MLNS esprime massima solidarietà verso i patrioti veneti arrestati con l’accusa di aver organizzato un’azione eversiva mirata alla liberazione dello Stato Veneto.

Azione che è stata effettuata da forze militari straniere italiane che hanno agito illegalmente sul suolo del Territorio veneto in quanto in difetto assoluto di competenze e giurisdizione, sia per materia che per territorio.

MLNS, comunque, non crede che organizzare delle azioni violente possano portare alla sacrosanta  liberazione della  Patria Sarda; il nostro percorso continuerà ad essere quello pacifico e legale delineato dalle norme del diritto internazionale.

Siamo però consapevoli che lottiamo contro  l’Italia, uno Stato bandito e criminale che non rispetta nessuna legge, neanche la propria….

E’ inconcepibile, infatti, che anche in occasione di questa operazione dei carabinieri italiani siano stati oggetto di persecuzione alcuni esponenti del MLNV che segue, come noi, un percorso legale e pacifico e che non ha nessun legame con l’organizzazione di cui fanno parte i patrioti veneti oggi arrestati.

Gli sono stati sequestrati, o forse è meglio dire “rubati”, pc e telefoni, sono stati sottoposti a violazione della loro abitazione e al loro momentaneo sequestro di persona.

Ma perché in ogni occasione, che c’entrino o non c’entrino, vengono sempre attaccati anche i Movimenti di Liberazione Nazionale ???

Facciamo così tanta paura ???

Sergio PES (Presidente MLNS e GSP)

Sedici in Veneto, accusati di terrorismo ed eversione. «Epicentro» nel Padovano. Pronto un blitz in piazza San Marco. Indagato un leader dei Forconi

02 aprile 2014

VENEZIA – Blitz all’alba dei carabinieri del Ros di Brescia, che hanno eseguito 26 ordini di custodia cautelare (due sono arresti ai domiciliari) – 16 in Veneto – , e 33 perquisizioni, a carico di un gruppo di persone accusate di terrorismo ed eversione del sistema democratico, oltre che alla fabbricazione di armi. Gli arresti riguardano numerosi veneti che militano tra le file del movimento indipendentista, tra cui l’ex parlamentare e fondatore della Liga Veneta Franco Rocchetta, gli ex Serenissimi Luigi Faccia e Flavio Contin e il leader dei Forconi Lucio Chiavegato. Secondo le indagini del Ros, coordinate dalla procura bresciana le persone arrestate farebbero parte di «un gruppo riconducibile a diverse ideologie di tipo secessionista che aveva progettato iniziative anche violente finalizzate a sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale».

Il blitz dei Serenissimi a Venezia nel ’97 (Foto Pattaro/Vision)

Tra gli episodi contestati ai secessionisti arrestati dai carabinieri c’è anche quello, riferiscono gli investigatori, della costruzione di un carro armato del peso di 40 tonnellate «in grado di sventrare un edificio», da utilizzare per compiere un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco, probabilmente nel periodo delle elezioni europee. Il mezzo, perfettamente funzionante (tanto che erano state già eseguite anche delle prove di fuoco) è stato sequestrato. La vicenda richiama alla memoria quanto avvenuto il 9 maggio 1997, quando un gruppo di «Serenissimi» diede l’assalto al campanile di piazza San Marco. In quel caso tra gli elementi più scenografici c’era proprio un furgone trasformato in rudimentale carro armato, poi denominato «Tanko», ma che però in quel caso non era in grado di sparare. Obiettivo del Movimento Separatista Veneto e degli arrestati era principalmente la costituzione di uno Stato veneto Indipendente. L’insurrezione armata avrebbe riguardato, secondo gli inquirenti, anche l’ «insurrezione» di varie regioni del Nord «esasperate dalla crisi economica». Il dato più volte evidenziato dalle forze dell’ordine è quello della «pericolosità» dei Secessionisti. La «finalità violenta» è dimostrata, hanno ribadito, soprattutto dalla costruzione del tanko e dalla svariate armi sequestrate. «C’erano tutte le condizioni per azioni violente, armate, pianificate nel dettaglio, molto pericolose per l’incolumità pubblica», hanno specificato gli Inquirenti. Secondo le indagini, pare ci siano stati contatti con la criminalità albanese da cui i Secessionisti si erano riforniti di armi.

Secondo quanto si è appreso, gli arresti e le perquisizioni sono state eseguite tra le province di Padova, Treviso, Rovigo, Vicenza e Verona (Verona 9 arresti, Treviso 2, Rovigo 3, Padova 3) e hanno visto impegnati i militari dei vari comandi provinciali dell’Arma. Tra gli indagati figurerebbero alcune persone vicine al noto gruppo dei Serenissimi e il presidente e la segretaria della Life, l’associazione che avrebbe avuto un ruolo particolarmente attivo nel periodo di contestazione dei cosiddetti forconi dell’8 dicembre scorso. L’ «epicentro», sempre secondo quanto si è appreso, sarebbe Casale di Scodosia, nel Padovano dove sarebbe stato trovato il «tanko». L’ex sindaco Renato Modenese (Comune commissariato, appresa la notizia ha commentato: «Con la crisi sono cose che possono capitare») Gli indagati, secondo quanto è emerso nelle indagini, avevano pensato di trasformare un trattore agricolo in una sorta di mezzo corazzato attrezzato con un cannoncino da 12 millimetri, ma durante le fasi di montaggio c’erano stati problemi di calibratura e di recupero dei pezzi per la sua costruzione.

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