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Foto della terra da internet

Dopo “La Grande Truffa” proponiamo un altro libro di Paolo Maleddu: IL PARADISO TERRESTRE.

In questa sua opera Paolo continua la sensibilizzazione su temi scottanti e semisconosciuti dalla popolazione:

Perché viviamo perennemente angosciati e pesantemente indebitati? E con chi ?

Ci verrà semplicemente dimostrato che viviamo vittime di pochi carnefici che con subdoli mezzi ci sottraggono il frutto di tutto il nostro lavoro e ci riducono in schiavitù.

Grazie Paolo

 

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Il ParadisoTerrestre

7° parte

 

…………

Che sia ben chiaro, una volta per tutte: le spese di uno Stato Sovrano in

infrastrutture e servizi per la popolazione non sono costi, ma ricchezza per

tutti noi.

Lo Stato (sempre noi …) non deve chiedere soldi in prestito, non si indebita,

non deve aspettare lo stipendio, non gli mancano mai i soldi …

Che problema c’è a stampare un certificato di un lavoro svolto ogniqualvolta

qualcuno realizzi un lavoro o esegua un servizio per la comunità?

Nessun problema, i certificati non possono mai mancare se il lavoro è stato

svolto: sono una semplice formalità.

 

Troppo bello per essere vero?”

 

Sì, è tutto molto bello perché è la semplicissima verità: viviamo nel Paradiso

Terrestre, ma non lo sappiamo.

C’è chi fa di tutto per impedirci di saperlo.

Abbiamo inventato lo Stato per averne dei benefici, ma gli Usurai, con i loro

potenti mezzi, per loro fini criminali, riescono a convincerci che la priorità è

tenere i conti in ordine, pur sacrificando milioni di vite umane.

E noi, ammaliati da tanto lucido fanatismo, continuiamo ad avviarci verso il

baratro senza capire.

È incredibile.

La storia continua ad essere costellata di assassini eccellenti e guerre

sanguinose proprio per impedire che il popolo si renda conto di vivere nel

Paradiso Terrestre e pretenda ciò che gli spetta: una vita serena.

 

Capitolo V

Il Paradiso Terrestre : disegno di Tonino

 Il reddito di cittadinanza

 

Una volta assimilato il concetto che i soldi, essendo una semplice formalità,

non possono mancare, e che la ricchezza di un Paese dipende dall’intelligenza e

dalle capacità dei suoi abitanti di utilizzare le risorse disponibili sul territorio,

iniziamo ad intravedere che in questo Paradiso non può mancare a nessun

essere umano il necessario per vivere una esistenza dignitosa.

Sparisce quindi la paura del futuro, la necessità di accumulare in previsione di

chissà quale catastrofe, crisi, fallimento.

Spariscono l’angoscia, la disperazione e la tristezza.

Ritorna la fiducia in un futuro migliore, la speranza, la serenità,

l’aspettativa, il sogno, l’entusiasmo, la gioia di vivere.

L’insieme di sentimenti ed emozioni che riempiono la vita dell’essere umano.

Si inizia a vivere.

I grandi Manovratori vorrebbero imporci una cultura della scarsità, della

tristezza, della miseria materiale e spirituale. Si alimenta la paura della

malattia incurabile, dei terroristi fanatici, i dittatori che mangiano i bambini, la

bomba nucleare di Ahmadinejad, il cambio climatico, il petrolio che scarseggia,

non c’è acqua, non c’è lavoro, non ci sono soldi …

Ma per fortuna ci sono loro, perennemente riuniti in vertici G8, G20, Imf, Wto,

incontri bilaterali, Trilateral, Riia, Bilderberg, Cfr … i salvatori ai quali affidarsi

per risolvere i problemi.

Niente di più falso.

Studiamoci i meccanismi del sistema monetario, cosa è, come funziona e a chi

appartiene la moneta: la truffa ci apparirà in tutta la sua meschinità.

Rifiutiamoci di vivere angosciati: riscopriamo la bellezza della vita.

 

Allegria, Serenità. Ottimismo.

Una vita semplice, da uomini liberi.

 

Utilizzando la moneta nel modo corretto per pagare infrastrutture e dipendenti

statali, rendendo cioè possibile qualsiasi opera che l’unione di tecnologia e

lavoro possono realizzare, l’essere umano risolve tutti i problemi economici.

Soluzione dei problemi economici significa comprendere che il benessere

prodotto deve essere giustamente ripartito tra tutti, assicurando a ciascuno di

noi un minimo indispensabile per portare avanti una vita semplice ma dignitosa

attraverso l’erogazione di un Reddito di Cittadinanza.

Il diritto alla Vita, quello che in questo momento ci viene negato da un elite

dominante imbevuta di fanatismo e delirio di onnipotenza.

Il Reddito di Cittadinanza non è altro che la ripartizione tra tutti i membri della

società di un piccolo compenso mensile derivante dalla ricchezza che la società

produce nel suo insieme con la trasformazione continua di risorse naturali in

beni materiali fruibili e la conseguente immissione di liquidità monetaria che

ne ha consentito la realizzazione.

L’allargamento alla totalità dei cittadini di ciò che già avviene con l’erogazione a determinate

categorie di persone di pensioni sociali, pensioni di invalidità, pensioni reversibili al coniuge,

vitalizi, buonuscita dal mondo del lavoro, sussididi disoccupazione, borse di studio per studenti

o altre che magari dimentico.

Perché è innegabile che l’attività umana, applicata alle risorse che la Natura ci

offre gratuitamente, produce un gran benessere sociale, che nel mondo attuale

però si accumula solamente nelle mani dei grandi Parassiti.

Costoro, con un cinismo, una costanza e una abilità diabolica che vanno loro

riconosciute, hanno nel tempo plasmato una forma di società civile che lavora

per riuscire a mantenersi in vita con grande difficoltà, consegnando invece, per

lo più inconsapevolmente, ai grandi Architetti sociali la gran parte della

ricchezza prodotta.

Come si spiegherebbero altrimenti le immense fortune accumulate dalle grandi

dinastie di banchieri Usurai i cui nomi non appaiono mai nelle cronache

quotidiane e nella storia del mondo?

È ora di dire basta a questa ingiustizia palese e a disparità così accentuate di

ripartizione di risorse di tutti, che permettono che troppi patiscano la fame e si

tolgano la vita nello stesso Pianeta dell’Abbondanza nel quale altri hanno a

disposizione quantità di beni materiali che non potranno consumare in

generazioni a venire.

Una tranquillità economica equamente diffusa permetterebbe il raggiungimento

di un livello di vita ben più elevato e umano: conoscenza e Coscienza del Sé,

spostamento netto di interessi dalla parte materiale dell’esistenza a quella

spirituale latente in ogni essere umano.

Lo studio approfondito e la comprensione di essere quantum infinitesimali

dell’ Energia Cosmica che pervade l’Universo.

Siamo Uno.

 

Capitolo VI

La vera funzione delle tasse

 

Invece … nella cultura della scarsità e del terrorismo mediatico,

viviamo terrorizzati.

Le tasse non servono per l’ordinaria amministrazione dello Stato, ma per

costringerci ad usare la moneta imposta, toglierci potere d’acquisto e

costringerci ad un lavoro infinito: limitare cioè benessere e libertà.

Sì, perchè nonostante tutte le difficoltà appositamente create, la combinazione

tra abbondanza gratuita della Natura e applicazione umana riesce ugualmente

a produrre grande ricchezza materiale. Ed allora questo straripante e

inarrestabile benessere prodotto viene altrettanto prepotentemente azzerato.

Se la moneta di proprietà del popolo sovrano emessa dallo Stato (noi) a costo

zero (senza interessi) ci permette già di realizzare e mantenere tutte le

infrastrutture necessarie e pagare l’ordinaria amministrazione, che

senso ha il prelievo fiscale?

Con la nostra moneta costruiamo autostrade, scuole ed ospedali; quindi

paghiamo la necessaria manutenzione, i professori ed il personale

universitario, medici ed infermieri, le attrezzature, i materiali, tutti i dipendenti

della pubblica amministrazione: paghiamo ogni bene prodotto.

 

Perché dovremmo ripagare tutto con le tasse?

 

L’inganno non percepito è molto semplice, ma difficilmente individuabile.

Il dogma radicato nella nostra mente dal brainwashing mediatico ci induce a

pensare allo Stato come al buon padre di famiglia (forse non più in questi

ultimi tempi …), premuroso e protettore.

Con la prudenza che dovrebbe contraddistinguerlo e per impossibilità

oggettive, un buon capo famiglia cerca di non spendere più di quello che

incassa, evitando, per quanto possibile, di chiedere soldi in prestito alle

banche.

Aspetta pazientemente che i soldi entrino in casa prima di poterli spendere.

I meccanismi macroeconomici sono però molto differenti.

Lo Stato, ente virtuale creato dalla nostra mente, non deve attendere di aver in

mano lo stipendio per poter spendere. Meglio ancora, non ha necessità di

prelevare i soldi dalle tasche dei cittadini con un inumano (nella forma e

nelle dimensioni) prelievo fiscale, per poterli spendere per l’ordinaria

amministrazione.

Lo Stato (tutti noi) è già ricco di per sé, essendo proprietario di tutto il

territorio nazionale e di tutte le risorse contenute al suo interno.

Dal momento che è (era …) sovrano, la massima autorità sul territorio, può

emettere una sua moneta ufficiale e legale a titolo originario, senza doverla

chiedere “ai mercati” o indebitarsi con alcuno.

L’emissione monetaria, oltre ad essere il maggior privilegio dello Stato sovrano,

è anche un dovere nei confronti della società alla quale deve essere fornito

gratuitamente il mezzo di scambio necessario a far girare l’economia.

Se ci sono dieci lettere da consegnare, la Posta Centrale deve stampare dieci

francobolli per farle partire; con dieci pasti da consumare è naturale che la

Banca Centrale metta in circolazione dieci banconote che permettano a dieci

persone di consumarli.

Cento lettere cento francobolli, cento pasti cento monete, ricordate?

Lo Stato deve battere moneta per far funzionare in modo armonioso la

semplicissima economia (produzione, distribuzione, consumo) della società, e,

a tal scopo, è dotato di un macchina autorizzata a stampare valore monetario

ogniqualvolta necessario per costruire grandi infrastrutture e pagare il lavoro di

tutti i dipendenti statali.

Il simbolo stampato dallo Stato viene riempito di potere d’acquisto

dall’accettazione dei cittadini, garantito dalle loro proprietà, dal loro lavoro e da

tutte le risorse del territorio nazionale.

Dal credito del Paese.

Lo Stato monetizza il credito del Paese, non ha bisogno di imporre tasse per

raccogliere i soldi per poi poter fare le strade: crea a costo zero (carta e

penna) il certificato di un lavoro svolto dovuto in pagamento.

Le tasse, assieme al Debito Pubblico, sono una grande Menzogna Globale.

In mano agli Usurai sono uno strumento per imporre l’uso della valuta ufficiale

costringendoci a lavorare per qualsiasi retribuzione pur di procurarcela,

limitando così a loro piacimento il nostro benessere.

Con l’acqua ci facciamo imbambolare alla stessa maniera.

Paghiamo la costruzione di dighe, acquedotti, condotte comunali per portare

dove necessario il prezioso liquido che scende dal cielo e sorge poi spontaneo

da mille sorgenti: per quale motivo dovremmo comprare l’acqua dalle

multinazionali degli Usurai pagandola al prezzo da loro stabilito?

L’acqua, elemento base per la vita del pianeta in combinazione con sole ed

ossigeno, è un diritto di ogni essere vivente, non una merce.

Così come non è nemmeno concepibile (per ora, ma non è detto …) una

discussione sull’opportunità o meno di far pagare l’inspirazione dell’ossigeno o

l’esposizione ai raggi solari, allo stesso modo dovremmo cogliere il ridicolo e la

pericolosità di dover pagare ad un padrone privato l’ingestione dell’acqua.

 

Non si può pagare l’acqua.

 

É la vita stessa sulla Terra, come evidente dalla foto in copertina.

La vita è, non si può pagare.

 

Con i soldi del popolo è stata costruita una estesa rete ferroviaria, abbiamo

acquistato i treni delle Ferrovie dello Stato da imprese statali, paghiamo

controllori e capistazione: dovremmo usufruirne gratuitamente.

 

Stesso discorso per Traghetti di Stato, Compagnia di Bandiera, Ospedali,

Trasporti Pubblici, Telefonia di Stato, Ente Nazionale Energia Elettrica: tutto è

già pagato con i soldi del popolo.

E ripagato con biglietti di accesso e bollette varie.

Ma allora, perché l’inganno di questo disumano prelievo fiscale?

Per non farci godere del frutto del nostro lavoro.

Impoverirci.

L’elite dominante ci vuole poveri, angosciati e sottomessi.

Ma noi saremo benestanti, spensierati e pieni di vita.

Il valore monetario trova origine nella mente degli esseri umani e si può

manifestare solo all’interno della loro società.

La moneta è … un rapporto sociale.

Solo il popolo può emetterla e darle valore accettandola, da autentico ed unico

proprietario.

Lo Stato, in rappresentanza del popolo, è colui che spende per primo: se le

tasse veramente servissero a far strade e pagare l’ordinaria amministrazione,

la cosa più semplice da fare sarebbe trattenere all’origine le somme necessarie

per le esigenze primarie, prima di mettere il denaro in circolazione.

É una successione logica elementare.

Che senso ha mettere in circolazione ingenti somme di denaro sapendo di

doverle recuperare per ri-spenderle?

Rispenderle in cosa, se quelle cifre sono state immesse in circolazione proprio

per pagare tutte le infrastrutture e il lavoro dei dipendenti pubblici?

Se la moneta copre tutte le spese necessarie all’ordinaria

amministrazione dello Stato, che rimane da pagare?

Nulla.

Davvero si vuole eliminare l’evasione fiscale?

Una emissione monetaria che copra tutte le spese dello Stato rende

assolutamente inutile ogni prelievo fiscale, eliminando contestualmente

qualsiasi evasione.

Ma renderebbe superfluo anche il mastodontico apparato di controllo messo in

piedi a tal scopo: migliaia di leggi e disposizioni fiscali, tonnellate di carte

contabili, organismi quali Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, Ispettorati

vari, Polizia Tributaria, organi giudicanti, la sete di sangue umano di Equitalia,

commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, Inps … tutti immediatamente

inutili.

Ma non è ciò che vogliono i Grandi Manovratori.

La tassazione è il pretesto giustificativo dell’invasivo apparato di controllo che

viola gli aspetti più intimi della nostra vita privata (altro che Garante della

privacy!), col potere di limitare in qualsiasi momento le nostre libertà

individuali, addebitando le difficoltà monetarie ora alla crisi, ora agli evasori o

all’aumento del prezzo del petrolio, secondo le necessità contingenti dei Grandi

Usurai.

 

Le tasse sono una invenzione che serve da supporto ad un’altra falsità: il

Debito Pubblico.

Un dogma che giustifica l’altro.

Entrambi completamente metabolizzati dal nostro cervello.

 

“Così ad esempio l’imposta sul valore aggiunto (Iva) realizza un prelievo di

denaro senza corrispettivo (a ben guardare anche il furto è prelievo senza

corrispettivo), proprio nel momento in cui sarebbe giustificato un incremento

di emissione monetaria.

Come è noto, infatti, il prelievo qui avviene nel momento in cui il prodotto è

immesso sul mercato, sicchè si verifica contestualmente l’incremento dei beni

reali ed il prosciugamento della liquidità monetaria … ora lo scopo del prelievo

fiscale è diventato il prosciugamento monetario del mercato senza altro

corrispettivo che quello di “prosciugarlo” … sicchè ogni aumento di produzione

accelera il contestuale prelievo di moneta, realizzando una dinamica

deflazionistica che predispone al fallimento le aziende produttrici di beni reali e

rende sempre più florida quella dell’usura.

 

Lo scopo vero dell’Imposta sul Valore Aggiunto è dunque quello di consentire al

Sistema Bancario di dare in prestito agli operatori economici il loro denaro ad

usura dopo averlo prelevato gratuitamente”.

Giacinto Auriti

 

La vera funzione dell’imposizione fiscale (impoverirci per toglierci libertà, oltre

alla costrizione dell’accettazione della valuta ufficiale) sarebbe palese se ci

venisse prelevato il 100 per cento del denaro guadagnato con il lavoro.

Anche chi continua a non vedere l’evidenza si chiederebbe: che senso ha

lavorare per poi riconsegnare tutto il denaro guadagnato?

Lo stato di schiavitù totale sarebbe sotto gli occhi di tutti: lavoro senza

contropartita, assenza di tempo libero, nessun potere d’acquisto.

Ci sarebbe una rivoluzione spontanea.

Togliendoci solamente l’80 per cento (tra imposte dirette ed indirette, nonché

il velenoso interesse della moneta/debito presente in quantità

predominante in tutte le merci in circolazione) di ciò che guadagniamo, ci

resta l’illusione di essere liberi di spendere il restante 20 per cento in bollette

dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua (tutte obbligatorie), libri di scuola per

i figli (facoltativo?), assicurazione dell’auto (obbligatoria), oppure per fare il

pieno di benzina (facoltativo?), pagarsi l’alloggio, vestirsi e mangiare

(facoltativi?).

continua…..

 

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Paolo Maleddu