di Paulu Leone Cugusi Biancu (Dip. Economia Guvernu Sardu Provvisoriu)

Il secondo Popolo al quale l’ITALIA fa guerra, dal momento in cui sono stati creati i Poligoni Militari più grandi d’ Europa, é la Sardegna – una Colonia d’oltremare….?!! Il 65% o più delle Servitù
Militari dello Stato Italiano ricadono sulla “NATZIONE SARDA”, mentre il 35% rimanente é diviso tra tutti gli altri territori che appartengono all’ ITALIA SpA, non più Stato dal 1933. Questo significa un rapporto di 21 kmq (in Sardegna) per 1 kmq ( nel rimanente territorio). Inoltre, tutti i territori che l’ Italia SpA sfrutta in CASA NOSTRA (del POPOLO SARDO), danno per ora/affitto, per singolo Stato, un ricavo di 50.000/euro/ora e a NOI missili Milan al Torio, missili di tutti i tipi contro le nostre coste, guerre simulate tutto l’anno, laghi interni utilizzati come Poligoni per le Forze Speciali della Polizia … senza che NESSUNO protesti, tanto la SARDEGNA é dall’altra parte delle acque
Internazionali del Mar Tirreno. Il territorio delle servitù Militari in Terra, Mare e cielo Sardo corrisponde a 35.000 kmq, mentre il territorio sardo é di solo 24.000 kmq.

Adesso l’ITALIA ci fa la guerra, insieme agli eserciti della Nato, agli Israeliani … in altri periodi
si esercitarono anche altri che non voglio nominare. NOI non vogliamo che il Territorio del Popolo Sardo continui ad essere preda delle stellette, delle grandi fabbriche di armi, di ministri della guerra e di ogni sorta di porcheria. Il nostro guadagno é una serie di malattie che, guarda caso, abbondano in tutti i territori attorno alle basi, una serie di limitazioni alla pesca, nessun ritorno economico per chi ci vive accanto, neanche a livello di lavoro.Se l’ ITALIA é in GUERRA con altri (nonostante la Costituzione) lo dica e se, tra quelli a cui sta facendo guerra, c’é la Sardegna lo dichiari in maniera formale, senza le ipocrisie per cui La ITALIA SpA é conosciuta nel Mondo intero

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Secondo un documento della Difesa, gli F-15 e gli F-16 dell’Israeli Air Force sono attesi al poligono di Capo Frasca (Oristano): sganceranno bombe inerti da una tonnellata. La cooperazione militare tra Roma e Gerusalemme comprende la fornitura di sensori radar “Gabbiano”, prodotti dalla Selex Galilelo e montati sui droni, e i cannoni navali da 76mm prodotti dalla Oto Melara: tutti armamenti utilizzati nella guerra a Gaza

di Enrico Piovesana | 31 luglio 2014

I cacciabombardieri israeliani voleranno presto dai cieli di Gaza a quelli della Sardegna per condurre esercitazioni di bombardamento insieme all’aviazione italiana e Nato. La notizia lanciata giorni fa dall’Unione Sarda sulla base di documenti militari ufficiali, trova conferma nelle informazioni ottenute dal IlFattoQuotidiano.it. Il “Programma esercitazioni a fuoco secondo semestre 2014″ del Reparto Sperimentale Standardizzazione al Tiro Aereo – Air Weapon Training Installation (Rssta-Awti), datato 3 marzo 2014, prevede che gli F-15 e gli F-16 dell’Israeli Air Force vengano al poligono di Capo Frasca (Oristano) a sganciare bombe inerti da una tonnellata.

Il documento non specifica le date della trasferta israeliana, ma lo Stato Maggiore della Difesa e l’Aeronautica Militare confermano la presenza programmata dell’aviazione israeliana in Sardegna per l’annuale esercitazione bilaterale “Vega” che solitamente si tiene tra ottobre e novembre con base all’aeroporto militare di Decimomannu (Cagliari), da cui dipende il campo di bombardamento di Capo Frasca.

Il ministero della Difesa, interpellato in merito, non ha rilasciato commenti. La questione è stata sollevata anche al ministero degli Esteri in un incontro tra il vice della Mogherini, Lapo Pistelli, e le associazioni pacifiste e disarmiste che chiedono al governo italiano lo stop immediato al supporto militare e alle forniture belliche a Israele, illegali per la legge italiana in quanto destinate a un Paese in guerra. Forniture che non si limitano agli ormai noti cacciabombardieri da addestramento M346 dell’Alenia Aermacchi – utilizzabili anche in “ruoli operativi” – ma che riguardano anche sistemi d’arma che già oggi vengono usati da Israele nella Striscia di Gaza.

Tra questi i potenti cannoni navali da 76 millimetri prodotti dalla Oto Melara (Finmeccania) montati sulle motocannoniere israeliane classe Sa’ar e ampiamente utilizzati in questi giorni per martellare la Striscia dal mare. Un altro esempio sono i sensori radar Gabbiano prodotti dalla Selex Galilelo (Finmeccanica), fondamentale equipaggiamento dei micidiali droni israeliani Hermes, regolarmente usati a Gaza per compiere bombardamenti missilistici – per la gioia dell’azienda produttrice Elbit, le cui azioni sono salite alle stelle dall’inizio del nuovo conflitto.

Esercitazioni aeree congiunte e forniture militari rientrano nel quadro degli accordi bilaterali di cooperazione militare stretti tra Roma e Tel Aviv nel 2005 (governo Berlusconi) e nel 2012 (governo Monti): accordi di cui in questi giorni di guerra le opposizioni, Sel e Cinquestelle, chiedono l’immediata sospensione.

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