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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate. Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti. C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi. Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

La Grande Truffa – dalla 1° alla 30°parte                        La Grande Truffa – 31° parte

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

32° parte

 

………………

E nel 1923 fu ancora un magnate americano, Max May della “Morgan Guaranty”, a co-dirigere la “Ruskom Bank”, la prima banca commerciale sovietica, creata dalla “Nya Banken” di Oslo che apparteneva a due ebrei svedesi, Aschberg e Rubinstein. Era stata la comunità ebraica americana, del resto, a mandare in Russia il correligionario Lev Bronstein, detto Trotsky, un mese prima di Lenin, fornendolo di un passaporto americano e di diecimila dollari-oro, perché accendesse i fuochi della rivolta. Nel 1921, quando il giovane Armand Hammer entrò per la prima volta nella Russia rivoluzionaria, la rete di salvataggio al regime stesa dai finanzieri americani era in piena funzione, e Hammer vi si muoveva come un pesce nell’acqua.

(…)

Ai “particolari” pensava Dzerzhinsky, il famigerato capo della polizia, cui Lenin ingiunse di appianare ad Hammer tutte le vie. Così, mentre milioni di russi morivano di fame e di paura, al giovane americano fu dato alloggio nella “Casa bruna”, una splendida magione requisita a nobili zaristi, dove riceveva i suoi amici (…) e da cui conduceva i suoi affari (…). Lenin, da lontano, controllava tutto. “

  1. Blondet, “Hammer il miliardario rosso”, Il Giornale, 18 maggio 1986

I poteri del capitalismo finanziario decisero un piano di ampia portata, nient’altro che creare un sistema su scala mondiale per il controllo finanziario in mani private, in grado di dominare i sistemi politici di ogni paese e l’intera economia del mondo. Il sistema sarebbe governato in modo feudale dalle banche centrali di tutto il mondo agendo di concerto, attraverso accordi segreti presi in frequenti incontri e conferenze.

 Il vertice del sistema sarebbe stato la Banca dei Regolamenti Internazionali a Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta e controllata da tutte le banche centrali del mondo che erano a loro volta società per azioni private. Ogni banca centrale avrebbe cercato di dominare il suo governo attraverso l’abilità di controllare i prestiti al Tesoro, di manipolare scambi con l’estero, di influenzare il livello di attività economica nel paese ed influenzare gli uomini politici disposti a collaborare attraverso ulteriori ricompense economiche nel mondo degli affari.”

 Carroll Quigley, Professore all’università di Georgetown e consigliere del presidente Clinton

“Un nuovo tipo di shock faceva notizia: il Volcker Shock. Gli economisti impiegano questo termine per descrivere l’impatto avuto dalla decisione presa dal presidente della Federal Reserve, Paul Volcker, di aumentare di molto i tassi di interesse negli Stati Uniti, lasciandoli crescere sino al 21 per cento, con un picco nel 1981, che si protrasse sino a meta del decennio. Negli Stati Uniti, l’aumento dei tassi d’interesse portò a un’ondata di bancarotte, e nel 1983 il numero di persone che mancava i pagamenti del mutuo triplicò.

Il dolore più forte, però, fu avvertito fuori dagli Stati Uniti.

Nei Paesi in via di sviluppo molto indebitati, il Volcker Shock – anche noto come “shock del debito” o “crisi del debito” – fu come una pistola laser che sparava scariche elettriche da Washington, gettando i Paesi poveri nelle convulsioni. L’aumento dei tassi di interesse significò rate più alte per la restituzione dei prestiti esteri, e spesso per pagare era necessario chiedere altri prestiti. La spirale del debito era nata. In Argentina, il già enorme debito di 45 miliardi di dollari lasciato in eredità dalla giunta crebbe rapidamente fino a toccare i 65 miliardi nel 1989; una situazione che si ripresentò identica nei Paesi poveri di tutto il mondo. Fu dopo il Volcker Shock che il debito del Brasile esplose, raddoppiando da 50 a 100 miliardi di dollari in sei anni. Molti Paesi africani, che avevano chiesto grossi prestiti negli anni Settanta, si ritrovarono in guai simili: il debito della Nigeria nello stesso breve lasso di tempo passò da 9 a 29 miliardi di dollari.”

      Naomi Klein, “Shock economy, l’ascesa del capitalismo dei disastri”.

Ho riportato citazioni di autori diversi, e se ne potrebbero aggiungere molte altre, per evidenziare il fatto che per i prestatori di denaro privato è importante generare guerre e fare prestiti agli stati, indipendentemente dall’ideologia prevalente.

Dividere le popolazioni, finanziare armamenti e ricostruzioni, che siano monarchie, dittature, democrazie o regimi totalitari socialisti o comunisti, il business degli Usurai è dare denaro in prestito e legare a sé popoli e governanti con le catene del debito.

Il modello da seguire è quello di infiltrare propri uomini nelle classi politiche governanti, corrompendole con la forza del denaro e facendole partecipi dell’esproprio delle ricchezze delle popolazioni sulle quali viene scaricato l’onere del pagamento dei debiti attraverso il prelievo fiscale.

Quando poi monarchi, dittatori e presidenti eletti oppongono resistenza, gli Usurai non si scompongono: hanno dato in passato prova della loro enorme potenza distruttrice spazzandoli via dalla storia del mondo, come successo in Russia con lo Zar e la rivoluzione bolscevica, in Nord America con Abraham Lincoln, in Sud America con Allende, Roldòs, Torrijos …

– 2 – La moneta inconvertibile di corso legale: “debito inesigibile”.

Ora che dovremmo avere le idee un po’ più chiare in materia, leggiamo con attenzione una definizione di moneta alla quale abbiamo fatto cenno nel capitolo sulla evasione delle banche centrali, per mettere in risalto l’uso,  all’interno delle istituzioni, di un linguaggio volutamente ambiguo per confondere ed ingannare una popolazione inconsapevole.

È una descrizione della moneta “approvata” dai nostri legislatori.

La definizione viene evidenziata dal Prof. Auriti (Comune di Atri, Abruzzo, 1996) nella presentazione di un corso dell’Università degli Studi di Teramo, “La Moneta del 2000, Nuove Linee di Teoria Monetaria”.

Nella relazione al disegno di legge sul conto intrattenuto dal Ministero del Tesoro presso la Banca d’Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio 1993, è contenuta una preziosa dichiarazione, rara per la sua impudente sincerità: “La ratio di queste disposizioni” recita testualmente la relazione “è evidente: garantire la piena indipendenza delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea, nella gestione della politica monetaria . . . In conseguenza non è consentito agli esecutivi degli stati firmatari del Trattato, di esercitare signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse (sic!) attraverso l’emissione di quella forma di debito inesigibile che è la moneta inconvertibile di corso legale”.

 Dunque:

 

  1. aa) esistono risorse che, ovviamente, non sono di chi se ne appropria, altrimenti sarebbe impossibile appropriarsene;

 

  1. bb) normalmente non dovrebbe essere consentito a nessuno di appropriarsi di “risorse” altrui e non solamente agli Stati firmatari del Trattato, mentre ciò è consentito alle Banche Centrali e alla Banca Centrale Europea che – come si sa – emettono “debito inesigibile”, cioè “moneta inconvertibile di corso legale”.

 Le “risorse” (altrui) di cui parla la relazione alla legge, altro non è che il valore indotto della moneta creato dalla collettività. Le banche centrali hanno raggiunto un tale grado di professionalità nell’appropriarsi di risorse altrui, da avere consolidato in se stesse, e nei governi il convincimento di avere il diritto di farlo, mediante una vera e propria forma di furto legalizzato”.

Queste poche righe costituiscono un incredibile atto di ammissione di più reati compiuti ai danni del Popolo italiano con l’approvazione del Consiglio dei Ministri, l’organo garante dell’attuazione di una sana economia nel paese per permettere che le risorse disponibili arrivino a tutti noi.

Sono una chiara conferma, semmai ce ne fosse bisogno, dell’esistenza dell’appropriazione di “risorse altrui” attraverso l’emissione monetaria.

Che tale appropriazione non è consentita agli esecutivi degli stati membri, ma certamente alla Banca Centrale Europea e alla Banca d’Italia, cioè alla Grande Usura  che le controlla. 

Il professor Auriti ha voluto porre in risalto il “furto legalizzato” dell’intero valore monetario sottratto alla collettività, il signoraggio, e l’arroganza, derivante dalla certezza dell’impunità, con la quale viene attuato.

Oltre a ciò, io vorrei portare di nuovo la vostra attenzione su un altro reato annunciato: la proclamazione di “assoluta indipendenza” delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea nella gestione della politica monetaria.

Completa di dichiarazione di inammissibilità di alcuna ingerenza da parte dei governi degli stati membri, sancita da alcuni articoli del trattato di Maastricht, come abbiamo avuto modo di commentare nel capitolo sulla Banca Centrale Europea.

È una clamorosa dichiarazione di indipendenza da qualsiasi controllo popolare di un centro di potere costituito.

Un’abdicazione al potere (lo abbiamo mai avuto?) da parte nostra.

Quel potere che, secondo la favola dello stato democratico costituzionale, dovrebbe appartenerci e che noi ci illudiamo di trasmettere per delega ai nostri rappresentanti con la farsa elettorale, è stato consegnato al “sistema” europeo delle banche centrali.

Da chi?

Da quel potere esecutivo al quale noi abbiamo affidato il futuro nostro e dei nostri figli, i tanti governi che si sono succeduti alla guida dello Stato.

I traditori che ci hanno venduto agli aguzzini.

Quegli stessi signori che tutti i giorni, con la loro straripante e fastidiosa presenza, dagli schermi televisivi ci inondano di fiumi di parole vuote di significato, riguardanti temi secondari, guardandosi bene dal rendere pubblici gli argomenti più importanti.

L’abituale tecnica di diffusione della grande menzogna virtuale.

Si è compiuto un autentico golpe senza colpo ferire: la perdita della sovranità monetaria/popolare e l’instaurazione della dittatura dei Grandi Usurai internazionali.

 Uomini non eletti da noi, che si sono fatti consegnare in maniera autoritaria ed arrogante dagli esecutivi nazionali il controllo di ciascun paese, a plateale conferma della completa sudditanza della classe politica.

Abbiamo visto, nel corso dei vari capitoli, i meccanismi attraverso i quali gli Usurai si impossessano, come e quando vogliono, della ricchezza prodotta dal popolo, alternando periodi di crisi ad altri di espansione economica; come condizionano l’emanazione di leggi a loro favorevoli, imponendo con lo strapotere dei soldi loro uomini nei ruoli chiave dell’apparato statale; come, con uno spropositato prelievo fiscale ed una serie sempre crescente di regole da osservare, ci stiano restringendo le libertà civili, impoverendoci e riducendoci a prigionieri inconsapevoli in una società immobilizzata dalle catene del debito infinito.

Come autentici dittatori, non sono responsabili di fronte alla legge delle loro malefatte nei nostri confronti, dal momento che non agiscono in prima persona, non si rendono “visibili”, e le loro società, pur avendo il monopolio dell’emissione monetaria, sono assolutamente indipendenti dall’ Unione Europea, come abbiamo visto.

Per maggior sicurezza, hanno provveduto a proteggere con un avvolgente scudo di immunità legali anche i loro camerieri, coloro che ricoprono gli incarichi ufficiali, esposti alla vista di noi comuni mortali.

Il popolo ignora totalmente i nomi ed i volti degli Usurai e persino la loro esistenza.

L’Unione Europea, spacciata per fratellanza dei popoli europei dalla propaganda liberal, trasformata in dittatura della Grande Usura.

Primo passo del tratto finale di un cammino che vorrebbe condurci all’unione fraterna di tutte le popolazioni sotto una dittatura mondiale, con un unico governo invisibile e non eletto che già da decenni sta guidando il mondo a nostra insaputa, una forza di repressione poliziesca pagata da noi per proteggere l’elite dominante dalla nostra ira, se mai dovesse scoppiare; un pensiero unico omologato; la sparizione della moneta, lo strumento di distribuzione dei mezzi di sostentamento, che ci verranno così centellinati dagli Usurai nella quantità da loro ritenute opportune.

Fortunatamente, questi fanatici criminali non riusciranno nel loro intento.

Debito inesigibile è una definizione inaccettabile, una manifestazione di disonestà intellettuale in quanto mira solamente a confondere.

Imposta d’autorità da chi controlla il potere.

Se non esiste l’obbligo della restituzione, non si capisce come la falsa cambiale emessa sotto forma di banconota possa essere considerata un debito ed appostata al passivo nel bilancio della banche emittenti.

Allo stesso tempo risulta arduo spiegare che questo finto debito è addirittura capace di fruttare interessi.

Insomma, l’enorme ammontare del denaro messo in circolazione non può essere contabilizzato al passivo nel bilancio di Bankitalia, e non può controbilanciare l’attivo costituito dai buoni ordinari del tesoro in entrata. Pertanto vengono clamorosamente confermati i dubbi su un bilancio credibile, e la segnalazione di conti alle isole Cayman portati alla luce dall’ingegner Fedrigo e mai smentiti, non aiutano a pensar bene.

– 3 –

MOVIMENTO ZERO

 I PADRONI DELLA CRISI

 Appello contro la Dittatura Bancaria e Tecnofinanziaria

 No alla vita basata sul prestito e sull’usura

No al debito eterno degli Stati, dei Popoli e dei Cittadini

Il Popolo (attraverso lo Stato) torni titolare della Sovranità Monetaria

 La questione della Sovranità Monetaria non è questione economica. Riguarda tutti gli aspetti della nostra vita. La Banca Centrale Europea, proprietà delle Banche Nazionali Europee, come Bankitalia, emette le banconote di Euro. Per questa stampa pretende un controvalore al 100% del valore nominale della banconota (100 euro per la banconota da 100 Euro), appropriandosi del potere d’acquisto del denaro che crea a costo zero e senza garantirlo minimamente.

È un’incredibile regalia truffaldina ai danni della popolazione intera. Gli Stati pagano questa cifra con titoli di Stato, quindi indebitandosi. Su questo debito inestinguibile, pagheranno (pagheremo) gli interessi passivi per sempre. Con le tasse dei cittadini, o vendendo a privati beni primari, come le fonti d’acqua. Per contenere il debito pubblico, che è generato soprattutto dal costo dell’emissione del denaro che lo Stato paga alla BCE, ogni governo è costretto ad aumentare una pressione contributiva diretta ed indiretta sempre più alta nel tempo, che per alcuni soggetti, i più deboli, corrisponde ad un prelievo forzoso di oltre il 60% del proprio guadagno.

Questo enorme profitto è incamerato ingiustamente, illegittimamente ed anticostituzionalmente dalla BCE, ovvero dai suoi soci, le Banche Nazionali, a loro volta controllate da soggetti privati.

Queste Banche sono di proprietà privata, e, soprattutto, di gestione privata, anche se ingannevolmente vengono fatte passare per “pubbliche”. Gli utili che traggono dalla emissione monetaria vengono occultati attraverso bilanci ingannevoli, in cui si fa un’arbitraria compensazione dei guadagni da Signoraggio con inesistenti uscite patrimoniali. Dopo 60 anni di Signoraggio (il guadagno sull’emissione) esercitato da Bankitalia e BCE, l’Italia ha un enorme debito pubblico generato esclusivamente dai costi per l’emissione del denaro pagati alle Banche Centrali.

Se l’emissione del denaro fosse affidata allo Stato, senza creare debito, oggi non avremmo un solo euro di debito pubblico e le tasse da reddito potrebbero non esistere o incidere minimamente sui redditi da lavoro. Tutti i costi sociali (pubblico impiego, opere, scuole, ospedali) si sarebbero potuti coprire coi proventi da IVA (imposta sul valore aggiunto) magari maggiorata al 30% per i prodotti di lusso e non popolari, e da tasse su transazioni soggette a pubblica registrazione.

Senza usura contro lo Stato da parte delle Banche Centrali, che ha costretto lo Stato a vessare i propri cittadini con tasse spropositate (ricordate il prelievo sul conto corrente voluto dal banchiere Ciampi, travestito da uomo politico?), non bisognerebbe lavorare 30 anni per comprare una piccola casa, pagando tassi da usura. Non esisterebbe il degrado sociale, la povertà, il precariato, la delinquenza come mezzo di sopravvivenza di massa. Senza il Signoraggio delle Banche Centrali gli Stati non avrebbero più debiti e non sarebbero più costretti a tassare e tartassare i propri cittadini, a sottoporli a forme di controllo poliziesco per la determinazione dei redditi. I guadagni da lavoro dipendente ed autonomo sarebbero tutti legittimi, provabili e dichiarabili senza timore, senza evasione, senza elusione, e l’unica tassa da riscuotere sarebbe quella sull’acquisto di beni e servizi, favorendo quelli per la sussistenza con aliquote più basse ed alzando le aliquote per prodotti voluttuari e di lusso.

Ritornando la sovranità monetaria nelle mani degli Stati sovrani si eliminerebbe il debito degli stessi e di conseguenza di larga parte della popolazione. L’esistenza di noi tutti, condizionata e vincolata sin dalla nascita dal principio usurocratico del debito sarebbe sollevata dall’angoscia da rata, da scoperto di conto corrente, da pignoramento, da sfratto, da banca dati della puntualità dei pagamenti. Le nostre vite sarebbero liberate dall’assillo dal lavoro, del doppio lavoro, del bisogno di guadagnare tanto, per poi pagare il 60% del proprio guadagno allo Stato, perché lo Stato è sotto l’usura dei Banchieri.

Merita trattazione a parte l’analisi delle influenze sulla nostra vita dell’assillo economico. Influenze negative di carattere psichico, culturale, sociale. Con i drammi della povertà, dell’emigrazione, del doppio lavoro familiare, del lavoro precario, del lavoro insicuro, delle pensioni minime, che, senza la voracità da usura delle Banche Centrali, si sarebbero potuti evitare. Sottoponiamo l’appello a deputati, senatori, giornalisti, intellettuali, contestatori, anticonformisti, per promuovere la proposta di legge che faccia tornare l’emissione monetaria in mano statale, ovvero politica e popolare. Diffondiamo la verità negata: viviamo in una dittatura bancaria che impone a tutti l’angoscia esistenziale della vita basata sui debiti.

Azzeriamo il debito degli Stati

Eliminiamo la schiavitù degli indebitati per sopravvivere

Riprendiamoci la nostra vita e le nostre libertà

Massimo Fini

Marco Francesco De Marco

Valerio Lo Monaco

Alessio Mannino

Andrea Marcon

 

– 4 –

“La finanza e il potere”

Brano finale del libro scritto da Joaquìn Bochaca nel 1979:

“Abbiamo esposto, a grandi linee elementari, il sistema finanziario. Alla radice di questo sistema si situa una menzogna. La menzogna di un uomo che, essendosi obbligato a pagare nove volte più di quel che possiede (a semplice titolo di custodia), si suppone sia in grado di adempiere a tale impegno. E da essa scaturiscono in frotta ulteriori menzogne: la menzogna che una cessione di oro costituisca una sventura nazionale; la frottola che i cambi con le valute estere debbano mantenersi fissi; la fandonia che i prezzi e i salari non possono stabilizzarsi; la bubbola che un Paese sopravvivrebbe solo mercè le sue esportazioni; l’impostura che il mercato interno debba subordinarsi a quello estero; l’inganno che salari elevati rappresentino un pericolo; il mendacio che un paese, le cui importazioni superino le esportazioni, “viva al di sopra dei propri mezzi”, e la spudoratezza che il rimedio alla sovrapproduzione sia quello di appiccicare il fuoco ai raccolti, a tutela dei … prezzi.

E, congiunto a questa piramide di menzogne, lo spettacolo del trionfo della tecnica, con stocks straripanti di merci che non si possono distribuire . . per l’unico motivo che, a dispetto dell’evidenza, bisogna puntellare l’impero della menzogna.

Ci piaccia o no, è necessario riconoscere che nella nostra era sussiste una certa interdipendenza fra Danaro e Potere. E poiché la finanza è, per sua natura, internazionale, il potere che essa persegue ha, parimenti, carattere internazionale. I mondialisti, gli apologeti dell’O.N.U., sono finanzieri o loro rappresentanti. Il mondo d’oggi è governato, tanto in politica che in economia, da ben precisi individui al servizio di Forze ben identificate, che in Nord America vengono indicate con il termine “Establishment”. Detti individui occupano posizioni chiave anche se il loro rango politico non è necessariamente vistoso. Così, per fare un esempio, risulta curioso constatare come i presidenti degli Stati Uniti, eletti a suffragio universale, sembrino incapaci di prendere una qualsiasi decisione senza essersi preventivamente consultati con una sorta di “visir” imposti loro d’autorità. Nixon aveva Kissinger, proveniente dalla potentissima Banca Goldmann, Sachs and Co., come Johnson e Eisenhower avevano Sidney Weinberg, del medesimo istituto bancario, a sua volta legato a doppio filo ai Rockefeller; e Kennedy, Truman e Roosevelt avevano Bernard Mannes Baruch, consigliere in 29 banche, oltre a Felix Frankfurter, uomo dei Warburg, gli onnipotenti della Federal Reserve Board. Nixon, Johnson, Kennedy, Roosevelt avevano …? O, piuttosto, Kissinger, Weinberg, Frankfurter o Baruch avevano a disposizione i primi? Chi dominava e chi era dominato?…Per rispondere a questo dilemma basterà rammentare la lapidaria affermazione di Cèline: “La democrazia è plutocrazia”. Nelle elezioni esce regolarmente vincitore il candidato che può disporre di maggior denaro per pagarsi la campagna elettorale, costosissima parata spettacolare che soltanto la Finanza può permettersi. E già si sa: chi paga comanda. In Inghilterra, quando governano i conservatori è cosa pubblica e notoria che le “eminenze grigie” son Charles Clore e Jack Cotton, due super finanzieri della City londinese; quando invece al governo ci sono i laburisti compaiono, come entourage di Harold Wilson, finanzieri di un altro gruppo: Wolfson, Zuckerman e Maxwell, tutti strettamente legati alla potentissima Banca Lazard. Così come risultano vincolati ai Lazard e ai Rothschild la maggioranza degli uomini politici di qualche rilievo in Francia, siano essi etichettati di sinistra, di destra o di centro.

L’”Establishment” mondiale è composto da circa trecento famiglie (d’antico e nobile lignaggio!) fra loro strettamente intrecciate da vincoli di parentela e di economia. Esso controlla in maniera praticamente totale il mercato dell’informazione: stampa, radio e televisione. Il mercato mondiale dei cereali si sposa al nome di Dreyfuss. Nell’industria chimica, sette grandi consorzi, tra i quali risalta il trust “Imperial Chemical Industries”, creatura della famiglia Melchett Mond Moritz, totalizzano da soli il novanta per cento della produzione mondiale. Il mercato del nichelio è un condominio delle famiglie Mond e Rothschild. Sempre i Rothschild sono la prima potenza del mercato mondiale del mercurio. I mercati dei diamanti, argento, oro, rame ed acciaio si associano ai nomi di Oppenheimer, Barnato, Beit, Goldschmidt, Guggenheim, Wernek, De Wendel, Lewisson, Rothschild, Bleichroeder, Japhet, Seligman, Lazard, Morgenthau, Schiff e Warburg. La famiglia Zemurray, proprietaria della “United Fruit”, controlla mezza dozzina di repubbliche centroamericane ed esercita grande influenza anche in Sudamerica. La famiglia Gunzburg possiede grossi interessi in Giappone, dove controlla numerose industrie (i Gunzburg furono, unitamente ai Warburg, Schiff e Kahn, i finanziatori della Rivoluzione Sovietica dell’ottobre 1917). Risulterebbe prolisso elencare la serie completa delle famiglie che formano l’”Establishment”. E tratteggiarne, sia pur molto sommariamente, tutte le attività, richiederebbe un volume a ciò solo dedicato; quindi lasceremo l’argomento a una migliore occasione.

Qui basti puntualizzare che per l’”Establishment” non esistono frontiere, né “cortine di ferro” . . : così, per esempio, la famiglia Aschberg fin dal 1917 ha interessi connessi alla banca di Stato sovietica. Gli Aschberg del Nya Banken di Stoccolma sono ritenuti gli agenti della casa Rothschild per l’Europa settentrionale.

L’”Establishment” raramente agisce in modo diretto. I baroni dell’alta finanza agiscono per interposta persona tramite i loro fidecommissari che hanno il ferreo controllo del potere politico e amministrativo. In Francia, un paese libero il cui emblema democratico viene scolpito sui frontoni dei pubblici edifici, “ogni attività economica è rigidamente controllata dall’establishment; c’è un dittatore per il credito, il sig. Bloch-Lainè; un dittatore per la politica agricola, il sig. Rosenstock-Franck; un dittatore per la produzione, il sig. Ardano; e un dittatore per il piano di sviluppo, il sig. Etienne Hirsch”.

Nel corso di soli tre secoli, la feccia più miserabile d’Europa ha scalato il pinnacolo dell’economia mondiale. Ormai manca solo il consolidamento definitivo della stessa, ovvero la sintesi Capitalismo-Comunismo, dopo la quale albeggerà “la pace”. La pace senza giustizia: una pace satanica. La pace dell’armento umano, con circa trecento pastori e qualche migliaio di cani poliziotto. Per arrivare al vertice, alcuni individui disseminati nel Vecchio Continente e disprezzati da tutta l’umanità , escogitarono, trecento anni orsono, il massimo Furto della storia.

Attualmente, nel nostro “civile” e “democratico” ventesimo secolo, i discendenti dei predetti individui, in piena legalità e con in più la patente di onorabilità, regnano, occultamente ma dispoticamente, su tutta la razza umana. È il secolo dei Furti”.

 

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Paolo MALEDDU