Allora ? Continuiamo a cercare la libertà confidando nel sistema elettorale italiano o imponiamo il nostro volere ? Abbiamo ancora un briciolo di dignità o continuiamo a confidare nella umanità dei nostri carnefici?

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Mentre il governo Renzi, discute di “regalare” ulteriori soldi agli istituti di credito per evitarne il fallimento, il temutissimo “decreto banche”, la settima scorsa, è stato convertito definitivamente in legge dal Parlamento.

 

Da oggi, il debitore dovrà lasciare immediatamente l’immobile per dare la possibilità al giudice di vendere più facilmente il bene sottoposto ad esecuzione forzata. Non ci saranno sconti o eccezioni, né tutela di situazioni particolari,gli ufficiali giudiziari, avranno mano libera anche su disoccupati, malati terminali, invalidi, e qualsiasi altra condizione, ad eccezione di chi possiede solo quell’immobile e non ha dove andare a vivere.

Il temutissimo “decreto banche” che conferisce poteri straordinari agli istituti di credito quindi è operativo. La nuova legge, in due norme, riscrive le regole delle esecuzioni forzate. Un vero e proprio nuovo regalo alle banche che grazie a questo strumento, potranno recuperare i loro crediti, entro un massimo di sei mesi. Un tempo brevissimo, che non consente al debitore di opporre alcuna contestazione: qualsiasi illecito quindi, come ad esempio usura o contratti fraudolenti, non bloccheranno la vendita dell’immobile.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. L’esecutivo di Matteo Renzi, nel dichiarato intento di agevolare il ceto dei creditori più forti, cioè quelli che dispongono di capitali in grado di acquistare i beni oggetto di esecuzione forzata, leggasi “Banche”, ha reso estremamente veloci i pignoramenti immobiliari, che dovranno essere conclusi “obbligatoriamente” entro un tempo massimo di 6 mesi.

Il combinato dei due nuovi articoli ha un impatto devastante sui debitori, tanto da fare sembrare “acqua fresca” la tanto discussa e criticata clausola di inadempimento – anch’essa inserita nella riforma – con cui il debitore, dopo il mancato pagamento di 18 rate, dovrà cedere la casa alla banca senza bisogno del tribunale.

Il fulcro della riforma è nella riduzione nel numero di aste giudiziarie sulla casa pignorata al debitore. Da illimitate, vengono ridotte ad un massimo di tre, ciascuna con un ribasso di un quarto rispetto al precedente prezzo. Il giudice inoltre, qualora il bene non venga venduto per l’assenza di offerenti, può disporre una quarta asta, fissando un prezzo base inferiore al precedente, fino alla metà (di norma, invece, il limite è un quarto), soluzione che diventa una vera e propria svendita dell’immobile pignorato. Il tutto dovrà essere fatto al massimo in sei mesi.

Ovviamente non è tutto. Con il preciso scopo di favorire chi “può”, cioè le banche, è stato inserito, una norma che consente la partecipazione all’asta giudiziaria per “conto di terzi”, termine tecnico che conferisce all’offerente, dopo essersi visto assegnare l’immobile, il potere di indicare entro cinque giorni, il nome di un terzo a favore del quale deve essere trasferito l’immobile (cosiddetta “assegnazione in favore di un terzo”).

Nella pratica, le banche potranno presentare offerte per conto di società partecipate o facenti parte del gruppo stesso, in questo modo il creditore prima finanzia la vendita dell’immobile e poi lo acquista all’asta a un valore dimezzato, attraverso una propria società immobiliare delegata poi alla rivendita. Il tutto come detto, in solo sei mesi.

Questa operazione, sommata all’altro regalo fiscale fatto da questo Governo in tema di imposta di registro, rende la vendita, facile, veloce e non contestabile dal debitore. Infatti se la banca rivenderà, entro un anno, il bene che si è aggiudicato all’asta, non pagherà l’imposta di registro del 9% sul valore dell’immobile, ma solo un’imposta flat di 200 euro. Si pensi che, il risparmio su una casa del valore di 200 mila euro è di ben 18 mila euro, regalati dal fisco.

Dulcis in Fundo” la ciliegina sulla torta: la nuova legge è retroattiva, cioè si applica anche alle procedure in corso. È scritto nel decreto : “si considereranno anche gli esperimenti di vendita avvenuti prima dell’entrata in vigore della legge”. Il che significa che, per molti immobili, la nuova asta potrebbe essere anche l’ultima, con prezzo ridotto alla metà, e con possibilità della banca di partecipare come soggetto “agevolato”.

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