L’allarme di Gian Piero Scanu: «L’isola è tra le due regioni in cui potrebbe approdare l’arsenale di Damasco»

di Luca Rojch

17 dicembre 2013

 

SASSARI. Le armi chimiche della Siria fanno rotta verso la Sardegna. L’isola è tra le due regioni che potrebbero accogliere le navi danesi e norvegesi che trasportano i 150 container carichi dell’arsenale chimico siriano. Nessuna spy story. Tutto autorizzato. Dai cargo le sostanze altamente tossiche, 1300 tonnellate, saranno trasferite sulla Cape Ray, una super nave della marina americana. I porti individuati sono tra la Sicilia e la Sardegna. A dare la disponibilità dell’Italia a fare da base per il trasbordo dell’arsenale è il governo. La conferma diretta l’ha data il ministro degli Esteri Emma Bonino. «La scelta sarà fatta dall’Opac, l’Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche, sulla base di tre elementi, il pescaggio, la capienza del porto e la lontananza da un grosso centro abitato».

Ma la decisione del governo ha fatto già scattare l’allarme. Preoccupatissimo il deputato del Pd Gian Piero Scanu. «Presenterò subito una interrogazione urgente – dichiara –. Ci sono troppi elementi oscuri intorno a questa vicenda. Non è accettabile che la Sardegna possa diventare un punto in cui ci sia il passaggio di armi chimiche. La mia attenzione è rivolta anche alla Sicilia, un’altra delle regioni che rischiano di ospitare l’arsenale di Damasco. La conferma mi è arrivata dalla Farnesina. Tra le altre cose non è chiaro quale sarà la destinazione delle armi. Non è chiaro se verranno distrutte in acque internazionali o nella base americana di Norfolk, in Virginia. In ogni caso prima di autorizzare qualsiasi passaggio delle armi in Italia si devono avere certezze. Per questo i ministeri della Difesa, dell’Ambiente e delle Infrastrutture dovranno fornire notizie precise». Il governo dà alcuni dettagli. Le componenti più pericolose delle armi chimiche siriane arriveranno in un porto non militare. A scegliere la località saranno i tecnici dell’Opac. «Sarà una decisione tecnica – specifica il ministro Bonino – e non politica».

Fonti dell’organizzazione dell’Aja fanno capire che il cerchio si è già stretto intorno a tre scali. L’operazione prevede il trasbordo sulla nave americana Cape Ray, attrezzata con speciali macchinari che riescono a smaltire i precursori. Sono le sostanze chimiche che liberano i gas più pericolosi quando vengono mescolate tra loro. L’iter del passaggio da una nave all’altra dei 150 container durerà da 24 a 48 ore. È stata fissata nella seconda metà di gennaio la finestra di tempo entro cui avverrà l’operazione. La risoluzione Onu prevede che le armi chimiche lascino la Siria entro il 31 dicembre. Ma ora parte la mobilitazione per evitare che in Sardegna arrivino le navi. «Prima di qualsiasi via libera –conclude Scanu –, dobbiamo avere garanzie assolute sulle operazioni che devono essere fatte».

tratto da : (clicca qui)