di dover accettare la loro moneta, all’atto dell’emissione, col corrispettivo del debito: cioè in prestito”. Parole di Giacinto Auriti.

Come la Tipografia Centrale incaricata dal Milan di stampare i biglietti di Milan – Juve si voleva ingiustamente appropriare dell’intero incasso non riuscendoci, la privatissima banca centrale si impossessa del valore dell’intero ammontare dell’emissione monetaria del nostro paese che non le appartiene.

Quel denaro è del popolo italiano.

Alla Tipografia Centrale il colpo non riesce perché si imbatte in un dirigente onesto, alla banca centrale riesce in pieno perché non un solo Presidente della Repubblica o del Consiglio o un Ministro del Tesoro fa sentire con autorità e dignità la propria voce in difesa del popolo.

La grande truffa si compie ripetutamente nel silenzio di chi sa.

“Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi”.

Ancora una volta sono gli stessi Usurai che ci rivelano i segreti più inconfessabili.
Queste frase è contenuta in una lettera inviata alla ditta Kleimer, Morton e Vandergould di New York da uno dei Rothschild nel 1863.

Il valore è un concetto.
Nasce nella nostra mente nel momento in cui decidiamo di accettare quel simbolo cartaceo come mezzo di scambio nella certezza che altri lo accetteranno da noi.
La nostra fiducia induce il valore nel simbolo.
Le disposizioni ufficiali, dichiarandola moneta legale ed a corso forzoso, suggellano l’accordo tra tutti noi: quel simbolo è la valuta ufficiale del paese, ha valore senza necessità di alcuna riserva d’oro, sarà utilizzata dallo stato per i pagamenti e richiesta e accettata per l’esazione delle tasse.

Ed i Buoni ordinari del Tesoro?
Sono promesse di pagamento, ma hanno un valore che viene dalla certezza che le cambiali verranno onorate.

Il Governo, con l’autorità della legge e della forza che verrà impiegata per farla rispettare, preleverà da noi, con le imposte o con sequestro forzoso dei beni, i soldi che serviranno per onorare le scadenze.

I titoli sono garantiti dal nostro lavoro e dalle nostre proprietà.
Quindi noi diamo valore sia alle banconote che ai Buoni del Tesoro.

Cosa mette di suo la banca?

Assolutamente niente.
La banca è un involucro vuoto, non ha niente di suo da dare.

È solo un deposito dove dovrebbe venire regolato il flusso dei mezzi di scambio in entrata ed in uscita.

Coloro che ne hanno in eccesso li depositano, ed altri li prelevano per utilizzarli rimettendoli in circolazione.
Perlomeno, questo è ciò che una banca dovrebbe essere.

Ma non è solo questo, perchè il custode del deposito è andato ben oltre le sue competenze, iniziando a produrre falso denaro e a metterlo in circolazione, confondendolo con quello vero.

La banca non nasce per creare denaro, ma solo per custodirlo.
La moneta è ciò che giustifica la sua esistenza, non il contrario.
L’esistenza della banca è subordinata a quella del mezzo di scambio.
Che dovrebbe solo custodire e ridistribuire. Quanto più breve la sosta, tanto di guadagnato per tutti noi.

I mezzi di scambio nascono per circolare.

I politici hanno reso la banca proprietaria di un simbolo vuoto di pochi centesimi di costo spacciato invece per denaro, valore monetario con potere d’acquisto.
Decisione revocabile in qualsiasi momento.

Noi siamo i proprietari del valore, generato dalla nostra mente, che induciamo nel simbolo.
In qualsiasi simbolo.

“La moneta appartiene a chi crea il valore, non a chi fa il simbolo”, diceva con ragione Giacinto Auriti.

Concluso lo scambio tra Bot e banconote, ci ritroviamo con 100 milioni e costruiamo il nostro ospedale, ma ci siamo indebitati per sempre per restituire capitale ed interessi per il meccanismo del debito infinito.

Ogniqualvolta la Banca d’Italia decide di aumentare il costo del denaro (le abbiamo consegnato definitivamente anche quel privilegio nel ’92 con Guido Carli, ricordate?), il nostro debito cresce.
Il governo dovrà aumentare le tasse o tagliare qualche servizio, che è quasi la stessa cosa. Ora le due cose si fanno contemporaneamente, perché in tempi di crisi si possono adottare provvedimenti più pesanti, fuori dall’ordinario.Il popolo, preoccupato e confuso, si può ingannare più facilmente in tempi di tensioni economiche e politiche.
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Restituiamo il denaro preso in prestito?
No, perché si può parlare di prestito solo quando un proprietario presta qualcosa di suo, che già gli appartiene. Ma abbiamo capito che non è la banca la legittima proprietaria della moneta.

Noi prendiamo carta che vale qualche migliaia di euro, la paghiamo 100 milioni e restiamo pure indebitati della somma relativa agli interessi.

Siamo proprio così stupidi?

Purtroppo sì. Siamo analfabeti in materia monetaria, un’ ignoranza “appresa” nei banchi della scuola dell’obbligo ed all’università.

“Gli uomini nascono ignoranti. L’educazione li rende stupidi”.
Bertrand Russell

Ricordate l’esempio del cervello del neonato e del computer appena assemblato nel primo capitolo?

L’educazione scolastica e le informazioni di carta stampata e Tv che attualmente vengono somministrate, non permettono alle menti dei bambini di comprendere cose tanto elementari come l’organizzazione della società umana, il processo economico e la funzione dello strumento monetario.
A quei bambini non sarà consentito comprendere neanche quando saranno adulti, non per la difficoltà della materia, ma semplicemente perché non gli sono stati mai forniti i giusti input, gli strumenti che permettano loro di capire.

Coloro che sanno, i nostri politici, controllano che la truffa vada a buon fine.
Se il denaro ci appartiene, perché lo dobbiamo prendere in prestito?

La moneta è stata concepita dalla nostra mente, le diamo valore con una nostra attività mentale, con l’accettazione introduciamo il valore nel simbolo, con il lavoro creiamo la ricchezza reale.

Solo il popolo ha il potere di trasformare la carta in denaro.

Invece succede che i politici cedono agli Usurai il monopolio di un simbolo che, sottoposto a una diabolica manipolazione, viene trasformato in strumento di esproprio della ricchezza del pianeta prodotta dalla popolazione mondiale.

Vediamo come dovrebbe avvenire l’emissione della moneta in una economia sana dove l’obiettivo è la giusta ripartizione tra tutti i membri della società del benessere prodotto dal lavoro.

Il governo ha bisogno di soldi per costruire una nuova struttura ospedaliera.
Meglio ancora: noi, come comunità, sentiamo l’esigenza di avere un nuovo ospedale.
Trattandosi della nostra salute e di soldi nostri, lo vogliamo esteticamente bello, non uno di quei casermoni tristi e decadenti ai quali ci siamo dovuti abituare.

Lo vogliamo immerso nel verde, con uno sviluppo orizzontale, moderno, efficiente, pulito, solare.
Con tanti medici ed infermieri competenti e ben pagati, felici di prendersi buona cura di noi e non ostaggi delle grandi industrie farmaceutiche.

Piccola parentesi: se si trovassero i rimedi per sconfiggere le malattie “incurabili”, le multinazionali del farmaco chiuderebbero presto i battenti.

Una popolazione sana sarebbe la loro rovina.

Per i loro affari hanno bisogno di farci ammalare: è ciò che stanno facendo ?
Sì.

Scoprite in internet, con il “Codex Alimentarius”, il delirio di onnipotenza che guida le azioni dell’elite dominante.

Per pagare imprese costruttrici e forniture, il ministero del Tesoro stampa 100 milioni di euro di biglietti di Stato (con maiuscola perché in questo caso meriterebbe tutto il nostro rispetto) di proprietà del popolo.

A progetto ultimato, con la nuova struttura sanitaria avremo migliorato la qualità della vita della comunità, arricchendola di 100 milioni in valore immobiliare e 100 milioni in denaro contante.
Totale: 200 milioni di ricchezza prodotta attraverso il lavoro.

Nessun debito pubblico creato, zero interessi da pagare, nessun prelievo fiscale, nessuna inflazione o deflazione perché si è mantenuto l’equilibrio tra liquidità in circolazione e nuovi beni presenti sul mercato.

Un benessere diffuso facilmente raggiungibile senza dover chiedere soldi in prestito agli Usurai, ma semplicemente usufruendo in modo intelligente, grazie alla nostra avanzata tecnologia, delle risorse generosamente messe a disposizione da Madre Natura.

Un netto, continuo miglioramento della qualità della vita su tutto il pianeta.

continua…..

 

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Paolo MALEDDU

Assad: << Che Hollande lavori per la sicurezza e gli interessi del suo popolo, e c’è una domanda che ogni francese dovrebbe porsi: la politica francese, negli ultimi cinque anni, ha fatto qualcosa di buono per i francesi ?
Il governo francese attualmente non è serio. Non si può parlare di cooperazione di intelligence per combattere il terrorismo quando allo stesso tempo la politica del vostro governo va nella direzione di sostenere il terrorismo. Questo è quello che intendo per essere seri.>>

 

 

tratto da: (clicca qui)

2015.11.16 – Chi c’e’ dietro la strage di Parigi?

Posted by Presidenza on 16 Novembre 2015
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E anche questa volta, l’Occidente sarà di nuovo in guerra bypassando l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Purtroppo, ci sarà molto altro sangue che scorrerà nel deserto in Medio Oriente e per le strade di Europa.

Solo le élite globali resteranno al sicuro.

 

 

Pubblicazione1

 

Analisi del collaboratore di Intelligence Ahmed Rajeev, ci sta fornendo un altro punto di vista sugli attacchi di Parigi.

Molti esperti politici hanno dichiarato che, l’Occidente opera una politica viziata in Medio Oriente. Ma non è affatto vero. La politica apparentemente imperfetta è quella di creare un terreno ‘giustificato‘ per condurre una guerra a fondo scala nel Medio Oriente e occupare i territori con le ricchezze naturali per rendere forte la loro area geopolitica dove nessuno, in futuro, osi chiederne parte. L’Occidente ha già creato forti distruzioni in Medio Oriente, e ora sta applicando queste, sulla propria terra, in cui le teste d’uovo (intellettuali al servizio) delle élite politiche e le grandi corporations sono al sicuro, ma non quelle dei civili innocenti.

Il terrorismo che spesso è frainteso come terrorismo islamico è stato creato e nutrito dalle agenzie di intelligence occidentali per combattere l’Unione Sovietica negli anni ’80.

L’intelligence occidentale ha scoperto che questo particolare tipo di terrorismo ha avuto un potenziale di diffusione più grande di qualsiasi ideologia sulla terra, perché può avere un enorme impatto sulla demografia della società musulmana. Così, dopo aver ottenuto un risultato fruttuoso nella guerra afghano-sovietica, l’Occidente ha iniziato ad utilizzare questo cosiddetto terrorismo per adempiere la propria agenda geopolitica in potenziali altre aree geografiche. Abbiamo visto come l’ovest ha usato il terrore di Osama Bin Laden e Al Qaeda per occupare e creare divisioni sociali nella rotta degli affari in Afghanistan, e con il petrolio ha fatto enormi guadagni geopolitici.

La guerra fatta in Iraq, la guerra fatta indirettamente in Siria, le rivoluzioni colorate e l’assassinio dei leader nazionali in alcuni paesi del Medio Oriente ha avuto un effetto diretto sull’allevamento delle persone più odiose contro i valori occidentali e le ideologie. Si tratta di un progetto ben attuato, piena illusione, di politiche globali dell’occidente nel condurre una guerra di occupazione, evitando l’immagine da fascisti.

Quest’anno, più di 1 milione di siriani e altri arabi si sono instradati verso l’Europa specialmente in Germania e in Austria, con l’aiuto stesso dell’Occidente. Il cancelliere tedesco e altre personalità politiche hanno effettivamente riconosciuto che la migrazione di massa destabilizza l’Europa ed è affine agli interessi delle multinazionali e delle élite occidentali. Ci sono state segnalazioni che, con quei migranti, sono arrivati in Europa migliaia di terroristi addestrati alla guerra. Così, l’Occidente ha progettato l’arma migratoria già installatasi in una vasta area dell’Europa per avviare attacchi terroristici contro la popolazione civile che, ironia della sorte, paga le tasse al governo per la loro sicurezza e benessere. In altre parole, gli europei stanno pagando le tasse per mettere la loro vita a rischio. Ed è inevitabile che questo accada, quando la società vede la gente, le persone, come consumatori (numeri) invece di esseri umani.

Il gioco ben progettato del Medio Oriente percorreva già una strada fantastica secondo l’interesse occidentale, fino all’ingresso dei russi nella fase di guerra in Medio Oriente. L’Occidente ha letto questo ingresso dei russi come una forte minaccia per l’attuazione del loro piano in Medio Oriente.

Il governo siriano era il loro principale ostacolo, e il presidente Assad è sopravvissuto a molti tentativi di rovesciamento dall’occidente e dai loro alleati regionali. D’altra parte, gli agenti di prossimità occidentali sono noti come “terroristi” e “ribelli moderati” in Siria e Iraq, ed hanno perso beni significativi durante la campagna aerea russa in atto da un mese, campagna che è supportata assieme alle forze armate siriane . E’ stato un avanzamento contro i mercenari militari delegati dall’Occidente nel cuore del Medio Oriente. È interessante notare che, quando l’Occidente ha osservato la sconfitta delle loro forze di procura, hanno spinto la loro attività diplomatica per sedersi ad un tavolo e raggiungere un accordo di pace sulla questione Siria.

Il mese scorso, c’è stato un incontro a Vienna, dove 19 gruppi di interesse si sono incontrati sul tema della Siria. E dopo due giorni, il mondo ha visto il disastro aereo russo che ha ucciso 224 cittadini russi in Egitto. In seguito, molte agenzie di intelligence hanno sostenuto che l’aereo è stato abbattuto da una bomba. Quindi, a quanto pare, l’insediamento di Vienna non ha funzionato. Se ci fosse un accordo, allora nessuno avrebbe messo una bomba su un aereo. Mentre Putin ha parlato del doppio gioco dell’Occidente, qui si può vedere come l’ovest ha fatto il doppio gioco per risolvere un problema sul tavolo delle trattative, ha scatenato sotto copertura la distruzione con il piano di abbattimento dell’aereo, l’ovest trasmette così un messaggio alla Russia, il futuro del Medio Oriente può essere deciso solo dall’ovest, e la Russia deve trattenersi nei suoi sforzi di supporto alla liberazione.

Veniamo al massacro di Parigi, coloro che vogliono, possono, ricordare l’attacco di Mumbai del 2008, vi è una somiglianza tra due attacchi. Sono venuti in otto a Mumbai con AK-47, ma non indossano alcun giubbotto suicida. A Parigi aggressori sono stati aggiornati con giubbotti suicidi per garantire la massima causalità o una strategia di ‘ammazzare per quanto si può ‘ in modo che non si verifichi alcuna carenza di terrore e di panico. Anche se ci sono somiglianze nell’attacco, vi sono minori connessioni politiche fra loro. D’altra parte, dopo quell’evento raccapricciante di sterminio di massa di più di 150 persone le potenze a livello mondiale hanno riecheggiato reciproci sentimenti e intenzioni. Il presidente Usa ha detto, “questo è un attacco a tutta l’umanità e ai valori universali che condividiamo e non vendiamo, siamo preparati e pronti a fornire tutta l’assistenza ai francesi di cui hanno bisogno per rispondere“. Il presidente francese ha detto, è un atto di guerra dello stato islamico e si impegna a prendere contromisure. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha detto, “Israele sta a fianco, spalla a spalla, con il presidente francese Francois Hollande e con il popolo di Francia nella comune lotta contro il terrorismo“. Il primo ministro britannico David Cameron ha detto: “Siamo con voi.”

Così, si può facilmente prevedere dalle dichiarazioni di cui sopra che l’Occidente si presenta con l’idea di lottare duramente il cosiddetto terrorismo islamico conducendo una guerra in Iraq, in Siria e in altre parti del Medio Oriente sotto l’ombrello della Nato. E anche questa volta, l’Occidente sarà di nuovo in guerra bypassando l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Così, il massacro di Parigi ha dato all’Occidente una giustificazione morale e affermazione di una consenso globale per lottare duramente in Iraq e in Siria. La prossima campagna della NATO sarà qualcosa di simile alla campagna ‘Shock and Awe‘ (colpisci e terrorizza) che avevamo visto durante l’invasione militare americana in Afghanistan.

Poiché nella geopolitica non vi è spazio per le emozioni e i valori morali, questi disegni occidentali di ‘Caos e Occupy‘ non danneggia le élite o gli atlantisti ma sta creando una crisi esistenziale per la popolazione in generale di alcuni paesi che hanno altri valori culturali e religiosi.

La prossima guerra al terrorismo della NATO cambierà con la forza le attuali forme geopolitiche del Medio Oriente. La guerra avrà un intento di mostrare il più forza e potere militare dei russi, per ristabilire un controllo militare fermo sopra particolari posizioni importanti in modo che le potenze regionali del Medio Oriente accettino la supremazia militare occidentale.

‘Guerra al Terrore’

Con l’avvento della NATO (in Medio Oriente) si tenterà di contenere la potenza dell’Iran attraverso tutti i mezzi possibili in modo tale che l’Occidente possa stabilire il proprio fantoccio che venderà tutti gli asset nazionali a ovest senza alcuna l’autorizzazione dei popoli (ONU). D’altra parte, il movimento dei BRICS e degli altri blocchi economici e politici alternativi sarà ostacolato in modo permanente.

I poteri soft e i “poteri aspiranti ‘(Turchia e India) delle varie parti del mondo pagheranno la loro fedeltà al blocco occidentale nella mostra della loro potenza in arrivo in Medio Oriente. Quindi, l’attacco a Parigi servirà per aiutare l’Occidente ad adempiere molto meglio le sue ambizioni geopolitiche in Medio Oriente rispetto a prima. Ma purtroppo, ci sarà molto altro sangue che scorrerà nel deserto in Medio Oriente e per le strade di Europa, solo le élite globali resteranno al sicuro.

Pubblicazione2

tratto da: (clicca qui)

2015.11.12 – La Grande Truffa – 17° parte

Posted by Presidenza on 12 Novembre 2015
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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 10°parte                        La Grande Truffa – 11°parte

La Grande Truffa – 12°parte                                         La Grande Truffa – 13°parte

La Grande Truffa – 14°parte                                        La Grande Truffa – 15°parte

La Grande Truffa – 16°parte

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

17° parte

 

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Louis T. McFadden, senatore americano e già presidente della Commissione Bancaria della Camera negli anni ’20, davanti al congresso degli Stati Uniti nel 1932 :

“Signor presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al consiglio di amministrazione della federal reserve e alle banche federal reserve.
Il consiglio di amministrazione della federal reserve, un consiglio di amministrazione del governo, ha fregato al governo degli Stati Uniti ed al popolo statunitense abbastanza soldi da estinguere il debito pubblico.
Le predazioni e le ingiustizie del consiglio di amministrazione della federal reserve e delle banche federal reserve, sono costate a questo paese soldi a sufficienza per ripagare numerose volte il debito nazionale.
Questa maligna istituzione ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, è andata in bancarotta ed ha portato alla bancarotta il governo.
Qualcuno pensa che le banche federal reserve siano istituzioni degli Stati Uniti.
Non sono istituzioni statunitensi.
Sono monopoli di credito privati che si basano sul popolo statunitense per arricchire se stessi ed i loro clienti stranieri, gli speculatori e predatori interni e stranieri, ed i ricchi predatori usurai.
In questa oscura cricca di pirati finanziari ci sono quelli che taglierebbero la gola di chiunque per sottrargli un dollaro dalle tasche, vi sono quelli che mandano soldi negli stati per comprare i voti per controllare la nostra legislazione, e ci sono quelli che mantengono una propaganda internazionale allo scopo di ingannarci e di spingerci a fornire nuove concessioni che gli permetteranno di insabbiare le loro malefatte precedenti e di rimettere in moto il gigantesco treno criminale.
Questi 12 monopoli privati vennero slealmente ed ingannevolmente imposti a questo paese da banchieri che venivano dall’Europa e che hanno ripagato la nostra ospitalità minando alla base le istituzioni americane.”

Questo sfogo ed altre dichiarazioni simili sono costate la vita al senatore. Un “ improvviso attacco cardiaco” mise fine alla sua esistenza nel 1936, dopo due precedenti attentati falliti.

Da evidenziare che, a differenza della Costituzione Italiana che colpevolmente non ne fa cenno, quella americana attribuisce giustamente al Congresso il monopolio dell’emissione monetaria.
Ciononostante la Federal Reserve si è appropriata del valore e dell’emissione della moneta che presta ad interesse, sottraendola all’unico legittimo proprietario: il popolo.
Basti questa clamorosa illegalità nel paese indicato ad esempio di democrazia per chiarire chi tra banchieri e politici detiene il controllo del potere negli Usa e nel resto del pianeta.

Charles Lindbergh già in precedenza aveva ammonito:

“Questa legge istituisce il più gigantesco cartello del mondo.
Quando un presidente firmerà questo disegno di legge, il governo invisibile del potere del denaro sarà legittimato. La gente potrà non scoprirlo subito, ma la resa dei conti è rimandata solo di qualche anno.
Il peggior crimine legislativo di quest’epoca è stato perpetrato grazie al sistema bancario”.

Ed ancora:

“Per determinare il rialzo dei prezzi, tutto ciò che il consiglio della federal reserve farà, sarà abbassare il tasso di risconto producendo una espansione del credito e la risalita del mercato azionario; poi quando i soggetti economici si saranno adattati a queste condizioni, potrà frenare il benessere proveniente dal loro procedere alzando arbitrariamente il tasso di interesse.
Può far sì che il mercato oscilli in maniera morbida tra una espansione ed una contrazione attraverso lievi cambiamenti del tasso di interesse, o causare violente fluttuazioni attraverso una variazione più marcata.
In entrambi i casi avrà informazioni interne sulle condizioni finanziarie e saprà in anticipo del cambiamento imminente, sia in un verso che nell’altro.
Questo è il più strano e pericoloso vantaggio mai posto nelle mani di una classe di privilegiati da parte di qualsiasi governo che sia mai esistito.
Il sistema è privato, condotto con il solo scopo di ottenere i più grandi profitti possibili dal denaro altrui.
Essi sanno in anticipo quando creare ondate di panico a loro vantaggio. Sanno anche quando fermare questo panico.
Inflazione e deflazione funzionano entrambe bene per costoro quando vogliono controllare la finanza.”

Qualche anno più tardi, un profondamente amareggiato Woodrow Wilson ammise il grave errore commesso nell’aver agevolato la fondazione della Federal Reserve:

“La nostra grande nazione è controllata dal suo sistema bancario in mani private.
La crescita della nostra nazione e di tutte le nostre attività è inevitabilmente nelle mani di pochi uomini che cercano di stemperare, ostacolare e distruggere le autentiche libertà economiche.
Siamo arrivati ad uno dei governi peggio regolamentati e più controllati e dominati del mondo civilizzato.
Nessun governo della libera opinione, non più il governo degli ideali e del voto della maggioranza, ma il governo dell’opinione e della coercizione di piccoli gruppi dominanti.”.

 

Capitolo XI

 

IL DEBITO È INESTINGUIBILE

 

Come abbiamo già detto in precedenza, il denaro nasce come debito, con l’emissione di una cambiale, i titoli fruttiferi del Tesoro. Nel capitolo sulla Federal Reserve, i banchieri stessi indicano nell’articolo dell’Hazard Circular che i Buoni del Tesoro devono essere usati come base dell’attività bancaria.

Come mai?

Per svariati motivi.

Innanzi tutto, hanno un valore certo perchè garantiti dalla ricchezza del paese, il lavoro e le proprietà della popolazione.
Poi perché producono enormi percentuali di interessi sulle grandi quantità di denaro richieste dagli stati.
Quindi perché con l’acquisto e vendita dei buoni si controlla la quantità di moneta in circolazione, frenando o stimolando inflazione e deflazione con tutte le implicazioni che ne conseguono.
Infine per il meccanismo semplice e perverso al tempo stesso che si insinua nell’emissione monetaria e nello scambio con la cambiale.

Nel momento di accettare in prestito soldi ad interesse, il debitore mette il proprio futuro nelle mani della banca creditrice. Le leggi ad hoc approvate con la collaborazione di banchieri prestati alla politica, lo mettono in una condizione di totale sudditanza.

Tutto si svolge all’interno di un insieme di regole e disposizioni internazionali che ci costringono ad accettare clausole vessatorie che ci lasciano completamente indifesi contro ogni tipo di sopruso “legale” subito da parte di quelle mostruose piovre dai mille tentacoli che sono diventate le banche.

Con l’attuale sistema monetario, i Buoni del Tesoro garantiti dal prelievo fiscale, danno origine ad un inestinguibile debito pubblico che la grande Usura internazionale usa per condizionare a proprio vantaggio le politiche economiche degli stati.

Cosa significa essere indebitati?

Per capire bene cosa sia il debito è opportuno trasferirci su un isola deserta, Maldiventre magari, che è bella e vicina, qua di fronte alle coste del Sinis.
Sull’isola va a vivere un nostro amico, Gavino, che prende a prestito 100 euro da un banchiere di passaggio con il suo yacht.
Alla scadenza deve restituire il capitale e pagare un interesse del 10% annuo: dovrà restituire 110 euro.

Essendo l’unico abitante dell’isola, tutto ciò che su di essa si trova è a sua disposizione gratuitamente. Quei soldi sono pertanto inutili, non possono essere usati come mezzo di scambio, non circolano, non comprano, sono un mero simbolo.
Non ci sono merci da scambiare e nessun altro che, accettandoli, induca valore nel simbolo trasformandolo in denaro.
Sono solo carta, ed infatti non si muovono dal cassetto.

Alla scadenza prefissata il banchiere vuole i suoi soldi, capitale più interessi.

Come potrà mai Gavino restituire 110 se sull’isola ci sono solamente 100 euro?

Il banchiere non accetta cassette di pomodori o pesci in pagamento, lui commercia soldi, è il suo mestiere. Per poterli restituire il nostro amico si dovrebbe far prestare altri 10 euro dal banchiere ed indebitarsi ulteriormente, senza via d’uscita.

Il debito è inestinguibile.

Perchè?

Per il semplice motivo che il banchiere ha messo in circolazione a Maldiventre solo 100 euro.
Gli altri 10 non esistono, e la banca non ha interesse a stamparli e metterli in circolazione perché in tal caso il debito potrebbe essere saldato.
E non è esattamente ciò che i creatori di denaro vogliono.

Gavino è indebitato per sempre.

Si è innescato il meccanismo del debito infinito.

Il debito, capitale più interesse, è sempre più grande del prestito, il capitale.

Ecco perché diventa di per sé inestinguibile.

Il banchiere ha un’altra soluzione da proporre, dopotutto è lui l’esperto in materia: “Va bene” dice, “per questo anno lasciamo perdere i 100 euro del capitale, ne riparliamo alla prossima scadenza, ora mi paghi solo i 10 di interessi”.
Gavino gli dà 10 euro e rimette nel cassetto i 90 rimanenti.

L’anno successivo le cose non cambiano, anzi peggiorano: deve sempre 100, nonostante ne abbia già restituiti 10, e ne ha solo 90.

Paga altri 10 euro di interessi senza restituire capitale. Rimane con 80 euro.
Così di seguito il terzo anno dovrà 100 e avrà 70, quindi 100 e 60, sino al decimo anno, nel quale rimarrà senza soldi contanti ma con un debito di 100 euro.
Dopo averne restituito 100, ne avrà ancora altrettanti di debito. Incredibile.

Questa soluzione è buona solo per il banchiere, come pure le altre alternative rimaste: Gavino potrà estinguere il debito solo con proprietà immobiliari, case e terreni, o lavorando per chissà quanti anni solo per restituire i quattrini al banchiere.

Lavorare solo per pagare debiti è uguale ad essere schiavi del creditore.

Il debito riduce in schiavitù.

“Il denaro è una nuova forma di schiavitù, distinguibile dalla vecchia forma solo per il fatto che è impersonale, non c’è nessuna relazione umana tra padrone e schiavo”. Lev Tolstoj

Se sull’isola ci fossero state due persone, ed avesse ognuna di loro preso 100 euro in prestito, alla scadenza una su due, se più capace o fortunata negli affari, avrebbe potuto restituire 110.
All’altra rimarrebbero 90 euro, si troverebbe nell’incapacità, pur volendo, di restituire il dovuto. Mors tua, vita mea.

Con tre persone, una su tre o due su tre, hanno la possibilità di salvarsi; ma quel che è peggio è che una su due o due su tre sono destinate a soccombere. Nessuna possibilità di sopravvivenza.

Ora prendiamo invece l’intera popolazione italiana, circa 60 milioni di persone, nel suo insieme. L’intera società italiana, una volta preso del denaro in prestito dalla Banca d’Italia, sarà indebitata per sempre.

All’interno della popolazione, se alcuni riusciranno a saldare i propri debiti, molti altri non potranno.
È matematicamente impossibile. Proprio come sull’isola.

Perché?
Perché il debito è costituito dal capitale, 100, più l’interesse, 10.

La banca, avendo in monopolio l’emissione della moneta, non ha interesse che la società civile nel suo insieme estingua il debito, perciò mette in circolazione solo il capitale, 100, in modo che rimanga indebitato per sempre.

Con l’attuale sistema monetario, il nostro debito pubblico è inestinguibile.

Per iniziare, non dovremmo avere nessun debito pubblico perché i soldi ci appartengono e, come stato sovrano, non abbiamo bisogno di prenderli in prestito.

Non può esistere nessun debito pubblico.
È una invenzione, un inganno.
È illegittimo e non deve essere restituito.

Invece ci ritroviamo carichi di una infinità di tributi e balzelli, la cui unica funzione è quella di sottrarre soldi a noi per passarli agli Usurai internazionali, con cifre sempre crescenti utilizzate per pagare non il capitale, ma gli interessi sul debito come nell’esempio precedente, e sempre meno per offrire dei servizi alla popolazione.

In questo sistema monetario, molti di noi sono destinati al fallimento, non per incapacità personale, ma perché non c’è possibilità matematica che tutti possiamo vivere.

La bancarotta è inevitabile, fa parte del sistema.

Ansia, insolvenza, disperazione e suicidio, sono parte di questo perverso sistema monetario.
O noi eliminiamo lui, o lui eliminerà noi.
Non ci può essere pace all’interno della società perché siamo tutti in lotta alla ricerca di quel 10% di interesse che non esiste.

La banca emittente non lo mette di proposito in circolazione.

Coloro che riusciranno ad accaparrarselo lo faranno decretando la morte di qualcun altro.
Di qui la competizione, l’aggressività, la lotta per la sopravvivenza.
Delinquenza e violenza scoppiano soprattutto per necessità.
Chi ha avuto meno fortuna o parte culturalmente svantaggiato, pur di salvarsi, come ultima risorsa, è costretto a delinquere.

Obiezione: l’economia italiana non è chiusa in se stessa, la società italiana può trovare all’estero quel 10% mancante.
Verissimo.

Il mio esempio vuole solo far cogliere il meccanismo all’origine del debito infinito.

In ogni caso, basta salire di un altro gradino e prendere in considerazione l’intero pianeta.
Quando la popolazione mondiale nel suo insieme prende dei soldi in prestito dalla Banca Mondiale, l’effetto è sempre uguale: l’intera umanità sarà indebitata per sempre, senza via d’uscita.

All’interno della geografia planetaria ci saranno i paesi forti che si salveranno perché andranno a prendersi, con l’inganno o con la forza, le risorse dei paesi militarmente e culturalmente più deboli.

È ciò che sta succedendo ed è sempre successo.
Noi ricchi occidentali abbiamo sempre depredato i paesi del sud del mondo portando via loro petrolio e gas, minerali ed oro, banane e caffè, mantenendoli poveri ed indebitati.

Le guerre non scoppiano per esportare democrazia o per difendere degli ideali.

“… i nostri ideali sono “i nostri peggiori istinti vestiti di paroloni.”
Celine

Per esportare la democrazia in Afghanistan ed in Iraq, l’oligarchia che gestisce il potere negli Stati Uniti ha dovuto farla sparire completamente dal proprio paese.

Per l’insorgere delle inimicizie tra stati si indicano ovviamente dei nobili motivi per nascondere quelli veri molto più materiali: impossessarsi delle altrui ricchezze e colonizzarli.

Ancora una volta ascoltiamo il parere degli esperti in creazione di debito, sempre nell’articolo dell’Hazard Circular, pubblicazione della Banca d’Inghilterra controllata dai Rothschild:

“Il grande debito al quale i capitalisti mirano viene dalla guerra . .”

Questo nell’articolo del 1862, ma per chi avesse ancora dubbi sulle intenzioni dei banchieri, queste sono le parole pronunciate già un secolo prima, nel 1773, da Amschel Mayer Rothschild, capostipite della dinastia:

“La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere.”

Che possiamo aggiungere quando le intenzioni vengono espresse in maniera tanto semplice e chiara dagli stessi banchieri?

Il popolo, creatore e proprietario della moneta, in questo sistema monetario, per poter usare i soldi necessari per portare avanti l’ordinaria amministrazione statale, deve chiederli in prestito indebitandosi, scatenando per di più la battaglia per la sopravvivenza sia all’interno della società nazionale che nella comunità planetaria per cercare il 10% di interesse mancante da restituire ai banchieri.

E la banca?
Prendiamo in esame la sua situazione prima e dopo il prestito.

Il Sistema Europeo delle Banche Centrali emette la carta moneta e controlla il sistema monetario.
Partendo dal presupposto iniziale, certo, chiaro, evidente, che il denaro appartiene al popolo perché siamo noi che creiamo il valore, la funzione della banca di emissione si dovrebbe ridurre a quella di una semplice tipografia che stampa il simbolo cartaceo senza valore.

Al contrario, quando la Banca d’Italia acquisisce i nostri 100 milioni di Bot dando in cambio un contenitore ancora senza valore, non si comporta da tipografia che percepisce il giusto corrispettivo per il lavoro di stampa eseguito, ma si impossessa del potere d’acquisto che, nello scambio con lo stato, viene contestualmente indotto nel simbolo, 100 milioni.

Il valore dei Bot è reale, tanto è vero che messi in vendita, vengono acquistati da banche centrali straniere, fondi di investimento, banche commerciali, pensionati e risparmiatori, tramutandosi immediatamente in contante.

La banca emittente dà carta e riceve Bot che trasforma poi in denaro vero.
Cambia carta per denaro.
Dà un simbolo vuoto, facendocelo pagare 100 milioni di euro.

La banca centrale ci sottrae il valore di tutti i soldi che entrano in circolazione, consegnandoci un involucro vuoto, e lasciandoci per di più indebitati per sempre dell’importo degli interessi.

Il rapporto tra noi Stato e la Banca d’Italia ha la forza di un contratto in quanto formalizza e consolida la seguente situazione:

a) accettando quei biglietti di carta dalla Banca d’Italia , noi riconosciamo di essere debitori, non proprietari del denaro. Dal momento che solo il proprietario ha facoltà di prestare, accettandoli in cambio dei Bot, riconosciamo alla Banca d’Italia la proprietà dei soldi;

b) accettandola, riconosciamo a quella carta colorata la qualità di denaro.

Ora mi faccio da parte perché voglio che leggiate e rileggiate le parole del Professor Auriti, illuminanti e assolutamente necessarie per cogliere il meccanismo dell’inganno:

“All’atto dell’emissione monetaria è stato applicato un principio ben noto alle scuole di alta diplomazia, per cui, quando si vuole far accettare alla controparte una condizione che quella non avrebbe mai accettato se ne avesse avuto la consapevolezza, si pone la clausola come parte implicita del contratto. Così avviene che, chi prende denaro in prestito da una banca di emissione esplicitamente riconosce di essere debitore, ma fa implicitamente altre due dichiarazioni ben più importanti, di cui non si rende conto, perché egli riconosce ai documenti ricevuti la qualità di denaro e ne attribuisce contestualmente la proprietà alla banca, perché prestare denaro è una prerogativa del proprietario.”

La grande truffa è compiuta.
Si è realizzato un rovesciamento contabile.
Il popolo da proprietario si è trasformato in debitore della propria moneta.

In pratica si è passati da una situazione assolutamente invidiabile di potenziale illimitata ricchezza, stampare moneta per costruire infrastrutture migliorando la qualità della vita e creando un benessere diffuso con l’immissione di liquidità nel mercato che favorisce lo scambio di beni, ad un’altra nella quale precipitiamo nel debito infinito.

Ricordate il pescatore di Cabras?

Vende i muggini pescati, si mantiene con il proprio lavoro ma è ugualmente indebitato: assieme al resto della popolazione deve restituire alle banche il prestito erogato al governo e speso chissà come e chissà dove.
Se non dovesse pescare niente per un periodo lungo, si vedrà costretto a prendere soldi in prestito da una banca.

Questi semplici mezzi di scambio che gli permetteranno di sopravvivere, dovrà pagarli due volte. Una volta assieme al resto della comunità alla banca centrale attraverso il prelievo fiscale, e l’altra individualmente alla banca del paese alla quale si è rivolto.

continua…

 

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Paolo MALEDDU

Oggi c’è una tendenza di tutti i popoli ad avere un proprio stato. L’epoca degli stati sovranazionali come potevano essere Yugoslavia e Unione Sovietica è superata. Oggi c’è il ritorno ad un desiderio di avere per ogni popolo il proprio paese.

Una cosa è certa, il processo di autodeterminazione avviato dal MLNS è irreversibile e la Republica de Sardinnia diventerà ben presto una realtà !

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Il 10 novembre del 1975 veniva firmato il Trattato di Osimo, in cui l’Italia rinunciò alla zona B dell’Istria. Sono passati 40 anni e sono cambiate molte cose da allora, ma il dibattito sull’autodeterminazione dei popoli resta d’attualità. Parafrasando Orwell potremmo dire, che tutte le indipendenze sono uguali, ma alcune sono più uguali di altre.

 

TRATTATO DI OSIMO

 

Da Trieste ne parla a Sputnik Italia Iztok Furlanič, storico e presidente del consiglio comunale del capoluogo del Friuli Venezia Giulia.

-E’ chiaro che la lotta per l’indipendenza di certi popoli, almeno dal punto di vista di chi se ne fa promotore è legittima, poi però entrano in gioco altri interessi. Perché non è secondo me accettabile che sia giusta e corretta e da sostenere politicamente la lotta per l’indipendenza del Kosovo, mentre non è giusto sostenere quella della Crimea per la riannessione alla Russia. O si è a favore di entrambe o si è contro. Non è perché una è appoggiata dagli USA allora va supportata, mentre l’altra, perché nell’interesse della Russia non va bene.

O tutti i popoli hanno diritto a stare nel loro paese oppure no. Di fatto, in questi 40 anni, eliminando una delle due superpotenze, è stata data un’egemonia che gli Stati Uniti hanno sfruttato in modo molto criticabile.

Quanto sta succedendo in Donbass credo che sia il frutto soprattutto di decisioni prese a tavolino e a livelli più alti. E’ palese che dietro i fatti in Ucraina ci sia la lunga manus degli Stati Uniti che hanno creato nuovi teatri di guerra in posti dove gli scontri potevano essere evitati.

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Putin e l’allora premier Letta il 26 novembre 2013 in occasione del bilaterale Italia/Russia a Trieste

 

 

 

 

Qual è secondo lei la lezione storica del Trattato di Osimo, oggi?

— Sul trattato di Osimo in sé e sulla questione dell’autodeterminazione le opinioni sono diverse. Io posso dire che con il trattato di Osimo si è sancita la fine di ogni possibilità di una via indipendentista. C’è stato il superamento definitivo dell’ipotesi di territorio libero di Trieste che ha subito il primo colpo con il memorandum del ’54 ma che con il trattato di Osimo è stata sancita definitivamente. Il tramonto di questa ipotesi è il tramonto di un’ipotesi che poteva portare a Trieste delle conseguenze positive dal punto di vista economico: in Italia il porto di Trieste è marginale, mentre se si fosse realizzato il territorio libero di Trieste, a maggior ragione in un Europa dove non c’è più questa divisione tra est e ovest, Trieste avrebbe avuto un ruolo centrale.

 

 

2Italia e Jugoslavia firmano il trattato di Osimo per definire i nuovi confini

Probabilmente nel 1975 nessuno si sarebbe immaginato i cambiamenti che sarebbero intervenuti nei decenni a seguire. Com’è l’Europa di oggi rispetto a quella di 40 anni fa?

— In questi 40 anni ci sono stati cambiamenti epocali, alcuni positivi altri meno. II dissolvimento dell’ex Jugoslavia in primo luogo ha cambiato il vicino di casa del trattato, che ora è la Slovenia. Questi cambiamenti nell’estremo nord est italiano sono stati percepiti di più rispetto al resto d’Italia, soprattutto con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, che ha portato di fatto alla caduta dei confini. E’ vero che non ci sono più le sbarre a separare i paesi, ma sotto molti aspetti questa caduta è solo formale, non reale.

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Iztok Furlanič

Perché?

— Ad un livello più ristretto perché la collaborazione tra Italia e Slovenia potrebbe essere più fattiva, soprattutto a livello intercomunale, dove i rapporti sono inferiori a quello che potevano essere. Ad un livello più ampio perché, come hanno dimostrato i recenti fatti, la UE ha portato ad una caduta dei confini a livello soltanto economico. Le politiche dei paesi sull’immigrazione sono ancora diverse da paese a paese e si stanno creando nuovi muri. Vedi quello in Ungheria. Muri materiali e muri immaginari che si ergono tra la parte più ricca della popolazione ed i ceti medio bassi, ma che possono essere anche più invalicabili.

4Appello a Putin aspettando il concerto del coro dell’ Armata Rossa a Trieste

Eppure tutto torna: caduto il Muro di Berlino, spezzata la Cortina di ferro, ora siamo di nuovo di fronte ad una nuova contrapposizione, non crede?

— Fare differenziazioni politiche non è giusto. Nonostante vi sia una tendenza alla creazioni di Unioni sovrazionali come l’UE oppure con il trattato TTIP che stanno cercando di imporci, la sostanza rimane la stessa: sono unioni economiche e nell’interesse di pochi. Oggi c’è una tendenza di tutti i popoli ad avere un proprio stato. L’epoca degli stati sovranazionali come potevano essere Yugoslavia e Unione Sovietica è superata. Oggi c’è il ritorno ad un desiderio di avere per ogni popolo il proprio paese. Il che spesso si scontra con la situazione reale, perché sul territorio ci sono delle minoranze che si sentono minacciate dalle creazione di questi nuovi stati.

5Indipendentisti catalani festeggiano dispiegando la “estelada”, la bandiera dell’autonomia catalana

Tutti i popoli vogliono il proprio stato, come dice lei, l’ultimo in ordine di tempo e quello catalano, che proprio ieri ha dato il là all’iter per l’indipendenza dalla Spagna. Che cosa ne pensa?

— Alcune indipendenze nascondono dei concreti rischi per le minoranze presenti, altre no. Penso che una Catalogna indipendente darebbe ampie garanzie agli spagnoli. Vedo con favore anche la Scozia indipendente, ma temo che con la sconfitta nel referendum indipendentista il processo si sia arenato. Vedo legittime anche le aspirazione di tutta una serie di popoli dell’Africa ad avere il proprio paese, spesso perché i confini non sono stati fatti con criteri legati a lingue o nazioni, ma per puro interesse coloniale e questo ha portato e porta a guerre e scontri etnici spesso taciuti.

tratto da: (clicca qui)