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DI MAURIZIO BLONDET

Riprendiamo questo articolo, anche per fare ammenda: ammetto che nelle ultime settimane ho pensato che Putin stesse subendo l’iniziativa distruttiva degli anglo, incassando le sanzioni e il blocco della finanza. Adesso qui si spiega il suo gioco geniale. Premessa: gli USA e i sauditi stanno deprimendo il prezzo del greggio per danneggiare Putin; contemporaneamente, tengono artificialmente basso il prezzo dell’oro per salvare il dollaro. Putin è costretto a vendere il greggio sottocosto, ma immediatamente coi profitti compra oro, parimenti sottocosto.

Alla lunga, la perdita sarà compensata dal buon investimento. Ovviamente è la scommessa che il dollaro cesserà di esistere entro un paio d’anni, vaporizzato dalla stampante folle della Fed. E quando il dollaro sarà imploso, Putin venderà il greggio russo “solo” in oro, anche agli europei.
Domanda: ne abbiamo ancora, a Fort Knox?
Sicuri che ce l’abbiano tenuto?
Probabilmente molti dei nostri governanti si pentiranno di averlo trattato come un paria a Brisbane, di averlo umiliato, rifiutato di stingerli la mano, stupidamente provocato.

LA TRAPPOLA DELL’ORO DEL MAESTRO DI SCACCHI PUTIN
DI DIMITRY KALINICHENKO
Investcafe.ru
Le accuse dell’Occidente a carico di Putin di solito si basano sul fatto che lavorava nel KGB. E dunque è una persona crudele e immorale. Putin è colpevole di tutto, ma nessuno l’ha mai accusato di mancanza d’intelligenza. Tutte le accuse contro quest’uomo fanno solo risaltare la sua capacità di pensiero analitico e come rapidamente prenda decisioni politiche ed economiche chiare ed equilibrate.
Spesso i media occidentali confrontano questa capacità con l’abilità di un grande maestro che partecipa a partite di scacchi simultanee. I recenti sviluppi nell’economia USA e nell’Occidente in generale, ci permettono di concludere che in questo caso la valutazione dei media occidentali della personalità di Putin è assolutamente perfetta.

Nonostante le numerose segnalazioni dei successi, nello stile di Fox News e CNN, oggi l’economia occidentale, guidata dagli Stati Uniti, è caduta nella trappola di Putin, la cui via d’uscita non viene vista da nessuno in Occidente. E quanto più l’Occidente cerca di uscire da questa trappola, più ne risulta catturato.

Qual è la vera tragica situazione dell’Occidente e degli Stati Uniti? E perché tutti i media occidentali e i principali economisti occidentali non ne parlano, come fosse un segreto militare ben custodito? Cerchiamo di capire l’essenza degli eventi economici attuali, nel contesto dell’economia, mettendo da parte moralità, etica e geopolitica.

Dopo aver compreso di aver fallito in Ucraina, l’Occidente, guidato dagli USA si proponeva di distruggere l’economia russa con la riduzione del prezzo del petrolio e del gas quali principali proventi dalle esportazioni del bilancio della Russia e della ricostituzione delle riserve auree russe.

Va notato che il fallimento principale occidentale in Ucraina non è né militare né politico, ma risiede nel rifiuto di Putin di finanziare i piani occidentali per l’Ucraina a carico della Federazione Russa. Ciò rende il piano occidentale irrealizzabile nel prossimo e inevitabile futuro.

L’ultima volta, sotto la presidenza Reagan, tale tipo di azioni occidentali volte ad abbassare i prezzi del petrolio ebbe ‘successo’ e portò al crollo dell’URSS. Ma la storia non si ripete sempre. Questa volta le cose sono diverse per l’Occidente. La risposta di Putin verso l’Occidente assomiglia agli scacchi e al judo, quando la potenza utilizzata dal nemico viene usata contro di esso ma a costi minimi per la forza e le risorse del difensore. La vera politica di Putin non è pubblica. Pertanto, la politica di Putin in gran parte si concentra non sull’effetto, ma sull’efficienza.
Pochissimi capiscono cosa stia facendo Putin oggi. E quasi nessuno capisce cosa farà in futuro.

Non importa quanto strano possa sembrare, ma oggi Putin vende petrolio e gas russi solo in cambio di oro fisico.

Putin non lo grida ai quattro venti. E naturalmente accetta ancora il dollaro come mezzo di pagamento, ma cambia immediatamente tutti i dollari ottenuti dalla vendita di petrolio e gas con l’oro fisico!

Per capirlo è sufficiente osservare le dinamiche della crescita delle riserve auree della Russia e confrontarle con le entrate in valuta estera della Federazione Russa dovute alla vendita di petrolio e gas nello stesso periodo.

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Inoltre, nel terzo trimestre gli acquisti da parte della Russia di oro fisico sono i più alti di tutti i tempi, a livelli record. Nel terzo trimestre di quest’anno, la Russia aveva acquistato la quantità incredibile di 55 tonnellate di oro. Più delle banche centrali di tutti i Paesi del mondo messi insieme (secondo i dati ufficiali)!

In totale, le banche centrali di tutti i Paesi del mondo hanno acquistato 93 tonnellate del prezioso metallo nel terzo trimestre del 2014. È stato il 15° trimestre consecutivo di acquisti netti di oro da parte delle banche centrali. Delle 93 tonnellate di oro acquistato dalle banche centrali di tutto il mondo, in questo periodo, il più impressionante volume di acquisti – ben 55 tonnellate – appartiene alla Russia.

Non molto tempo fa, scienziati britannici giunsero alla stessa conclusione, secondo l’indagine dell’US Geological di pochi anni fa: l’Europa non potrà sopravvivere senza l’offerta energetica proveniente dalla Russia. Tradotto dall’inglese in qualsiasi altra lingua del monto, questo vuol dire: “Il mondo non riuscirà a sopravvivere se petrolio e gas della Russia sono sottratti dal bilancio globale dell’offerta energetica”.

Così, il mondo occidentale, costruito sull’egemonia del petrodollaro, si trova in una situazione catastrofica non potendo sopravvivere senza petrolio e gas dalla Russia. E la Russia è pronta a vendere petrolio e gas all’Occidente solo in cambio dell’oro fisico! La svolta del gioco di Putin è che il meccanismo della vendita di energia russa all’Occidente solo con l’oro funziona indipendentemente dal fatto che l’Occidente sia d’accordo o meno nel pagare petrolio e gas russi con il suo oro tenuto artificialmente a buon mercato.

Questo perché la Russia, avendo un flusso regolare di dollari dalla vendita di petrolio e gas, in ogni caso potrà convertirli in oro ai prezzi attuali, depressi con ogni mezzo dall’Occidente. Cioè al prezzo dell’oro, artificialmente e meticolosamente abbassato varie volte da FED e ESF, contro un dollaro dal potere d’acquisto artificialmente gonfiato dalle manipolazioni nel mercato.

Fatto interessante: la compressione dei prezzi dell’oro da parte del dipartimento speciale del governo USA, l’ESF (Exchange Stabilization Fund), per stabilizzare il dollaro, è stata fatta all’interno di una legge degli Stati Uniti.
Nel mondo finanziario è accettato come un fatto che l’oro sia un anti-dollaro:
. Nel 1971, il presidente statunitense Richard Nixon chiuse la ‘finestra d’oro, ponendo fine al libero scambio tra dollari e oro, garantito dagli Stati Uniti nel 1944 a Bretton Woods.
. Nel 2014, il presidente russo Vladimir Putin ha riaperto la ‘finestra d’oro’, senza chiedere il permesso a Washington.

In questo momento l’Occidente spende gran parte di sforzi e risorse nel comprimere i prezzi di oro e petrolio. In tal modo, da un lato distorce la realtà economica esistente a favore del dollaro statunitense e d’altra parte vuole distruggere l’economia russa che si rifiuta di svolgere il ruolo di vassallo obbediente dell’Occidente.

Oggi le risorse come l’oro e il petrolio sono proporzionalmente indebolite ed eccessivamente sottovalutate rispetto al dollaro USA. È una conseguenza dell’enorme sforzo economico sostenuto dall’Occidente.

E ora Putin vende risorse energetiche russe in cambio di quei dollari artificialmente gonfiati dagli sforzi dell’Occidente, e con cui compra oro artificialmente svalutato rispetto al dollaro USA per effetto degli stessi sforzi occidentali!

C’è un altro elemento interessante nel gioco di Putin: l’uranio russo. Una lampadina su sei negli USA ne dipende. La Russia lo vende agli Stati Uniti sempre in dollari.

Così, in cambio di petrolio, gas e uranio russi, l’occidente paga la Russia in dollari, il cui potere di acquisto è artificialmente gonfiato verso petrolio e oro dagli sforzi occidentali. Ma Putin usa questi dollari solo per ritirare oro fisico dall’Occidente al prezzo denominato in dollari USA e quindi artificialmente abbassato dallo stesso Occidente.

Questa davvero brillante combinazione economica di Putin mette l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, nella posizione del serpente, che divora aggressivamente e diligentemente la propria coda.

L’idea di questa trappola economica dell’oro tesa all’Occidente, probabilmente non è stata escogitata da Putin in persona. Più probabilmente è stata ideata dal suo consigliere per gli affari economici, il dottor Sergej Glazev. In caso contrario, perché mai un burocrate apparentemente non implicato negli affari, come Glazev, insieme a molti uomini d’affari russi, è stato incluso da Washington nella lista dei sanzionati? L’idea dell’economista dottor Glazev è stata brillantemente attuata da Putin, con il pieno appoggio del suo omologo cinese Xi Jinping.

Particolarmente interessante in questo contesto sembra la dichiarazione a novembre della Prima Vicepresidente della Banca centrale della Russia, Ksenia Judaeva, la quale ha sottolineato che la BCR può utilizzare l’oro delle sue riserve per pagare le importazioni, se necessario. È ovvio che date le sanzioni occidentali, tale dichiarazione sia destinata ai Paesi BRICS, e prima di tutto alla Cina. Per la Cina, la volontà della Russia di pagare le merci con l’oro occidentale è molto conveniente. Ed ecco perché:

La Cina ha recentemente annunciato che cesserà di aumentare le riserve auree e valutarie denominate in dollari USA. Considerando il crescente deficit commerciale tra USA e Cina (la differenza attuale è cinque volte a favore della Cina), questa dichiarazione tradotta dal linguaggio finanziario, dice: “La Cina non vende più i suoi prodotti in cambio dei dollari”. I media mondiali hanno scelto di non far notare questo storico passaggio monetario. Il problema non è che la Cina si rifiuti letteralmente di vendere i propri prodotti in dollari USA. La Cina, ovviamente, continuerà adaccettare i dollari come mezzo di pagamento intermedio per i propri prodotti. Ma, appena presi, se ne sbarazzerà immediatamente, sostituendoli con qualcosa di diverso nella struttura delle sue riserve auree e valutarie. In caso contrario, la dichiarazione delle autorità monetarie della Cina non ha senso: “Fermiamo l’aumento delle nostre riserve auree e valutarie denominate in dollari USA”. Cioè, la Cina non acquisterà più titoli del Tesoro degli Stati Uniti con i dollari guadagnati dal commercio mondiale, come ha fatto finora.

Così, la Cina sostituirà i dollari che riceverà per i suoi prodotti non solo dagli USA ma da tutto il mondo, con qualcos’altro per non aumentare le riserve valutarie in oro denominate in dollari USA. E qui si pone una domanda interessante: con cosa la Cina sostituirà i dollari guadagnati con il commercio? Con quale valuta o bene? L’analisi dell’attuale politica monetaria della Cina dimostra che molto probabilmente i dollari commerciali, o una loro parte sostanziale, la Cina li sostituirà e di fatto li ha già sostituiti, con l’Oro.

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In questo aspetto, il solitario delle relazioni russo-cinesi è un grande successo per Mosca e Pechino. La Russia acquista merce direttamente dalla Cina con l’oro al prezzo attuale. Mentre la Cina compra risorse energetiche russe con l’oro al prezzo attuale. In questo festival russo-cinese della vita c’è un posto per ogni cosa: merci cinesi, risorse energetiche russe e oro quale mezzo di pagamento reciproco. Solo il dollaro non vi trova posto. E ciò non sorprende, perché il dollaro USA non è un prodotto cinese, né una risorsa energetica russa. È solo uno strumento finanziario intermedio di liquidazione, un intermediario inutile. Ed è consuetudine escludere gli intermediari inutili dall’interazione di due partner commerciali indipendenti.

Va notato che il mercato globale dell’oro fisico è estremamente ristretto rispetto al mercato mondiale del petrolio. E soprattutto il mercato mondiale dell’oro fisico è microscopico rispetto alla totalità dei mercati mondiali di petrolio, gas, uranio e merci.

Si pone l’enfasi sull’espressione “oro fisico” perché in cambio delle sue risorse energetiche fisiche, non di ‘carta’, la Russia adesso ritira oro dall’Occidente, ma solo nella sua forma fisica, non cartacea. Così anche la Cina, acquisendo oro fisico occidentale artificialmente svalutato per pagare prodotti reali inviati all’Occidente.

Le speranze occidentali che Russia e Cina per le loro risorse energetiche e beni accettino in pagamento “shitcoin” o il cosiddetto “oro cartaceo” di vario genere, non si sono concretizzate. Russia e Cina sono interessate solo all’oro, metallo fisico, come mezzo di pagamento finale.

Per pronto riferimento: il fatturato del mercato dell’oro cartaceo, i futures sull’oro, è stimato al livello di 360 miliardi di dollari al mese. Ma le consegne fisiche di oro sono pari solo a 280 milioni di dollari al mese. Il che fa sì che il rapporto tra commercio di oro cartaceo contro oro fisico sia pari a 1000 a 1.

Utilizzando il meccanismo di recesso attivo dal mercato artificialmente ribassato dall’attività finanziaria occidentale (oro) in cambio di un altro artificialmente gonfiato dall’attività finanziaria occidentale (USD), Putin ha così iniziato il conto alla rovescia della fine dell’egemonia mondiale del petrodollaro. In questa maniera, Putin ha messo l’Occidente in una situazione di stallo priva di alcuna prospettiva economica positiva.

L’Occidente può usare la maggior parte dei suoi sforzi e risorse per aumentare artificialmente il potere d’acquisto del dollaro, nonché ridurre artificialmente i prezzi del petrolio e il potere d’acquisto dell’oro. Il problema dell’Occidente è che le scorte di oro fisico in suo possesso non sono illimitate. Pertanto, più l’Occidente svaluta petrolio e oro contro dollaro statunitense, più velocemente svaluterà l’oro dalle sue non infinite riserve.

In questa combinazione economica brillantemente interpretata da Putin, l’oro fisico dalle riserve occidentali finisce rapidamente in Russia, Cina, Brasile, Kazakhstan e India, Paesi BRICS. Al ritmo attuale di riduzione delle riserve di oro fisico, l’Occidente semplicemente non avrà tempo di fare nulla contro la Russia di Putin, fino al crollo dell’intero mondo del petrodollaro occidentale. Negli scacchi la situazione in cui Putin ha messo l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, si chiama “Zeitnot”.

Il mondo occidentale non ha mai affrontato eventi e fenomeni economici come quelli attuali. L’URSS vendette rapidamente oro durante la caduta dei prezzi del petrolio. La Russia acquista rapidamente oro durante la caduta dei prezzi del petrolio. In tal modo, la Russia rappresenta una vera minaccia al modello di dominio mondiale basato sul petrodollaro.

Il principio fondamentale del modello mondiale basato sul petrodollaro permette che i Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti vivano a spese del lavoro e delle risorse di altri Paesi e popoli grazie al ruolo della moneta statunitense, dominante nel Sistema Monetario Globale (SMG). Il ruolo del dollaro USA nel SMG consiste nell’essere il mezzo ultimo di pagamento. Ciò significa che la moneta nazionale degli Stati Uniti, nella struttura del SMG, è l’accumulatore finale degli attivi patrimoniali, e scambiarlo con qualsiasi altro bene non avrebbe senso.

Quel che fanno ora i Paesi BRICS, guidati da Russia e Cina, consiste di fatto nel cambiare il ruolo e lo status del dollaro USA nel sistema monetario globale. Da ultimo mezzo di pagamento e accumulazione del patrimonio, la moneta nazionale degli USA, nelle azioni congiunte di Mosca e Pechino viene trasformata in un mero mezzo di pagamento intermedio, destinato solo allo scambio con un’altra attività finanziaria ultima: l’oro. Così, il dollaro USA in realtà perde il ruolo di mezzo ultimo di pagamento e accumulazione degli attivi patrimoniali, cedendo entrambi i ruoli a un altro bene monetario riconosciuto, denazionalizzato e depoliticizzato: l’oro.

Tradizionalmente, l’Occidente utilizza due metodi per eliminare la minaccia all’egemonia mondiale del modello fondato sul petrodollaro e ai conseguenti eccessivi privilegi occidentali.

Uno di tali metodi è costituito dalle rivoluzioni colorate. Il secondo metodo, di solito applicato dall’Occidente se il primo fallisce, sono le aggressioni militari e i bombardamenti.

Ma nel caso della Russia entrambi questi metodi sono impossibili o inaccettabili per l’Occidente.

Perché, in primo luogo, la popolazione della Russia, a differenza dei popoli di molti altri Paesi, non ha intenzione di scambiare la propria libertà e il futuro dei propri figli per un piatto di salsicce occidentali. Questo risulta evidente dal sostegno record per Putin, regolarmente pubblicato dalle principali agenzie di sondaggi occidentali.

L’amicizia personale del protetto di Washington Alexej Naval’nyj con il senatore John McCain è stata negativa per lui e per Washington. Dopo aver appreso questo fatto dai media, il 98% della popolazione russa ora vede Naval’nyj solo come un vassallo di Washington e un traditore degli interessi nazionali della Russia. Pertanto i professionisti occidentali, che non hanno ancora perso la testa, non possono sognarsi alcuna rivoluzione colorata in Russia.

Sul secondo metodo tradizionale occidentale di aggressione militare diretta, la Russia non è certamente la Jugoslavia, né l’Iraq, né la Libia. In ogni operazione militare non nucleare contro la Russia, sul territorio della Russia, l’Occidente guidato dagli Stati Uniti è destinato alla disfatta. E i generali del Pentagono che esercitano la vera guida delle forze della NATO ne sono consapevoli. Sarebbe egualmente senza speranza una guerra nucleare contro la Russia, compreso il caso definito dal concetto del cosiddetto “attacco nucleare disarmante preventivo”. La NATO semplicemente non è tecnicamente in grado di infliggere il colpo che disarmerebbe completamente la Russia del potenziale nucleare, in tutti i suoi molteplici aspetti. Un massiccio attacco di rappresaglia nucleare contro il nemico o gruppo di nemici sarebbe inevitabile. E la sua potenza totale sarebbe sufficiente affinché i sopravvissuti invidino i morti. Cioè, una guerra nucleare con un Paese come la Russia non è la soluzione al problema incombente del crollo del mondo del petrodollaro.

Nel migliore dei casi, sarebbe la nota finale e l’ultimo punto dell’esistenza della Storia. Nel peggiore dei casi: un inverno nucleare e la fine della vita sul pianeta, fatta eccezione per i batteri mutati dalle radiazioni.

La struttura economica occidentale può vedere e capire l’essenza della situazione. I principali economisti occidentali sono certamente consapevoli di quanto grave e disperata sia la situazione in cui si trova l’Occidente, caduto nella trappola economica d’oro predisposta da Putin. Dopo tutto, sin dagli accordi di Bretton Woods conosciamo tutti la Regola Aurea: “Chi ha più oro detta le regole”. Ma in Occidente stanno tutti zitti. Sono silenziosi perché nessuno sa come uscire da tale situazione.

Se si spiegano al pubblico occidentale tutti i dettagli del disastro economico incombente, il pubblico porrà ai sostenitori del mondo basato sul petrodollaro le domande più terribili, che suoneranno così:

Per quanto ancora l’Occidente potrà acquistare petrolio e gas dalla Russia in cambio di oro fisico? E cosa accadrà ai petrodollari USA dopo che l’Occidente esaurirà l’oro fisico per pagare petrolio, gas e uranio russi, così come per pagare le merci cinesi?

Nessuno in Occidente oggi può rispondere a queste semplici domande.

E questo si chiama “Scacco matto”, signore e signori. Il gioco è finito.

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