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Foto della terra da internet

Dopo “La Grande Truffa” proponiamo un altro libro di Paolo Maleddu: IL PARADISO TERRESTRE.

In questa sua opera Paolo continua la sensibilizzazione su temi scottanti e semisconosciuti dalla popolazione:

Perché viviamo perennemente angosciati e pesantemente indebitati? E con chi ?

Ci verrà semplicemente dimostrato che viviamo vittime di pochi carnefici che con subdoli mezzi ci sottraggono il frutto di tutto il nostro lavoro e ci riducono in schiavitù.

Grazie Paolo

 

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Il ParadisoTerrestre

6° parte

 

…………

Ci sono tra le righe alcune asserzioni assolutamente rivelatrici che mi permetto

di porre in evidenza.

A parte le ripetute conferme che “ …l’effettiva creazione di denaro coinvolge

sempre l’estensione del credito da parte delle banche commerciali private”

(riserva frazionaria e creazione di danaro), “Sia nella pratica degli orafi che nel

moderno sistema bancario, si crea nuovo denaro offrendo prestiti ai

clienti. Una banca commerciale privata … può emettere in prestito grosso

modo sei dollari per ogni dollaro in riserva … come può tirar fuori sei

dollari da uno? Annota semplicemente delle scritture contabili per i

suoi clienti dicendo ” hai un deposito in conto di sei dollari presso di

noi”,

ci sono delle frasi che vanno dritte al cuore dell’inganno monetario all’origine

di tanta sofferenza per tutti noi.

 

“Quando la Fed compra Titoli di Stato, paga con un assegno proprio”.

 

Questo è un assegno a vuoto. I Grandi Usurai proprietari della Banca

Centrale americana si impossessano di tutta la ricchezza prodotta dal popolo

dando carta (assegni a vuoto) in cambio di un valore certo, le cambiali

(Titoli di Stato) garantite dal lavoro e dalle proprietà del popolo, che sarà

costretto ad onorarle con l’imposizione fiscale o il pignoramento delle proprietà

qualora non riuscisse a pagare qualcuno delle migliaia di balzelli imposti.

La conferma nelle frasi precedenti “ … si crea nuovo denaro offrendo prestiti…

annota semplicemente delle scritture contabili … hai un deposito in conto …

presso di noi”.

 

Più avanti c’è un ulteriore chiarimento:

 

“La Banca della Federal Reserve … riceve i biglietti dal Bureau of Engraving and

Printing (Agenzia di incisione e stampa) del United States Treasury

Department (Ministero del Tesoro).

Paga al Bureau il costo di produzione dei biglietti.”

 

Quanto può costare la stampa di una banconota da 100 dollari, 10-20-30

centesimi?

Quindi detraendo 30 centesimi per la stampa dal valore nominale impresso

100, rimane un utile di ben 99,70.

Tutto molto chiaro, no?

Per niente.

 

Infatti, “… la Banca emittente registra sia una passività che un attivo quando

riceve i biglietti dal Bureau of Engraving and Printing, ed in tal modo non

contabilizza nessun guadagno come risultato della transazione.”

 

Qui c’è qualcosa che non quadra. Come mai se il costo di produzione è 30

centesimi (ciò che paga la banca, a detta del venditore, il Ministero del Tesoro)

e il valore nominale 100, la banca chiude in pareggio?

Forse rivende le banconote da 100 dollari a 30 centesimi?

A qualcuno di voi è mai capitata una banca che vi abbia dato 100 euro a 30

centesimi? Non credo.

Inoltre, è spiegato chiaramente poco prima che “… una banca commerciale …

può avere banconote della Federal Reserve … ma deve pagarle in full (in

pieno, per intero, integralmente), dollaro su dollaro …”.

 

Non ci possono essere dubbi: questo è il furto del denaro del popolo

confermato dal Department of Treasury degli Stati Uniti.

Ancora:

“Le banconote della Federal Reserve non sono rimborsabili in oro o argento o

in nessun altra merce. Non sono rimborsabili dal 1933 … non sono state

garantite da niente dal 1933. Non hanno valore di per sé, ma valgono

per ciò che comprano. In altre parole, dal momento che sono moneta legale

a corso forzoso, le banconote della Federal Reserve sono “coperte” da tutti i

beni e servizi presenti nell’economia”.

Non credo ci sia molto da aggiungere.

 

Capitolo IV

Milan – Juventus

Lo Stato deve battere moneta.

La moneta elimina la disoccupazione.

 

Due brevi brani tratti da “La grande truffa”:

 

“Milan – Juve

 

Domenica c’è Milan – Juventus a San Siro. Forza Juve!

Giocando in casa, tutto il lavoro di preparazione della partita è sulle spalle del

Milan. I dirigenti del club contrattano imprese di pulizia per tirare a lucido lo

stadio, chiamano i giardinieri per curare il tappeto erboso, fanno controllare i

riflettori, prendono accordi con giornali e televisioni per pubblicizzare l’incontro,

pagano profumatamente calciatori e allenatori. Come nella società degli

uomini, c’è tanto lavoro da svolgere e una moltitudine di persone coinvolte.

Le squadre di calcio sono un microcosmo, il lavoro è ripartito tra tutti per il

raggiungimento del bene sociale: l’incasso della partita, il reddito da

distribuire.

Un dirigente va a ritirare gli 80 mila biglietti d’ingresso fatti stampare dalla

Tipografia Centrale. Con sua grande sorpresa, invece delle poche migliaia di

euro che si aspettava di dover pagare per il semplice lavoro di stampa dei

biglietti, il tipografo chiede l’intero valore nominale impresso su di essi: 100

euro per ogni biglietto di tribuna centrale coperta, 60 euro per quelli di tribuna

laterale, 20 euro per le curve.

Al dirigente viene da sorridere.

La Tipografia Centrale vorrebbe impossessarsi di tutto l’incasso solo per aver

stampato i mezzi di scambio che lo rappresentano.

Il Milan fa tutto il lavoro per produrre un reddito, il tipografo vorrebbe

sottrarglielo.

Secondo voi, a chi dovrebbe andare l’incasso?

La risposta è scontata, pare ridicolo anche porsi la domanda.

Un onesto dirigente del Milan, nonostante l’offerta del tipografo di una

generosa fetta della torta da spartire, non si presta a partecipare ad una truffa

tanto ignobile.

Ebbene, ciò che in questa metafora appare tanto assurdo è ancor più grave

nella vita reale.

Noi, il popolo, facciamo tutto il lavoro fisico. Dovremmo dividerci l’incasso, ma i

nostri dirigenti/rappresentanti politici acquistano i biglietti al valore nominale,

consegnando quindi alla Banca d’Italia tutto l’incasso, il frutto del nostro

lavoro.

La popolazione fa tutto il lavoro, le banche prendono l’incasso.

Il popolo semina, i banchieri raccolgono i frutti.

Tutta la ricchezza prodotta finisce nelle mani della grande Usura.

I politici consegnano ai banchieri, con le obbligazioni di Stato garantite dal

prelievo fiscale, il reddito nazionale da noi prodotto, in cambio di banconote

costate il valore della stampa.

La Banca Centrale, per nostra sfortuna, a differenza della Tipografia Centrale,

non si è ancora imbattuta in dirigenti onesti.

 

Il dirigente del Milan ha una soluzione facile facile: si rivolge ad un’altra

tipografia. A noi ciò non è permesso, perché in ciascun paese c’è una sola

Banca Centrale, con il monopolio dell’emissione monetaria.

Noi siamo costretti a comprare quei biglietti al valore nominale impresso sugli

stessi, gravati per di più di un interesse assassino.

Il dirigente che acquista quei biglietti al valore nominale mette il Milan in

grande difficoltà: dopo aver pagato operai e calciatori, i soldi rimasti non sono

sufficienti per saldare il debito con la Tipografia Centrale.

Che fare?

Il Milan è costretto a spiegare ai propri dipendenti che deve tassare,

riprendersi cioè gran parte dello stipendio appena consegnato, per poter tutti

assieme contribuire a saldare il debito con il tipografo.

Ai lavoratori rimangono giusto i soldi per pagare l’affitto, la luce, il gas, l’acqua,

il ritiro rifiuti, la rata dell’auto, il bollo, l’assicurazione, la benzina per andare al

lavoro, il canone Tv, i vestiti e il pane.

Ed il tipografo?

Se riesce a corrompere i dirigenti di tutte le squadre facendoli partecipare alla

spartizione del bottino, si arricchisce a dismisura partita dopo partita.

Solamente stampando biglietti di carta, si impossessa degli incassi di tutte le

partite.

Sottrae alle squadre di tutto il mondo la ricchezza prodotta con il loro lavoro.

 

Il Governo, invece di far stampare gratuitamente i biglietti dal Ministero del

Tesoro, preferisce prenderli in prestito ad interesse dal banchiere e lasciare noi

nei guai: con il nostro lavoro dovremo cercare di mantenerci in vita e ripagare,

con un abnorme prelievo fiscale, il debito contratto con la Banca Centrale.

Impossibile.

Più avanti capiremo che il debito gravato da interesse è di per sé

inestinguibile.

All’interno dell’attuale sistema monetario è matematicamente impossibile

che nel mondo tutti riusciamo a sopravvivere, e che si possa estinguere il

debito con la Banca Centrale.

Per quale motivo continuiamo a lavorare se l’incasso è già stato scippato nello

scambio tra Governo e Grande Usura?

Non ne siamo consapevoli, la truffa si compie davanti ai nostri occhi, ma noi

non la “vediamo”.

Per chi stiamo dunque lavorando?

Per i Grandi Usurai internazionali.

Chi sono? “

* * * *

 

Lo Stato deve battere moneta

La moneta elimina la disoccupazione

 

“Restiamo con il pescatore di Cabras.

Abbiamo visto che, in assenza di denaro, lo scambio tra muggini ed energia

con l’Enel si inceppa, non può avvenire per ovvi motivi.

A questo punto deve intervenire lo Stato. Tra i suoi compiti, quello di gran

lunga più importante è di fornire al popolo il mezzo di scambio necessario a far

girare l’economia e raggiungere un dignitoso benessere.

Lo Stato deve battere moneta.

È un suo diritto/dovere.

Deve fornire al pescatore (al popolo) il mezzo di scambio per raggiungere il

bene desiderato: l’energia.

Essendo solo un mezzo di scambio (il valore sta nei muggini e nell’energia),

deve essere reso disponibile gratuitamente.

Come?

Immettendo denaro nella società. Spendendo …

Lo Stato non saprebbe che farsene dei muggini, ma può certamente comprare

il lavoro degli impiegati che servono per portare avanti l’ordinaria

amministrazione, degli operai che costruiscono un nuovo ponte o una

autostrada, pagare i materiali di costruzione e le attrezzature di una nuova

Università.

Queste retribuzioni, in mano ad operai ed impiegati, sono il “certificato del

lavoro svolto” di Ezra Pound, “un titolo di richiesta per ottenere beni reali e

servizi” di Gertrude Coogan, il “biglietto universale” di Joaquin Bochaca: il

mezzo di scambio che fa girare l’economia.

In mano allo Stato la moneta è uno straordinario strumento di ricchezza

per i popoli. Lo Stato infatti può costruire tutti gli ospedali che servono alla

comunità, tutte le scuole pubbliche, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, le

autostrade, i ponti, le case da dare a riscatto alle giovani coppie che entrano

nel mondo del lavoro, le case di accoglienza per anziani e i parchi pubblici,

pagando con cartamoneta stampata nell’occasione in nome del popolo.

Uno Stato sovrano padrone della propria moneta può comprare tutto il

lavoro che serve per far funzionare ospedali, scuole, aeroporti, ferrovie, case

di accoglienza, per la manutenzione di strade, acquedotti, giardini pubblici,

parchi, foreste.

In poche parole, può eliminare la disoccupazione.

 

La moneta è uno strumento di benessere, nata per servire il popolo.

Noi siamo il popolo e anche i disoccupati …

La nostra mente ha inventato la moneta, ed ora i nostri rappresentanti la

utilizzano per arricchire coloro che ricchi lo sono già (solo materialmente,

ahimè), ma non i poveri che ne hanno realmente bisogno.

C’è qualcosa che non va …

 

Spendendo la moneta del popolo in infrastrutture e retribuzioni per i dipendenti

statali, lo Stato arricchisce la comunità con le proprietà immobiliari costruite e

con la liquidità immessa in circolazione.

continua…..

 

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Paolo Maleddu