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di Luciano Lago

 

“Ogni paese ha politici che si merita”, questo un vecchio detto, giudicato anche un luogo comune ma che per l’Italia ha una sua valenza storica, viste le condizioni disastrate in cui si trova il nostro paese.

 
A proposito di presidenti della Repubblica, massima carica delle Istituzioni, abbiamo avuto in questo paese dei presidenti, a nostro giudizio indegni, come l’ultimo Giorgio Napolitano che ne è stato il miglior esempio, i quali avrebbero dovuto essere messi sotto inchiesta per come hanno consentito la violazione delle norme costituzionali, in particolare quella che riguarda la sovranità nazionale (art. 1, “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”) , dimostrandosi proni e servili a tutte le direttive che sono venute dall’esterno (dalla Troika europea o da Washington) anche quando si è trattato di far scendere il nostro paese in guerra contro i suoi stessi interessi nazionali (operazione della NATO in Libia) in barba alla costituzione (art. 11.” l’Italia bandisce la guerra come mezzo per la risoluzione delle crisi internazionali») .

Ci sono invece altri paesi in Europa, piccoli ma con grande senso della propria storia e della propria identità nazionale (quella che manca in Italia), come ad esempio la Repubblica Ceca,dove è stato eletto un presidente, Milos Zeman, che dimostra di non volersi piegare a nessun potere e che parla dicendo le cose come stanno, evitando la stucchevole retorica e la propaganda che caratterizzano i discorsi dei presidenti in Italia.

Anche nella Repubblica Ceca viene avvertito il problema dell’immigrazione clandestina ed è interessante ascoltare le dichiarazioni del presidente Zeman in proposito:

“Di questo grande afflusso di rifugiati e di clandestini illegali verso l’Europa sono responsabili gli Stati Uniti ed i paesi europei che hanno partecipato nella esecuzione dei piani dementi attuati in paesi come l’Iraq, la Libia e la Siria, ha dichiarato ieri il presidente Milos Zeman.

 
“L’attuale ondata di immigrazione (in Europa) è sorta a causa della idea demente di invadere l’Iraq, dove presumibilmente (secondo gli USA) si immagazzinavamo grandi armi di distruzione di massa, ma alla fine non si è trovato nulla del genere. Questa ondata deriva anche a causa dell’idea pazza di voler restaurare l’ordine in Libia e successivamente in Siria”, ha segnalato Zeman nel corso di una intervista al giornale ceco, “Blesk”.
“Come risultato di queste azioni, sono venuti fuori in quei paesi regimi di terroristi che in ultima istanza hanno spinto l’attuale flusso incontrollato di immigranti illegali in Europa”, ha aggiunto il presidente Zeman.

“La responsabilità di tutto questo ricade non soltanto sugli Stati Uniti ma anche sui paesi dell’Unione Europea che hanno dato il loro assenso nel partecipare a queste operazioni belliche insensate, come avvenuto in Libia”, ha ricordato il mandatario ceco.

Da considerare che, alla fine di Giugno, centinaia di cittadini cechi sono scesi in strada nella città di Brno per protestare contro la politica migratoria della UE e gli attivisti si sono mostrati contrari ad attuare le politiche migratorie di accoglienza per quote dettate dalla Commissione Europea.

Il presidente ceco Zeman è lo stesso che, due mesi addietro, in occasione di una sua visita programmata a Mosca per presenziare ai festeggiamenti per i 70 della vittoria della Russia nel secondo conflitto mondiale, aveva cacciato dalla residenza presidenziale l’ambasciatore statunitense, Andrew Schapiro, che era venuto a suggerigli “di non recarsi in Russia” per uniformarsi alle decisioni sanzionatorie di Washington.

In quell’occasione Zeman aveva dichiarato: Qualcuno potrebbe immaginare il nostro ambasciatore a Washington mentre porge “raccomandazioni” a Washington per il presidente Obama sul dove deve o non deve recarsi in visita? Si è domandato Zeman, citato da Radio Praga.

“Non permetto a nessun ambasciatore straniero di interferire nelle mie visite pianificate.”

 

tratto da: (clicca qui)

 

 

Il presidente della Repubblica Ceca polemizza contro la grossolana ingerenza di Washington

 

6 aprile 2015

Il presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, ha rifiutato oggi di ricevere l’ambasciatore statunitense Andrew Schapiro, con il quale ha avuto una discussione circa l’opportunità di una sua visita a Mosca per assistere alle celebrazioni per il giorno della Vittoria.

“Le porte del Castello di Praga (sede della Presidenza) sono chiuse per Schapiro”, ha dichiarato il capo di Stato, il quale ha condannato i tentativi degli Stati Uniti di immischiarsi nei fatti del suo paese.
Qualcuno potrebbe immaginare il nostro ambasciatore a Washington mentre porge “raccomandazioni” a Washington per il presidente Obama sul dove deve o non deve recarsi in visita? Si è domandato Zeman, citato da Radio Praga.

“Non permetto a nessun ambasciatore straniero di interferire nelle mie visite pianificate.”

Questa dichiarazione è stata fatta da Zeman dopo che in un intervento alla Tv pubblica l’ambasciatore degli Stati Uniti in Repubblica Ceca Andrew Schapiro aveva criticato la prevista visita del presidente ceco a Mosca per celebrare il 70° anniversario della vittoria sulla Germania nazista.

Il diplomatico nordamericano aveva considerato “poco perspicace” un viaggio di Zeman a Mosca per assistere, per il prossimo 8 e 9 di Maggio, alle cerimonie per il trionfo della Grande guerra Patriottica, nello stimare che questo avrebbe potuto screditare l’atteggiamento dell’Occidente circa l’Ucraina.

I media della stampa locale ricordano che in Febbraio del 2014 si è installato a Kiev un governo ultra nazionalista, dopo un colpo di Stato appoggiato dai neo nazisti, che da un anno ha lanciato una “operazione castigo” contro la popolazione insorta nel sud Est ucraino.

Inoltre Zeman si è pronunciato contro le sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea contro Mosca per la sua posizione di denunciare il governo golpista, di voler appoggiare la sovranità della Crimea e la causa degli insorti ucraini del Donbass.

La cancelleria russa ha salutato l’atteggiamento preso da Zeman ed ha ringraziato la sua lealtà alla memoria dei soldati caduti durante la II Guerra Mondiale nella lotta contro il nazismo.

A Kiev, al contrario, il governo sta cercando di equiparare il nazismo con il comunismo, dopo aver reso illegale l’unico partito di questa tendenza in questa nazione, esaltare i gruppi neonazisti ucraini (Pravy Sektor ) ed includerli nella Guardia Nazionale riformatasi da poco.

tratto da: (clicca qui)