In questo infuocato clima dell’attuale conflitto russo-ucraino e anche se, in verità, le ostilità provengono dal lontano 2014, allorchè per anni la comunità russa ha subito nel Donbass, perdite e massacri nel silenzio delle istituzioni internazionali, arrivano anche segnali di solidarietà e fratellanza per la Federazione Russa. Il segnale arriva sorprendentemente da associazioni e movimenti storici a forte connotazione territoriale, radicati da decenni nell’italica penisola. Abbiamo scelto tra i tanti, di pubblicare integralmente quelli di del “Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu” e quello del “Veneto Serenissimo Governo“. In questo ci permettiamo di cogliere un segnale a nostro avviso importante: quello che spesso raccontano istituzioni e governi, non sempre è il sentimento dei Popoli.

 

2022.03.10 – CONFLITTO UCRAINO – DAI SARDI E DAI VENETI SOLIDARIETA’ ALLA FEDERAZIONE RUSSIA

 

Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu

SOLIDARIETA’ CON LA FEDERAZIONE RUSSA 

Quando si verifica una tragedia, come una guerra, è basilare ricercare le ragioni e le possibili cause e individui che l’hanno determinata. L’emozione del fatto non deve far travisare le cause e il “perché” lasciandosi guidare dai luoghi comuni inerenti alla mera informazione. Una guerra non è solo una bomba che esplode, ma piuttosto sono gli innumerevoli fattori determinanti che hanno portato alla bomba. La veridicità è un’altra risorsa importante quando si tratta di faccende internazionali. Se non c’è veridicità non può esserci fiducia, e quando la fiducia tra le comunità è sostituita da intimidazioni, prepotenze, vessazioni e violenze, per far obbedire i suoi membri, è seriamente in gioco la base ultima della collaborazione.

Il gruppo criminale che ha guidato il mondo occidentale nelle vesti degli USA, il “simbolo di democrazia e libertà”, e della NATO, la “portatrice di pace”, ha creato una rete di illusioni, bugie e verità arbitrarie, imposte con violenza, il cui interesse principale non è più – e forse non è mai stato – il popolo ed i sui bisogni, ma di alimentare un’avidità maniacale ed espansiva di potere e controllo. Per raggiungere i loro obiettivi sono pronti a sacrificare tutti e tutto sul loro altare, anche gli stessi valori per i quali affermano di lottare. La loro mentalità da arconte, come esposto dagli gnostici, non è focalizzata sull’unione, sulla collaborazione e sulla pace, ma sulla separazione, la sfiducia e la violenza. Ecco perché gli USA, come loro “nave ammiraglia”, non hanno causato altro che guerre sulla scia del loro impegno internazionale: in Iraq, Siria, Yemen e Libia, solo per citarne alcuni. Il recente conflitto in Ucraina è solo un altro esempio.

Sappiamo molto bene che la trama di quello che sta succedendo in Ucraina non è quella riportata dai media mainstream occidentali, che sono controllati dagli USA, che a loro volta non sono altro che il principale burattino gestito dai gruppi criminali. In effetti, tutte le manovre occidentali che hanno portato a questa situazione possono essere lette come il manuale su come infiltrarsi in uno Stato straniero, rovesciare un governo legittimamente eletto, sostituirlo con un burattino che fa il gioco di questi gruppi creando caos, violenza e uno stato generale di confusione e paura, che alla fine consente di incolpare la Federazione Russa per qualsiasi escalation.

La Russia è stata all’ordine del giorno per molto tempo per tutte le sue risorse naturali e il suo status di potere dominante nel continente asiatico: appetitosa come una risorsa deliziosa e ricca che fa gola, e nello stesso tempo fastidiosamente scomoda come controparte potente, che è sulla loro strada per il dominio mondiale.

L’Ucraina sembrava perfetta per ottenere entrambi gli obiettivi in Russia: assimilarla economicamente e liberarsene come ostacolo. Non c’è da stupirsi che l’Europa si sia astenuta dal costringere l’Ucraina a rispettare gli accordi di Minsk, quando la Russia lo ha chiesto. Sfortunatamente, l’Unione Europea è solo un altro tentacolo delle forze avide che agiscono nell’ombra, servili alla politica estera statunitense e leali a mantenere una rigida struttura di potere che garantisca la supremazia occidentale di pochi. Quasi nessuno dei governi statali dell’UE lavora per il bene del suo popolo ma soddisfa gli interessi della piccola ma potente élite dietro le quinte, che cerca di mettere il proprio marchio su tutto ciò su cui riesce a metterci la mano, pronta a cancellare la storia a loro vantaggio e presentare una narrativa distorta, che vada bene alle loro agende. Esattamente quello che stanno cercando di fare ora in Ucraina e nella regione del Donbass.

Oggi anche l’Italia scende in campo con armi e soldati. Vuole forse vendicarsi della famigerata campagna russa di memoria fascista? Oppure è, come diceva Mussolini: “Vogliamo qualche migliaio di morti per sederci al tavolo dei vincitori”? Oppure il governo italiano sta semplicemente seguendo il corso predefinito stabilito dai suoi burattinai? Qualunque sia il caso, noi non lo approviamo!
In un periodo così grave di eventi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu si sente vicino al popolo russo nella regione del Donbass, al governo russo e alle sue motivazioni che hanno portato ai passi compiuti nel recente conflitto ucraino. Come il Donbass, anche il popolo sardo deve affrontare le stesse problematiche e situazioni minacciose, almeno per quanto riguarda la violenza economica e psicologica, l’occupazione, l’intimidazione e la tirannìa da parte dello Stato occupante italiano.
Pertanto, in qualità di supremo rappresentante della Nazione Sarda, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu (MLNS /GSP) esprime la massima solidarietà alla Federazione Russa e al Presidente Putin, e prende contemporaneamente le distanze dalla propaganda russofoba guidata dagli Stati Uniti, dai suoi burattini europei
e dai segugi della NATO.

Se questo mondo è ancora un posto in cui vivere, è grazie alla politica della Federazione Russa, che eroicamente resiste a tutti gli sforzi e alle provocazioni dell’élite criminale occidentale, che da anni cerca di trascinare la Federazione Russa in una guerra apocalittica . Noi, il MLNS/GPS, confidiamo in questa capacità eccezionale e vorremmo far parte di una comunità, in cui i popoli e i loro bisogni siano una priorità da mettere al primo posto. Siamo convinti che la Nazione Sarda, in quanto membro potenziale, in una posizione strategica come il centro del Mediterraneo, possa contribuire a ristabilire un certo equilibrio nell’opinione pubblica e nei confronti della campagna denigratoria contro la Federazione Russa, nonché essere di ispirazione ed esempio per altri popoli per portare una svolta all’interno della comunità e a livello mondiale. Pertanto noi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Sardu Provisoriu, chiediamo alla Federazione Russa ed al suo presidente Vladimir Putin di riconoscere ufficialmente la Nazione Sarda e le sue istituzioni di MNLS/GSP. Questo documento sarà spedito alla Presidenza della Federazione Russa ed all’ambasciata russa in Italia.

Il Presidente
Sergio Pes 

 

 

VENETO SERENISSIMO GOVERNO: Fermiamo i golpisti di Kiev

La Federazione Russa sta attuando un’azione di autodifesa contro le continue provocazioni dei golpisti di Kiev e della NATO.
Il Presidente Vladimir Putin ha, con questa iniziativa, ribadito i diritti dei popoli all’autodeterminazione e a vivere in pace e nella libertà.
È chiaro a tutti che bande neonaziste foraggiate principalmente dagli Stati Uniti stanno operando, da prima del 2004 in Ucraina, e sono responsabili del massacro di Odessa, (con 48 operai arsi vivi nella sede del sindacato), e di oltre 20.000 morti provocati nel Donbass, nel tentativo d’imporre la loro dittatura sulla volontà del popolo del Donbass.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica è a fianco di tutte le forze che lottano per i loro diritti contro le canaglie nazifasciste.
Noi del Veneto Serenissimo Governo abbiamo voluto e vinto il referendum per l’autodeterminazione della nostra Patria nel 2017, con il 98,1% di SI. Stiamo lottando e lotteremo per la nostra libertà e i nostri diritti. Questa nostra lotta ci affraterna ai popoli del Donbass e della Federazione Russa.

Venezia-Longarone
Per il Veneto Serenissimo Governo
Ufficio di Presidenza

tratto da: (clicca qui)

Il documento è stato inviato in lingua sarda, inglese e italiana

 

2022.03.08 – SOLIDARIETÀ ALLA FEDERAZIONE RUSSA E RICHIESTA RICONOSCIMENTO

 

OGGETTO: SOLIDARIETA’ CON LA FEDERAZIONE RUSSA E RICHIESTA DI         

                RICONOSCIMENTO

Quando si verifica una tragedia, come una guerra, è basilare ricercare le ragioni e le possibili cause e individui che l’hanno determinata. L’emozione del fatto non deve far travisare le cause e il “perché” lasciandosi guidare dai luoghi comuni inerenti alla mera informazione. Una guerra non è solo una bomba che esplode, ma piuttosto sono gli innumerevoli fattori determinanti che hanno portato alla bomba.

La veridicità è un’altra risorsa importante quando si tratta di faccende internazionali. Se non c’è veridicità non può esserci fiducia, e quando la fiducia tra le comunità è sostituita da intimidazioni, prepotenze, vessazioni e violenze, per far obbedire i suoi membri, è seriamente in gioco la base ultima della collaborazione.

Il gruppo criminale che ha guidato il mondo occidentale nelle vesti degli USA, il “simbolo di democrazia e libertà”, e della NATO, la “portatrice di pace”, ha creato una rete di illusioni, bugie e verità arbitrarie, imposte con violenza, il cui interesse principale non è più – e forse non è mai stato – il popolo ed i sui bisogni, ma di alimentare un’avidità maniacale ed espansiva di potere e controllo. Per raggiungere i loro obiettivi sono pronti a sacrificare tutti e tutto sul loro altare, anche gli stessi valori per i quali affermano di lottare. La loro mentalità da arconte, come esposto dagli gnostici, non è focalizzata sull’unione, sulla collaborazione e sulla pace, ma sulla separazione, la sfiducia e la violenza. Ecco perché gli USA, come loro “nave ammiraglia”, non hanno causato altro che guerre sulla scia del loro impegno internazionale: in Iraq, Siria, Yemen e Libia, solo per citarne alcuni. Il recente conflitto in Ucraina è solo un altro esempio.

Sappiamo molto bene che la trama di quello che sta succedendo in Ucraina non è quella riportata dai media mainstream occidentali, che sono controllati dagli USA, che a loro volta non sono altro che il principale burattino gestito dai gruppi criminali. In effetti, tutte le manovre occidentali che hanno portato a questa situazione possono essere lette come il manuale su come infiltrarsi in uno Stato straniero, rovesciare un governo legittimamente eletto, sostituirlo con un burattino che fa il gioco di questi gruppi creando caos, violenza e uno stato generale di confusione e paura, che alla fine consente di incolpare la Federazione Russa per qualsiasi escalation.

La Russia è stata all’ordine del giorno per molto tempo per tutte le sue risorse naturali e il suo status di potere dominante nel continente asiatico: appetitosa come una risorsa deliziosa e ricca che fa gola, e nello stesso tempo fastidiosamente scomoda come controparte potente, che è sulla loro strada per il dominio mondiale .

L’Ucraina sembrava perfetta per ottenere entrambi gli obiettivi in ​​Russia: assimilarla economicamente e liberarsene come ostacolo. Non c’è da stupirsi che l’Europa si sia astenuta dal costringere l’Ucraina a rispettare gli accordi di Minsk, quando la Russia lo ha chiesto.

Sfortunatamente, l’Unione Europea è solo un altro tentacolo delle forze avide che agiscono nell’ombra, servili alla politica estera statunitense e leali a mantenere una rigida struttura di potere che garantisca la supremazia occidentale di pochi. Quasi nessuno dei governi statali dell’UE lavora per il bene del suo popolo ma soddisfa gli interessi della piccola ma potente élite dietro le quinte, che cerca di mettere il proprio marchio su tutto ciò su cui riesce a metterci la mano, pronta a cancellare la storia a loro vantaggio e presentare una narrativa distorta, che vada bene alle loro agende. Esattamente quello che stanno cercando di fare ora in Ucraina e nella regione del Donbass.

Oggi anche l’Italia scende in campo con armi e soldati. Vuole forse vendicarsi della famigerata campagna russa di memoria fascista? Oppure è, come diceva Mussolini: “Vogliamo qualche migliaio di morti per sederci al tavolo dei vincitori”? Oppure il governo italiano sta semplicemente seguendo il corso predefinito stabilito dai suoi burattinai? Qualunque sia il caso, noi non lo approviamo!

In un periodo così grave di eventi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu si sente vicino al popolo russo nella regione del Donbass, al governo russo e alle sue motivazioni che hanno portato ai passi compiuti nel recente conflitto ucraino. Come il Donbass, anche il popolo sardo deve affrontare le stesse problematiche e situazioni minacciose, almeno per quanto riguarda la violenza economica e psicologica, l’occupazione, l’intimidazione e la tirannìa da parte dello Stato occupante italiano. Pertanto, in qualità di supremo rappresentante della Nazione Sarda, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Provisoriu Sardu (MLNS /GSP) esprime la massima solidarietà alla Federazione Russa e al Presidente Putin, e prende contemporaneamente le distanze dalla propaganda russofoba guidata dagli Stati Uniti, dai suoi burattini europei e dai segugi della NATO.

Se questo mondo è ancora un posto in cui vivere, è grazie alla politica della Federazione Russa, che eroicamente resiste a tutti gli sforzi e alle provocazioni dell’élite criminale occidentale, che da anni cerca di trascinare la Federazione Russa in una guerra apocalittica . Noi, il MLNS/GPS, confidiamo in questa capacità eccezionale e vorremmo far parte di una comunità, in cui i popoli e i loro bisogni siano una priorità da mettere al primo posto. Siamo convinti che la Nazione Sarda, in quanto membro potenziale, in una posizione strategica come il centro del Mediterraneo, possa contribuire a ristabilire un certo equilibrio nell’opinione pubblica e nei confronti della campagna denigratoria contro la Federazione Russa, nonché essere di ispirazione ed esempio per altri popoli per portare una svolta all’interno della comunità e a livello mondiale.

Pertanto noi, il Movimentu de Liberatzioni Natzionali Sardu/Guvernu Sardu Provisoriu, chiediamo alla Federazione Russa ed al suo presidente Vladimir Putin di riconoscere ufficialmente la Nazione Sarda e le sue istituzioni di MNLS/GSP.

Questo documento sarà spedito alla Presidenza della Federazione Russa ed all’ambasciata russa in Italia

                                                                                   

                                                                                     Il Presidente

                                                                                      Sergio Pes

 

 

 

2021.09.05 – Ma poi, con l’Indipendenza della Sardegna, di cosa vivremo?

Posted by Presidenza on 5 Settembre 2021
Posted in articoli 

Di cosa vivremo?

 

di Paolo Maleddu

Sono convinto che in ogni sardo ci sia un
potenziale indipendentista. Ciononostante, gli
indipendentisti dichiarati e consapevoli sono
ancora una esigua minoranza della popolazione.
C’è da chiedersi: come mai?
 
Io stesso sono arrivato con grande ritardo
all’Indipendentismo Sardo. 
Partecipai, invitato, come curioso spettatore ad un
primo incontro una decina di anni fa. L’incontro
si tenne ad Oristano con la partecipazione dei
principali leader dei vari movimenti
indipendentisti del momento. Il livello degli
argomenti trattati poteva non essere
particolarmente entusiasmante, ma rimasi
favorevolmente sorpreso dalla passione e
dall’amore per la Sardegna che si apprezzavano
negli interventi dei vari partecipanti.
Dopo quel primo incontro, iniziai a frequentare
più assiduamente l’indipendentismo, col
proposito di introdurre e far presente
l’importanza della  moneta come strumento di
libertà o, al contrario, di dominio sui popoli;
argomento che brillava per la sua assenza negli
sporadici incontri.
 
Ho frequentato per qualche anno il Movimentu
de Liberatzioni Natzionali Sardu di Sergio Pes,
per poi dover abbandonare l’ambiente
indipendentista per risolvere problemi di carattere
personale nel frattempo sopraggiunti. Ora che
sono libero da preoccupazioni ed impegni, ho
deciso di riprendere in mano il Progetto Nuraghes
di cui già mi occupavo in precedenza. Il progetto
ruota attorno a un sistema di misurazione del
valore che consente di offrire un lavoro dignitoso
e stabile alle migliaia di disoccupati sardi senza
utilizzare euro e senza entrare in contrasto con
leggi nazionali e trattati internazionali.
 
Sono diventato un indipendentista convinto
quando ho iniziato ad intravedere una risposta
accettabile alla domanda che, prima o poi, tutti i
dubbiosi sulla convenienza o meno di staccarsi
dallo Stato italiano si pongono. 
 
La domanda è: ma poi, con l’indipendenza, di
cosa vivremo?
 
L’intera popolazione mondiale ha sempre vissuto
e vive dei doni di Madre Natura. Anche noi Sardi
continueremo a vivere dignitosamente delle
risorse della nostra Terra, questa volta meglio
ripartite per non permettere che nessun nostro
conterraneo sia abbandonato a sé stesso nel
bisogno e nella sofferenza. 
 
L’uomo è da sempre vissuto dei doni che questo
Pianeta dell’Abbondanza ci offre dall’inizio dei
tempi in maniera continua e del tutto gratuita.
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere lo
troviamo nell’ambiente in cui siamo immersi e di
cui siamo parte. 
 
Qualcuno ha, in origine, risolto per noi ogni
problema.
 
Il primo fondamentale insegnamento da trarre da
questa verità è quindi il seguente: mai svendere
ad estranei la Terra che ci dà da vivere.
Proveniente dallo studio della moneta e degli
inganni che ne caratterizzano l’emissione, mi
sono reso conto che con un sistema tutto nostro di
misurazione del valore, in Sardegna potremmo
eliminare per sempre la disoccupazione e
raggiungere l’autosufficienza alimentare
abbastanza facilmente.
 
Un popolo autosufficiente nell’alimentarsi è un
popolo libero.
 
Perciò, la risposta alla domanda “Come
vivremo?” è: vivremo, come ogni altra
popolazione, dallo sfruttamento intelligente e
sostenibile delle risorse della nostra Terra
meravigliosa.
 
Sono perfettamente consapevole che in un mondo
globalizzato e materialista, straripante di finte
necessità indotte, l’autosufficienza alimentare
potrebbe non essere una motivazione sufficiente
per convertire all’Indipendentismo coloro che
danno l’alimentazione quotidiana per scontata.
Il progetto però si rivolge inizialmente a una
fascia piuttosto numerosa di persone
svantaggiate, più sensibili e più interessate a farsi
coinvolgere: gli oltre 140 mila disoccupati sardi. 
Inoltre, l’autosufficienza alimentare non
rappresenta il traguardo finale, ma piuttosto un
indispensabile punto di partenza verso traguardi
più ambiziosi.
 
La disponibilità di risorse naturali e della forza
lavoro necessaria a trasformare tali risorse in beni
materiali utili, non sono però sufficienti a far
decollare una normale economia di scambi di
merci e servizi. Manca ancora qualcosa: un
mezzo di scambio che permetta un fluido
avvicendarsi delle tre fasi di produzione,
distribuzione e consumo dei beni prodotti.
Dal momento che la cronica carenza di euro in
circolazione è di proposito programmata e
imposta dall’alto proprio per ostacolare e limitare
la prosperità economica delle popolazioni
mondiali, ci possiamo creare un sistema tutto
nostro di misurazione del valore. Infatti, in
presenza di risorse, persone desiderose di
lavorare e prodotti da acquistare, non c’è nessun
valido motivo per cui non si possa godere dei
benefici di una semplice economia di scambi in
ogni attiva comunità locale. 
Una buona disponibilità di risorse, unita ad una
corretta emissione monetaria a vantaggio della
popolazione per trasformare i progetti in opere,
rappresenta un mix esplosivo che si traduce in
una abbondante produzione di beni utili e in un
benessere diffuso per tutta la comunità umana.
I Grandi Usurai internazionali hanno sempre
temuto e cercato di impedire che nelle
popolazioni  maturasse la consapevolezza di
essere proprietarie delle risorse naturali e, di
conseguenza, tutte potenzialmente ricche in
questo Pianeta dell’Abbondanza. È il motivo per
il quale nessuno mai in tanti anni di scuola
dell’obbligo ci ha mai insegnato cosa sia la
moneta e quale la sua funzione. Questo è il
motivo per cui l’oligarchia di banchieri che
stanno al vertice della piramide di potere non
hanno esitato ad eliminare fisicamente capi di
Stato e altri personaggi che potevano mettere in
pericolo il sistema di emissione monetaria
consolidato sin dal 1694 con la fondazione della
Bank of England.
 
Prima di addentrarci nella conoscenza del
Progetto Nuraghes, credo che una escursione
sintetica e istruttiva su concetti quali ricchezza,
economia e moneta sia più che opportuna. Sono
concetti abbastanza semplici, ma resi
intenzionalmente sfuggenti e complicati da una
omertosa narrazione mainstream, resa
intenzionalmente complessa e infarcita di
vocaboli inglesi col proposito di confondere e
allontanare i curiosi. Noi invece, mossi da
interessi opposti, cercheremo di trattare la
materia monetaria con un linguaggio quanto più
chiaro e semplice possibile.
Anche perché è l’unico che conosciamo.

 

tratto da: (clicca qui)

Il FLNC sta emergendo dall’ombra, a tre mesi dall’ultima presunta comunicazione dei clandestini. Questa volta, un video e un testo di cinque pagine sono stati inviati ai nostri colleghi in Corse-Matin.

Individui incappucciati e armati che affermano di essere l’FLNC del 22 ottobre e l’FLNC “Unione dei combattenti” si filmano in un comunicato stampa nel settembre 2021

 

 

 

 

 

 

Come annunciato in un brevissimo comunicato di inizio giugno, il “fronte” riprende la parola. A firma della lettera, come nel giugno scorso, due slogan scritti in lingua corsa. Quello del FLNC “Union des Combattants” e l’altro del FLNC dice “Dal 22 ottobre”. Nel video possiamo vedere una trentina di sagome nere incappucciate e alcune armate.

Un’apparizione mediatica del movimento clandestino, senza pretese, annunciata anche dall’ultima comunicazione dei due FLNC nel giugno 2021, prima delle elezioni territoriali. 

Il testo analizza innanzitutto i risultati delle elezioni dell’assemblea corsa, nonché la situazione politica dell’isola e del movimento nazionalista. I clandestini denunciano soprattutto il modo in cui la maggioranza nazionalista ha ampliato il proprio campo politico. Ma brandiscono anche negli occhi dello Stato la minaccia di un ritorno agli attacchi e alle armi. 

L’intestazione di un comunicato stampa contrassegnato con “FLNC”

 

 

 

 

 

 

 

 

Il “credo” della maggioranza e il “postnazionalismo”

Se riconoscono il successo di Gilles Simeoni e della sua maggioranza, anche i clandestini li criticano: “Pensiamo di essere di fronte all’avvento di un nuovo clan” , afferma una voce truccata nel video, leggendo sobriamente il testo. Il presidente dell’Esecutivo e leader del Femu avrebbe, si legge nel testo, utilizzato “tutte le molle dei suoi predecessori” per allargare la presa. 

Ritenendo che “i fondamenti della lotta di liberazione nazionale siano gettati nel dimenticatoio” , i clandestini parlano dell’avvento di una “era di post-nazionalismo” .

“La Corsica farebbe dei corsi” sviluppa il testo, “e qualunque sia la linea politica, purché sia ​​rassicurante per gli abitanti della nostra isola e per lo stato francese. Questo è il nuovo credo della maggioranza in Francia. ‘Assemblea”. 

“Considerare la nostra discrezione come un segno di abbandono dei nostri valori ha fatto commettere allo Stato e ai funzionari neoeletti un grave errore politico”, si legge nel testo. Inoltre, vengono presi di mira gli speculatori, ma anche i mafiosi ei loro legami con “certi elementi del movimento nazionale” . Si brandiscono minacce di rappresaglia, se gli attivisti dovessero soffrire. Inoltre, e va notato, si sviluppa più avanti una sorta di appello agli anziani della lotta sotterranea e ai giovani che la rivendicano.

“Allo Stato francese diciamo chiaramente…”

Questo comunicato stampa è anche mutuato dalle minacce di un ritorno alle azioni violente. Le prime frasi, inoltre, sono citazioni di ministri. Il primo è di Marylise Lebranchu nel 2015, allora ministro del Decentramento. Si era rifiutata di fare “un gesto” dopo la deposizione delle armi, credendo che “per me è normale che non ci siano armi”. Il secondo è di Jacqueline Gourault, ministro dei Rapporti con gli enti locali lo scorso luglio, nel senso che lo Stato era “in dialogo da quattro anni”.

Il comunicato castiga lo Stato, “cieco e sordo”, anche se i voti dei nazionalisti alle elezioni sono sempre più alti e anche se le azioni violente sono cessate.

L’analisi suona come un riconoscimento del fallimento. “Lo Stato si frega le mani”, dicono i clandestini. Colpa anche della politica dell’assemblea corsa, secondo loro. Le visite successive dei ministri sono qualificate come “visite di cortesia coloniali non necessarie”, chiudi le virgolette. Se i due FLNC ricordano che la smilitarizzazione è stata decisa per consentire il progresso democratico, sembrano dirsi pronti oggi a riprendere le azioni armate. “[…] Nessuno degli obiettivi per i quali [il FLNC] è stato creato è stato raggiunto” si scrive inoltre, “se la politica dello Stato continua, concluso dall’autore (s).

 

Di Olivier Castel France Bleu RCFM France Bleu

 

tratto da: (clicca qui)

2021.05.08 – Il FLNC annuncia la sua “ridistribuzione tattica”

Posted by Presidenza on 8 Maggio 2021
Posted in articoli 

Durante una conferenza stampa clandestina alla quale hanno partecipato i nostri colleghi di Via Stella e il cui testo è stato inviato alla Corsica-Matin , il Fronte di liberazione nazionale corso (FLNC) ha annunciato il “riassegnazione tattica” dell’organizzazione militare.

I suoi attivisti, provenienti da “tutte le componenti del FLNC” , hanno agito sulla riorganizzazione della struttura clandestina  “in attesa dell’avvio, da parte dello Stato francese, di un vero e proprio processo politico di risoluzione della questione nazionale corsa” .

Durante questa conferenza stampa, organizzata 45 anni dopo la creazione del FLNC, otto militanti armati hanno usato il linguaggio del combattimento, senza però menzionare esplicitamente un ritorno all’azione violenta. “In questi 45 anni la lotta è stata dura. Tutti devono essere consapevoli che è ancora lunga e che continua” , si legge però nel comunicato.

Anche l’organizzazione clandestina, denominata FLNC Maghju 21, fa riferimento al contesto elettorale, un mese e mezzo prima del primo turno delle elezioni territoriali. I suoi membri scalfiscono il primato della maggioranza territoriale, che “non ha saputo raccogliere le sfide” e fa parte “della gestione di una comunità, più che nella costruzione di una nazione”, ma richiama nonostante tutto  “alla votare, in coscienza, per le liste di candidati che affermano di essere nazionalismo su basi chiare “.

tratto da: (clicca qui)

Processo al Clnv, gli indipendentisti veneti davanti al tribunale di Vicenza il 29 gennaio 2021

Assurda sentenza del Tribunale dello Stato Criminale italiano.

Massima solidarietà al CLNV


25 Marzo 2021

Sentenza come una mazzata sugli indipendentisti veneti del Comitato di Liberazione Nazionale Veneto (Clnv).

Condanne molto pesanti quelle irrogate oggi 25 marzo 2021 dal Tribunale di Vicenza, per reati che in fondo sono, tutt’al più, di istigazione alla disubbidienza.

PER APPROFONDIRE Processo al Clnv, riconoscere dignità alle ragioni degli imputati

Le condanne: quattro anni e due mesi alla vicentina Erica Scandian, quattro anni tondi a Maurizio Tregnago,  tre anni e nove mesi alla “leonessa” Patrizia Badii, tre anni e sette mesi a Maurizio Bedin, tre anni e sei mesi a Orazio Scavezzon. Tre anni e cinque mesi a Katia Sanson, Silvano Santini, Marco Caltran e Costantino Neresini. Pene tra sei mesi e due anni  a Enrico Carraro, Teresina Zorzi, Flavio Resentera, a Silvia, Loris e Denis Spezzapria, Germano Addondi, Monica e Sabrina Pozzan, Franco Finozzi, Luca Gasparella e Andrea Matteazzi. Condannati a una multa da 800 a mille euro altri tre imputati.

Lo stesso metro usato con i Serenissimi

Il Tribunale di Vicenza ha usato lo stesso metro che anni fa la Giustizia italiana impiegò per i Serenissimi. Condanne che sono, non ne dubitiamo, fondate sulle leggi, ma che risultano enormi, spropositate, per chi le misuri col normale senso di giustizia del cittadino comune.

PER APPROFONDIRE L’audio integrale dell’avvocato Fogliata: le tesi indipendentiste non sono barzellette

I reati di cui i membri del Cln veneto sono accusati sono di associazione per delinquere, allo scopo di istigare alla disobbedienza fiscale. Alcuni sono accusati anche di resistenza, oltraggio e diffamazione a pubblico ufficiale, per un episodio in cui nessuno di loro ha usato la violenza.

Ripescata una norma pre-costituzionale

Per punire così severamente l’istigazione alla disobbedienza fiscale, la Procura ha ripescato una norma, ben raramente applicata, che risale addiritttura a prima che la Costituzione italiana entrasse in vigore.

Nell’udienza di stamattina 25 marzo 2021 – 1600esimo anniversario della fondazione di Venezia secondo la tradizione – il pubblico ministero ha voluto replicare alle tesi esposte dalla difesa nelle udienze precedenti. Che erano, sostanzialmente, queste: gli imputati non sono evasori fiscali, sono indipendentisti veneti, si sono costituiti in Comitato di Liberazione Nazionale, come l’Olp di Arafat. E in questa veste, si proclamano cittadini della Veneta Repubblica e quindi non vogliono pagare le tasse allo Stato che ne occupa illegittimamente il territorio.

Insomma il non voler pagare le tasse all’Italia è una conseguenza necessaria del loro essere indipendentisti, e le loro ragioni di diritto internazionale non possono essere liquidate con una battuta, respinte con una risata. Vanno rispettate e valutate, soprattutto sotto il profilo soggettivo.

“Il popolo veneto non esiste”. Fogliata: è nello Statuto

Il pm, nella sua replica, ha sollevato una questione di legittimazione: il Cln veneto, ha osservato, non può rappresentare il popolo veneto perché non si è mai presentato a elezioni, a differenza degli indipendentisti scozzesi o catalani. E comunque, anche se si presentasse, cambierebbe poco perché per il pm il popolo veneto non esiste proprio: esiste solo il popolo italiano.

L’avvocato Renzo Fogliata, difensore di un gruppo di imputati, si è chiesto come si possa sostenere che non esiste il popolo veneto, quando l’esistenza del popolo veneto e persino il suo diritto ad autogovernarsi è scritto papale papale nello Statuto della Regione che è legge dello Stato.

Tapparo: processo politico

L’avvocato Cesare Tapparo, che difende un altro gruppo di imputati, ha ribadito che si tratta di un “processo politico“, perché la “disobbedienza fiscale” non è considerata un reato contro l’ordine pubblico, e poi perché era evidente che l’obiettivo del Cln veneto è lavorare per l’indipendenza, non per l’evasione fiscale. E ha citato un precedente, un leghista assolto per aver invitato a non pagare il canone Rai: diritto di opinione.

Gli imputati si attendevano una sentenza che vagliasse le loro ragioni di diritto internazionale, e che comunque tenesse conto di quelle loro convinzioni almeno sotto il profilo soggettivo, della totale assenza di dolo.

Fogliata: “Sentenza davero molto pesante”

E invece il Tribunale di Vicenza ha usato con il Clnv lo stesso metro che venne usato con i Serenissimi: l’applicazione del reato più grave che sia possibile configurare, a costo di invocare norme fasciste (nel caso dei fatti del Campanile), oppure norme precostituzionali, come nel caso del Clnv, per arrivare a punizioni esemplari.

“Attendiamo le motivazioni, è una sentenza davvero molto pesante – è il commento dell’avvocato Renzo Fogliata – contro persone che alla fine sono imputate soltanto di istigazione alla disobbedienza”.

Badii: ci rivolgeremo alla Corte dell’Aia

Gli imputati sono decisi a far valere le loro ragioni di diritto internazionale: “Ci rivolgeremo anche alla Corte dell’Aia – annuncia Patrizia Badii – perché questa sentenza confligge con il diritto all’autodeterminazione, riconosciuto a livello internazionale e anche dall’Italia. L’associazione a delinquere ci può essere per fatti di malavita, non può riguardare un Comitato di liberazione nazionale che agisce solo per affermare la sovranità della Nazione Veneta e per diffondere questa consapevolezza tra la gente del Veneto”.

Sei anni al crac di una banca, quattro al Clnv: è giusto?

Un brutto segnale, diciamo noi. In questo stesso Tribunale di Vicenza, pochi giorni fa, persone accusate di aver mal gestito una banca, di aver ingannato, danneggiato, rovinato decine di migliaia di risparmiatori, con danni sociali ed economici per miliardi di euro a famiglie e imprese, sono stati condannati ad un massimo di sei anni.

E’ la legge, naturalmente, non l’arbitrio dei giudici. Ma come può allora, al normale senso di giustizia, apparire equa una condanna a quattro anni a cittadini che in buona fede, senza violenza, hanno esposto le loro idee sull’indipendenza del Veneto e messo in campo azioni pacifiche, azioni di protesta, per arrivarci?

Disubbidienza tollerata per alcuni, punita per altri

Come può, al normale senso di giustizia, apparire giusto che la disubbidienza, quando sia esercitata per forzare norme e divieti e sbarcare migliaia di clandestini nei porti italiani sia tollerata se non premiata, mentre sia punita col carcere quando sia praticata per affermare l’indipendenza della propria Patria?

Italia e Spagna, l’arsenale normativo da non-democrazie

L’Italia e la Spagna sono ormai i soli Paesi, in Europa, a disporre di un arsenale normativo sostanzialmente da non-democrazie, che consente di fatto a Procure e Tribunali di punire con il carcere la disubbidienza. E anche questo non è davvero un bel segnale.

Una democrazia deve offrire una via lecita per parlare di indipendenza ma anche di lottare, senza atti violenti, per l’indipendenza. Se un referendum per l’indipendenza non si può fare, se un’azione di propaganda e di resistenza passiva e di disobbedienza fiscale non si può fare, se il minimo gesto politico incruento ti spedisce in galera, che senso ha la libertà di opinione e di associazione? Che senso ha, se non può in alcun modo incidere sulla realtà?

Alvise Fontanella

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