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A grande richiesta proponiamo, a puntate, il libro “La Grande Truffa” di Paolo Maleddu, uno di noi, un grande uomo che per il suo coraggio, la sua lealtà e la sua voglia di verità si trova oggi sotto l’attacco duro e sleale dello Stato italiano, uno Stato burattino delle lobbies bancarie internazionali

 

 

 

 

 

 

Paolo MALEDDU: “Ho scritto questo libro per una incontenibile necessità di condividere con quante più persone possibile un insieme di informazioni nelle quali mi sono imbattuto, e che hanno gradualmente aperto davanti ai miei occhi una visione del tutto nuova della realtà del mondo nel quale viviamo.
Una realtà insospettata, spaventosa, nella quale siamo immersi ma che non riusciamo a vedere, perché confusa dietro una barriera di notizie ed immagini sapientemente filtrate, falsate o anche solamente ignorate.
Le notizie che non vengono divulgate sono le più importanti.
C’è un mondo reale nel quale gli eventi scorrono così come avvengono, lieti o dolorosi che siano, in un flusso continuo. E uno parallelo, virtuale, creato dalla rappresentazione che i media danno di questa successione di eventi.
Noi viviamo nel mondo virtuale che ogni giorno radio, giornali, televisioni e cinema costruiscono per noi. “Educati” sin dai primi anni di scuola ad essere prigionieri di verità ufficiali, ci è poi difficile accettare versioni diverse, scomode, che non rientrano nei nostri orizzonti.”
“Esistono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che si insegna “ad usum Delphini”, e la storia segreta, in cui si rinvengono le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.”

 

La Grande Truffa – dalla 1° alla 10° parte

 

 

 

 

L’emissione monetaria

LA GRANDE TRUFFA

Come gli usurai internazionali si impossessano
di tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione mondiale

11° parte

 

 

…………..

Sarà il giusto compenso per il lavoro svolto a favore del popolo italiano?

L’osmosi tra mondo politico e bancario non è un fenomeno prettamente italiano, ma presente in maniera ancor più accentuata negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Questa ormai plurisecolare complicità permette che oggi i banchieri dettino le regole dell’organizzazione sociale a politici ai quali non rimane altro che eseguire.

Tenete bene a mente le disposizioni emanate dalla “Banca dei Regolamenti Internazionali”, conosciute come Basilea uno e Basilea due, ed a noi imposte in maniera assolutamente dittatoriale, senza alcun margine di trattativa, dalle banche nelle quali abbiamo il conto corrente: veri e propri soprusi emanati in virtù di governi nazionali vuotati di ogni potere che non vogliono e non possono difenderci, e banchieri in pieno comando in Europa.

I politici hanno ceduto il privilegio appartenente al popolo sovrano dell’emissione monetaria al sistema bancario.

Ogniqualvolta ha bisogno di soldi lo stato deve chiederli in prestito ai grandi capitali privati.

Secondo voi, tra colui che è costretto come un qualsiasi nullatenente a chiedere umilmente e colui che possiede ed ha la possibilità di prestare denaro ad interesse, chi ha più potere?

La grande Usura internazionale si sta impossessando di tutta la ricchezza prodotta dal popolo, tanto nel nostro paese come nel resto del pianeta.
A voi decidere per chi questa nutrita schiera di banchieri-politici pagati da entrambi, popolo e banche, stia lavorando: per noi o per il sistema bancario?

Cosa dà la banca centrale in cambio delle cambiali firmate da noi?
Nella migliore delle ipotesi, biglietti di “carta colorata” e stampata chiamati banconote, oppure un impulso elettronico del computer di costo nullo.
Una semplice scrittura contabile, un accredito sul conto corrente dello stato.
La banca centrale, mentre si impossessa gratuitamente dei Bot, ci presta ad interesse il nostro denaro.

Come paghiamo noi alla scadenza le cambiali firmate?
Con un odioso prelievo fiscale.

Come paghiamo il prelievo fiscale?
Con i frutti del nostro lavoro, se siamo abbastanza fortunati da produrne, in caso contrario con le proprietà immobiliari che ci verranno sequestrate.

Le tasse non dovevano servire a pagare i servizi elargiti dallo stato?

Questo è ciò che ci viene raccontato, la versione “ufficiale”, virtuale.
In verità la tassazione serve soprattutto a ritirare denaro dalla circolazione per impedirci di vivere tranquilli, per garantire il pagamento delle obbligazioni di stato ed i costi della politica:

l’acquisto cioè del consenso popolare per il mantenimento del potere politico.
Dal momento che le imposte non sono più sufficienti a coprire tutti questi costi e risulta difficile aumentare ulteriormente una imposizione fiscale già insopportabile, si stanno eliminando i servizi per i cittadini.
I famosi “tagli alla spesa pubblica” non sono altro che l’eliminazione dei servizi per poter dedicare sempre più soldi al pagamento del debito pubblico ed alla riconferma del consenso popolare.

Con i nostri soldi sono state costruite tutte le infrastrutture necessarie a rimettere in moto il paese dopo la seconda guerra mondiale. Strade, porti, aeroporti, le ferrovie dello stato, acquedotti e fognature, scuole pubbliche e ospedali. Sono state acquistate, salvate e sostenute grandi aziende di energia elettrica, telefonia, industrie alimentari, manifatturiere, metallurgiche, automobilistiche, cantieri navali e così via.

Dopo aver messo i soldi per costruire le strade, dovremmo esserne i padroni, non vi pare?

Perchè allora continuiamo a pagare per lasciare l’auto ferma sulla nostra proprietà (il parcheggio), per averla lasciata troppo a lungo (la multa), per avere il permesso di far entrare l’auto nel garage (il passo carrabile), o solamente per attraversare le autostrade ?

Per non parlare del bollo di circolazione, della tangente del 21% di Iva sull’auto, della revisione periodica, del 70/80% di tasse sui carburanti, dell’assicurazione obbligatoria, dei salvataggi dell’industria automobilistica coi soldi di tutti noi, e probabilmente dimentico qualcosa.

Con i nostri soldi è stata messa in piedi e chissà quante volte salvata l’Alitalia, “la compagnia di bandiera”. Noi continuiamo a pagare l’acquisto dei nuovi aerei, gli stipendi dei dipendenti, il carburante, i costi di gestione, le divise “firmate”: dovremmo volare gratuitamente.

I biglietti sono sempre stati invece carissimi (noi sardi né sappiamo qualcosa), spendiamo la metà rivolgendoci a compagnie private low cost per le quali non abbiamo dovuto sborsare una lira, almeno apparentemente.

Lo stesso discorso vale per i traghetti di stato, la televisione pubblica, l’acqua che scende gratis dal cielo e che arriva nelle nostre case e nei campi da irrigare grazie ad acquedotti e dighe costruite con i nostri soldi.

Ciò che succede con la casa di abitazione, alla quale tutti dovrebbero avere diritto, è semplicemente scandaloso: costruita nonostante spropositati ed ingiustificabili costi burocratici e materiali, non sarà mai completamente nostra, pagheremo qualche imposta per tutta la vita. Ed anche oltre.
La “nostra” casa continuerà a pagare anche quando non ci saremo più, dal momento che le tasse sulla proprietà gravano sull’immobile in maniera perenne.
Inoltre sarà sempre a rischio sequestro.

È matematico che a molti di noi venga pignorata la casa o qualche altra proprietà immobiliare, dal momento che risulta impossibile, come vedremo in seguito, che il popolo italiano nel suo insieme possa, in questo sistema monetario basato sul debito inestinguibile a causa dell’interesse, restituire il denaro avuto in prestito dal sistema bancario.

Possiamo dire di essere proprietari della nostra casa, o stiamo piuttosto pagando un affitto eterno, illegittimo, che va ben oltre la durata temporale delle nostre vite?
Neanche la Costituzione Italiana, che con l’articolo 42 riconosce e garantisce la proprietà privata, riesce a contrastare la forza del denaro dell’Usura internazionale.
Il diritto ad un rifugio sicuro, ad un piccolo spazio privato, preso di mira per seminare insicurezza nel futuro.

Per accelerare sequestri e pignoramenti ora è stata potenziata una società pubblico/privata già oggetto di accese contestazioni per comportamenti vessatori nei confronti dei contribuenti.
Naturalmente, come sempre nel nostro mondo virtuale, è stato scelto un nome ingannevole, Equitalia, per un più rapido ed “equo” pignoramento delle vostre proprietà.

Paghiamo tutto due o tre volte perché il denaro viene dirottato a nostra insaputa verso banche e capitale privato, nel vano tentativo di compiere qualcosa di irrealizzabile: restituire ai grandi Usurai i soldi che i nostri governanti non hanno voluto stampare a costo nullo per noi, preferendo indebitarci per sempre.

Il popolo non capisce e la rivoluzione non arriva: le parole di Henry Ford, pronunciate un centinaio di anni fa, appaiono più che mai attuali, ma rimangono solo un ammonimento.

La quasi totalità di queste infrastrutture costruite nel dopoguerra è stata poi “privatizzata”, a partire dagli anni ‘90.
Le attività redditizie sono state praticamente regalate a prezzi stracciati agli amici ed alle multinazionali indicate dalla Goldman Sachs, banca d’affari con enorme influenza e potere, consulente dei vari governi italiani in materia di dismissioni in questi ultimi ventanni.

Le attività oberate di debiti, non redditizie, sono rimaste allo Stato ed i costi “socializzati”: paghiamo noi, come sempre.
I servizi rimasti verranno presto ceduti a privati.

Segnatevi questa sigla: Gats. Sarà presto fonte di grandi disagi per noi tutti. È una sigla inglese che si può tradurre in italiano come “ accordi generali per il commercio dei servizi”.
Significa che gli stati potranno e dovranno cedere alle multinazionali servizi tanto essenziali come la sanità, la pubblica istruzione, la telefonia, l’acqua.

Vuol dire niente più tariffe agevolate per farmaci e visite mediche, scuola pubblica e assistenza agli anziani: pagheremo tutto a dei privati ai prezzi da loro imposti.
È la fine dello stato sociale.
Di gratuito rimarrà solo l’aria che respiriamo.

Anche l’acqua che sgorga gratis dalle fonti è diventata proprietà privata di poche multinazionali mondiali che se ne stanno accaparrando il monopolio per rivendercela a prezzi convenienti: per loro, naturalmente.

Le privatizzazioni sono state presentate come un affare per tutti noi: ci saremmo liberati di costi inutili, avremmo incassato grandi cifre da impiegare naturalmente per il bene comune, i prezzi dei servizi sarebbero scesi grazie al nuovo regime di concorrenza tra privati nel libero mercato.
Altro che monopolio pubblico!

C’è abbastanza materiale per scrivere interi capitoli, il disgusto è troppo grande.

Digitate Romano Prodi e Mario Draghi, accoppiandoli a “Britannia” e Goldman Sachs su google; oppure Amato, D’Alema e privatizzazioni: scoprirete una storia vergognosa e i danni procurati alla nostra economia da una intera classe politica ignobile.

Aggiungo solo che anche Romano Prodi è stato sul libro paga della Goldman Sachs come consulente, magari lo sarà ancora. Con il suo momentaneo declino, Gianni Letta, il cervello di Berlusconi, è entrato nel libro paga come consulente: per la Goldman Sachs che siano di sinistra o di destra poco importa.

L’unico servizio statale veramente insopprimibile è la spesa per mantenere tutti i corpi militarizzati: esercito, forestale, carabinieri e polizia, strumenti indispensabili per poter imporre con la forza il rispetto di molte leggi ingiuste e vessatorie, e per proteggere i potenti dalle sempre più possibili esplosioni incontrollate di ira da parte della popolazione.

Costretti a pagare i nostri carcerieri.

Non vedete ciò che succede ogni volta che i potenti della terra si riuniscono per dare un altro giro di vite alle nostre libertà? Vengono mobilitate aviazione, marina, esercito e polizia. Grandissime misure di protezione contro il “terrorismo internazionale”, dicono loro.
Menzogne.

Ciò che sta invece succedendo è che fasce sempre più ampie di popolazione, specialmente i giovani, riescono ad intravedere la verità dell’inganno globale attraverso la cortina fumogena virtuale e non sono disposte a sopportare oltre.
Nessun pericolo per i potenti, naturalmente, protetti da un enorme dispiegamento di forze, guerre stellari cinematografiche pagate dai contribuenti.

La battaglia è tra popolani: contestatori da una parte e difensori dell’ordine pubblico dall’altra.
Entrambi gli schieramenti costituiti da figli del popolo, resi con l’inganno nemici sul campo di battaglia, ma uniti dal comune destino di vittime del sistema.
I due lati contendenti sono poi infiltrati da sabotatori con l’obiettivo di confondere, e le manifestazioni degenerano, giustificando così la presenza di tale dispiegamento di forze.
Tornando all’emissione del denaro, la cambiale individuale è garantita dal mio lavoro e dalle mie proprietà; la cambiale collettiva, le obbligazioni di stato, sono garantite ugualmente dal mio lavoro e dalle mie proprietà, questa volta sommate a quelle di tutti gli altri membri della società.
I soldi della mia cambiale individuale potrò spenderli come vorrò, sicuramente a beneficio mio e dei miei cari, quelli della collettività verranno spesi dal governo.

A nostro beneficio?

Ancora molti dubbi in proposito.

Ognuno di voi potrebbe scrivere un libro in materia.
La ripartizione del reddito nazionale, è di questo che si tratta, è stata decisa già da tempo.
La fetta più consistente è appannaggio del sistema bancario e del grande capitale.
La popolazione produce tutta la ricchezza del paese con il proprio lavoro.
I banchieri producono dei biglietti di carta a costo zero.
I politici prelevano la ricchezza del popolo attraverso mille imposizioni e la consegnano alla grande Usura in cambio dei biglietti di carta.

La moneta è la linfa vitale dell’economia, così come il sangue lo è per il corpo umano.
Noi siamo nella situazione di un paziente al quale sia stato prelevato molto sangue, e per riaverlo sia costretto a pagarlo a caro prezzo, nonostante gli appartenga. In più, chi glielo ha prelevato, decide arbitrariamente di rivenderglielo in piccole dosi. O di bloccare completamente l’erogazione. La carenza di liquido vitale provoca scompensi sempre più gravi che mettono in pericolo la vita stessa del paziente.

Vorreste continuare a vivere così?
Non avete che da lasciare che banchieri e politici continuino a gestire a loro piacimento la moneta, il sangue che ci fa vivere.

In conclusione parliamo un po’ di calcio, per evadere.
È il trucco usato dagli usurai per anestetizzarci, l’intrattenimento televisivo per rinchiuderci nel mondo virtuale, il “panem et circenses” dei romani.

Ma noi usiamo il calcio per far ragionare, non narcotizzare, il nostro cervello.

Milan – Juve

Domenica c’è Milan – Juventus a San Siro. Forza Juve!

Giocando in casa, tutto il lavoro di preparazione della partita è sulle spalle del Milan. I dirigenti del club contrattano imprese di pulizia per tirare a lucido lo stadio, chiamano i giardinieri per curare il tappeto erboso, fanno controllare i riflettori, prendono accordi con giornali e televisioni per pubblicizzare l’incontro, pagano profumatamente calciatori e allenatori. Come nella società degli uomini, c’è tanto lavoro da svolgere e una moltitudine di persone coinvolte.

Le squadre di calcio sono un microcosmo, il lavoro è ripartito tra tutti per il raggiungimento del bene sociale: l’incasso della partita, il reddito da distribuire.

Un dirigente va a ritirare gli 80 mila biglietti d’ingresso fatti stampare dalla Tipografia Centrale. Con sua grande sorpresa, invece delle poche migliaia di euro che si aspettava di dover pagare per il semplice lavoro di stampa dei biglietti, il tipografo chiede l’intero valore nominale impresso su di essi: 100 euro per ogni biglietto di tribuna centrale coperta, 60 euro per quelli di tribuna laterale, 20 euro per le curve.

Al dirigente viene da sorridere.
La Tipografia Centrale vorrebbe impossessarsi di tutto l’incasso solo per aver stampato i mezzi di scambio che lo rappresentano.
Il Milan fa tutto il lavoro per produrre un reddito, il tipografo vorrebbe sottrarglielo.

Secondo voi, a chi dovrebbe andare l’incasso?
La risposta è scontata, pare ridicolo anche porsi la domanda.

Un onesto dirigente del Milan, nonostante l’offerta del tipografo di una generosa fetta della torta da spartire, non si presta a partecipare ad una truffa tanto ignobile.

Ebbene, ciò che in questa metafora appare tanto assurdo è ancor più grave nella vita reale.
Noi, il popolo, facciamo tutto il lavoro fisico. Dovremmo dividerci l’incasso, ma i nostri dirigenti/rappresentanti politici acquistano i biglietti al valore nominale, consegnando quindi alla Banca d’Italia tutto l’incasso, il frutto del nostro lavoro.

La popolazione fa tutto il lavoro, le banche prendono l’incasso.

Il popolo semina, i banchieri raccolgono i frutti.
Tutta la ricchezza prodotta finisce nelle mani della grande Usura.

I politici consegnano ai banchieri, con le obbligazioni di stato garantite dal prelievo fiscale, il reddito nazionale da noi prodotto, in cambio di banconote costate il valore della stampa.

La Banca Centrale, per nostra sfortuna, a differenza della Tipografia Centrale, non si è ancora imbattuta in dirigenti onesti.

Il dirigente del Milan ha una soluzione facile facile: si rivolge ad un’altra tipografia. A noi ciò non è permesso, perché in ciascun paese c’è una sola Banca Centrale, con il monopolio dell’emissione monetaria.

Noi siamo costretti a comprare quei biglietti al valore nominale impresso su di loro, gravati perdipiù di un interesse assassino.

Il dirigente che acquista quei biglietti al valore nominale mette il Milan in grande difficoltà: dopo aver pagato operai e calciatori, i soldi rimasti non sono sufficienti per saldare il debito con la Tipografia Centrale.

Che fare?

Il Milan è costretto a spiegare ai propri dipendenti che deve riprendersi gran parte dello stipendio appena consegnato, per poter tutti assieme contribuire a saldare il debito con il tipografo.

Ai lavoratori rimangono giusto i soldi per pagare l’affitto, la luce, il gas, l’acqua, il ritiro rifiuti, la rata dell’auto, il bollo, l’assicurazione, la benzina per andare al lavoro, il canone Rai, i vestiti e il pane.

Ed il tipografo?

Se riesce a corrompere i dirigenti di tutte le squadre facendoli partecipare alla spartizione del bottino, si arrichisce a dismisura partita dopo partita. Solamente stampando biglietti di carta, si impossessa degli incassi di tutte le partite.
Sottrae alle squadre di tutto il mondo la ricchezza prodotta con il loro lavoro.

Il governo, invece di far stampare gratuitamente i biglietti dal ministero del Tesoro, preferisce prenderli in prestito ad interesse dal banchiere e lasciare noi nei guai: con il nostro lavoro dovremo cercare di mantenerci in vita e ripagare, con un abnorme prelievo fiscale, il debito contratto con la Banca Centrale.
Impossibile.

Più avanti capiremo che il debito gravato da interesse è di per sé inestinguibile.

All’interno dell’attuale sistema monetario è matematicamente impossibile che nel mondo tutti riusciamo a sopravvivere, e che si possa estinguere il debito con la Banca Centrale.

Per quale motivo continuiamo a lavorare se l’incasso è già stato scippato nello scambio tra governo e Grande Usura?

Non ne siamo consapevoli, la truffa si compie davanti ai nostri occhi, ma noi non la “vediamo”.

Per chi stiamo dunque lavorando?

Per i grandi Usurai internazionali.

Chi sono?

continua…..

 

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Paolo MALEDDU