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        GUVERNU SARDU

                   PROVVISORIU

          Sardinian Provisional Government

                                  Dipartimentu Internus

    SEZIONE DIPARTIMENTALE DI POLITZIA


                                                                                           Aristanis, 29 aprile 2014

 

Oggetto: AVVISO E NOTIFICA DI ISCRIZIONE A RUOLO GIUDIZIARIO.

               NR. 0001/2014/04

L’anno 2014 addì 29 del mese di aprile si dà atto di aver proceduto alla notifica del presente avviso di iscrizione a ruolo giudiziario.

CONSIDERATI:

– la “Denuncia di occupazione, dominazione e colonizzazione della Nazione Sarda da parte dello stato straniero italiano – Rivendicazione di sovranità del Popolo Sardo” di questo MLNS in data 04.06.2012 e depositata alla sede O.N.U. di Ginevra in data 15.06.2012;

– Il “Monito e Diffida” del 20.08.2012 notificato allo Stato straniero, colonialista e razzista italiano e inoltrato, per conoscenza,  alla sede O.N.U. di Ginevra e alla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo

-La Notifica a tutti gli Enti ed Istituzioni italiane presenti sui territori della Nazione Sarda inviata a mezzo P.E.C. in data 10.04.2014

 

questo Dipartimento Federale della Politzia Sarda da atto di aver proceduto all’iscrizione a ruolo giudiziario nel procedimento di indagine a carico di:

1)    CILLANO Stefano, funzionario della Polizia di Stato italiana col grado di Assistente Capo

2)    PANI Paolo, funzionario della Polizia di Stato italiana col grado di Agente

3)    MUSCENTE Antonello, funzionario della Polizia di Stato italiana col grado di Assistente Capo

4)    CAMEDDA Giuseppe, funzionario della Polizia di Stato italiana col grado di Agente

5)    ARIU Riccardo, giudice presso il Tribunale di Oristano

6)    DE FALCO Paolo, Pubblico Ministero presso la Procura di Oristano

Capi di imputazione a carico di: CILLANO Stefano e PANI Paolo

 

a)    violazioni continuate e aggravate del “MONITO E DIFFIDA” notificato dal Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) allo Stato Straniero Italiano e della “Notifica a tutti gli Enti ed Istituzioni italiane presenti sui territori della Nazione Sarda”

 

b)    violazione dei fondamentali diritti umani, civili e politici dei cittadini del Popolo Sardo in evidente spregio alle stesse norme del “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato e aperto alla firma a New York il 16 e il 19 dicembre 1966, ratificato dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77, ed in evidente spregio alle stesse norme della Costituzione italiana.

 

c)    l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Nazione Sarda contro un cittadino del Popolo Sardo con minacce, atti violenti, sequestro di persona e falsa testimonianza.

d)    reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche su un cittadino del Popolo Sardo sottoposto illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrato, segregato e sorvegliato a vista in una camera di sicurezza della polizia di stato straniera italiana ad Oristano;

e)    illeciti a sfondo razzista, politico e discriminatorio posti in essere con premeditazione e con dolo specifico nei confronti di un cittadino del Popolo Sardo e, in particolare, per avere deriso e gettato a terra i documenti personali, rilasciati dal Servizio Anagrafe del Guvernu Sardu Provvisoriu.

f)    l’aver posto in essere illeciti contro la sovranità del Popolo Sardo, contro l’integrità territoriale e contro la personalità della Nazione Sarda;

g)    abuso di potere e in atti d’ufficio

RESPONSABILITA’ ATTRIBUIBILI:

       –Sequestro di persona aggravato

       –reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche su un cittadino del Popolo Sardo

       –atti razzisti e discriminatori

       –abuso di potere e in atti d’ufficio

Capi di imputazione a carico di: MUSCENTE Antonello e CAMEDDA Giuseppe

a)    violazioni continuate e aggravate del “MONITO E DIFFIDA” notificato dal Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) allo Stato Straniero Italiano e della “Notifica a tutti gli Enti ed Istituzioni italiane presenti sui territori della Nazione Sarda”

b)    violazione dei fondamentali diritti umani, civili e politici dei cittadini del Popolo Sardo in evidente spregio alle stesse norme del “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato e aperto alla firma a New York il 16 e il 19 dicembre 1966, ratificato dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77, ed in evidente spregio alle stesse norme della Costituzione italiana.

c)    l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Nazione Sarda contro un cittadino del Popolo Sardo

d)    reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche su un cittadino del Popolo Sardo sottoposto illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrato, segregato e sorvegliati a vista in una camera di sicurezza della polizia di stato straniera italiana ad Oristano;

e)    complicità in sequestro di persona aggravato

f)    calunnie aggravate

g)    abuso di potere e in atti d’ufficio

 RESPONSABILITA’ ATTRIBUIBILI:

complicità in sequestro di persona

reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche

calunnie aggravate

abuso di potere e in atti d’ufficio 

Capi di imputazione a carico di: ARIU Riccardo

a)    a) violazioni continuate e aggravate del “MONITO E DIFFIDA” notificato dal Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) allo Stato Straniero Italiano e della “Notifica a tutti gli Enti ed Istituzioni italiane presenti sui territori della Nazione Sarda”

b) violazione dei fondamentali diritti umani, civili e politici dei cittadini del Popolo Sardo in evidente spregio alle stesse norme del “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato e aperto alla firma a New York il 16 e il 19 dicembre 1966, ratificato dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77, ed in evidente spregio alle stesse norme della Costituzione italiana

a)   c) l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Nazione Sarda contro un cittadino del Popolo Sardo

b)   d)l’aver posto in essere gravi illeciti internazionali, quali reiterati atti di forza e di aggressione contro un cittadino del Popolo Sardo mediante illegale  persecuzione e sequestro di persona aggravato

      

 RESPONSABILITA’ ATTRIBUIBILI:

   l’  – l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Nazione Sarda contro un cittadino del Popolo Sardo

     Capi d’imputazione a carico di: DE FALCO Paolo

a)    violazioni continuate e aggravate del “MONITO E DIFFIDA” notificato dal Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu (MLNS) allo Stato Straniero Italiano e della “Notifica a tutti gli Enti ed Istituzioni italiane presenti sui territori della Nazione Sarda”

b)    violazione dei fondamentali diritti umani, civili e politici dei cittadini del Popolo Sardo in evidente spregio alle stesse norme del “Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici” adottato e aperto alla firma a New York il 16 e il 19 dicembre 1966, ratificato dallo stato straniero italiano con la legge n. 881/77, ed in evidente spregio alle stesse norme della Costituzione italiana.

c)    l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Nazione Sarda contro un cittadino del Popolo Sardo

d)    l’aver posto in essere gravi illeciti internazionali, quali reiterati atti di forza e di aggressione contro un cittadino del Popolo Sardo mediante illegale  persecuzione e sequestro di persona

e)  reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche su un cittadino del Popolo Sardo sottoposto illegalmente a grave limitazione della libertà personale in quanto sequestrato, segregato e sorvegliati a vista in una camera di sicurezza della polizia di stato straniera italiana ad Oristano;

RESPONSABILITA’ ATTRIBUIBILI:

        – l’aver agito e il persistere ad agire in difetto assoluto di giurisdizione ed altresì in difetto  assoluto di competenza, ovvero in regime di incompetenza assoluta per materia e per territorio, nel Territorio della Nazione Sarda contro un cittadino del Popolo Sardo

       –reiterate minacce, interrogatori informali, violenze morali e psicologiche

negligenza nello svolgimento delle proprie funzioni per essersi basato solo sul verbale d’arresto senza aver proceduto ad un interrogatorio

 

Per i suesposti motivi, le SS.LL. verranno assicurate alla Giustizia Sarda nei modi, tempi e condizioni che saranno ritenute di adottarsi per i provvedimenti indennizzanti e giudiziari del caso.

Si avvisano gli interessati, i loro collaboratori e quanti concorrendo con essi intendano dar seguito a tali crimini, che è facoltà del cittadino del Popolo Sardo di difendersi e di avvalersi legalmente dell’uso della forza.

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA:

le violazioni e gli illeciti commessi da organi, funzionari e/o incaricati di pubblico servizio stranieri italiani contro cittadini del Popolo Sardo e/o contro il MLNS e suoi appartenenti integrano illeciti internazionali imputabili anche allo stato italiano;

atteso il principio di responsabilità collettiva, la responsabilità per qualsiasi violazione del diritto internazionale commessa da un qualsiasi organo, funzionario e/o incaricato dello stato straniero occupante italiano si intende estesa all’intera comunità statale e quindi allo stesso stato, che possono patire le conseguenze dell’illecito;

per l’effetto, allo stato straniero occupante italiano è estesa la responsabilità di tutti tali atti di imputazione e di qualsiasi atto di aggressione, di forza e/o di guerra posto in essere contro i cittadini del Popolo Sardo e/o contro il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu.

SI AVVISA:

il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu, soggetto di diritto internazionale, per sua natura non può essere soggetto, né assoggettabile, alla giurisdizione dello stato straniero occupante italiano.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nella sua precisa funzione di mantenimento della pace e quindi al fine di scongiurare il rischio di escalation di un confronto bellico col MLNS, provveda a comminare le sanzioni previste nei confronti dello stato italiano per i numerosi e reiterati illeciti internazionali commessi dai suoi organi, funzionari e/o suoi incaricati contro questo MLNS e contro cittadini del Popolo Sardo.

Per quanto di competenza e per l’ulteriore a praticarsi, la presente verrà inoltrata al governo straniero italiano, alla Segreteria Generale ONU di New York, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU a New York, alla Segreteria Generale ONU di Ginevra, ai Governi degli Stati terzi confinanti e ai Governi degli altri Stati terzi secondo le decisioni del Direttivo di questo MLNS.

Fatto, confermato e sottoscritto

                                                       IL CAPO SEZIONE

                                                                (sergio pes)   

2014.04.29 – ISCRIZIONE A RUOLO GIUDIZIARIO CILLANO STEFANO, PANI PAOLO, MUSCENTE ANTONELLO, CAMEDDA GIUSEPPE, ARIU RICCARDO, DE FALCO PAOLO

          


a)  

    

 

2014.04.28 – Vogliono spaventarci, ma gli indipendentisti resisteranno

Posted by Presidenza on 28 Aprile 2014
Posted in articoli 

MLNS concorda con l’amica Rosa Cassata su tutto tranne quando afferma che l’Italia sta fallendo……E’ GIA’ FALLITA !!!

Anche Rosa Cassata, leader del Movimento siciliano di Liberazione nazionale, è indagata nell’inchiesta di Brescia

Rosa Cassata, indipendentista siciliana coinvolta nell’inchiesta della procura di Brescia

«Mai più “fratelli d’Italia”, per sempre “fratelli di cuore”». Tra gli indagati per “terrorismo” nell’indagine che ha colpito gli indipendentisti veneti e lombardi c’è anche lei, Rosa Cassata, leader del Movimento Siciliano di Liberazione Nazionale. Le notizie ufficiali hanno parlato del coinvolgimento di indipendentisti sardi di cui Felice Pani, arrestato e Doddore Meloni, indagato, ma degli indipendentisti siciliani non hanno detto nulla. Silenzio. Eppure anche il popolo siciliano è stato colpito dall’inchiesta della magistratura bresciana. A farne le spese è proprio Rosa Cassata, veterinaria di Messina, da sempre impegnata in politica, anche attraverso  contatti internazionali tra popoli in cerca di indipendenza dai relativi Stati. Rosa si è vista, alle cinque di mattina, arrivare i carabinieri in casa a sequestrarle due telefoni cellulari e il computer. «Con dentro tutti i miei contatti di lavoro», denuncia. Sto ricostruendo, a fatica, numeri indirizzi che mi servono per poter lavorare».

Come si è ritrovata in questa vicenda, signora Cassata?
«Ho avuto contatti con alcuni di questi patrioti. Comunque sia li definisco così. È normale che ci siano state telefonate tra di noi. Ma le intercettazioni, che peraltro non sarebbero mai dovute uscire prima del processo, travisano il senso di quello che si diceva. Mi hanno dipinta quasi come un capo di Cosa nostra, tanto per capirci».

Certo, sarebbe stato utile costruire un “teorema” per cui gli indipendentisti avrebbero avuto anche contatti con la mafia…
«Mi ha dato estremamente fastidio. Perché sappiamo bene quello che aveva detto il giudice Rocco Chinnici a proposito del legame tra la mafia e l’unità d’Italia, altro che! Io ritengo che tutta questa storia sia nata dalla gran paura della frattura di questo Stato debole che ha usato una reazione forte. Se avessero fatto l’operazione il primo giorno del mese avrei pensato ad un pesce d’aprile. Invece è arrivata il 2, pianificata da Nord a Sud isole comprese. E così sono considerata anch’io una “terrorista”, anche se a piede libero».

Ma come è andata l’operazione “antiterrorismo” nei suoi confronti?
«Lo stress non è poco quando ci si vede arrivare a casa persone che non si conoscono alle cinque del mattino. Sono stati comunque molto tranquilli e rispettosi. Hanno capito subito che non avevano davanti un soggetto pericoloso. In ogni caso ci si rende conto che si viene perseguiti per idee, per cose dette e cose che non sono state mai fatte: ho visto la fotografia del famoso cannoncino, una sorta di tubo dell’acqua. Ma dove vogliono arrivare?».

Quindi non ha commesso alcun reato?
«Reati a mio avviso non sono stati commessi da nessuno. Se poi parliamo di reati ideologici, allora noi parliamo di indipendenza mentre la Repubblica italiana ancora invece parla di unità. E siamo tutti nella stessa barca, lombardi, piemontesi, veneti, siciliani, sardi… Quel che importa è che noi non abbiamo mai parlato di azioni violente. Per mia natura sono una persona pacifica. Ma rivendico il diritto di autodeterminazione dei popoli attraverso lo jus cogens, norme di diritto internazionale dalle quali gli Stati non possono derogare. Abbiamo scelto di perseguire il diritto internazionale, non credo ci sia niente di illegale quando si parla di cammino per l’autodeterminazione».

Allora per lei questa operazione è stata soltanto una sorta di “avvertimento”?
«Hanno voluto dare un “esempio”. Siccome questo stato sta fallendo, chiunque dica “allora è bene che fallisca” diventa un terrorista da perseguire. Probabilmente non hanno idea di che cosa significasse il vero terrorismo degli anni passati».

Ma un’azione di questo genere, spropositata e assurda, non finirà a ritorcersi contro l’Italia stessa?
«Sì, è un boomerang. Si ritorce contro chi ha combinato il pasticcio. Cioè lo Stato italiano, che anziché arrestare certi personaggi che siedono in Parlamento, se la prende con noi. In Italia di democratico ormai non c’è più nulla, tutto è nelle mani delle banche e delle oligarchie. Questo Stato non dà la possibilità di crescere in nessun modo al popolo italiano, che comunque non esiste, perché esistono i popoli veri».

L’impressione è che abbiate più solidarietà popolare voi incarcerati e inquisiti rispetto a quando ne riceva lo Stato italiano.
«Penso che per noi sia una cosa positiva. La gente ne ha le tasche piene di questa situazione e pensa che sia un bene che qualcuno stia facendo qualche cosa, anche pagando in termini di libertà e di danno economico. Per ogni persona arrestata o indagata ve ne saranno altri mille che si convinceranno che è giusto proclamarsi indipendentisti. Anche questa Europa non può reggere. C’è un gran fermento, e quello che è successo non bloccherà le istanze indipendentiste. Non saremo mai più fratelli d’Italia ma fratelli di cuore».

Per la prima volta, infatti, indipendentisti di ogni popolo nello Stato italiano si parlano e si mettono in rete, ed anche la Lega si è subito schierata al loro fianco quando è scattata l’operazione della procura di Brescia. Un momento direi storico…
«Infatti. L’azione è stata pianificata nello stesso momento proprio per questo motivo. La paura dello Stato italiano è forte. La democrazia non esiste più. Ma quando c’è il totalitarismo, c’è anche la resistenza. E noi resistiamo».

Giovanni Polli

12 Aprile 2014 – 18:16

tratto da: (clicca qui)

 

Continuano le “grandi manovre” di repressione della Gestapo italiana !!!

sabato 26 aprile 2014

VENEZIA – La Digos di Venezia sta valutando le iniziative da prendere per i ‘venetisti’ che hanno festeggiato il loro 25 aprile in piazza San Marco in occasione della festa del Patrono della citta’, disattendendo l’ordine del questore che aveva vietato la processione nella celebre piazza, off-limits a qualsiasi manifestazione.

Sembra, secondo quanto si e’ appreso, che a risponderne, per aver festeggiato San Marco in piazza, sara’ soltanto il presidente del  ‘Governo veneto’, Albert Gardin, che aveva fatto un preavviso per una simbolica processione ricevendo pero’ un ‘no’ dalla Questura.

Ieri alcune migliaia di militanti secessionsiti della Serenissima, tra cui Franco Rocchetta e Lucio Chiavegato, il leader del movimento referendario di ‘Plebisicito.eu’, Gianluca Busato, l’ex segretario della Liga Veneta, Fabrizio Comencini, si sono trovati con le bandiere della Repubblica dei Dogi a festeggiare San Marco.

E’ stato un raduno assolutamente pacifico, con la partecipazione di bambini, mamme con passeggini, famiglie intere che hanno animato il ‘salotto’ della citta’. La presenza e l’ aggregazione spontanea, l’idea che potesse essere piu’ una scampagnata che una manifestazione avrebbe portato la Questura a tenere un profilo basso della vicenda anche per le difficolta’ di individuare i promotori e di definire i comportamenti dei singoli partecipanti avuti nel contesto di quella che e’ stata una giornata di festa. (

Fonte notizia: Ansa.

tratto da: (clicca qui)

 

2014.04.24 – La Repubblica Italiana è solo una S.p.A.

Posted by Presidenza on 24 Aprile 2014
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Sergio Pes, Presidente del Governo Provvisorio della Repubblica Sarda racconta perché l’Italia è pignorata.

2014.04.22 – Putin sfida l’Ordine Mondiale dominato dagli Stati Uniti

Posted by Presidenza on 22 Aprile 2014
Posted in articoli 

21 aprile 2014

Con gli avvenimenti determinati dalla crisi in Ucraina, la Russia per la prima volta lancia apertamente una dura sfida all’ordine mondiale che gli Stati Uniti hanno imposto al mondo.
Secondo quanto scritto dagli analisti della Fondazione Carneige, nonostante le sanzioni e le pressioni esercitate dalle potenze occidentali sulla Russia, Mosca è ben determinata a proseguire il suo progetto di lanciare una sfida all’ordine mondiale dominato da Washington.

Nell’analisi fatta da alcuni specialisti di questioni geopolitiche, si rileva che, benchè ci siano relazioni stabilite già da molti anni fra Mosca e le organizzazioni occidentali, il governo di Putin non ha mai aderito di fatto all’ordine mondiale statunitense e non ha esitato a criticarlo in diverse occasioni.

 

Tuttavia sembra che questa volta il presidente russo, Vladimir Putin, sia fortemente determinato nel proseguire con il suo progetto di stabilire alleanze con i paesi che si oppongono all’ordine mondiale unipolare di matrice USA.
Nel corso della sua ultima riunione a La Haya, i dirigenti dei grandi paesi occidentali hanno deciso di sospendere le attività del G-8 e di ritornare al modello precedente del G-7 formato unicamente dai sette paesi più industrializzati dell’Occidente.
Durante i 16 anni della sua adesione al G-8, la Russia non è riuscita mai ad integrarsi nell’ordine mondiale controllato dagli Stati Uniti. In questo senso, la sparizione del G8 non avrà grandi ripercussioni per la Russia e per la sua politica estera.
In effetti, da che il vecchio cancelliere tedesco Gerhard Schroder ed il presidente francese Jacques Chirac abbandonarono questo gruppo nella decade del 2.000, Putin non nascose che non aveva un vero interesse di partecipare a questo gruppo.

Nel corso di tutti questi anni, la politica dei paesi occidentali è consistita nel mettere ai margini la Russia mentre le potenze occidentali proseguivano con i loro tentativi di dominare ogni volta di più il sistema internazionale.
Tuttavia questa politica è risultata controproducente per l’Occidente visto che la Russia è rimasta come un paese autonomo rispetto all’ordine mondiale nordamericano senza aver stabilito delle vere relzioni strutturali con Washington e con Bruxelles.
Nonostante questo la Russia è stata orgogliosa di essere presente in numerose istituzioni ed organizzazioni internazionali.
La Russia è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, membro del gruppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), membro del Consiglio d’Europa, sebbene dopo la decisione delle potenze occidentali di espellere la Russia dal G8 e le critiche dello stesso Consiglio per la condotta russa in Crimea, è probabile che Mosca abbandoni volontariamente quest’ultimo organismo.

Il Consiglio Russia-NATO, che è stato uno strumento efficace per coordinare le relazioni strategiche fra Mosca e l’Alleanza Atlantica, attraverso ugualmente un momento delicato.

Sembra quindi che Putin si stia preparando ad un contrattacco in tutti i campi: a livello politico, economico e militare.
In questa direzione i russi cercheranno di promuovere l’unione dei paesi dell’Eurasia con i suoi vicini prossimi e con altri paesi.
In forma molto più attiva che in passato, la Russia vuole sviluppare le sue relazioni con i paesi che non accettano di sottomettersi alle direttive di Washington, in particolare quelli che non aderiscono alle sanzioni contro Mosca. In questo senso, risulta evidente che paesi come la Cina o l’India non andranno a ridurre il livello attuale della loro cooperazione con la Russia.

Sul piano regionale, i dirigenti russi cercheranno di rinforzare anche le loro relazioni con il Giappone, con la Corea del Sud, con la Turchia, con l’Iran, con l’Egitto, con l’Argentina, con il Messico, il Brasile o Singapore, ecc..
In base a questo piano i russi tenderanno ad essere pragmatici e si concentreranno essenzialmente nella cooperazione economica per poter aggirare, almeno parzialmente, le sanzioni che gli Stati Uniti e la UE vorranno imporre.
In effetti tutti sanno che è impossibile immaginare che le sanzioni ,quelle che l’Occidente deciderà di imporre a Mosca ,possano avere l’effetto di assoggettare la Russia ad un isolamento paragonabile a quello della Corea del Nord.
Mentre gli USA considerano la Russia come un paese debole ed una potenza in fase di decadenza, il presidente Putin crede che siano invece gli Stati Uniti quelli che vivono i loro ultimo periodo come superpotenza mondiale.

Putin aveva già resistito alle pressioni degli USA nella questione di Edward Snowden. Nella crisi dell’Ucraina, la Russia ha ottenuto di rafforzare di nuovo la sua posizione nel mezzo di una nuova sfida lanciata contro il proprio paese dalle potenze occidentali.

tratto da: (clicca qui)

2014.04.19 – La bomba a tempo dell’Unione Bancaria Europea

Posted by Presidenza on 19 Aprile 2014
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GLI EUROCRATI AUTORIZZANO I BAILOUTS E I BAIL-INS

DI ELLEN BROWN
counterpunch.org

“Per come stanno le cose, il vero e permanente governo del paese è costituito dalle banche, qualsiasi partito sia al potere” – Lord Skidelsky, Camera dei Lords, Parlamento del Regno Unito, 31 Marzo 2011.

Il 20 Marzo 2014 i funzionari dell’Unione Europea hanno raggiunto uno storico accordo per creare un’agenzia unica per la gestione delle banche in fallimento. L’attenzione dei media si è concentrata sull’accordo che coinvolge lo “European Stability Mechanism” [ESM], un meccanismo comune per la chiusura delle banche fallite.

Ma la vera questione per i contribuenti e per i risparmiatori è la minaccia costituita da un accordo che autorizza entrambi i salvataggi, il bail-out ed il bail-in, ovvero la confisca dei fondi dei depositanti.

L’accordo prevede molteplici concessioni ai differenti paesi, e potrebbe essere illegale, secondo le regole del Parlamento dell’UE, ma è stato concordato in fretta e furia per “bloccare” sulle attuali posizioni i contribuenti ed i depositanti, prima che la disastrosa situazione delle banche dell’Eurozona vada ad esplodere.

Le clausole del bail-in sono state concordate la scorsa Estate. Bruno Waterfield, scrivendo sul Telegraph UK del Giugno del 2013, ha sostenuto che:

Secondo questo accordo, dopo il 2018 gli azionisti saranno in prima linea per coprire le perdite di una banca fallita, e subito dopo gli obbligazionisti ed i grandi depositanti. I depositi assicurati di entità inferiore a 100.000 Euro sono specificatamente esentati, mentre i depositi non assicurati, sia delle singole persone che delle piccole imprese, avranno il mero status di “credito privilegiato”, e caricati di conseguenza delle perdite … Secondo l’accordo, tutti gli obbligazionisti non garantiti subiranno delle perdite, prima che una banca possa aver diritto a ricevere delle iniezioni di capitale direttamente dall’ESM, peraltro senza alcun uso retroattivo di questo fondo, per i periodi precedenti il 2018.

Come avevo fatto notare in altri miei articoli, l’ESM [European Stability Mechanism] impone un debito “aperto” ai Governi membri dell’UE, ed sottopone i contribuenti a qualsivoglia richiesta degli euro-burocrati.

Ma non è solo l’Unione Europea ad avere in programma i bail-ins per le loro banche in difficoltà, “troppo grandi per fallire”. Ci sono anche Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda ed altre nazioni del G20.

Ricordiamo che negli Stati Uniti un depositante non è che un mero creditore chirografario [in Europa è invece un creditore privilegiato, ndt]. Quando si deposita denaro in una banca, questa “possiede” il denaro, ed il creditore non dispone che di una cambiale, ovvero di una mera promessa di pagamento.

In base alla nuova Unione Bancaria dell’UE, prima che lo ESM possa essere attivato, gli azionisti ed i risparmiatori dovranno essere caricati di una parte significativa delle perdite. I banchieri, in questo modo, saranno sempre vincitori: possono ottenere denaro sia dai contribuenti [intervento dello Stato, ndt] che dai  depositanti.

LA QUESTIONE IRRISOLTA DELL’ASSICURAZIONE SUI DEPOSITI

Ma almeno, si potrebbe dire, sono solo i depositi non assicurati ad essere a rischio [quelli oltre i 100.000 Euro, ovvero ca. 137.000 Dollari]. Giusto? Non necessariamente. Secondo “ABC News”:

L’accordo è un compromesso che si differenzia dall’idea originale di Unione Bancaria presentata nel 2012. La proposta originale aveva un terzo pilastro, l’assicurazione a livello europeo dei depositi. Ma quest’idea non è andata avanti.

Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, parlando prima della riunione del 20 Marzo a Bruxelles, ha “salutato” questo piano di compromesso come “un grande progresso per ottenere una migliore Unione Bancaria. Due pilastri sono ormai stati posizionati” – i primi due, appunto, ma non il terzo.

I primi due pilastri non sono sufficienti, da soli, a proteggere le popolazioni. “The Economist” ha osservato, nel Giugno del 2013, che senza un’assicurazione sui depositi di livello europeo, l’Unione Bancaria sarà un fallimento:

Il terzo pilastro, purtroppo ignorato, doveva essere un comune regime di garanzia sui depositi, con i costi da condividere fra i vari paesi dell’Eurozona. I contributi annuali delle banche possono coprire i depositanti in anni normali, ma non possono proteggere in modo credibile un sistema in crisi [in America, il piano pre-finanziato non avrebbe coperto che un mero 1,35% dei depositi assicurati]. Qualsiasi sistema di deposito-assicurazione deve ricorrere al sostegno del Governo … L’Unione Bancaria – e quindi l’Euro – avrà poco senso senza questo sostegno.

Tutti i depositi, quindi, potrebbero essere soggetti al rischio-tracollo. Ma quanto è probabile che questo accada? Abbastanza probabile, a quanto pare …

CHE COSA GLI EURO-BUROCRATI NON VOGLIONO CHE VOI SAPPIATE

Mario Draghi è stato Vice Presidente della Goldman Sachs Europa, prima di diventare Presidente della BCE. Ha svolto un ruolo importante nel plasmare l’Unione Bancaria. Secondo Wolf Richter [Ottobre 2013], l’obiettivo di Draghi e degli altri euro-burocrati era solo quello di “bloccare” sulle loro posizioni i contribuenti ed i depositanti, prima che si scatenasse il panico sull’estrema vulnerabilità delle banche dell’Eurozona:

Le banche europee, come tutte le altre, sono state chiuse a lungo all’interno di ermetiche scatole nere … L’unica cosa che si sa, sui buchi di bilancio [provocati da assets che si sono tranquillamente decomposti] di queste scatole nere, è che sono profondi. Ma nessuno sa quanto lo siano. E a nessuno è permesso di sapere – almeno fino a quando saranno gli stessi euro-burocrati a decidere chi è che dovrà pagare per il salvataggio di queste banche.

Quando la BCE diventerà il regolatore delle 130 più grandi banche dell’Eurozona, continua Richter, dovrà sottoporle a valutazioni più realistiche, rispetto ai precedenti “stress tests”, che erano nient’altro che una forma di “agitprop bancario” [l’Agitprop era il dipartimento per l’agitazione e la propaganda del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, ndt].

Ma queste realistiche valutazioni non avranno luogo fino a quando non sarà attivata l’Unione Bancaria. Come fa Richter a saperlo? Perché è lo stesso Draghi ad averlo detto:

L’efficacia di questo esercizio dipenderà dalla sottoscrizione dei necessari accordi per la ricapitalizzazione delle banche … anche attraverso la previsione di un back-stop pubblico [sostegno di ultima istanza, o acquisto di titoli non sottoscritti in un’offerta di azioni, ndt] … Questi accordi devono essere sottoscritti “prima” di effettuare le nostre valutazioni.

Per Richter tutto ciò si traduce in questo modo:

La verità non può essere conosciuta fino a quando gli euro-burocrati non avranno deciso chi è che deve pagare per i salvataggi. Fino a quel momento, gli esami alle banche non saranno completati perché, se uno qualsiasi di questi esami dovesse filtrare sui media – e Draghi non lo vuole – l’intero castello di carte crollerebbe [senza che i contribuenti siano disposti a pagare il conto], non appena le sue clamorose dimensioni venissero finalmente allo scoperto!

Solo dopo che i contribuenti ed i depositanti saranno stati incastrati sarà alzato il sipario, e sarà rivelata la paralizzante insolvenza delle banche. Prevedibilmente si diffonderà il panico, il credito andrà a bloccarsi e le banche crolleranno, lasciando che le popolazioni ignare paghino il conto.

COSA E’ SUCCESSO A NAZIONALIZZARE LE BANCHE FALLITE ?

Alla base di questi traffici frenetici, c’è la presunzione che le “banche zombie” debbano essere tenute in vita a tutti i costi – vive e nelle mani dei banchieri privati​​, che potranno continuare a speculare ed a raccogliere dei bonuses enormi, a scapito delle popolazioni, che dovranno farsi carico delle perdite.

Ma non è l’unica alternativa. Nel 1990 anche negli Stati Uniti l’aspettativa comune era che le mega-banche fallite sarebbero state infine nazionalizzate. Questo percorso è stato perseguito con successo non solo in Svezia ed in Finlandia, ma anche negli Stati Uniti, con il caso della Continental Illinois, che a quel tempo era la quarta più grande banca del paese, e costituiva, in assoluto,  il più grande fallimento.

William Engdahl, nel Settembre del 2008 scriveva:

In quasi tutti i casi recenti di crisi bancaria, quando è stato necessario intervenire d’urgenza per salvare il sistema finanziario, il metodo più economico per i contribuenti [come in Svezia o in Finlandia nei primi anni ‘90], si è rilevato quello della nazionalizzazione delle banche in difficoltà, e l’assunzione sia della gestione che degli assets … Nel caso svedese è stato stimato che il costo finale per i contribuenti sia stato quasi nullo.

Tipicamente, nazionalizzare significa farsi carico delle sofferenze della banca insolvente, rimetterla di nuovo in piedi, e restituirla ai proprietari privati​​, che a questo punto sono di nuovo liberi di mettere a rischio i soldi dei depositanti.

Ma sarebbe molto meglio mantenere le mega-banche nazionalizzate nella sfera “pubblica”, al servizio dei bisogni delle persone. George Irvin, nel Social Europe Journal del mese di Ottobre 2011, ha sostenuto che:

Il settore finanziario ha bisogno di molto di più che una semplice regolamentazione, ha bisogno di un ampio margine di controllo “pubblico”, ovvero di quella parola che comincia con la “n”: nazionalizzazione. La finanza è un bene pubblico troppo importante per essere gestito esclusivamente dai banchieri privati​​. Abbiamo bisogno, per lo meno, di una grande banca pubblica d’investimento, con il compito di modernizzare e rendere più “verdi” le nostre infrastrutture … Invece di cestinare l’Eurozona e tornare ad una dozzina di valute minori che fluttuano quotidianamente, diamo un Ministero delle Finanze [del Tesoro] all’Eurozona, con la sufficiente forza fiscale per provvedere a beni pubblici europei, a più posti di lavoro, a salari e pensioni migliori, ed infine ad uno sviluppo ambientale sostenibile.

LA TERZA ALTERNATIVA – DARE AL GOVERNO IL CONTROLLO DEL RUBINETTO DEI SOLDI

Un gigantesco difetto dell’attuale sistema bancario è che sono le banche private, e non i Governi, a creare [in pratica] l’intera offerta di moneta, e lo fanno attraverso la creazione di debito caricato degli interessi. Il debito cresce inevitabilmente in modo più veloce dell’offerta di moneta, perché gli interessi non vengono creati parallelamente al prestito originale.

Il problema è ancor più grave nell’Eurozona, perché nessuno ha il potere di creare ex nihilo il denaro necessario ad equilibrare il sistema, nemmeno la stessa Banca Centrale. Questo difetto potrebbe essere risolto sia consentendo ai singoli paesi di emettere individualmente moneta priva di debito o, come suggerito da George Irvin, dando all’Eurozona un Ministero del Tesoro dotato di questo potere.

La Banca d’Inghilterra ha appena ammesso, nel suo bollettino trimestrale, che le banche non prestano in realtà i soldi dei loro depositanti. Quello che prestano è il credito bancario che hanno creato sui loro libri. Negli Stati Uniti gli oneri finanziari su quest’importo di moneta-credito sono compresi tra il 30 ed il 40 percento dell’economia, a seconda del numero a cui si crede.

In un sistema monetario in cui il denaro viene emesso dal Governo, ed il credito dalle banche pubbliche, questo “rentiering” [affitto] può essere evitato. I soldi del Governo non sarebbero emessi nella forma di debito soggetto ad interessi, e qualsiasi onere finanziario a carico delle banche pubbliche rappresenterebbe un reddito per il Tesoro.
Nuovo denaro può essere aggiunto all’offerta di moneta senza creare inflazione, almeno nella misura dell’”output gap”, ovvero la differenza tra il PIL reale [o produzione effettiva] ed il PIL potenziale. Negli Stati Uniti, questa cifra è di circa 1.000 miliardi di Dollari l’anno, mentre per l’UE è di circa 520 miliardi di Euro [ca. 715 miliardi di Dollari].

Un Ministero del Tesoro dell’Eurozona potrebbe aggiungere questa somma alla fornitura di moneta-senza-debito, creando gli Euro necessari a dar vita a nuovi posti di lavoro, a ricostruire le infrastrutture, a proteggere l’ambiente ed a mantenere un’economia fiorente.

Ellen Brown è un’avvocatessa, fondatrice del “Public Banking Insitute” ed autrice di dodici libri, tra cui il bestseller “Web of Debt”. Nel suo ultimo libro, “The Public Bank Institute”, esplora i modelli bancari pubblici di successo, nella storia e nel mondo. E’ candidata  come “Tesoriere” per lo Stato della California, sulla base di un programma che prevede la creazione di una “banca di stato”.

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