MLNS concorda con l’amica Rosa Cassata su tutto tranne quando afferma che l’Italia sta fallendo……E’ GIA’ FALLITA !!!

Anche Rosa Cassata, leader del Movimento siciliano di Liberazione nazionale, è indagata nell’inchiesta di Brescia

Rosa Cassata, indipendentista siciliana coinvolta nell’inchiesta della procura di Brescia

«Mai più “fratelli d’Italia”, per sempre “fratelli di cuore”». Tra gli indagati per “terrorismo” nell’indagine che ha colpito gli indipendentisti veneti e lombardi c’è anche lei, Rosa Cassata, leader del Movimento Siciliano di Liberazione Nazionale. Le notizie ufficiali hanno parlato del coinvolgimento di indipendentisti sardi di cui Felice Pani, arrestato e Doddore Meloni, indagato, ma degli indipendentisti siciliani non hanno detto nulla. Silenzio. Eppure anche il popolo siciliano è stato colpito dall’inchiesta della magistratura bresciana. A farne le spese è proprio Rosa Cassata, veterinaria di Messina, da sempre impegnata in politica, anche attraverso  contatti internazionali tra popoli in cerca di indipendenza dai relativi Stati. Rosa si è vista, alle cinque di mattina, arrivare i carabinieri in casa a sequestrarle due telefoni cellulari e il computer. «Con dentro tutti i miei contatti di lavoro», denuncia. Sto ricostruendo, a fatica, numeri indirizzi che mi servono per poter lavorare».

Come si è ritrovata in questa vicenda, signora Cassata?
«Ho avuto contatti con alcuni di questi patrioti. Comunque sia li definisco così. È normale che ci siano state telefonate tra di noi. Ma le intercettazioni, che peraltro non sarebbero mai dovute uscire prima del processo, travisano il senso di quello che si diceva. Mi hanno dipinta quasi come un capo di Cosa nostra, tanto per capirci».

Certo, sarebbe stato utile costruire un “teorema” per cui gli indipendentisti avrebbero avuto anche contatti con la mafia…
«Mi ha dato estremamente fastidio. Perché sappiamo bene quello che aveva detto il giudice Rocco Chinnici a proposito del legame tra la mafia e l’unità d’Italia, altro che! Io ritengo che tutta questa storia sia nata dalla gran paura della frattura di questo Stato debole che ha usato una reazione forte. Se avessero fatto l’operazione il primo giorno del mese avrei pensato ad un pesce d’aprile. Invece è arrivata il 2, pianificata da Nord a Sud isole comprese. E così sono considerata anch’io una “terrorista”, anche se a piede libero».

Ma come è andata l’operazione “antiterrorismo” nei suoi confronti?
«Lo stress non è poco quando ci si vede arrivare a casa persone che non si conoscono alle cinque del mattino. Sono stati comunque molto tranquilli e rispettosi. Hanno capito subito che non avevano davanti un soggetto pericoloso. In ogni caso ci si rende conto che si viene perseguiti per idee, per cose dette e cose che non sono state mai fatte: ho visto la fotografia del famoso cannoncino, una sorta di tubo dell’acqua. Ma dove vogliono arrivare?».

Quindi non ha commesso alcun reato?
«Reati a mio avviso non sono stati commessi da nessuno. Se poi parliamo di reati ideologici, allora noi parliamo di indipendenza mentre la Repubblica italiana ancora invece parla di unità. E siamo tutti nella stessa barca, lombardi, piemontesi, veneti, siciliani, sardi… Quel che importa è che noi non abbiamo mai parlato di azioni violente. Per mia natura sono una persona pacifica. Ma rivendico il diritto di autodeterminazione dei popoli attraverso lo jus cogens, norme di diritto internazionale dalle quali gli Stati non possono derogare. Abbiamo scelto di perseguire il diritto internazionale, non credo ci sia niente di illegale quando si parla di cammino per l’autodeterminazione».

Allora per lei questa operazione è stata soltanto una sorta di “avvertimento”?
«Hanno voluto dare un “esempio”. Siccome questo stato sta fallendo, chiunque dica “allora è bene che fallisca” diventa un terrorista da perseguire. Probabilmente non hanno idea di che cosa significasse il vero terrorismo degli anni passati».

Ma un’azione di questo genere, spropositata e assurda, non finirà a ritorcersi contro l’Italia stessa?
«Sì, è un boomerang. Si ritorce contro chi ha combinato il pasticcio. Cioè lo Stato italiano, che anziché arrestare certi personaggi che siedono in Parlamento, se la prende con noi. In Italia di democratico ormai non c’è più nulla, tutto è nelle mani delle banche e delle oligarchie. Questo Stato non dà la possibilità di crescere in nessun modo al popolo italiano, che comunque non esiste, perché esistono i popoli veri».

L’impressione è che abbiate più solidarietà popolare voi incarcerati e inquisiti rispetto a quando ne riceva lo Stato italiano.
«Penso che per noi sia una cosa positiva. La gente ne ha le tasche piene di questa situazione e pensa che sia un bene che qualcuno stia facendo qualche cosa, anche pagando in termini di libertà e di danno economico. Per ogni persona arrestata o indagata ve ne saranno altri mille che si convinceranno che è giusto proclamarsi indipendentisti. Anche questa Europa non può reggere. C’è un gran fermento, e quello che è successo non bloccherà le istanze indipendentiste. Non saremo mai più fratelli d’Italia ma fratelli di cuore».

Per la prima volta, infatti, indipendentisti di ogni popolo nello Stato italiano si parlano e si mettono in rete, ed anche la Lega si è subito schierata al loro fianco quando è scattata l’operazione della procura di Brescia. Un momento direi storico…
«Infatti. L’azione è stata pianificata nello stesso momento proprio per questo motivo. La paura dello Stato italiano è forte. La democrazia non esiste più. Ma quando c’è il totalitarismo, c’è anche la resistenza. E noi resistiamo».

Giovanni Polli

12 Aprile 2014 – 18:16

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