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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.

Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate. Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti. C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi. Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”

“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 30°parte

 

 

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

31° parte

 

 

……….

Conclusione

 

La realtà del mondo è un qualcosa di molto distante dalla rappresentazione di essa che noi percepiamo.

L’immagine proiettata per noi è sempre più simile ad uno di quei film di Hollywood che ci trasporta in mondi fantastici, irreali, nei quali, sovrapponendo fantasia a realtà, restiamo emozionalmente intrappolati e dai quali non riusciamo a separarci completamente al termine della visione. Sistemati di fronte ad uno schermo gigante, vediamo scorrere quella storia del mondo appositamente confezionata per noi da manovratori invisibili che stanno dietro le quinte.

Con la nostra ingenuità di bambini creduloni subiamo passivamente la menzogna spacciata per verità, la accettiamo sempre più incondizionatamente, la facciamo nostra, ed ad un certo punto non siamo più in grado di distinguere fantasia da realtà.

Siamo persi. Le nostre difese sono abbattute, non opponiamo resistenza.

Le notizie possono entrare liberamente non trovando più nessun ostacolo.

Si crea una situazione nella quale la storia fantastica è molto più facile da vivere della realtà, non più accettata come tale.

Ed allora succede che verità clamorose non passano, sono  allontanate.

La nostra mente rifiuta di prenderle in considerazione, troppo in contrasto con la verità ufficiale, quella comoda, conformista, che non crea fastidi e non genera stress perché ti fa sentire in sintonia con il resto dei tuoi simili, sicuro all’interno del gregge.

Verità clamorose come l’attacco alle Twin Towers di New York non riescono ancora ad emergere dopo 10 anni, e la storia continua ad essere falsata e ad allontanarci dalla realtà.

Viviamo dentro una fiction.

Semplici comparse manovrate da una regia  invisibile, non ne verremo  più fuori se non iniziamo a vedere e capire.

Ogni volta che con amici o familiari commentiamo una notizia economico/politica/monetaria apparsa sul giornale o ascoltata in televisione, veniamo catturati, presi al laccio, fatti prigionieri.

Iniziamo un percorso mentale (da soli o con altri interlocutori) partendo da un presupposto falso, spacciato come dogma indiscutibile e inconsapevolmente assimilato dalla nostra mente: la moneta è debito, nasce come  prestito ad interesse ed appartiene alla banca.

Fine delle trasmissioni, abbiamo già perso, nessuna via d’uscita.

È inutile parlare di Monti, spread, Draghi, liberalizzazioni . . . tempo perso.

Siamo già stati trasportati all’interno di un recinto chiuso, prigionieri in una cella virtuale, l’ovile dei pastori sardi. Siamo liberi di girovagare eternamente al suo interno, senza meta, per non arrivare da nessuna parte.

La vera libertà è fuori dal recinto, e questa è la chiave per la nostra salvezza : la moneta appartiene al popolo, è nostra, l’abbiamo creata noi per dare un pasto, un lavoro ed una casa a tutti. Le diamo valore accettandola e dobbiamo stamparla noi senza costi per nessuno.

Veniamo fuori dalla cella nella quale siamo stati confinati.

Massa facilmente plasmabile, educati ad ubbidire e subire passivamente vessazioni vendute come giusti provvedimenti, continuiamo a girovagare senza direzione, prigionieri di un mondo virtuale dal quale sarà sempre più difficile uscire, dal momento che non riusciamo più a discernere menzogna da verità.

Come potremmo, se non ci è consentito l’accesso alle conoscenze necessarie per poter elaborare un giudizio con cognizione di causa?

Ci mancano le informazioni per poter avere una visione chiara della vita reale, tutto è distorto.

Non c’è futuro senza la conoscenza della realtà passata e presente.

Non possiamo avere una visione globale perché viviamo prigionieri all’interno dei limitati spazi concessi dalla cultura ufficiale.

Noi riceviamo una educazione mirata a mantenerci massa ignorante ma lavoratrice, mentre i rampolli dell’elite dominante hanno accesso ad una conoscenza superiore ed apprendono i meccanismi di controllo sociale  che permetteranno loro di continuare a dominarci.

La nostra istruzione ci trasforma in camerieri, operai specializzati, medici, ingegneri. È una preparazione al mondo del lavoro; loro, con il monopolio di economia e finanza, continuano a non lavorare ed essere i signori del mondo.

Perché ciò sia possibile, la storia che noi apprendiamo deve essere  necessariamente falsata, trasformata in quella “storia ufficiale, menzognera, che si insegna ad usum Delphini” della citazione iniziale di Honorè de Balzac.

 

Usciamo dal buio, riprendiamo il controllo della nostra vita, rimettiamo in moto il cervello e riscriviamo le norme che regolano la vita degli uomini.

Quelle in vigore sono state fatte da cinici manovratori per il loro modello di società, nella quale l’essere umano è una pedina anonima, innocua, anestetizzata, il cui unico compito è quello di produrre e poi consumare una immensa quantità di prodotti per lo più inutili.

Un individuo con molti doveri, ma i cui diritti sono completamente imbrigliati.

Con la libertà di accedere ad una educazione preconfezionata, finalizzata ad una perfetta emarginazione in siffatta società di automi intercambiabili.

Un individuo libero di disinformarsi con la stampa indipendente, di intrattenersi con ore di programmi televisivi adeguati al livello di cultura che gli è consentito raggiungere, e di continuare ad essere indottrinato dal cinema di Hollywood.

Tutto per annullare la sua arma più potente: il cervello.

Noi invece dobbiamo ripartire proprio dalla nostra intelligenza, base fondamentale per creare una società veramente umana, per prenderci per la prima volta nella storia il potere  di decidere del  futuro nostro e dei nostri figli.

La vera rivoluzione deve avvenire dentro di noi, un cambiamento mentale radicale.

Non c’è nessun salvatore tra coloro che sanno ed ancor meno tra gli altri che non sanno.

Noi dobbiamo spezzare questa terribile combinazione di inganno mediatico e analfabetismo in materia monetaria.

Senza l’illusione di irraggiungibili democrazie, ma con la consapevolezza di poter limitare quanto più possibile inganno e corruzione, rimettendo l’essere umano al centro dell’attenzione. Stimolandolo a sviluppare la sua illimitata potenzialità creativa, che ci permetterà di vivere in armonia con il mondo animale e vegetale su un pianeta generoso che fornisce in abbondanza i mezzi per condurre un’esistenza degna di essere vissuta, ricca non di cose, ma di amore e di affetti, con la innata, naturale solidarietà umana ad impedire che chiunque di noi sia abbandonato a sé stesso nella sofferenza.

 

Appendice

 

– 1 –

 

 

Guerre, banche, debito, denaro e democrazia

 

 

Gli usurai provocano guerre per creare debiti

                                                                           Ezra Pound

 

La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere.”

                                                 Amschel Mayer Rothschild, 1773

 

“La guerra genera eserciti; da questi vengono debiti e tasse; e armi, debiti e tasse sono i noti strumenti per asservire i molti sotto il dominio di pochi. In guerra il potere dell’Esecutivo è ampliato; e tutti i mezzi di sedurre le menti si aggiungono a quelli che assoggettano la forza del popolo. Nessuna nazione può preservare la libertà nel mezzo di uno stato di guerra continuo”.

                                                                       James Madison

 

Durante la Guerra Civile americana, i Rothschild di Londra finanziarono il Nord, i Rothschild di Parigi il Sud”.

                                                          Nereo Villa, Internet, 2003

 

“…i proprietari delle Banche Centrali – famiglie reali, governanti e finanzieri – possono arricchirsi, in particolare, attraverso ogni guerra, anche se lo Stato di cui sono cittadini o regnanti la perde. Infatti, si arricchiscono attraverso l’indebitamento del loro Stato e del popolo del loro Stato nei confronti delle loro banche.

(…)

La comunità dei grandi finanzieri non ha caratteri nazionali, è al di sopra dei confini politici e dei conflitti bellici. Per essa, gli uni e gli altri costituiscono, di volta in volta, opportunità o limitazioni ad attività affaristiche.

Non è improbabile la situazione che un paese X sia in guerra con un paese Y, e che le banche centrali di entrambi i paesi siano controllate dai medesimi azionisti internazionali, che hanno suscitato la guerra stessa per aumentare le proprie ricchezze a spese dei popoli di X e di Y, nonché il loro potere finanziario e politico su di essi. Naturalmente questi due popoli, che tra loro non si conoscono, saranno spinti ad odiarsi dalle rispettive propagande e a credere di combattere ciascuno per la giustizia, per la libertà, per la democrazia, etc.

Le due guerre mondiali, la guerra del Vietnam, le guerre contro l’Iraq, aumentarono o aumentano di molto il debito pubblico, quindi il potere dei banchieri sulla società e sulle istituzioni supposte democratiche.

In tempo di guerra gli Stati contraggono fortissimi prestiti presso le banche, e la gente accetta ciò perché la necessità di difendersi viene prima di tutto.”

 

       Tratto da “Euroschiavi” di Antonio Miclavez e Marco Della Luna.

 

Il grande debito al quale i capitalisti mirano viene dalla guerra,

e deve essere usato come strumento di controllo del denaro.” 

                                                            Hazard Circular, 1862                                        

 

 

“Naturalmente ai banchieri centrali le questioni politiche legate alla guerra non interessano affatto quanto il potenziale profitto. E nulla crea debito quanto una guerra.

(…)

Nel corso della Prima Guerra Mondiale i Rothschild tedeschi prestarono denaro ai tedeschi, i Rothschild inglesi prestarono denaro agli inglesi, e i Rothschild francesi prestarono denaro ai francesi. Negli Stati Uniti,  J.P. Morgan vendette materiale bellico sia agli inglesi che ai francesi.

Infatti, sei mesi dopo l’inizio della guerra, Morgan era diventato il più grande consumatore del pianeta, spendendo dieci milioni di dollari al giorno.

(…)

Molti altri banchieri di New York ebbero altrettanto successo con la guerra. Il Presidente Wilson nominò Bernard Baruch a capo del Consiglio dell’Industria Bellica e, secondo lo storico James Perloff, sia Baruch che i Rockefeller guadagnarono qualcosa come 200 milioni di dollari nel corso della guerra. Ma il guadagno non era il loro unico motivo. C’era anche la vendetta. I cambiavalute non avevano mai dimenticato l’appoggio che gli Zar diedero a Lincoln nel corso della Guerra Civile. Inoltre, la Russia era l’ultima grande nazione europea che si rifiutava di cedere al progetto della banca centrale in mani private. Tre anni dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la Rivoluzione Russa spodestò lo Zar e insediò il flagello del Comunismo. Jacob Schiff della Kuhn, Loeb & Co., dal suo letto di morte si vantò di aver speso 20 milioni di dollari per appoggiare la disfatta degli Zar. Il denaro veniva incanalato anche dall’Inghilterra per appoggiare la rivoluzione.

Perché mai alcuni degli uomini più facoltosi del mondo avrebbero finanziato l’ascesa del comunismo, il sistema che aveva la manifesta intenzione di distruggere il cosiddetto capitalismo che li aveva resi ricchi? Il ricercatore Gary Allen lo spiega in questo modo:

Se si comprende che il socialismo non è un programma per la condivisione della ricchezza, ma in realtà un metodo per consolidarla e controllarla, allora l’apparente paradosso degli uomini super ricchi che promuovono il socialismo non appare affatto tale. Al contrario, diventa logico, che esso è addirittura lo strumento ideale per i megalomani assetati di potere.”

“Il comunismo, o più precisamente il socialismo, non è il movimento delle masse oppresse, ma dell’elite economica.”           (Gary Allen)

(…)

I Grandi Burattinai cercarono di controllare i gruppi di rivoluzionari comunisti sostenendoli con grandi quantità di denaro quando scelsero di ubbidire, e interruppero il sostegno finanziario o addirittura finanziarono l’opposizione quando sfuggirono al loro controllo. Lenin iniziò a comprendere che, nonostante fosse il dittatore assoluto della Nuova Unione Sovietica, non era lui a muovere i fili della finanza. C’era qualcun altro che esercitava il suo silenzioso controllo.

 

Lo Stato non funziona come avremmo desiderato. La macchina non ubbidisce. Un uomo è al volante e crede di guidarla, ma la macchina non va nella direzione voluta. Si muove secondo il desiderio di un’altra forza.”                                                    

                                                                         (Vladimir Lenin)

 

Chi c’era dietro? Il deputato Louis T. McFadden, che ricoprì la carica di Presidente della Commissione sul Sistema Bancario e la Valuta nel corso degli anni ’20 fino alla Grande Depressione degli anni ’30, si espresse in questi termini:

 

Invero il corso della storia russa è stato generalmente influenzato dalle operazioni dei banchieri internazionali. Il governo sovietico ricevette fondi del Tesoro degli Stati Uniti per ordine della Federal Reserve, agendo attraverso la Chase Bank.”

 

L’Inghilterra ha ricevuto denaro da noi attraverso le banche della Federal Reserve e li ha a sua volta prestati ad interessi più alti al governo sovietico. La diga Dnieperstory è stata costruita con fondi illegalmente sottratti al Tesoro degli Stati Uniti da parte del corrotto e disonesto Consiglio della Federal Reserve e dalle Banche della Federal Reserve.”

                                                          (Deputato Louis McFadden)

 

In altre parole, la Fed e la Banca d’Inghilterra, per ordine dei banchieri internazionali che la controllavano, stavano costruendo un mostro che, come non era mai accaduto prima, avrebbe alimentato sette decenni di rivoluzione comunista, guerra, e, soprattutto, morte.”

                  Da “The money masters” di Patrick Carmack e Bill Still

 

James Madison riteneva che il potere dovesse essere delegato ai “ricchi della nazione”. Al “gruppo degli uomini più capaci”, consapevoli che il ruolo del governo è “proteggere la minoranza ricca dalla maggioranza”.”

                           Noam Chomsky, in “Egemonia o sopravvivenza

 

“In generale si può affermare, senza oltraggio alla verità, che quanto più “liberale” e “democratico” sia il regime di un popolo, tanto maggiore sarà l’influenza del denaro. In effetti, i politici di professione, per ottenere un mandato parlamentare, hanno bisogno del voto della massa. Una campagna elettorale per conseguire, per comprare tali voti è costosissima. Le elezioni si trasformano in un torneo pubblicitario nel quale, con monotona regolarità, finisce con il trionfare il candidato che ha potuto spendere più soldi in propaganda elettorale. Però, dal momento che nella maggioranza dei casi detto personaggio non possiede il favoloso capitale necessario per pagarsi la propria campagna elettorale, deve prenderlo in prestito. E nessuno dà né presta niente in cambio di niente; ed ancor meno, qualcuno che si occupi di finanza. Per poter comprare i suoi voti e, con essi, la sua promozione all’invidiato mandato di “padre della Patria”, il politico di professione ha dovuto vendere o ipotecare la sua indipendenza personale al finanziatore o al gruppo di interesse che la utilizzeranno a proprio beneficio. La conseguenza è che, in un regime democratico o supposto tale, i governi termineranno con l’essere i Consigli di Amministrazione di giganteschi trusts e monopoli. E la democrazia si trasforma in plutocrazia.”

 

                               Joaquìn Bochaca, “Historia de los vencidos”

 

“Otto anni prima che Hitler invadesse la Polonia, il deputato Louis McFadden, presidente della Commissione sul Sistema Bancario e la Valuta, avvertì il Congresso che gli americani stavano finanziando la sua ascesa al potere.

Dopo la Prima Guerra Mondiale la Germania cadde nelle mani dei banchieri internazionali tedeschi, che la comprarono e che ora possiedono completamente. Hanno comprato le sue industrie, hanno ipoteche sui terreni, controllano la sua produzione, controllano tutto il suo comparto pubblico.

I banchieri internazionali tedeschi hanno sovvenzionato l’attuale governo tedesco e hanno fornito anche ogni singolo dollaro che Adolf Hitler ha utilizzato nella propria sontuosa campagna per riuscire a trasformarsi in una minaccia per il governo Bruning.

 Quando Bruning si rifiutò di ubbidire agli ordini dei banchieri internazionali tedeschi, venne sostenuto Hitler per spaventare la popolazione tedesca fino alla sua sottomissione.

 Attraverso il Consiglio della Federal Reserve . . . oltre 30 miliardi di dollari di valuta americana furono fatti entrare in Germania. Avete tutti sentito parlare delle grandi spese che ebbero luogo in Germania . . palazzi d’avanguardia, i suoi grandi planetari, le sue palestre, le sue piscine, le sue ottime autostrade, le sue fabbriche perfette. Tutto ciò fu realizzato grazie al nostro denaro, dato ai tedeschi dal Consiglio della Federal Reserve.

 Il Consiglio della Federal Reserve ha fatto entrare in Germania così tanti dollari che non hanno nemmeno il coraggio di fornire la somma totale.” Deputato Louis McFadden”

                                                      Da “The money masters”

 

I grandi banchieri si sono accorti che con oculati “prestiti di guerra” si fanno i più eccellenti affari. Infatti, per avere a disposizione abbondanti finanze e speranza di vincere la guerra, ogni Stato è disposto a fare grandi sacrifici, a cedere le riserve auree e la comproprietà delle attività minerarie, agricole, commerciali, industriali, nazionali, e pagare alti interessi. I grandi banchieri, inoltre, si sono resi multinazionali, per cui le diverse filiali della stessa banca hanno prestato contemporaneamente agli opposti contendenti e guerreggianti. Spesso, facendosi persino riconoscere dal futuro “vincitore” (per questo più lautamente finanziato ed armato), il diritto privilegiato di ottenere la garanzia del pagamento di tutto il prestito concesso alla parte “vinta” (ovviamente mediante espropriazione dei beni della nazione vinta). Un solo esempio tipico, quello dei Rothschild nella Seconda Guerra mondiale. I rami americano, inglese, russo, etc. hanno prestato denaro ai loro governanti e hanno fatto ottimi affari. Ma ha fatto ottimi affari anche il ramo tedesco. I Rothschild tedeschi si sono offerti di procurare al Reich nazista i rifornimenti desiderati, richiedendo di essere pagati in oro e valute pregiate che hanno depositato in Svizzera. Alla fine della guerra, la Germania era semidistrutta, le casse dello Stato totalmente vuote, i grandi industriali – ad es. i Krupp (produttori di acciaio e di armi) – ridotti sul lastrico, mentre i Rothschild, anch’essi tedeschi, erano diventati ancora più ricchi e più potenti di prima! Ne consegue che, ricevendo enormi benefici dalle guerre (quali concessori dei prestiti bancari e quali proprietari dell’industria bellica che vende armi), i grandi banchieri sono i principali interessati a soffiare sui contrasti nazionali ed interetnici ed a fare scoppiare ovunque le guerre. Come diceva A. M. Rothschild: “La guerra è la nostra industria più redditizia!”. “

                  Chiesa Viva, N. 363, Luglio-Agosto 2004, Internet

 

“ . . si può affermare che nella storia del XX secolo il solo Stato veramente totalitario sia stato quello organizzato in Germania dal regime nazista, il quale, infatti, con la nazionalizzazione della Reichsbank, restituì allo stato anche la sovranità monetaria. Si può anzi aggiungere che nello stesso anno (il 1937) mentre in Germania avveniva la nazionalizzazione della Banca Centrale, in Unione Sovietica, molto significativamente, si dava luogo alla privatizzazione della Gosbank (l’Istituto di Emissione sovietico), del cui consiglio di amministrazione fu chiamato a far parte anche il multimiliardario ebreo-americano Armand Hammer, amico personale di tutti i segretari del Pcus da Lenin fino al 1989, anno della sua morte”.

 

  1. Tarquini in “La banca, la moneta e l’usura”, citando M. Blondet.

 

“In quegli anni, una gran parte del potere finanziario di Wall Street s’era mobilitata per sostenere il neonato potere sovietico. Il solo Jacob Schiff, padrone della potente banca “Khun e Loeb” e capo della comunità israelitica di New York, tra il 1905 e il 1922 aveva versato ai gruppi rivoluzionari russi venti milioni di dollari. Il direttore dell’importantissima “Federal Reserve Bank”, William Thompson, nel 1917, aveva regalato personalmente un milione di dollari ai bolscevichi, “per aiutarli a diffondere la loro dottrina in Germania”. Il miliardario Joseph Fels, sposato a una Rothschild, aveva donato cinquecentomila sterline. La maggior parte di questi donatori erano ricchi ebrei di origine russa che, memori delle persecuzioni che la loro gente aveva subito sotto lo Zar, miravano a creare, con l’invisibile potenza del denaro, in Russia e dovunque fosse possibile, un potere totalmente laico, egualitario, dove ogni distinzione di razza fosse cancellata. Il banchiere J.P. Warburg lo disse chiaramente nel 1932: “Dobbiamo promuovere un’economia pianificata e socialista, e poi integrarla in un sistema socialista mondiale”.

continua…

 

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Paolo MALEDDU