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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 20°parte                 La Grande Truffa – 21°parte

La Grande Truffa – 22° parte                                La Grande Truffa – 23° parte

La Grande Truffa – 24° parte                                La Grande Truffa – 25° parte

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

26° parte

 

…………….

La banca centrale americana ammette spudoratamente in una delle sue pubblicazioni ufficiali di mantenere la scarsità monetaria in quanto il valore del denaro viene dalla sua scarsità.

 

“Il valore del denaro, come di qualsiasi altra cosa, deriva dalla sua scarsità in relazione alla sua utilità. Beni e servizi hanno più o meno valore a seconda della disponibilità in relazione alla quantità richiesta dalla gente”.

         Modern Money Mechanics,  Federal Reserve Bank of Chicago

 

Se l’obiettivo della grande finanza è quello di appropriarsi di gran parte della ricchezza esistente, la disponibilità di denaro per chiunque altro deve obbligatoriamente essere limitata.

Il presente sistema è basato sul mantenimento della scarsità monetaria, ma il mondo ha necessità di una struttura che si confronti con l’abbondanza di risorse dell’universo.

Questo non significa un sistema che permetta disuguaglianza e spreco, ma una organizzazione efficiente, democratica, sostenibile e non condizionata. Che permetta ad ogni singolo individuo di soddisfare le sue necessità di base.

 

Il denaro, da ciò che emerge dal comportamento delle banche emittenti, non è distribuito in maniera onesta. Le decisioni non sono democratiche, ma prese piuttosto da una elite dominante di banchieri che non sono proprio affidabili. Essi perseguono i propri interessi, guadagno e crescita continua.

 

“È triste ma scandaloso che l’attività bancaria sia condotta oggi come un affare da individui che si dichiarano uomini d’affari – che presumibilmente significa una impresa condotta per profitto. Nella sua natura essenziale, l’attività bancaria è una professione, e come ogni professione dovrebbe essere condotta per rendere un servizio da uomini la cui motivazione, prima, dopo e sempre, è rendere un servizio. Essi dovrebbero, naturalmente, avere la giusta ricompensa per il loro lavoro, ma questa, in essenza, dovrebbe essere un onorario da professionista, non un profitto di impresa.”

                                                                       Ralph Borsodi

 

La ingiusta ripartizione del credito è un problema che è ampiamente riconosciuto e discusso, ma nessuna misura viene adottata in proposito. Proprio in questo periodo, 2009/2011, nonostante il prezzo dell’euro fissato dalla banca centrale europea sia sceso sino all’uno per cento, minimo storico mai raggiunto in precedenza, il credito continua ad essere negato a persone ed imprese, che sono così costrette all’insolvenza e a vedersi di conseguenza pignorare le proprietà.

L’impotenza dei politici viene clamorosamente alla luce quando  esortano le banche a riaprire la concessione dei crediti alle imprese ed ai singoli cittadini, senza che i banchieri si degnino persino di rispondere.

Ulteriore dimostrazione che il potere è in mano all’Usura internazionale e che i politici svolgono la funzione di “camerieri” dei banchieri.

E noi ingenuamente continuiamo a credere nella democrazia, e con il nostro voto legittimiamo l’operato dell’intera classe politica e la sua complicità con l’Usura internazionale nella manipolazione disonesta del sistema monetario.

Complicità ricompensata con una adeguata retribuzione mensile.

In anni nei quali per le persone normali i mesi sono diventati troppo lunghi per gli stipendi, è possibile che i politici non sentano nessun disagio al momento di ricevere i loro scandalosamente alti compensi  e privilegi vari?

 

Negli ultimi anni, le banche locali sono state progressivamente acquisite da grandi gruppi bancari internazionali. La concessione dei prestiti vengono decise in uffici lontani, i risparmi raccolti localmente vengono inviati all’estero alla ricerca di investimenti più redditizi, lasciando quindi le comunità in sofferenza per deficit di liquidità. Con le liberalizzazioni che permettono alle grandi banche d’investimento di acquisire pacchetti azionari di multinazionali ed essere protagonisti in attività produttrici e commerciali, il problema si fa ancora più grave. Il sistema bancario, la cui attività di servizio è da sempre stata deficitaria nei confronti delle collettività locali dalle quali trae i propri guadagni, cesserà di essere membro attivo ed importante di tali comunità.

Con il controllo remoto, sarà sempre meno interessato ai bisogni locali, attratto da nuove speculazioni e lontani mercati da sfruttare.

E nuove popolazioni da ridurre in schiavitù con la catena del debito.

 

Gli abusi più grandi, comunque, derivano dalla politicizzazione del denaro, dell’attività bancaria e della finanza. Gli interessi bancari privati e del governo centrale sono intrecciati e mutuamente dipendenti. Come ricompensa per la posizione privilegiata, il cartello bancario deve assicurare che il governo centrale possa prendere in prestito e spendere praticamente qualsiasi somma di denaro che desideri. Il sistema bancario, nonostante la pubblica retorica della responsabilità fiscale, “coprirà” sempre i necessari deficit del governo centrale, “monetizzando” il debito. Significa che il sistema bancario creerà abbastanza denaro affinché il mercato possa assorbire le nuove obbligazioni del governo che verranno emesse per finanziare il deficit. In questo modo permette al governo di spendere quanto vuole senza un aumento delle imposte dirette. L’aspetto più distruttivo di questa quasi illimitata possibilità di spendere è che, come ha scritto E. C. Riegel, “permette ad uomini ambiziosi o con molti progetti o fanatici che hanno il controllo del governo, di accendere il fuoco della guerra.” Se ai governi fosse richiesto di chiedere prima al popolo il denaro per combattere, ci sarebbero ben poche, o forse nessuna guerra.

L’effetto sull’economia della monetizzazione del debito del governo è che provoca un aumento dei prezzi. Questo fenomeno è chiamato “inflazione”, che è stata chiamata una ”tassa occulta”. Come dice il celebre economista Milton Friedman, “l’inflazione è un fenomeno monetario.” Significa che l’aumento dei prezzi non è dovuto al fatto che beni e servizi valgano di più, ma che il denaro vale meno.

Gli economisti sostengono spesso che l’inflazione è causata da troppo denaro in circolazione. Ciò sembrerebbe invalidare la mia opinione che l’ammontare della moneta circolante è cronicamente insufficiente. La risposta è che l’inflazione non è causata di per sé dall’ammontare di denaro, ma dal fatto che parte del denaro in circolazione è emesso in modo non corretto e mal distribuito.

È ciò che succede quando il sistema bancario “monetizza” il debito del governo, come descritto in precedenza. Possiamo pensare quel denaro essere falso, seppur legalmente falso. Viene speso all’interno dell’economia senza introdurre nuovi beni e servizi nel mercato; in questo modo, come si suol dire “c’è troppo denaro per troppo pochi beni”. I commercianti, sentendo la presenza di eccessivo (falso) denaro, aumentano i prezzi per compensare. Altri partecipanti del processo economico (fornitori, lavoratori, e così via) seguono l’esempio per quanto è loro possibile.

(…)

Nella nostra economia il popolo viene tagliato fuori dalla maggior parte del processo decisionale, quello che determina come l’insieme della ricchezza della nazione, il frutto del lavoro di tutti, verrà speso. Alcuni degli abusi commessi sono ingenti spese per armamenti; interventi militari; “aiuti esteri” in supporto di governi amici; e salvataggi di grandi società per azioni e governi del terzo mondo, che beneficiano principalmente le banche ed i pochi ricchi ben introdotti, aumentando il divario tra ricchi e poveri.

 

Come il Denaro Pompa Ricchezza dai Poveri ai Ricchi

Quando dico che il denaro sposta ricchezza dai poveri ai ricchi, non parlo dei molto poveri, che hanno scarsa o quasi nessuna possibilità di produrre ricchezza, ma della stragrande maggioranza delle persone che lavorano per tirare avanti ma hanno poco o nessun “patrimonio finanziario”.

La “trappola del debito” è la rovina di quel tipo di persone. Dentro l’attuale sistema il debito è distruttivo in due modi, prima a causa dell’interesse (usura) che deve essere pagato per l’uso del denaro (credito bancario), ed in secondo luogo, per le proprietà immobiliari date in garanzia che vengono confiscate quando il debitore è nell’impossibilità di effettuare i pagamenti. La cronica insufficienza di denaro assicura che ci sarà inevitabilmente qualche pignoramento. È interessante notare che la parola mortgage (ipoteca) viene da radici che significano “pegno di morte”, una specie di gioco d’azzardo. È quasi impossibile ormai per una famiglia entrare in possesso di una casa senza sottoscrivere il “rischio di morte”. Mio nonno, assieme a tanti altri, ha perso quel gioco e la casa durante la Grande Depressione, quando a causa della disoccupazione si trovò nell’impossibilità di ripagare l’ipoteca alla banca.

Se l’informazione è la qualità essenziale della moneta, la logica conseguente domanda è, Che tipo di informazione deve portare? La risposta che si presenta immediatamente è che dovrebbe trasportare informazione sul “merito”. Se il denaro da il diritto al portatore di pretendere ricchezza dalla comunità, su cosa si basa quella pretesa? Il possesso del denaro dovrebbe essere la prova che il possessore ha consegnato un certo valore alla comunità (sottoforma di beni o servizi) ed è quindi in diritto di riavere in cambio un uguale ammontare di valore.

Se il denaro viene emesso in modo non corretto, l’informazione che porta con sé è inquinata in origine. Consegnando denaro a clienti improduttivi e privilegiati del monopolio monetario a condizioni più favorevoli, e chiedendo maggiori tassi di interesse agli altri, il sistema bancario ridistribuisce ricchezza da coloro che producono a privilegiati che non producono niente. Il modello coerente di comportamento ufficiale di diverse decadi trascorse è stato di concentrare il potere economico attraverso la centralizzazione del mezzo di scambio, limitandone l’accesso, e ricaricando prezzi esorbitanti (sottoforma di interesse/usura) per il suo uso. La moneta porta con sé informazione, ma il presente sistema monetario funziona male perché porta informazioni non corrette.”

                                                                          Thomas Greco

 

Ora, considerando la crisi che colpisce attualmente l’economia mondiale, è chiaro che devono essere introdotti dei cambiamenti nella distribuzione del potere politico/economico e delle risorse disponibili.

Il sistema di controllo di denaro e finanza, favorisce la concentrazione in sempre meno mani, aumenta le ingiustizie nella ripartizione della ricchezza, ed aumenta il degrado sociale ed economico.

Il denaro raccolto localmente dalle banche sparse nel territorio, con decisioni prese in centri di comando lontani da manovratori senza volto, viene indirizzato ad investimenti più redditizi in altri paesi, privando le comunità della linfa vitale.

La comprensione e creazione di un sistema complementare di emissione di una valuta da affiancare a quella legale dello stato, porta indubbiamente dei benefici all’economia locale.

L’introduzione di un mezzo di pagamento che riempia il vuoto artificialmente creato dalla scarsità della valuta ufficiale, permette che si riallaccino i rapporti, interrotti per mancanza di denaro, tra compratori e venditori, tra lavoratori e lavoro da svolgere.

La valuta locale non emigra, viene spesa in loco dai membri della comunità che acquistano e consumano le merci che essi stessi producono, ricoprendo quel doppio ruolo di produttori/consumatori che permette un regolare e sano svolgimento del processo economico.

Le tre fasi di produzione, distribuzione e consumo, non più interrotte dalla mancanza del mezzo distributivo, possono essere portate a termine con grande giovamento di tutti i membri della comunità.

La diffusione delle monete locali è una realtà da sempre presente ma poco pubblicizzata dalla stampa ufficiale di proprietà della Grande Usura, per ostacolare la comprensione della funzione elementare del mezzo di scambio.

I vantaggi più immediati, oltre a quello di rimettere in moto il processo economico locale, sono il coinvolgimento dei componenti della comunità con la partecipazione al potere decisionale ed il recupero dell’autostima, la comprensione della elementare funzione dello strumento monetario e la creazione di un’alternativa all’Usura dei banchieri per scrollarci di dosso quel senso di impotenza che ci impedisce di reagire a norme che privilegiano solo ed esclusivamente gli Usurai.

 

In “The evolution and trasformation of money”, da cui riporto i concetti più interessanti, Thomas Greco sottolinea immediatamente che senza una adeguata comprensione delle funzioni del denaro, non se ne può fare un buon uso:

 

“Gran parte dell’attuale miseria nel mondo è originata da una incomprensione della natura della moneta, dell’attività bancaria e del credito.

 

Le tipologie basiche dell’interazione economica sono:

regalo – trasferimento di un valore senza particolare attesa di qualcosa in cambio;

trasferimenti non volontari – per esempio, furto, rapina, estorsione, tasse;

scambio reciproco – scambio di pari valore tra due parti per mezzo di un accordo volontario.

 

Il denaro svolge la propria funzione nell’azione di scambio reciproco.

 

Le fasi nello sviluppo dello scambio reciproco sono : il baratto, la moneta merce, la moneta simbolica, la moneta credito, la compensazione (clearing).

 

La specializzazione del lavoro fa dello scambio economico una necessità fondamentale.

 

Quali sono i presupposti per uno scambio efficiente, reale ed onesto?

Un libero mercato, un onesto mezzo di scambio o di pagamento, una stabile ed oggettiva unità di misura del valore.

 

Il baratto è la prima forma di scambio reciproco, coinvolge due persone ognuna delle quali ha qualcosa che l’altra vuole.

 

Il primo passo nell’evoluzione monetaria: dal baratto alla moneta merce.

Il baratto dipende dalla coincidenza di volere e necessità, la moneta agisce da “deposito di valore” che permette che le necessità siano soddisfatte ogniqualvolta le merci richieste siano disponibili.

 

La moneta merce è la più primitiva forma di denaro, usata sia come mezzo di pagamento che come misura del valore.

Bestiame, tabacco, zucchero, cereali, chiodi, conchiglie, pelli, metalli, etc., sono stato usati come denaro, ma lo scambio continua ad essere essenzialmente un baratto tra due merci o servizi.

 

I metalli divennero la moneta merce per eccellenza, perché sono duraturi, frazionabili e facilmente trasportabili.

 

La forma più semplice di moneta simbolica è la ricevuta di un deposito, o “titolo di richiesta” di una qualche merce depositata da qualche parte.

Per esempio, ricevute di ammasso di cereali, tagliandi per il ritiro di beni vari precedentemente depositati, valuta convertibile in oro o argento.

 

Le prime note del banco, banconote, erano moneta simbolica, ricevute di deposito per oro o argento lasciato in custodia.

 

Secondo passo nell’evoluzione monetaria: dalla moneta merce al credito.

 

L’introduzione delle banconote fu il primo passo nello sviluppo della “fabbricazione del credito”.

In principio le banconote, convertibili a richiesta in moneta merce (oro o argento), erano moneta simbolica, trasformata in seguito in moneta credito.

 

Le banche emettevano quindi due tipi di moneta che la gente non riusciva a distinguere tra loro, perché uguali nella forma. La stessa banconota rappresentava la moneta simbolica e la moneta credito.

 

La banconota era fonte di problemi perché metteva in circolazione due tipi differenti di cartamoneta, una “ricevuta” per oro depositato ed uno strumento di credito emesso come promessa di pagamento coperta da beni dati in garanzia, ma entrambi convertibili in oro.

Non ci fu mai abbastanza oro per coprire tutte le banconote, così questo sistema venne conosciuto come sistema bancario a “riserva frazionaria”.

 

Alla fine, non ci fu più la possibilità della conversione e la moneta simbolica sparì dalla circolazione.

Ora praticamente tutta la moneta in circolazione è credito che esiste solamente nei conti correnti bancari. Esiste solo una minima quantità di contante e moneta metallica.

 

Il sistema bancario e la moneta sono stati politicizzati. È stata diffusa la credenza, generale ma errata, che il potere dell’emissione monetaria debba essere dominio esclusivo del governo, centralizzato. I governi hanno ceduto questo potere di emissione ai banchieri, garantendo per di più lo status di valuta legale ed obbligando le popolazioni ad accettarla.

 

Terzo passo nell’evoluzione monetaria: dal credito alla compensazione (clearing).

La moneta termina di essere materiale, per diventare un semplice sistema di registrazione contabile. La moneta è la registrazione di dare ed avere.

 

Così come la luce può essere definita un’onda o una particella, la moneta può essere qualcosa di palpabile od un fluttuante saldo di conto corrente basato su reciproci accordi.

 

Il clearing, passo finale dell’evoluzione monetaria.

Il clearing è il più semplice ed efficiente meccanismo di mediazione degli scambi, di compensazione tra debiti e crediti, acquisti e vendite.

 

“Se non ci fosse denaro, qualsiasi sistema di accredito ai venditori ed addebito ai compratori potrebbe svolgere completamente il lavoro svolto dal denaro”, Bilgram & Levy, 1914

 

Come funziona il clearing?

Quando vendi qualcosa, sul tuo conto il valore della vendita viene accreditato (incrementato); quando compri, viene addebitato (detratto).

 

Il credito bancario viene già adoperato per compensare i debiti tra le grandi società d’affari, mentre gli interessi vengono pagati alle banche per il credito ricevuto. “

 

Thomas Greco introduce a questo punto alcune forme alternative di moneta e spiega come poter organizzare in una comunità un mezzo di scambio locale, da affiancare alla circolazione della valuta ufficiale.

Quali sono i vantaggi più evidenti di una sana moneta locale?

Lo si è già accennato: aiutano l’economia della comunità in quanto sopperiscono alla cronica insufficienza di denaro, che come abbiamo detto, viene inviato in luoghi lontani alla ricerca di investimenti speculativi che danno dei profitti in tempi brevi.

La moneta locale non “emigra”, rimane all’interno della comunità dove è conosciuta e viene accettata, mantenendo abbondante la liquidità monetaria e la fluidità degli scambi.

Indirizza i consumi verso merci prodotte nel territorio da fornitori e produttori locali che hanno tutto l’interesse ad aderire all’iniziativa, circola tra la popolazione invece di essere tenuta in banca a produrre interessi, ed è perciò distribuita più democraticamente all’interno della società.

Soprattutto, non nasce di proprietà delle banche, non è quindi gravata da interesse e non può essere addebitata alle popolazioni. Nessun signoraggio bancario.

Attenzione però: la moneta locale è solo un palliativo, non la soluzione. Infatti non risolve il problema principale in modo radicale, e viene contestata da molti come elemento che ci allontana dalla soluzione reale, che rimane la restituzione al popolo della proprietà della moneta al momento dell’emissione.

 

Piccola curiosità: ogniqualvolta la digito sul computer, la parola signoraggio viene automaticamente sottolineata in rosso, come tutti i termini che il programma non accetta perchè non appartenenti alla lingua italiana e/o segnalati come errori.

Per il programma immesso nel computer la parola signoraggio  non esiste.

 

Torniamo all’ultimo stadio dell’evoluzione della moneta: la compensazione o clearing.

I rapporti tra le banche avvengono già per compensazione. Non c’è più nessun passaggio materiale di denaro tra gli istituti di credito, ma nei rapporti con noi clienti i banchieri preferiscono dare l’impressione di prestarci un “qualcosa” di materiale, denaro.

Mentre in effetti non ci prestano niente.

 

“Le banche preferiscono agire come se il denaro fosse una cosa da “prestare” ad interesse.

 

Cos’altro fanno le banche?

Autorizzano alcuni dei loro clienti ad introdurre del denaro in circolazione.

Lo fanno dopo aver valutato la solvibilità del cliente ed il valore dei suoi beni, garantendogli un ”prestito”.

Questo processo si chiama “monetizzazione”, perchè trasforma in liquidità il valore di beni immobili.

 

Il sistema della moneta debito.

Le banche chiamano questo modo di agire, “fare un prestito”, nonostante niente venga prestato.

Le banche addebitano un interesse su questi “prestiti”.

Ciò trasforma il “credito” in moneta debito gravata da interesse.

Che origina un obbligo di crescita che destabilizza l’intera economia”.

Sin qui Thomas Greco.

 

Siamo quindi tornati alla competizione per quell’interesse mancante che i banchieri non mettono in circolazione, costringendoci ad una lotta fratricida per la sopravvivenza, al fallimento sicuro di parte degli operatori economici, con il corollario dei pignoramenti dei beni di proprietà.

Il raggiungimento dell’obiettivo ultimo: soffocare l’economia per impoverirci e poterci meglio controllare.

Come si può, con questi presupposti, non considerare un crimine ben pianificato il sequestro della casa di abitazione di un cittadino che non è nelle condizioni di estinguere il debito infinito?

Per poter permettere che almeno una parte della popolazione paghi i debiti contratti, le banche continuano a “prestare” denaro obbligando le attività produttive ad una crescita infinita insostenibile in un mondo finito, nel tentativo, vano per molti, di ripagare il debito crescente.

È chiaro che questo sistema è destinato a crollare su sé stesso, dal momento che il debito sarà sempre più grande del capitale “prestato”.

 

Le banche ormai emettono solo moneta debito sottoforma di accrediti in conto corrente ogni volta che un prestito venga garantito da una ipoteca su beni immobili.

 

In conclusione, attualmente, solo per l’utilizzo del mezzo di scambio che già ci dovrebbe appartenere paghiamo il valore nominale su di esso riportato, 100 euro per una banconota di tale valore, oltre ad un interesse inestinguibile.

Con la graduale ma crescente scomparsa delle banconote, sostituite dalla carta di credito, il denaro si ridurrà definitivamente ad una semplice registrazione numerica.

Gli Usurai non avranno neanche più necessità di stampare carta, dovranno solo accreditare e addebitare dei numeri nei conti correnti, e continueranno a sottrarci tutto il valore monetario, cioè tutta una vita di lavoro, ansia e sofferenza, solo tenendoci la contabilità.

Naturalmente, il lavoro contabile sarà affidato per intero ai politici “camerieri”, lautamente retribuiti per nascondere la verità al popolo. A sua volta, la classe politica farà svolgere il lavoro vero e proprio ad un esercito di dipendenti pubblici, mentre i Grandi Parassiti internazionali continueranno da chissà dove a dettare al gregge umano le regole da seguire per rinforzare la gabbia virtuale che ci tiene prigionieri.

 

Le transazioni avverranno probabilmente con impulsi elettronici registrabili con i telefonini o magari su chip sottocutanei che possono essere semplicemente spenti ogniqualvolta qualcuno di noi non potrà far fronte ai sempre più numerosi impegni nei confronti delle banche o avesse la temerarietà di sfidarne il volere.

In tal caso ci troveremmo fuori dalla società degli uomini, emarginati e segnalati al pubblico disprezzo, senza aver commesso nessun reato contro la collettività.

Guai a contrastare gli Usurai internazionali, dittatori globali senza volto.

continua…

 

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Paolo MALEDDU