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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 10°parte                        La Grande Truffa – 11°parte

La Grande Truffa – 12°parte                                         La Grande Truffa – 13°parte

La Grande Truffa – 14°parte                                        La Grande Truffa – 15°parte

La Grande Truffa – 16°parte

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

17° parte

 

…………………

Louis T. McFadden, senatore americano e già presidente della Commissione Bancaria della Camera negli anni ’20, davanti al congresso degli Stati Uniti nel 1932 :

“Signor presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al consiglio di amministrazione della federal reserve e alle banche federal reserve.
Il consiglio di amministrazione della federal reserve, un consiglio di amministrazione del governo, ha fregato al governo degli Stati Uniti ed al popolo statunitense abbastanza soldi da estinguere il debito pubblico.
Le predazioni e le ingiustizie del consiglio di amministrazione della federal reserve e delle banche federal reserve, sono costate a questo paese soldi a sufficienza per ripagare numerose volte il debito nazionale.
Questa maligna istituzione ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, è andata in bancarotta ed ha portato alla bancarotta il governo.
Qualcuno pensa che le banche federal reserve siano istituzioni degli Stati Uniti.
Non sono istituzioni statunitensi.
Sono monopoli di credito privati che si basano sul popolo statunitense per arricchire se stessi ed i loro clienti stranieri, gli speculatori e predatori interni e stranieri, ed i ricchi predatori usurai.
In questa oscura cricca di pirati finanziari ci sono quelli che taglierebbero la gola di chiunque per sottrargli un dollaro dalle tasche, vi sono quelli che mandano soldi negli stati per comprare i voti per controllare la nostra legislazione, e ci sono quelli che mantengono una propaganda internazionale allo scopo di ingannarci e di spingerci a fornire nuove concessioni che gli permetteranno di insabbiare le loro malefatte precedenti e di rimettere in moto il gigantesco treno criminale.
Questi 12 monopoli privati vennero slealmente ed ingannevolmente imposti a questo paese da banchieri che venivano dall’Europa e che hanno ripagato la nostra ospitalità minando alla base le istituzioni americane.”

Questo sfogo ed altre dichiarazioni simili sono costate la vita al senatore. Un “ improvviso attacco cardiaco” mise fine alla sua esistenza nel 1936, dopo due precedenti attentati falliti.

Da evidenziare che, a differenza della Costituzione Italiana che colpevolmente non ne fa cenno, quella americana attribuisce giustamente al Congresso il monopolio dell’emissione monetaria.
Ciononostante la Federal Reserve si è appropriata del valore e dell’emissione della moneta che presta ad interesse, sottraendola all’unico legittimo proprietario: il popolo.
Basti questa clamorosa illegalità nel paese indicato ad esempio di democrazia per chiarire chi tra banchieri e politici detiene il controllo del potere negli Usa e nel resto del pianeta.

Charles Lindbergh già in precedenza aveva ammonito:

“Questa legge istituisce il più gigantesco cartello del mondo.
Quando un presidente firmerà questo disegno di legge, il governo invisibile del potere del denaro sarà legittimato. La gente potrà non scoprirlo subito, ma la resa dei conti è rimandata solo di qualche anno.
Il peggior crimine legislativo di quest’epoca è stato perpetrato grazie al sistema bancario”.

Ed ancora:

“Per determinare il rialzo dei prezzi, tutto ciò che il consiglio della federal reserve farà, sarà abbassare il tasso di risconto producendo una espansione del credito e la risalita del mercato azionario; poi quando i soggetti economici si saranno adattati a queste condizioni, potrà frenare il benessere proveniente dal loro procedere alzando arbitrariamente il tasso di interesse.
Può far sì che il mercato oscilli in maniera morbida tra una espansione ed una contrazione attraverso lievi cambiamenti del tasso di interesse, o causare violente fluttuazioni attraverso una variazione più marcata.
In entrambi i casi avrà informazioni interne sulle condizioni finanziarie e saprà in anticipo del cambiamento imminente, sia in un verso che nell’altro.
Questo è il più strano e pericoloso vantaggio mai posto nelle mani di una classe di privilegiati da parte di qualsiasi governo che sia mai esistito.
Il sistema è privato, condotto con il solo scopo di ottenere i più grandi profitti possibili dal denaro altrui.
Essi sanno in anticipo quando creare ondate di panico a loro vantaggio. Sanno anche quando fermare questo panico.
Inflazione e deflazione funzionano entrambe bene per costoro quando vogliono controllare la finanza.”

Qualche anno più tardi, un profondamente amareggiato Woodrow Wilson ammise il grave errore commesso nell’aver agevolato la fondazione della Federal Reserve:

“La nostra grande nazione è controllata dal suo sistema bancario in mani private.
La crescita della nostra nazione e di tutte le nostre attività è inevitabilmente nelle mani di pochi uomini che cercano di stemperare, ostacolare e distruggere le autentiche libertà economiche.
Siamo arrivati ad uno dei governi peggio regolamentati e più controllati e dominati del mondo civilizzato.
Nessun governo della libera opinione, non più il governo degli ideali e del voto della maggioranza, ma il governo dell’opinione e della coercizione di piccoli gruppi dominanti.”.

 

Capitolo XI

 

IL DEBITO È INESTINGUIBILE

 

Come abbiamo già detto in precedenza, il denaro nasce come debito, con l’emissione di una cambiale, i titoli fruttiferi del Tesoro. Nel capitolo sulla Federal Reserve, i banchieri stessi indicano nell’articolo dell’Hazard Circular che i Buoni del Tesoro devono essere usati come base dell’attività bancaria.

Come mai?

Per svariati motivi.

Innanzi tutto, hanno un valore certo perchè garantiti dalla ricchezza del paese, il lavoro e le proprietà della popolazione.
Poi perché producono enormi percentuali di interessi sulle grandi quantità di denaro richieste dagli stati.
Quindi perché con l’acquisto e vendita dei buoni si controlla la quantità di moneta in circolazione, frenando o stimolando inflazione e deflazione con tutte le implicazioni che ne conseguono.
Infine per il meccanismo semplice e perverso al tempo stesso che si insinua nell’emissione monetaria e nello scambio con la cambiale.

Nel momento di accettare in prestito soldi ad interesse, il debitore mette il proprio futuro nelle mani della banca creditrice. Le leggi ad hoc approvate con la collaborazione di banchieri prestati alla politica, lo mettono in una condizione di totale sudditanza.

Tutto si svolge all’interno di un insieme di regole e disposizioni internazionali che ci costringono ad accettare clausole vessatorie che ci lasciano completamente indifesi contro ogni tipo di sopruso “legale” subito da parte di quelle mostruose piovre dai mille tentacoli che sono diventate le banche.

Con l’attuale sistema monetario, i Buoni del Tesoro garantiti dal prelievo fiscale, danno origine ad un inestinguibile debito pubblico che la grande Usura internazionale usa per condizionare a proprio vantaggio le politiche economiche degli stati.

Cosa significa essere indebitati?

Per capire bene cosa sia il debito è opportuno trasferirci su un isola deserta, Maldiventre magari, che è bella e vicina, qua di fronte alle coste del Sinis.
Sull’isola va a vivere un nostro amico, Gavino, che prende a prestito 100 euro da un banchiere di passaggio con il suo yacht.
Alla scadenza deve restituire il capitale e pagare un interesse del 10% annuo: dovrà restituire 110 euro.

Essendo l’unico abitante dell’isola, tutto ciò che su di essa si trova è a sua disposizione gratuitamente. Quei soldi sono pertanto inutili, non possono essere usati come mezzo di scambio, non circolano, non comprano, sono un mero simbolo.
Non ci sono merci da scambiare e nessun altro che, accettandoli, induca valore nel simbolo trasformandolo in denaro.
Sono solo carta, ed infatti non si muovono dal cassetto.

Alla scadenza prefissata il banchiere vuole i suoi soldi, capitale più interessi.

Come potrà mai Gavino restituire 110 se sull’isola ci sono solamente 100 euro?

Il banchiere non accetta cassette di pomodori o pesci in pagamento, lui commercia soldi, è il suo mestiere. Per poterli restituire il nostro amico si dovrebbe far prestare altri 10 euro dal banchiere ed indebitarsi ulteriormente, senza via d’uscita.

Il debito è inestinguibile.

Perchè?

Per il semplice motivo che il banchiere ha messo in circolazione a Maldiventre solo 100 euro.
Gli altri 10 non esistono, e la banca non ha interesse a stamparli e metterli in circolazione perché in tal caso il debito potrebbe essere saldato.
E non è esattamente ciò che i creatori di denaro vogliono.

Gavino è indebitato per sempre.

Si è innescato il meccanismo del debito infinito.

Il debito, capitale più interesse, è sempre più grande del prestito, il capitale.

Ecco perché diventa di per sé inestinguibile.

Il banchiere ha un’altra soluzione da proporre, dopotutto è lui l’esperto in materia: “Va bene” dice, “per questo anno lasciamo perdere i 100 euro del capitale, ne riparliamo alla prossima scadenza, ora mi paghi solo i 10 di interessi”.
Gavino gli dà 10 euro e rimette nel cassetto i 90 rimanenti.

L’anno successivo le cose non cambiano, anzi peggiorano: deve sempre 100, nonostante ne abbia già restituiti 10, e ne ha solo 90.

Paga altri 10 euro di interessi senza restituire capitale. Rimane con 80 euro.
Così di seguito il terzo anno dovrà 100 e avrà 70, quindi 100 e 60, sino al decimo anno, nel quale rimarrà senza soldi contanti ma con un debito di 100 euro.
Dopo averne restituito 100, ne avrà ancora altrettanti di debito. Incredibile.

Questa soluzione è buona solo per il banchiere, come pure le altre alternative rimaste: Gavino potrà estinguere il debito solo con proprietà immobiliari, case e terreni, o lavorando per chissà quanti anni solo per restituire i quattrini al banchiere.

Lavorare solo per pagare debiti è uguale ad essere schiavi del creditore.

Il debito riduce in schiavitù.

“Il denaro è una nuova forma di schiavitù, distinguibile dalla vecchia forma solo per il fatto che è impersonale, non c’è nessuna relazione umana tra padrone e schiavo”. Lev Tolstoj

Se sull’isola ci fossero state due persone, ed avesse ognuna di loro preso 100 euro in prestito, alla scadenza una su due, se più capace o fortunata negli affari, avrebbe potuto restituire 110.
All’altra rimarrebbero 90 euro, si troverebbe nell’incapacità, pur volendo, di restituire il dovuto. Mors tua, vita mea.

Con tre persone, una su tre o due su tre, hanno la possibilità di salvarsi; ma quel che è peggio è che una su due o due su tre sono destinate a soccombere. Nessuna possibilità di sopravvivenza.

Ora prendiamo invece l’intera popolazione italiana, circa 60 milioni di persone, nel suo insieme. L’intera società italiana, una volta preso del denaro in prestito dalla Banca d’Italia, sarà indebitata per sempre.

All’interno della popolazione, se alcuni riusciranno a saldare i propri debiti, molti altri non potranno.
È matematicamente impossibile. Proprio come sull’isola.

Perché?
Perché il debito è costituito dal capitale, 100, più l’interesse, 10.

La banca, avendo in monopolio l’emissione della moneta, non ha interesse che la società civile nel suo insieme estingua il debito, perciò mette in circolazione solo il capitale, 100, in modo che rimanga indebitato per sempre.

Con l’attuale sistema monetario, il nostro debito pubblico è inestinguibile.

Per iniziare, non dovremmo avere nessun debito pubblico perché i soldi ci appartengono e, come stato sovrano, non abbiamo bisogno di prenderli in prestito.

Non può esistere nessun debito pubblico.
È una invenzione, un inganno.
È illegittimo e non deve essere restituito.

Invece ci ritroviamo carichi di una infinità di tributi e balzelli, la cui unica funzione è quella di sottrarre soldi a noi per passarli agli Usurai internazionali, con cifre sempre crescenti utilizzate per pagare non il capitale, ma gli interessi sul debito come nell’esempio precedente, e sempre meno per offrire dei servizi alla popolazione.

In questo sistema monetario, molti di noi sono destinati al fallimento, non per incapacità personale, ma perché non c’è possibilità matematica che tutti possiamo vivere.

La bancarotta è inevitabile, fa parte del sistema.

Ansia, insolvenza, disperazione e suicidio, sono parte di questo perverso sistema monetario.
O noi eliminiamo lui, o lui eliminerà noi.
Non ci può essere pace all’interno della società perché siamo tutti in lotta alla ricerca di quel 10% di interesse che non esiste.

La banca emittente non lo mette di proposito in circolazione.

Coloro che riusciranno ad accaparrarselo lo faranno decretando la morte di qualcun altro.
Di qui la competizione, l’aggressività, la lotta per la sopravvivenza.
Delinquenza e violenza scoppiano soprattutto per necessità.
Chi ha avuto meno fortuna o parte culturalmente svantaggiato, pur di salvarsi, come ultima risorsa, è costretto a delinquere.

Obiezione: l’economia italiana non è chiusa in se stessa, la società italiana può trovare all’estero quel 10% mancante.
Verissimo.

Il mio esempio vuole solo far cogliere il meccanismo all’origine del debito infinito.

In ogni caso, basta salire di un altro gradino e prendere in considerazione l’intero pianeta.
Quando la popolazione mondiale nel suo insieme prende dei soldi in prestito dalla Banca Mondiale, l’effetto è sempre uguale: l’intera umanità sarà indebitata per sempre, senza via d’uscita.

All’interno della geografia planetaria ci saranno i paesi forti che si salveranno perché andranno a prendersi, con l’inganno o con la forza, le risorse dei paesi militarmente e culturalmente più deboli.

È ciò che sta succedendo ed è sempre successo.
Noi ricchi occidentali abbiamo sempre depredato i paesi del sud del mondo portando via loro petrolio e gas, minerali ed oro, banane e caffè, mantenendoli poveri ed indebitati.

Le guerre non scoppiano per esportare democrazia o per difendere degli ideali.

“… i nostri ideali sono “i nostri peggiori istinti vestiti di paroloni.”
Celine

Per esportare la democrazia in Afghanistan ed in Iraq, l’oligarchia che gestisce il potere negli Stati Uniti ha dovuto farla sparire completamente dal proprio paese.

Per l’insorgere delle inimicizie tra stati si indicano ovviamente dei nobili motivi per nascondere quelli veri molto più materiali: impossessarsi delle altrui ricchezze e colonizzarli.

Ancora una volta ascoltiamo il parere degli esperti in creazione di debito, sempre nell’articolo dell’Hazard Circular, pubblicazione della Banca d’Inghilterra controllata dai Rothschild:

“Il grande debito al quale i capitalisti mirano viene dalla guerra . .”

Questo nell’articolo del 1862, ma per chi avesse ancora dubbi sulle intenzioni dei banchieri, queste sono le parole pronunciate già un secolo prima, nel 1773, da Amschel Mayer Rothschild, capostipite della dinastia:

“La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere.”

Che possiamo aggiungere quando le intenzioni vengono espresse in maniera tanto semplice e chiara dagli stessi banchieri?

Il popolo, creatore e proprietario della moneta, in questo sistema monetario, per poter usare i soldi necessari per portare avanti l’ordinaria amministrazione statale, deve chiederli in prestito indebitandosi, scatenando per di più la battaglia per la sopravvivenza sia all’interno della società nazionale che nella comunità planetaria per cercare il 10% di interesse mancante da restituire ai banchieri.

E la banca?
Prendiamo in esame la sua situazione prima e dopo il prestito.

Il Sistema Europeo delle Banche Centrali emette la carta moneta e controlla il sistema monetario.
Partendo dal presupposto iniziale, certo, chiaro, evidente, che il denaro appartiene al popolo perché siamo noi che creiamo il valore, la funzione della banca di emissione si dovrebbe ridurre a quella di una semplice tipografia che stampa il simbolo cartaceo senza valore.

Al contrario, quando la Banca d’Italia acquisisce i nostri 100 milioni di Bot dando in cambio un contenitore ancora senza valore, non si comporta da tipografia che percepisce il giusto corrispettivo per il lavoro di stampa eseguito, ma si impossessa del potere d’acquisto che, nello scambio con lo stato, viene contestualmente indotto nel simbolo, 100 milioni.

Il valore dei Bot è reale, tanto è vero che messi in vendita, vengono acquistati da banche centrali straniere, fondi di investimento, banche commerciali, pensionati e risparmiatori, tramutandosi immediatamente in contante.

La banca emittente dà carta e riceve Bot che trasforma poi in denaro vero.
Cambia carta per denaro.
Dà un simbolo vuoto, facendocelo pagare 100 milioni di euro.

La banca centrale ci sottrae il valore di tutti i soldi che entrano in circolazione, consegnandoci un involucro vuoto, e lasciandoci per di più indebitati per sempre dell’importo degli interessi.

Il rapporto tra noi Stato e la Banca d’Italia ha la forza di un contratto in quanto formalizza e consolida la seguente situazione:

a) accettando quei biglietti di carta dalla Banca d’Italia , noi riconosciamo di essere debitori, non proprietari del denaro. Dal momento che solo il proprietario ha facoltà di prestare, accettandoli in cambio dei Bot, riconosciamo alla Banca d’Italia la proprietà dei soldi;

b) accettandola, riconosciamo a quella carta colorata la qualità di denaro.

Ora mi faccio da parte perché voglio che leggiate e rileggiate le parole del Professor Auriti, illuminanti e assolutamente necessarie per cogliere il meccanismo dell’inganno:

“All’atto dell’emissione monetaria è stato applicato un principio ben noto alle scuole di alta diplomazia, per cui, quando si vuole far accettare alla controparte una condizione che quella non avrebbe mai accettato se ne avesse avuto la consapevolezza, si pone la clausola come parte implicita del contratto. Così avviene che, chi prende denaro in prestito da una banca di emissione esplicitamente riconosce di essere debitore, ma fa implicitamente altre due dichiarazioni ben più importanti, di cui non si rende conto, perché egli riconosce ai documenti ricevuti la qualità di denaro e ne attribuisce contestualmente la proprietà alla banca, perché prestare denaro è una prerogativa del proprietario.”

La grande truffa è compiuta.
Si è realizzato un rovesciamento contabile.
Il popolo da proprietario si è trasformato in debitore della propria moneta.

In pratica si è passati da una situazione assolutamente invidiabile di potenziale illimitata ricchezza, stampare moneta per costruire infrastrutture migliorando la qualità della vita e creando un benessere diffuso con l’immissione di liquidità nel mercato che favorisce lo scambio di beni, ad un’altra nella quale precipitiamo nel debito infinito.

Ricordate il pescatore di Cabras?

Vende i muggini pescati, si mantiene con il proprio lavoro ma è ugualmente indebitato: assieme al resto della popolazione deve restituire alle banche il prestito erogato al governo e speso chissà come e chissà dove.
Se non dovesse pescare niente per un periodo lungo, si vedrà costretto a prendere soldi in prestito da una banca.

Questi semplici mezzi di scambio che gli permetteranno di sopravvivere, dovrà pagarli due volte. Una volta assieme al resto della comunità alla banca centrale attraverso il prelievo fiscale, e l’altra individualmente alla banca del paese alla quale si è rivolto.

continua…

 

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Paolo MALEDDU