“Oggi, per questa casta politico-massonica unita corrotta e immorale il nuovo profetico Don Bosco dovrebbe essere ciascuno di noi! E specie quei cristiani autentici ed allergici al cappuccio, alla squadra e al compasso; nonché a qualsiasi forma di diabolico e meschino doppiogiochismo. Noi, dunque, i protagonisti del nostro tempo! Noi, uniti e – nel nome della fede comune e/o della giustizia senza confini e fedi – profeti di verità contro i rappresentanti di questa “politica” del genocidio serva dell’usura e dei suoi paladini. Serva dei camerieri dei banchieri (come diceva Ezra Pound) che come i ladri di Pisa di giorno fingono di litigare e di notte rubano uniti, confermando un diabolico sodalizio stretto e proteso al tradimento di ogni dignità umana e Divina.”

Domenica,  Agosto 3rd/ 2014

– di Sergio Basile 

Massoneria, Savoia e Legge Rattazzi: la Profetica Maledizione di Don Bosco del 1855; L’inquietante visione di Padre Pio: le rivelazioni di Gesù sull’adesione “all’infame setta della Massoneria” e sul  tradimento di numerosi sacerdoti e clericali

Quel che gli storici, liberali e socialisti, dimenticano…                                 

Torino, Roma, San Giovanni Rotondo – di Sergio Basile – Come ormai noto e sempre più chiaro grazie al provvidenziale scorrere del tempo e al diradarsi delle nebbie, il “Casato Savoia” ebbe un ruolo centrale sia nell’impoverimento del ricchissimo Mezzogiorno che nel golpe massonico-liberale perpetrato dal sionismo internazionale (specie anglo-americano e sovietico – vedi qui Dichiarazioni e Rivelazioni eccellenti di Sionisti doc) ai danni della Chiesa Cattolica di Roma, sfociato nella storica e “mitica” (o meglio fin troppo mitizzata) “Breccia di Porta Pia”. E ciò, malgrado la robusta propaganda contraria, specie liberale e socialista (o americanista e/o europeista che dir si voglia) che per decenni ha caratterizzato (e caratterizza ancora) l’insegnamento della storia negli istituti di scuola media inferiore e superiore e presso quei luoghi di formidabile indottrinamento e propaganda qual sono le “università” italiane. Il tutto avvenne, ovviamente – tanto per cambiare – sotto la sapiente regia della massoneria inglese e dei  banchieri ebrei Rothschild: onnipotenti registi delle rivoluzioni socialiste e liberali grazie alla truffa della moneta debito inaugurata con la nascita (1694) ed istituzionalizzazione  (1717) della Banca d’Inghilterra. Nello stesso anno nasceva – sempre a Londra: che combinazione!! – la Gran Loggia Madre di Inghilterra: due armi fenomenali verso la realizzazione della cosiddetta “Grande Opera” di dominio continentale e mondiale. Ma c’è un aspetto davvero curioso, quanto occultato dai libri di storia, sul quale quest’oggi vogliamo tornare, sia per onor di cronaca che per amor di giustizia: una storia che vi sorprenderà. Vediamo!

Il Golpe massonico-liberale e socialista                                                             

Nel 1855, cioè qualche anno prima che si concretizzasse la celeberrima unificazione d’Italia del 1861 (che si realizzò – è bene non scordarlo mai – sul sangue innocente di milioni di Italiani del Sud, allegramente massacrati – vedi il paradigma “Pontelandolfo” su tutti – vedi qui La Guerra e l’Occidente oltre il velo della propaganda mediatica – Da Pontelandolfo a Damasco) sotto il Regno di Vittorio Emanuele II, venne approvata una discussa quanto iniqua legge, ispirata dai grandi burattinai anglofoni di cui sopra, che passò alla storia come Legge Rattazzi. Essa, creò l’humus culturale ideale e funzionale a quella che sarebbe stata la Breccia di Porta Pia (20 Settembre 1870).

 La Legge Rattazzi                                                                                                       

La Legge Rattazzi comportò, tra lo sconcerto generale, la soppressione degli ordini religiosi e l’incameramento dei loro beni: sempre nel nome di una esasperata e illogica laicità sociale imperante, figlia della più pura dottrina “massonico-illuminata” ed “illuminista”. Anche se all’ora ciò avvenne in maniera meno subdola, senza cioè che nessuno parlasse di IMU o altre fesserie del genere. Ma un fatto avvenne! Un fatto straordinario! Un evento destinato ad entrare nella storia dal portone principale, malgrado gli storici soffrano ancora oggi di strane forme di amnesia. Don Bosco (al secolo San Giovanni Bosco) in quegli anni cupi e feroci (a ben vedere identici ai nostri, ma forse con qualche punto di disumanità in meno…) e poco prima dell’approvazione della legge in questione, fece due impressionanti profezie al re: rivelazioni afferenti al destino di Casa Savoia ed alle gravissime conseguenze che la sua condotta immorale avrebbe causato sulla stessa stirpe Savoia.

  Le Straordinarie Profezie di Don Bosco a Vittorio Emanuele II                

Come illustrato dallo scrittore Gianpaolo Barra,  nel dicembre del 1854, mentre in Parlamento la “Rattazzi” era in discussione, Don Bosco fece un sogno del quale informò tempestivamente il Re. Il Santo aveva sognato un bambino che nella visione aveva affidato allo stesso un messaggio tremendo che riportava quanto segue: “Una grande notizia! Annuncia gran funerale a corte!”. A distanza di giorni, vista l’incredulità del sovrano e la superficialità con la quale trattò Don Bosco, fu necessario un altro avvertimento, successivo ad un nuovo sogno. Il bambino questa volta rincarava la dose dipingendo il quadro con tinte ancora più fosche ed aggiungendo quanto segue: “Annunzia non gran funerale a corte, ma grandi funerali a corte!”. Don Bosco ammonì nuovamente il Re, invitandolo a non sfidare Dio e a non far approvare la legge. Ma Vittorio Emanuele II fu irremovibile rifiutandosi ancora di prestare ascolto alle parole di quel “prete pazzo” o quanto meno esaltato (Cfr.: I Sogni di Don Bosco – Ed.: Elledici, 1987; Cfr.: G. Barra “Don Bosco e la Persecuzione Risorgimentale”).

  La Morte della regina Madre e il Terzo Avvertimento                                 

Allora accade qualcosa di incredibile: Il 5 gennaio l855, mentre il disegno di legge era in Parlamento, giunse la notizia della fulminea malattia di Maria Teresa (madre del Re). Sette giorni dopo – all’età di 54 anni – la Regina madre morì. Ma non finì qui! E per cortesia non chiamatele coincidenze!. Il giorno dopo del funesto evento, infatti, la moglie di Vittorio Emanuele II, Maria Adelaide, al ritorno dal funerale si ammalò improvvisamente di metro-gastroenterite. Poche ore dopo il Re Vittorio Emanuele (II) ricevette un nuovo “segnale” da Don Bosco: si trattava di una nuova lettera. La terza. “Persona illuminata ab alto – recitava testualmente lo scritto – ha detto: Apri l’occhio! E’ già morto uno. Se la legge passa, accadranno gravi disgrazie nella tua famiglia. Questo non è che il preludio dei mali. Erunt mala super mala in domo tua (saranno mali su mali in casa tua). Se non recedi, aprirai un abisso che non potrai scandagliare”. (Don Giovanni Bosco)

  33 – La Morte della Regina Maria Adelaide e di Ferdinando di Savoia  

Bene, appena 4 giorni dopo il ricevimento di questa lettera sapete cosa accadde? La giovanissima Regina Maria Adelaide morì (20 gennaio l855). Quella stessa sera – come predetto da Don Bosco – Ferdinando di Savoia (fratello del Re)  si ammalò e morì dopo due settimane. Entrambi (sia Maria Adelaide, che Ferdinando) trapassarono all’età di soli 33 anni. Tuttavia neppure questi straordinari e funesti eventi servirono a raffreddare la diabolica testardaggine del Re. La legge Rattazzi fu approvata alla Camera circa un mese dopo (2 marzo 1855).

 Passa la “Rattazzi” in Senato – Muore Vittorio Emanuele Leopoldo        

Altra “coincidenza” (per usare un eufemismo…) capitò al momento dell’approvazione della legge in Senato: morì – tra lo sbigottimento generale – il piccolo Vittorio Emanuele Leopoldo, il figlio più giovane del Re. E il ricordo non può (e non poté) che andare al celebre passo biblico della morte del figlio del Faraone d’Egitto, sordo alle parole di Mosé, che gli chiedeva invano di liberare dalla schiavitù il suo popolo; nonché ai flagelli divini sull’Egitto. Analogia impressionante, non trovate?!  “La famiglia di chi ruba a Dio è tribolata e non giunge alla quarta generazione”. Così terminava la terribile profezia del Santo.

  La Soppressione delle Case Religiose e il Pentimento tardivo                   

Malgrado ciò, e malgrado la scomunica di Papa Pio IX  (che coinvolse tutti “gli autori, i fautori, gli esecutori della legge”) il Re firmò per la chiusura/soppressione di 334 case religiose. Il perdono di Pio IX giunse solo nel 1859, su richiesta di Vittorio Emanuele: si trattò evidentemente di un atto di clemenza di grandissima portata, visti gli sfaceli provocati!

  Corsi e Ricorsi storici… Dio non dimentica!                                                     

Ma la profezia di Don Bosco si realizzò fino in fondo: Vittorio Emanuele II morì di malaria a soli 58 anni (febbre curiosamente contratta a Roma, in occasione della Breccia di Porta Pia); Umberto I (suo successore, anch’egli massone) morì a 56 anni, per mano dell’anarchico Bresci. Vittorio Emanuele III (secondo successore) come noto, fuggì nel 1943. Il terzo  genito (Umberto II) fu esisliato all’indomani del contestatissimo ed ambiguo Referendum. Egli fu in carica solo per poche settimane. Dio, come vedete, realizzò le promesse fatte in sogno a Don Bosco. Certo, ripensando a questi fatti – ed alla storia attuale che molto somiglia in diversi aspetti agli  eventi raccontati – in una sorta di ricorso storico di vichiana memoria;  ripensando a questo tempo di falsità e attacchi senza precedenti a Dio, alle Nazioni sovrane e ai popoli, ci vorrebbe proprio un altro buon profeta per i nostri governanti! Ma d’altra parte – non dimentichiamolo – Dio libera sempre il suo popolo. La Scrittura insegna! E solo questione di fede e tempo…

 Noi tutti nuovi Don Bosco contro i “fratelli delle tenebre”                          

E forse (anzi di sicuro) oggi, per questa casta politico-massonica unita corrotta e immorale il nuovo profetico Don Bosco dovrebbe essere ciascuno di noi! E specie quei cristiani autentici ed allergici al cappuccio, alla squadra e al compasso; nonché a qualsiasi forma di diabolico e meschino doppiogiochismo. Noi, dunque, i protagonisti del nostro tempo! Noi, uniti e – nel nome della fede comune e/o della giustizia senza confini e fedi – profeti di verità contro i rappresentanti di questa “politica” del genocidio serva dell’usura e dei suoi paladini. Serva dei camerieri dei banchieri (come diceva Ezra Pound) che come i ladri di Pisa di giorno fingono di litigare e di notte rubano uniti, confermando un diabolico sodalizio stretto e proteso al tradimento di ogni dignità umana e Divina.

 Dio odia le mezze misure e i tentennamenti                                                     

La responsabilità di ciascun italiano di buona volontà e votato alla giustizia è tanta!  D’altronde chi tace acconsente! E Dio odia le mezze misure e i tentennamenti, come ci insegna lo stesso Libro dell’Apocalisse, che ci mette in guardia su questo tempo.

“Queste cose dice l’Amen, il testimone fedele e verace,

il principio della creazione di Dio:

Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente.

Oh fossi tu pur freddo o fervente!

Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente,

io ti vomiterò dalla mia bocca.

(Apocalisse 3, 14-16)

Il prezzo eterno del tradimento e del complotto contro Dio e i popoli     

Per contro, chi complotta nell’oscurità e pasce nella menzogna a danno del popolo di Dio e delle nazioni tutte, sarà irrimediabilmente degno del fuoco eterno e dell’abominio eterno, come insegnavano e predicavano con forza santi quali Massimiliano Kolbe e lo stesso Padre Pio da Pietrelcina. Molto eloquente, in merito è la lettera che segue (vedi Lettera N°123, Pietrelcina 7 aprile 1913 di Padre Pio da Pietrelcina. Archivio Storico San Giovanni Rotondo) e che svela le preoccupazioni dello stesso Signore Gesù per quanto accade ed accadeva nel mondo all’epoca dei fatti (cioè negli anni Dieci – alla vigilia della Prima Guerra Mondiale – come oggi).

 Massoneria – Lettera di Padre Pio a Padre Agostino – 7 aprile 1913         

“Mio carissimo Padre, venerdì mattina ero ancora a letto, quando mi apparve Gesù. Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando, chi stava parlando e chi si stava svestendo dalle sacre vesti. La visita di Gesù in angustie mia dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta n’ebbi.

 Rialzò lo sguardo con grande orrore…                                                               

Però il suo sguardo si riportò verso quei sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande orrore, osservai due lacrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: “Macellai!”.

 Sarò in agonia fino alla fine del mondo…                

E, rivolto a me, disse: “Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò, per cagione delle anime da me più beneficate, in agonia sino alla fine del mondo. Durante il tempo della mia agonia, figlio mio, non bisogna dormire. L’anima mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ahimè mi lasciano solo sotto il peso dell’indifferenza. L’ingratitudine ed il sonno dei miei ministri mi rendono più gravosa l’agonia. Ahimè, come corrispondono male al mio amore!

La sofferenza di Gesù – Indifferenza e disprezzo dei sacri ministri          

Ciò che più mi affligge è che costoro, alla loro indifferenza aggiungono il disprezzo, l’incredulità. Quante volte ero lì per lì per fulminarli, se non ne fossi stato trattenuto dagli Angioli e dalle anime di me innamorate…. Scrivi al padre tuo e narragli ciò che hai visto ed hai udito da me questa mattina. Digli che mostri la tua lettera al Padre provinciale…”.Gesù continuò ancora, ma quello che disse non potrò giammai rivelarlo a creatura alcuna di questo mondo. Questa apparizione mi cagionò tale dolore nel corpo, ma più ancora nell’anima, che per tutta la giornata fui prostrato ed avrei creduto di morirne se il dolcissimo Gesù non mi avesse già rivelato….

A braccia aperte nell’infame setta della Massoneria                                       

Gesù, purtroppo, ha ragione di lamentarsi della nostra ingratitudine! Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della Massoneria! Preghiamo per costoro acciocché il Signore illumini le loro menti e tocchi il loro cuore (…)”

( Padre Pio – Pietrelcina 7 aprile 1913 )

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