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lunedì 25 maggio 2015
MADRID – I nuovi movimenti di protesta anti-corruzione – giudati da Podemos – hanno ottenuto risultati ragguardevoli alle elezioni locali e regionali in Spagna, conquistando Barcellona e infrangendo la maggioranza del Partito popolare (Pp) a Madrid.
Una battuta d’arresto storica e catastrofica per i partiti tradizionali.
Nella capitale, Madrid, amministrata per gli ultimi 20 anni dalla formazione politica dell’attuale premier Mariano Rajoy e roccaforte conservatrice, un gruppo sostenuto dal partito anti-austerity Podemos potrebbe conquistare l’amministrazione comunale.
I nuovi gruppi locali ispirati a Podemos, Barcelona En Comu e Ahora Madrid, sono stati formalmente lanciati solo pochi mesi fa, ma hanno già allentato la morsa dei due grandi partiti – Pp e Psoe – che hanno governato in Spagna per quasi quattro decenni. E Barcellona è stata conquistata.
Nati sulla scia dei movimenti di protesta degli Indignados, che hanno portato in piazza tantissimi persone durante la crisi economica, i nuovi gruppi hanno puntato sulla lotta alla corruzione e alla disoccupazione la loro campagna elettorale.
Migliaia di sostenitori di entrambi i partiti si sono riversati sulle strade di Madrid e Barcellona, per festeggiare.
Ahora Madrid, guidata dalla 71enne giudice in pensione Manuela Carmena, si è piazzata seconda nella capitale alle spalle del Partito popolare, al governo, ma potrebbe ancora amministrare la città nel caso formasse un’alleanza con i socialisti, finiti terzi. “Ricorderemo tutto questo come qualcosa di speciale e straordinario”, ha detto ai sostenitori nel centro di Madrid.
Il leader del gruppo a Barcellona, Ada Colau, è una 41enne attivista salita alla ribalta delle cronache per la sua strenua difesa dei cittadini dagli sfratti. “In questa titanica lotta di Davide contro Golia”, ha sottolineato, “abbiamo vinto perché abbiamo fatto cose incredibili con scarse risorse e il potere del popolo”.
Barcelona En Comu ha ottenuto un seggio in più nel consiglio comunale della città catalana rispetto all’avversario meglio piazzato; tornando alla capitale, Carmena ha la possibilità di infliggere un colpo durissimo al Pp – che ha governato Madrid per 23 anni – e al premier Mariano Rajoy in vista delle elezioni generale, previste intorno a novembre.
Colau è felice e raggiante, davanti ai giornalisti – molti stranieri – che l’attendevano dopo la notizia della vittoria elettorale. Per i suoi sostenitori, il risultato delle urne è stato accolto alla stregua di un trionfo.
Podemos, alleato del partito al potere greco Syriza, di fatto non si è presentata alle elezioni amministrative, ma si è piazzata al terzo posto in quelle regioni. Pp e Psoe hanno riportato “uno dei peggiori risultati della loro storia”, ha evidenziato il leader di Podemos, Pablo Iglesias, a urne chiuse, “Questa primavera del cambiamento è irreversibile e ci porterà fino a novembre. Raccoglieremo la sfida di vincere le elezioni contro il Partito Popolare”.
Al fianco dei gruppi di protesta di sinistra va segnalato anche il risultato elettorale del partito centrista, a favore di un’economia liberale, Ciudadanos, piazzatosi al quarto posto a Madrid e Barcellona. Come Podemos, ha promesso di combattere la corruzione e raddrizzare un Paese colpito da disoccupazione e tagli alla spesa.
Ciudadanos sta conquistando elettori sia a destra sia a sinistra, promettendo riforme più moderate e favorevoli ai mercati, considerate meno allarmanti da investitori stranieri, ma il suo risultato è considerato unanimemente molto al disotto delle aspettative e soprattutto non ha tolto voti a Podemos.
Il Pp ha vinto dodici delle tredici votazioni per i governi regionali ma ha perso tutte le maggioranze assolute. Nel complesso, il suo gradimento è sceso di ben dieci punti percentuali, dal 37 per cento del 2011 all’attuale 27 per cento.
Rajoy ha già avvertito che un’esclusione del Pp dal potere potrebbe far naufragare la ripresa economica della Spagna. “Gestiremo la nostra maggioranza con umità”, ha detto uno dei leader popolari, Carlos Floriano, ai giornalisti, “La prossima sarà la legislatura del dialogo e degli accordi”. Podemos ribatte: se la ripresa di Rajoy significa gli attuali milioni di disoccupati in Spagna, stipendi da fame e pensioni tagliate con la povertà che dilaga, non la vogliamo. Vogliamo cambiare tutto e abbandonare questa politica Ue che ha distrutto la Spagna.
E gli spagnoli stanno con Podemos

tratto da: (cliccaqui)